BOAH
Prima
che parta il linciaggio xD, prestate attenzione:
-NON
è una NUOVA storia.
-NON supererà d'importanza le altre.
-TUTTE le altre fics in sospeso saranno continuate e terminate.
Detto questo,
veramente, non è assolutamente una nuova storia...
Chiamiamola "raccolta".
La mia intenzione è infatti quella di creare una raccolta di
alcuni capitoli di She walks in beauty (non tutti) dal punto di vista
di Santana, tanto per assaporare il tutto da un altro punto di vista,
da un'altra vera e propria visione del tutto...
Ah!
Dimenticavo!
Non sarà aggiornata regolarmente (perchè le altre
si invece... ehm...), è una storia "bonus" alla quale di
tanto in tanto aggiungerò qualche capitolo, magari quando
sono bloccata con le altre storie e non c'è verso di
riprendermi... :)
ps: so che questo lo avete già letto, più tardi
arriva qualcosa di nuovo... ;)
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She walks in
beauty
Capitoli 2.9- 2.10
Per
tanto tempo le mie giornate erano volate via come tante foglie da un
albero. Un momento aprivo gli occhi alla luce del mattino, quello dopo
li richiudevo alla luce della luna.
Ma
da quando Brittany era tornata con me, da quando era tornata ad essere
mia, tutto era cambiato.
Il
tempo scorreva rallentato, il vento era più fresco, i colori
più vivaci, gli odori più pungenti.Fuori non era
cambiato nulla, ma dentro di me… dentro di me si era aperto
un mondo nuovo. Era come se finalmente potessi vivere davvero quello
che mi circondava. Era come se Brittany, mi avesse riaperto gli occhi.
O
forse il cuore.
Probabilmente
aveva fatto entrambe le cose.
Da
allora i giorni trascorrevano diversamente.
Dai
giorni passati interamente al laghetto, a quelli in cui passavamo ore
ed ore sole nella capanna a parlarci, a sorriderci, ad
amarci.Ogni giorno era una perla.
“San?”
Cominciò Brittany strofinando la guancia sui miei capelli,
cercando di attirare la mia attenzione.
“Mmh?”
“Se
potessi scegliere un animale in cui trasformarti… quale
sarebbe?” Quasi mi aspettavo una delle sue domande.
Era
in momenti come questi che Brittany dava il meglio di sé, e
la adoravo per questo.
Stavo
per domandarle per quale motivo avrei dovuto trasformarmi in un animale.
E
invece mi limitai a domandarle “I pappagalli possono
attraversare il mare?”
“L’oceano.”
mi corresse “Siamo circondate dall’oceano,
San…”.
“Beh,
possono farlo?”
“I
pappagalli della roccia?”
“Si…”
le risposi.
“Non
credo… ci vorrebbe un uccello più grande, come un
albatros…”
“Un
albatros?”
“E’…
come un gabbiano… più grande
però...”
Quando
mi vide confusa riprovò “Sai, quegli uccelli
impiccioni che vivono vicino al mare…”
“Non
credo di averne mai visti… sono uscita una volta dalla
foresta e sono arrivata al massimo alla periferia di
Ketapang…” le speigai con un sorriso.
“E’
per questo che vuoi diventare un uccello? Per volartene via di
qui?”
“Per
volarmene con
te in
un posto dove non riuscirebbero a trovarci…”
“E
dove andremmo?”
“Ovunque
vorresti.”
“Ovunque?”
“Ovunque.”
le dissi ancora “Dove vorresti andare?”
“Vieni
con me?” disse sedendosi, cercando a tatto i suoi vestiti.
“Vuoi
volare via?” le domandai giocando.
“Non
ancora…” sorrise invitandomi ad afferrare le sue
mani.
Una
volta tiratami in piedi mi aiutò a vestirmi, sempre
sorridendomi, per poi riafferrarmi per mano e tirarmi fuori dalla
capanna.
“Dove
stiamo andando?”
“Proprio
qui dietro…” mi rispose indicandomi un tratto di
foresta vicino al laghetto.
“Qui?”
“Esatto.”
sorrise ancora tirandomi per la mano “Vieni con me.”
Dopo
aver guardato in alto per qualche secondo, si fermò di
colpo, e sedendosi per terra alzò lo sguardo verso di me.
“Vieni
qui?”
“Cosa
dobbiamo fare?”
“Vieni
vicino a me.” insistette, indicando dove sedermi.
Pur
non capendo dove volesse arrivare la ascoltai, come facevo sempre.
Come
avrei sempre fatto. “Ed ora?”
“Sdraiati.”
disse allungandosi “Così.“
“Va
bene…” le dissi sdraiandomi vicino a
lei “Cosa stiamo facendo?”
“Stiamo
scomparendo.” rispose, per poi sorridere divertita.
“A
me non sembr-”
“Shh...
Ci vuole un po’. Abbi pazienza, San…” mi
disse piegando la testa di lato per potermi guardare.
Era
così bella, persino con l’erbaccia fra i capelli.
“Una
volta, quando eravamo piccoli, stavamo giocando qui e correndo sono
caduta. Il mio vestito era così pieno di fango che avevo
paura che avrei ricevuto la peggiore delle punizioni… avevo
così paura che per un attimo pensai di rimanere nascosta qui
tra le canne.” Non capivo dove volesse arrivare ma la lasciai
parlare, troppo presa dalla sua voce.
“Allora
ho alzato lo sguardo e all’improvviso mi sono sentita
così piccola San, piccola come una formica, come un granello
di sabbia… così piccola, che pensavo di essere
scomparsa davvero…” disse ancora guardandomi negli
occhi per poi farmi cenno di guardare in alto.
Aspettai
un istante prima di spostare lo sguardo, troppo ipnotizzata da quei due
piccoli cieli nascosti nei suoi occhi. Poi alzato lo sguardo, mi
domandai se il canneto era sempre stato così…
immenso. O se ero davvero io ad essere diventata improvvisamente
minuscola.
Guardai
Brittany stupita.
“Faresti
meglio a chiudere quella bocca prima che ti ci salti dentro qualche
insetto…” sorrise poggiandomi le dita sul mento,
fino a chiudere davvero la bocca che non mi ero nemmeno accorta di aver
spalancato.
“Quel
giorno poi è stata Quinn a trovarmi, e ho capito che non ero
davvero sparita…” mi spiegò poggiandosi
di fianco, così da potermi guardare dritta negli occhi.
“Vorrei
poterci cucire delle ali enormi per volare via da qui e
scomparire… Ma non sono nemmeno capace di ricamare un
tovagliolo…” sorrise divertita.
“Ma
qui, almeno per un po’…” disse portando
la sua mano sul mio viso “Possiamo far finta che nessuno
possa mai trovarci… Come potrebbero mai vederci quando siamo
cosi piccole?” sorrise invitandomi di nuovo a guardare con
lei verso il cielo.
Ma
non alzai lo sguardo.
Continuai
a guardarla fino a che, sentendosi osservata, non tornò a
guardarmi. “Che c’è?”
“Posso
cambiare la risposta?” provai “Non voglio
più diventare un pappagallo.”
“Cosa
vorresti diventare?”
“Non
saprei… Una formica forse… O qualche insetto
ancora più piccolo…”
“Ma
dovresti vivere in mezzo alla terra!” sorrise “A te
non piace la terra…”
“Beh
dipende…”
“Da
cosa?”
“Diventeresti
una formica con me?”
“Certo!”
“Allora
la terra va più che bene…”
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ps: Tanti auguroni Silvia!
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