Il
p0rnfest mi sta letteralmente risucchiando e credo che non ne
uscirò
più.
Stavolta
vi trovate davanti ad una delle flashfic più demenziali che
abbia
mai scritto (che poi è una quasi-flashfic, perché
sfora abbastanza
il limite delle cinquecento parole), ispirata dal magnifico prompt
"Loki
Laufeyson/Tony Stark, Thor coglie Tony e Loki con le mani sul pacc-
nel sacco" interpretato
decisamente alla lettera. È
ambientata
in un contesto post-film, con Loki che per qualche assurdo motivo su
cui non ho voglia di lambiccarmi il cervello è entrato a far
parte
degli Avengers e passa il proprio tempo a fare zan
zan
con Tony.
Come
al solito vi invito caldamente a fare un giretto sul sito del fest
(cliccate sull'apposito bannerino a sinistra),
proporre prompt e sfogare i vostri p0rnfeels scrivendo tante belle
fanfiction. Dedico questa storia a tutto lo (scarso) pubblico
Ironfroster italiano, perché in fondo lo sappiamo che anche
Odino
ama questa ship.
Roby
Marmalade
Ovvero,
quella volta che Tony e Loki furono colti con le mani nel vaso di
marmellata. Nel sacco. Nel pacc‒ ehm,
insomma, avete capito.
Una
delle cose che più ama di Loki è la sua totale
mancanza di rispetto
per il lavoro altrui. È
qualcosa
di comune a
entrambi, e Tony non può davvero biasimarlo quando si siede
su uno
dei tanti tavoli del suo laboratorio, tirandoselo appresso, e causa
lo smottamento di una pila di documenti che Pepper
impiegherà giorni
a riordinare.
E
poi, be', il sesso con lui è semplicemente wow.
Imprigionato
in un bacio che somiglia più al morso famelico di un
animale, gli
sbottona la camicia di lino sottile ‒ e
solo Odino sa quanto tempo gli ci è voluto prima di
convincerlo a
indossare quei miseri
abiti midgardiani
‒ e la
butta per terra insieme agli ultimi barbagli di autocontrollo. Il
cervello stacca decisamente la spina quando Loki gli avvolge le gambe
attorno al bacino e geme nella sua bocca, al punto che Tony dimentica
di star facendo sesso con il malvagio alieno che ha tentato di
conquistare il mondo e schiavizzare la razza umana e gli infila una
mano nei pantaloni, stringendo la sua erezione attraverso la labile
barriera delle mutande.
Proprio
sul più bello, la porta del laboratorio si spalanca con un
fruscio
inudibile e qualcosa di grosso e molto pesante precipita sul
pavimento con un fragore di tuono.
Già,
proprio di tuono.
Tony
volta la testa lentamente, molto lentamente, e quasi gli sfugge un
grido terrorizzato quando si avvede della presenza di un certo
gigante alto due metri e largo tre che ha mollato la presa sul
Mjolnir e pare proprio intenzionato a fracassargli lo sterno a mani
nude. Almeno, è questo che gli sembra di decodificare dallo
scintillio sinistro negli occhi azzurri di Thor Odinson.
E
non ha ancora tolto la mano dai pantaloni di Loki.
Sono
fottuto.
«Thor,
come mai da queste part‒»
«Speravo
che i tuoi amici midgardiani ti avessero quantomeno insegnato un
po'
di educazione,
Odinson». Ringhia Loki, e Tony si gira verso di lui con aria
scandalizzata. Certo, lui è un dio, non rischia mica di
morire sotto
le mani dell'amatissimo
fratellone vichingo.
Sorprendentemente,
il gigante biondo non risponde. Se ne sta fermo sulla porta,
evidentemente a disagio, come se fosse lui
quello che è stato appena colto con le mani nel vaso di
marmellata ‒
e
Tony non avrebbe mai
supposto che Loki potesse rimettere in riga il fratello maggiore con
tanta spudorata facilità.
«Io...
mi scuso, Uomo di Ferro. Sono stato inopportuno».
Thor
che balbetta.
Thor
che arrossisce.
Thor
che raccoglie il martello con aria tremendamente imbarazzata e volta
le mastodontiche spalle alla scena che probabilmente
popolerà i suoi
incubi per i prossimi sei mesi, prima che la porta di ferro si
richiuda dietro di lui.
Tony
si sente come se qualcuno gli avesse fatto in anticipo un grosso,
enorme regalo di Natale, e per soprammercato infila
di nuovo
la mano nei pantaloni del Dio degli Inganni, stavolta evitando con
maestria l'ostacolo delle mutande.
Loki
sospira, stringendosi di nuovo contro di lui, e questa dev'essere la
miglior giornata dell'anno ‒ anzi,
della sua intera vita.
«Grazie
di avermi salvato la vita con tuo fratello». Ridacchia, e
tutto
diventa meravigliosamente leggero e luminoso.
«Sul
serio? Tu aspetta che lo venga a sapere mio padre».
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