rewind

di Lala_Pensiero
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La felicità è così effimera che non si ha il tempo neanche per godersela. Questo pensavo mentre ero in bilico tra la vita e la morte. La strada che avevo deciso di percorrere mi aveva portato solo a delusioni e tristezza e infine alla morte, o almeno molto vicino a questa. Ricordavo la prima volta che ti vidi, con quella camicia bianca, quando in seguito ti dissi che con la camicia sei più bello del solito, ti mettesti a ridere, prendendomi in giro per quello che ti avevo confidato. Questo è stato il mio ultimo ricordo, mentre mi si annebbiava la vista, avevo in mente quei tuoi occhi ridenti che mi guardavano con tristezza e passione allo stesso tempo.

Mi chiamo Monica Bryans, Mony per le amiche, giornalista di successo prima dei “fatidici trenta” e non solo grazie alla mia figura slanciata e ai lunghi capelli biondi, ma anche per merito del mio essere curiosa, sì tutto mi interessava e scoprivo così i più grandi scandali e non solo. Scrivevo per il “Daily” sotto falso nome per non essere facilmente riconosciuta dai vari criminali che sono strati messi in carcere a causa delle mie indagini, naturalmente non c’erano mie foto a fronte dell’articolo e quindi potevo girare per la città senza problemi, avere una vita, amicizie, amori senza essere riconosciuta da eventuali maniaci psicopatici.
Tutto questo finché un giorno tu, bello come non mai,  non ti presentasti davanti alla mia scrivania al lavoro e mi dicesti: <<< Lei è la signorina Bryans? >>. Ricordo che mi lasciasti sconvolta a tal punto da farmi rimanere senza parole, senza pensare agii d’impulso. Ti afferrai per il braccio piuttosto brutalmente, devo ammettere, e ti portai dentro l’ascensore, per non essere sentita da nessuno, <<< Come fa lei a sapere il mio vero cognome? >>, ti chiesi spaventata, tu hai sorriso e mi dicesti <<< So più di quanto lei possa immaginare, ma evidentemente questo non è un buon posto per parlarne, che ne dice di vederci domani alle 18 al Palace?  La aspetto, arrivederci >>, hai detto scendendo dall'ascensore senza darmi tempo di rispondere e sono rimasta lì, senza parole.

Il nostro primo incontro. Mi sei piaciuto da subito e credo te ne fossi accorto. Mi sono sempre sentita così impacciata con te, mentre tu eri così sicuro così pieno di te. Avrei dovuto capire tutto da subito.


Tornai alla scrivania, dove mi aspettavano le mie colleghe bramose di sapere come mai  quell'uomo bellissimo che era entrato cercasse proprio me. Non detti risposta, non perché mi desse fastidio la loro curiosità, ma proprio perché neanche io lo sapevo. Forse ero già gelosa. Quell'uomo che era entrato in redazione portando domande e lasciando solo la scia del suo profumo dietro di sé.




Ciao :) questa è la prima storia che scrivo.
Non vi voglio ammorbare, spero che 
il primo capitolo vi piaccia.. Baci :*

p.s. scusatemi tanto non mi ero accorta che il testo tra virgolette non si leggeva :) ora dovrebbe essere apposto, se non leggete comunque fatemelo sapere :D





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