“È
successo qualcosa?”
Kusanagi,
sguardo pensieroso e mani intente a pulire con dovizia un bicchiere,
girò appena il capo, trovando il viso corrucciato, ma
comunque dolce, di Anna.
“Qualcosa?”
ripeté, osservando la bambina “Non direi.
Perché?”
Anna non
rispose, portando invece l’attenzione verso
un’altra persona: Izumo seguì involontariamente
quello sguardo, ritrovandosi a fissare Totsuka che, poco distante da
loro, stava riposando sul piccolo divano.
Anna
osservò il ragazzo, notando nuovamente l’aria
smarrita che sembrava averlo catturato da quella mattina fino ad ora.
“Tatara
è strano.”
Kusanagi
sentì la presa sul bicchiere vacillare appena; lo
posò insieme all’asciughino sul ripiano del bar,
avvertendo inoltre la mente vacillare.
“Sono
sicuro che non abbia nulla di grave,” rassicurò,
accennando un sorriso “finisco di mettere i bicchieri in
ordine e poi vado a parlargli.”
Anna lo
guardò, per poi annuire; pronunciò un flebile
“Vado di sopra da Mikoto” per poi incamminarsi,
lasciandolo libero di iniziare la conversazione con Totsuka nella
maniera che ritenesse più opportuna.
Tatara
salutò la bambina con un sorriso, riflettendo poi se fosse
il caso di tornare a casa per quel giorno; un poco agitato, si
alzò.
“Vado
a salutare anche il Re e poi vado via, Kusanagi-san. Ci vediamo
domani!” disse veloce, quasi credendo di pentirsene.
“Aspetta.”
Quella parola
lo spinse a fermare il passo che aveva quasi portato a termine.
“Sì?”
“Possiamo
parlare?”
“Di
cosa?”
Izumo
sospirò, decidendo di lasciare stare i bicchieri per quel
giorno.
“Ti
crea disagio la mia presenza?”
Totsuka
sobbalzò quasi, sentendo davvero quel disagio arrivare.
“No,
come puoi pensare una cosa del genere?”
“Dopo
quello che è successo ieri sera,”
affermò, aggirando il ripiano del bar per avvicinarsi
“non mi sarei nemmeno stupito di non vederti per niente
oggi.”
“Va
tutto bene,” sentì in dovere di chiarire, provando
a guardare l’altro negli occhi.
“Non
va tutto bene. Mi dispiace, io—”
“No,
davvero! Kusanagi-san, non mi crea alcun problema stare qui con te. Non
scusarti per favore, non hai colpe.”
“Beh,
credo che sia opportuno comunque porgerti le mie scuse, dato che non
abbiamo più affrontato l’argomento.”
“Se
vuoi, possiamo… parlarne. Non volevo farvi preoccupare, mi
spiace.”
“Lo
so, Totsuka.” Rassicurò, e poi, colto come da
un’illuminazione, decise di aggiungere una proposta.
“Andiamo a fare una passeggiata. Vuoi provarla o no quella
videocamera nuova di cui ti vanti tanto, mh?”
Tatara sorrise
involontariamente, muovendosi per afferrare quel piccolo gioiello.
“Sono
pronto!”
Izumo scosse
il capo, divertito, per poi aprire la porta e far passare il ragazzo
più giovane. Si premurò di voltarsi un attimo
verso le scale dove, sapeva con certezza, stava Anna in piedi a
osservarli. La salutò con un cenno, facendole intendere
l’intenzione di tornare presto. La bambina sorrise appena,
costatando che, adesso, poteva davvero andare da Mikoto e stare
tranquilla.
“Kusanagi-san,
guarda da questa parte!”
Izumo
seguì l’avvertimento, trovando
l’obiettivo della videocamera verso se stesso:
ridacchiò, levando lo sguardo.
“Non
dovresti riprendere il paesaggio? La gente, i negozi.”
“Già
fatto. Adesso tocca a voi ragazzi!”
“Immagino
come salteranno dalla gioia per questo tuo nuovo hobby.”
Tatara rise,
abbassando appena la videocamera.
“Vuoi
andare da qualche parte in particolare, Kusanagi-san?”
Izumo
annuì, incamminandosi verso una strada secondaria con
Totsuka al seguito; non domandò dove fossero diretti.
Continuò a filmare le vie e, di tanto in tanto, a osservare
l’amico con discrezione.
Anna
sospirò, sollevata. Non le piaceva quando Tatara aveva
quell’espressione assorta e vagamente triste; il suo sorriso
era indubbiamente molto più bello.
“Sono
usciti?”
La bambina
sbatté le palpebre, girandosi verso la cima delle scale.
“Mikoto.”
Sussurrò un poco sorpresa.
“Non
torneranno tanto presto suppongo.”
“Oh?”
Mikoto
sbuffò, passandosi le dita fra i capelli.
“Domani
tutto sarà già risolto.”
S’incamminò,
avvertendo subito i piccoli passi di Anna dietro di lui.
Sospirò,
rilassando le membra del corpo al pensiero di Totsuka e Kusanagi; quei
due avrebbero passato la notte fuori con molta probabilità.
Aveva davvero a che fare con un idiota e uno ancora più
idiota a quanto pareva.
Ambientata circa
quando Tatara ha iniziato ad appassionarsi ai video, con qualche
modifica che noterete.
Amo K Project e amo la Mikoto/Tatara da sempre e sempre
l’amerò, c’è poco da fare.
Quei due sono davvero innamorati l’uno dell’altro a
mio parere. Perché questa piccola fanfic? Probabilmente
perché Tatara è il mio personaggio preferito (le
lacrime…) e Izumo il secondo. Kusanagi-san per me
è troppo affascinante. Forse, proprio per questo, mi sono
ritrovata a pensarli “vicini” senza accorgermene.
Dunque, concludo che mi piace la Kusanagi/Totsuka, ma non per via
dell’amore che lega un pairing; mi piacciono
perché ritrovarmeli che si desiderano, mi fa andare
“appena” fuori di testa… in senso
positivo, ovviamente. (Amo anche te Mikoto, perché sei
davvero un Re fantastico)
Grazie per la lettura,
al prossimo capitolo, dove avremo anche il flashback circa
ciò che ha frastornato tanto i
due…
Grazie davvero
a tutti <3
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