Dunque,
avevo detto che non avrei postato prima del 3 gennaio, ma " purtroppo "
delle zecche si sono alterate perchè nello scorso capitolo
Edward e Bella non hanno fatto fiki-fiki, quindi eccomi qui con questo
missing moment.
Non
è nulla di particolare, e leggerlo o meno non
influirà sulla storia principale. Diciamo che questo
è il mio modo di augurarvi buon anno, che il 2013 porti
buone notizie a tutti!
NIENT’ALTRO CHE NOI
< Non
c'è niente al mondo
che
valga un secondo
vissuto
accanto a te, che valga un gesto tuo,
o
un tuo movimento,
perché
niente al mondo
mi
ha mai dato tanto
da
emozionarmi come quando siamo noi,
nient'altro
che noi.
>
La
prima cosa che avrei fatto, finita la
serata, sarebbe stata quella di decapitare Jacob Black: prima mi
invitava ad
una festa e poi spariva.
Mi trovai a
girovagare per quella grande casa, piena di gente che non conoscevo, da
sola,
annoiandomi parecchio e maledicendo il mio amico per il modo in cui mi
stava
trattando e me per aver accettato il suo invito e averne disdetto uno
con
Edward.
Edward… in
realtà sapevo bene che il motivo per cui il mio umore fosse
sotto la suola
delle scarpe era proprio lui; era partito da tre settimane per uno
stage a
Londra ed era due giorni che ci sentivamo solo via messaggi, non
riuscendo a
trovare un attimo per sentirci a voce. Stasera avremmo dovuto fare una
videochiamata, ma lui aveva avuto dei contrattempi e io, seccata,
l’avevo
mandato a quel paese.
Forse ero
stata stupida, ma la lontananza pesava su entrambi e ogni minima cosa
rischiava
di diventare un caso nazionale se non stavamo attenti.
Decisi di
andare in bagno per darmi una sistemata al trucco e ai capelli se ce ne
fosse
stato bisogno, ma in realtà volevo semplicemente
allontanarmi da tutto quel
caos. Ne approfittai per bagnarmi le mani e passarle tra i capelli per
farli
stare tutti all’indietro.
Uscii dalla
toilette e contemporaneamente un ragazzo si avvicinò per
entrare: sussultai un
attimo perché non lo avevo sentito bussare, poi lo salutai,
sorrisi e mi voltai
per tornare alla festa.
“ Posso dirti una cosa? ” La sua voce mi
fermò e mi voltai indietro, mentre lui
avanzava dei tre passi che ci separavano e si avvicinò con
il viso a sussurrare
nel mio orecchio destro: sentii l’alito caldo sul collo che
sapeva di alcol e
fumo, si capiva che aveva bevuto parecchio.
“ Mi sei piaciuta dal primo momento che ti ho vista!
” La sua frase mi lasciò
di stucco e il suo sorriso malizioso mi diede la nausea.
“ Mi spiace,
a me no. ” Me ne andai velocemente, uscendo sul terrazzo dove
c’erano parecchi
ragazzi, sperando così di confondermi tra la folla.
Osservando
appena fuori vidi la spiaggia deserta: adoravo il mare in solitudine,
il lieve
sciacquio delle onde che sembravano cullarmi. Come in trance, scesi le
scale
che davano accesso alla spiaggia privata del proprietario della casa e,
togliendomi i sandali, iniziai ad avvicinarmi al mare, a piedi nudi
sulla fresca
sabbia.
Il cielo stellato era splendido e la luna era quasi piena, le luci
della
passeggiata si specchiavano sulla piccola insenatura ad un centinaio di
metri
da me, lasciando in ombra la zona dove mi dirigevo, nascosta in parte
dalla
strada perché era il luogo dove venivano depositate le
barche dei pescatori. Mi
sedetti sulla rena in prossimità della riva e chiusi gli
occhi gustando il
momento di quiete e sorridendo per il piccolo episodio che era accaduto
poco
prima: non pensavo di essere poi così bella, alla festa
c’erano ragazze molto più
attraenti di me, chissà cosa avevo fatto per attirarlo in
quel modo. Dopo pochi
attimi sentii dei leggeri passi sulla sabbia, ma non ci badai, magari
era
qualcuno che amava passeggiare come me.
I passi si fermarono dietro a me e aprii gli occhi per vedere chi
fosse, mentre
sentivo una voce proprio dietro le mie orecchie e due dita leggere che
mi
accarezzavano le spalle nude.
“ Continui a
piacermi sempre di più, non ho scampo. ”
Un tremore e un brivido di paura mi scossero, questo tipo di situazioni
mi avevano
sempre imbarazzata, a volte terrorizzata.
“ Ti ho spaventata? ”
“ Un poco. ” Risposi “ Non mi sembra di
aver incoraggiato nessuno, o sbaglio? ”
“ Il tuo
stesso modo di muoverti è un muto richiamo e solo pochi
uomini saprebbero
resistere, certo non
io. ” disse.
Ora stavo iniziando davvero ad avere paura, forse il tizio era
più sballato di
quanto pensassi: mi alzai in piedi, valutando l’idea di
correre via e tornare
alla festa, perché se anche avessi urlato, nessuno mi
avrebbe sentita.
“ Dai, non
avere paura, ci divertiamo un po’ ” Fece un passo
nella mia direzione e
contemporaneamente io ne feci uno indietro.
“ Senti, mi
spiace se ti ho dato l’impressione sbagliata, ma io non sono
in vena di
divertimento. Sono sicura che alla festa troverai altre ragazze
disponibili. ”
“ Ma io
voglio te. ” La situazione non mi stava piacendo per nulla,
mi sentivo in
trappola.
“ La
signorina mi pare le abbia detto che non è interessata.
” Mi voltai di scatto
sentendo quella voce, non riuscivo a credere che fosse qui.
“ E tu chi
saresti? ” Chiese quel tizio, che evidentemente non capiva in
quali guai stesse
andando a cacciarsi.
“ Il suo
ragazzo. ” Appena Edward pronunciò quelle parole,
il tizio alzò le mani in
segno di resa e si allontanò. Mi voltai verso di lui e mi
rifugiai nel suo
petto e lui impiegò mezzo secondo a stringermi forte tra le
sue braccia.
“ Stai bene?
” Mi chiese preoccupato lasciandomi un bacio tra i capelli.
“ Sì, ora
che sei qui sì. Ma quando sei arrivato? ” Doveva
essere impegnato in una
riunione a Londra, dall’altra parte dell’oceano.
“ L’impegno
che avevo era in realtà il volo che avevo prenotato non
appena il mio superiore
mi ha detto di avere il week-end libero. ”
Urlai felice
non appena sentii quelle parole e gli saltai letteralmente in braccio,
facendo
crollare entrambi sulla sabbia, visto che Edward non si aspettava
quello mio
slancio.
“ Ops! ”
Dissi, ma lui rise felice, incollando poi le sue labbra alle mie.
Edward si
sistemò quindi dietro di me, allargando le gambe e facendomi
spazio; avvicinò
la sua bocca e baciò la mia nuca, mentre appoggiava le sue
mani sulle mie spalle,
continuando ad accarezzarle in cerchi più ampi, e
raggiungendo il seno lo
massaggiarono leggermente, e in quel momento Edward si rese conto di
quanto mi
battesse forte il cuore.
“ Ti batte
così forte per la paura che hai provato? ”
“ No, perché
sono tremendamente felice che tu sei qui con me. ” Chiusi di
nuovo gli occhi e
mi appoggiai al suo petto, mentre le sue mani vagavano sul mio corpo,
scostando
la gonna leggera e frusciante, alzando il bordo del corto vestito ed
esplorando
con lievi carezze la mia morbida pelle, risalendo sui fianchi e
tornando alle
spalle, passando al di sotto delle spalline e facendole cadere per
saggiare il
mio seno senza l’intralcio del vestito. Mi girai verso di
lui, e Edward mi fece
mettere a cavalcioni sul suo bacino: chiusi gli occhi, beandomi delle
sue
carezze, scombinandogli i capelli più di quanto
già non lo fossero, mentre lui
con le labbra prese a percorrermi il collo, per poi scendere a lambire
l’incavo
dei miei seni; la lingua in breve scese a succhiare i capezzoli che
ormai si
erano irrigiditi, poi si fermò un attimo
prolungato… aprii gli occhi per
conoscerne il motivo ed uno sguardo penetrante mi scese
nell’anima a chiedermi
se davvero volessi andare oltre.
Edward non
era il mio primo ragazzo, ma nonostante ciò in quei mesi non
avevamo mai
oltrepassato la seconda base, e sapevo che prima o poi sarebbe dovuto
succedere, ma mi sentivo realmente pronta?
Lo osservai,
e nel suo sguardo vidi tutto ciò di cui avevo bisogno:
amore. Accostai le mie
labbra alle sue, sensuali ed esigenti, schiusi la mia bocca e le nostre
lingue
si intrecciarono. Ogni tanto la mano di Edward si muoveva e lentamente
passò
dal ginocchio alla mia coscia, stringendola leggermente.
Mi guardava
dritta negli occhi, dicendomi, con voce sensuale, che la mia pelle
nivea
illuminata dalla luna sembrava ancora più bianca, quasi
argentata: questo
complimento e la sua mano che intanto si era intrufolata dentro le
mutandine,
mi fecero arrossire e ad Edward scappò una leggera risata.
Ci scambiammo un
bacio lungo, appassionato, mentre le sue carezze intime si facevano
sempre più
insistenti; cominciai quindi a sbottonare la sua camicia, scesi con le
labbra
ad assaggiare la pelle del collo e il profumo
m’inebriò, la frenesia mi colse,
e feci saltare tutti i bottoni e lui rise nuovamente per la mia foga.
“ Giuro che
te la ricompro. ”
“ Non me ne
frega nulla della camicia. ” Lentamente passai dagli
appassionati baci sul
collo a delicati colpi di lingua sul petto, sui capezzoli: sorrisi
sorniona
allo scoprire l’effetto che gli facevo, impossibile fosse il
cellulare nella
tasca, un attimo fa non c’era. La mente volava veloce quanto
le mani, mentre
gli abiti si scostavano… Il cuore in subbuglio, il respiro
corto come dopo
un’estenuante corsa, mi strinsi a lui e
intravidi due lampi di apprezzamento quando aderii
completamente al suo
corpo, le mie morbide curve che solleticavano il suo petto.
Con
delicatezza Edward mi sollevò leggermente, capovolgendo le
nostre posizioni,
distendendomi sulla sabbia e togliendomi l’ultimo indumento
che ancora mi
copriva, le mutandine: ero molto imbarazzata, non mi aveva mai vista
nuda.
“ Sei bellissima. ” Mormorò, quasi
preoccupato che con le sue parole potesse
spezzare quella magica atmosfera che si era creata, e mi
accarezzò una guancia,
le dita che gli tremavano leggermente, come se stesse toccando qualcosa
di
molto prezioso, e questo suo modo di fare mi faceva sentire importante
come
forse non lo ero mai stata per nessuno.
Mi sollevai
un po’ sui gomiti, arrivando all’altezza dei suoi
jeans e accarezzandolo
delicatamente gli aprii i pantaloni e gli abbassai i boxer, liberando
il membro
già eccitato. Lo presi in mano e, con decisione, cominciai a
massaggiarlo, e
Edward buttò indietro la testa, godendosi le mie carezze.
Quando lo sentii
irrigidirsi ulteriormente mi distesi nuovamente, prendendolo per la
mano e
facendolo sdraiare su di me.
“ Sei sicura
amore? ” Mi chiese ancora, posizionandosi meglio tra le mie
gambe, evitando di
pesarmi addosso.
“ Di te sono
sicura. ”
Con
delicatezza Edward si introdusse in me, fermandosi fino a quando non
fui io ad
andargli incontro con il bacino una volta abituatami alla sua dolce
intrusione.
Non era il primo, ma in quel momento era come se lo fosse. Niente,
oltre alla
sua pelle ed al suo sapore, sembrava avere un senso. Non c'era il
tempo, lo
spazio, non c'era nemmeno la musica che proveniva dalla villa. Solo il
suo
abbraccio caldo, la sua dolcezza, i suoi baci.
C'eravamo noi, insieme. Non avevo paura di niente, tra le sue braccia.
Si muoveva
su di me, i nostri respiri mozzati e lievi gemiti mi sfuggivano dalle
labbra.
Brividi mi colsero, l’atmosfera romantica e la passione
divampata erano
sottolineate dalla musica e dalla risacca, mentre onde successive ci
travolsero
entrambi, in simbiosi con quelle lievi del mare.
Edward mi
strinse a se, coprendomi con la sua camicia, tenendomi stretta tra le
sue
braccia come se potessi sfuggirgli via da un momento
all’altro.
“ Ci
ritroveremo la sabbia ovunque, per giorni. ” Dissi
sorridendo, mentre giocavo
con le dita della sua mano, lunghe e sottili, perfette se fosse stato
un
musicista.
“ Così ogni
volta che vedrò un granello di sabbia in giro
ripenserò a questa notte. ”
“ Ti serve
la sabbia per ricordartela? ” Chiesi, non riuscendo a
nascondere una punta di
delusione, io ero certa che non l’avrei mai più
dimenticata.
“ Certo che
no sciocchina. Questa non è stata la prima volta per
entrambi, ma per quanto mi
riguarda, è la prima volta che lo faccio per amore,
perché sono innamorato
follemente di te. ”
Mi voltai di
scatto nel suo abbraccio per poterlo vedere in volto e accettarmi che
si fosse
accorto di quello che aveva appena detto: ci frequentavamo da qualche
mese, ma
mai nessuno dei due aveva parlato di amore; certo, sapevo io stessa che
il
nostro sentimento era molto forte, ma il fatto che lui per primo si
fosse
aperto, mi aveva lasciata di stucco e piacevolmente felice. E a
giudicare dal
suo sorriso, furbo e dolce allo stesso tempo, le sue parole non erano
state
dette per caso.
“ Io… ”
“ Shh, non c’è
bisogno che tu dica niente, mi va bene così. ” Mi
interruppe, stringendomi il
viso tra le sue mani, ma io scossi la testa in senso di diniego, e
poggiando le
mie mani sulle sue ripresi a parlare.
“ Fammi
parlare. Io non potrei essere più felice in questo momento e
sì, ti amo, ti amo
anche io come non ho mai amato nessuno prima. E non so se rimarremo
insieme per
sempre, ma so che in questo momento sei tutto ciò di cui ho
bisogno, tutto
quello che posso desiderare e mi va bene così. ”
“ Mi basta,
mi basta per sempre. ”
Chinò il volto verso il mio e riprese a
baciarmi dolcemente.
Per chi non lo sapesse, in gergo americano, la
seconda base indica il petting. Come avrete capito, è la
prima volta tra Edward e Bella: spero vi sia piaciuta e che sia
riuscita a trasmettervi parte delle loro emozioni.
Colgo l'occasione per rinnovarvi i miei auguri e se non dovesse
piacervi il racconto prendetevela con chi mi ha costretto a scrivere,
io non c'entro nulla u.u
Buon 2013, Paola
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