« Qualcosa non andava.
Mi sono spaventato.
Ho deciso di andare
subito dai tuoi genitori.
E quando ho visto la
loro casa distrutta e i loro corpi... ho capito quello che doveva aver
fatto Peter.
Quello che io
avevo fatto. »
[Sirius Black - Harry Potter e il prigioniero di Azkaban]
C'era una volta un gruppo
di ragazzi. Quattro principi dal cuore grande e lo sguardo malizioso.
Quattro principi che si credevano immortali. C'era una volta anche la
guerra, del tipo che riesce a ucciderti anche se non sei morto, che ti
spezza il cuore e le ossa, che ti toglie la libertà e non ti
fa vincere mai. I quattro principi affrontarono la guerra con coraggio,
sorridendosi ad ogni mossa giusta, ad ogni colpo piazzato bene.
Perché loro erano immortali, perché loro erano
insieme, si coprivano le spalle a vicenda, e niente poteva ferirli.
Erano i principi della vita, i principi della risata. E così
sarebbe stato anche durante e dopo la guerra.
Già, così credevano.
Ma tra loro c'era un principe con la spada di plastica e loro se ne
accorsero troppo tardi.
C'era una volta un uomo. O forse un ragazzo. Non lo sapeva nemmeno lui,
non lo sapeva più.
Aveva l'aspetto di un ragazzo, lo sguardo di un vecchio e il cuore di
un uomo, non più leggero, non più così
forte: troppe morti l'avevano segnato.
C'era una volta un uomo - o forse un ragazzo - che correva a perdifiato
verso la casetta fiorita di Godric's Hollow. Correva con
così tanta paura da non sentire più nemmeno il
freddo pungente che si scontrava con le gocce del suo sudore.
Poi smise di correre, il sudore smise di scendere e lui smise di
respirare.
La casetta fiorita non c'era più. Era un cumulo nerissimo di
macerie e come sottofondo si sentiva un bambino piangere, ma quell'uomo
non riusciva ad ascoltarlo. Sul nero cupo e spaventoso delle macerie e
dei fiori morti, una coperta rossa spiccava come un fuoco d'artificio.
Il ragazzo - o forse uomo - si avvicinò lentamente.
Non voleva vedere, voleva scappare, ma le sue gambe lo stavano portando
lì.
Si fermò. Il bel viso di Lily Potter fissava il cielo
spaventata, la pelle bianca, le labbra viola. I capelli non erano
più tanto luminosi, notò Sirius. Forse
somigliavano a un fuoco d'artificio che si stava lentamente spegnendo.
James sarà
distrutto, si disse. Ma James viveva con Lily, dov'era
adesso? Era scappato? No, non era possibile, perché il
piccolo Harry stava piangendo lì vicino, o laggiù
in lontananza - Sirius non capiva dov'era che stesse piangendo.
Si guardò intorno e James non c'era. E forse era meglio,
perché Sirius sapeva cos'era successo, sapeva che James non
gli avrebbe più parlato e insieme non avrebbero
più né riso né combattuto.
Probabilmente il corpo di James era rimasto sotto le macerie.
Il ragazzo dal cuore affaticato si voltò e a pochi metri di
distanza vide che qualcosa stava brillando. Il suo cuore si
incrinò come un vetro antico.
Si avvicinò piano, pregando come mai aveva fatto.
Là, con la pelle distrutta dai massi, il viso bianco e
giallo, le labbra senza colore e gli occhiali rotti e storti sul naso,
c'era James.
C'era James senza sorriso e senza sguardo.
C'era James.
Ed era morto.
Sirius non si accorse nemmeno di urlare.
Cadde in ginocchio gridando, non sentì le pietre che si
conficcavano nella pelle, sentì solo il viso ruvido e
insanguinato del suo migliore amico tra le mani, mentre si portava la
sua testa in grembo e piangeva come un bambino che ha perso tutto e non
si è accorto com'è successo.
Appoggiò la sua fronte calda a quella fredda di James e
pianse, e gridò, e mandò maledizioni al cielo, a
Voldemort, a Peter, alla vita e a se stesso.
Abbracciò stretto quel corpo che non poteva più
ricambiare.
Il suo cuore si spezzò, ma questo Sirius lo sentì
bene.
Qualcosa di spezzato non si aggiusta più, soprattutto un
cuore.
E Sirius - il bambino, il ragazzo, l'uomo, il vecchio - pianse.
Pianse perché era un bambino che non capiva, rannicchiato
sotto le coperte.
Pianse perché era un ragazzo che aveva sognato la
felicità per così tanto tempo che si era illuso
di poterla avere.
Pianse perché era un uomo che non ha né presente
né futuro, ma solo un passato di cicatrici.
Pianse perché era un vecchio senza averi, ma con ancora
troppa vita da vivere.
Pianse perché lui era Sirius, e stava abbracciando il
cadavere di James.
C'era un volta un gruppo di principi che si credevano immortali. C'era
una volta un uomo.
E poi, dal nulla, una volta non c'era più niente.
Rachel*
Sì, mi state odiando, lo so.
Allora, prlando della Fanfiction, so che ho dato pochissimo spazio a
come Sirius vede la morte di Lily, ma non perché credo che a
lui non importi niente, semplicemnete volevo che la storia fosse
incentrata su come lui vede la morte di James, il suo migliore amico,
suo fratello.
Se non fosse così triste e maliconica, la regalerei
volentieri a Moonlight, ma non penso sia un bel regalo di anno nuovo.
No, proprio no.
Passo e chiudo, vado in un angolino a piangere. LOL
Alla prossima, e speriamo che sia presto!