"Sono stanco di tutto, di questa ipocrisia che ho
dentro e che non se ne vuole andare via; sorridere, fingere che tutto
vada bene, è ormai un abitudine. Mi domando
perché? Perché non posso essere me stesso?
Perché ho talmente tanta paura di me stesso?
Perché mi nascondo? Perché non posso essere come
te? Te che sei priva di ogni forma di falsità, te che con la
tua sincerità riesci a penetrare anche i luoghi
più freddi e oscuri dell'anima, te che illumini i miei
giorni senza rendertene conto. Se solo potessi..." Al solo
pensiero di averla solo per sé, Ren sentì il suo
cuore accelerare talmente rapidamente, da non rendersi più
conto dove si trovi. Si stringeva la mano al petto, come se bastasse a
contenere i suoi sentimenti, come se bastasse a nasconderli, a
seppellirli dentro di sé e non potervi più
accedere; ma lui lo sapeva che per quante volte lui ci provi e ci
riprovi non è abbastanza. Allora chiuse gli occhi, come ad
arrendersi all'evidenza. Tutto intorno sembrava privo di ogni
vitalità, di ogni colore: l'oscurità albergava e
sembrava non voler andare via. Il mondo ormai si era spento, sembrava
come se la luce si divertiva a nascondersi e non volere più
mostrar la strada, la via giusta per liberarsi da quest'amore che gli
logora l'anima. << Tsuruga-san, sta bene? Tsuruga-san? Ma
che cosa la prende oggi? Pronto? Ma mi sente? Si o no? >>
domandò Kyoko, un po' perplessa dal comportamento che
Tsuruga-san aveva. Lei testarda, iniziò di nuovo a
chiamarlo: << Tsuruga-san? Tsuruga-san?
>> Kyoko vendendo l'altro non dare segno di vita, si
spaventò. Allora prese ad accarezzare la guancia di
Tsuruga-san domandandosi che cosa potesse avere. Kyoko
continuò ad accarezzarlo con la sua mano dolcemente, come se
avesse paura di romperlo, le sembra come un vaso di cristallo che al
minimo contatto, si sarebbe frantumato in mille pezzi, senza modo di
poterlo aggiustare. Lo guardava, guardava i suoi occhi talmente freddi,
spenti, pieni di una tristezza e di un dolore che spezza anche l'uomo
più forte. Lei lo sapeva, lei capiva che quando aveva quello
sguardo, la pensava, pensava a colei che gli ha rubato la sua essenza
vitale. Avrebbe voluto aiutarlo, ma non poteva, almeno era
ciò che lei credeva. Chiuse gli occhi come se
quest'affermazione le avesse trafitto il cuore, senza lasciarle via di
scampo. "Continuò a toccarlo con una dolcezza disarmante,
con una dolcezza che varrebbe sciolto anche i cuori più
duri.C'è qualcosa di dolce, c'è un profumo
talmente conosciuto, che mi fa inebriare la testa, che mi fa sentire
leggero, come se bastasse a rendermi felice..." pensò lui.
"Sento qualcosa, sento le sue mani, il loro tepore che mi scalda il
viso, che mi illumina l'anima, che mi fa ritrovare quel poco di
speranza necessario per poter andare avanti. I suoi occhi gli sento sui
miei, sento il suo sguardo..E' lei!" Era lei, era veramente lei, colei
che riesce a colorare i suoi giorni dei colori
dell'arcobaleno. << Kyoko!
>> "Sei tu, con quel sorrioso meraviglioso che
solca il tuo viso; e poi, ci sono i tuoi splendidi occhi
così caldi e luminosi, ancora più del sole. Mi
fai mancare il fiato, mi fai sentire strano, non riesco più
a sopportare questo sentimento che ho dentro. Mi sento perso! Bastasse
chiudere gli occhi per non pensarti, per non amarti!" Essere soffocato
dall'amore è una delle più atroci sofferenze. Ren
sapeva di amarla, si era ormai arreso all'evidenza, non poteva fare
altro: il suo cuore gli diceva di sì, la sua testa
altrettanto. Come poteva combattere se stesso per non essere
sopraffatto dall'amore? Come può un uomo far finta di
niente? Lui ormai lo sapeva: questo amore era, è e
sarà la sua maledizione per l'eternità.
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