Il
sogno della libertà
La
barca, sfuggita all’ormeggio del pescatore, silenziosa se ne va, scivolando sul velo
dell’acqua lasciandosi trasportare lievemente dalla corrente del fiume.
A
volte incappa in piccoli gorghi, creando così dei deboli volteggi, per poi
essere rilasciata con maestria ed eleganza, come se il fiume volesse gioire la
sua libertà.
Lungo le sponde del
suo liberatore vi sono canali e affluenti, che ogni tanto rilasciano piccole
creste spumeggianti che l’accompagnano dolcemente.
In
mezzo a quell’azzurro e silenzio, passano sponde ricche di verde e piante fra
le quali vi sono uccelli, che osservano la silenziosa fuggiasca e cinguettando
a lei in segno di libertà.
Di tanto in tanto,
incontra tronchi, son morti e son nudi.
Dalla corrente si
lasciano trasportare e alla deriva si lasciano andare. Volteggiando qua e la
tra la bellezza e allegria del fiume la barchetta si lascia trasportare.
Al crespulare del
giorno, da lontano un rombo si fa sentire, che velocemente si avvicina “ohimè
il pescatore ma trovata…vai vai più forte finché esso non mi raggiunga o dolce
letto”.
Il rombo è sempre più
vicino, sollevando onde d’acqua e nulla può la corrente contro a tale forza.
La corsa è finita e
con forte corda la trascina con sé, al ripassare di quel rombo tutto tace la
natura osserva la barchetta piegata al suo destino.
Spazio d’autore:
Cari amici/che, pubblico
questa mia prima poesia.
Vorrei sapere una vostra opinione del contenuto, se è il
caso di continuare o smettere di sognare.
A presto.