Settle down with
me,
cover me up,
cuddle me in
lie down with me
and hold me in your arms.
La prima volta che Lea vede Niall, è ad un party
di compleanno.
Bussa alla porta del suo appartamento, e un ragazzo dai capelli corvini
e la pelle ambrata e piena di tatuaggi l' accoglie con un sorriso,
sussurrandole "Oggi è il suo compleanno e tu sei il mio
regalo".
Poi, poggiando una mano sulla base della sua schiena, la guida fino
alla camera da letto, dicendole di mettersi comoda mentre lui va a
recuperare il suo amico, ubriaco fradicio e intento a ballare insieme
agli altri invitati.
Lea annuisce distrattamente mentre la porta si chiude davanti ai suoi
occhi. Si guarda intorno, passando a rassegna i mobili che
riempiono la stanza e le foto appese alle pareti - la sua preferita in
assoluto, è quella in cui un Niall diciassettenne sorride
allegro, gli occhi azzurrissimi, una bottiglia di birra in mano e un
braccio sulle spalle di quello che, in seguito, Lea avrebbe conosciuto
con il nome di Louis.
Lea inizia a sfilarsi la maglietta bloccandosi immediatamente dopo
qualche secondo: probabilmente a Niall sarebbe piaciuto spogliarla e il
suo compito è quello di accontentare ogni suo cliente.
Quindi lascia cadere le braccia lungo i fianchi e opta per sedersi sul
bordo del letto.
Quando, dieci minuti dopo, Niall fa il suo ingresso nella stanza, le
guance rossissime, i capelli spettinati e un'espressione confusa sul
viso, Lea sorride.
Si alza in piedi e lo raggiunge.
"Buon compleanno" gli sussurra languidamente, poggiandogli una mano sul
petto per poi allungarsi in avanti, verso il suo orecchio.
Niall strabuzza gli occhi e Lea trattiene una risata, mentre le sue
mani esperte cominciano a sbottonargli la camicia. Le labbra del
ragazzo che si posano sulle sue la prendono alla sprovvista,
fa un passo indietro, "Niente baci sulla bocca, è la regola"
dice.
Niall annuisce e poi si scusa, arrossendo maggiormente.
-
La prima notte che Lea passa insieme ad un cliente è la
più brutta della sua vita. Scende da quell'auto - un'Audi
nera che non dimenticherà mai - in lacrime e passa le due
ore seguenti a vomitare l'anima in un bagno pubblico, con Harry che gli
tiene la fronte e le accarezza la schiena.
Piange tutta la notte e, l'indomani mattina, Harry le compra la
colazione - un croissant e un cappuccino - e le dice che
andrà tutto bene, che la prima volta è sempre
traumatica ma che presto si abituerà.
Lea non si è ancora abituata, comunque, ma ha ormai smesso
di piangere.
-
La seconda volta che Lea vede Niall, è sul marciapiede dove
è solita passare le sue notti, qualche settimana dopo il
loro primo incontro.
Harry le sta raccontando di aver passato una brutta mezz'ora con un
cliente abbastanza violento, mentre segna il numero di targa della sua
macchina nella loro lista delle auto in cui non devono mai salire una
seconda volta, e Lea è così impegnata ad
ascoltarlo che si accorge della presenza di Niall solo quando lui le
è di fronte. Lo riconosce immediatamente.
"Uhm, io - cioè, se posso - mi chiedevo - "
Lea gli sorride, intenerita dalle guance rosse e dall'espressione
imbarazzata sul volto del ragazzo, gli porge una mano che lui afferra
prontamente, conducendolo poi in un vicolo lì vicino.
"Ti dispiace - voglio dire, se vuoi ho una macchina?" la frase esce
fuori più come una domanda che come un'affermazione, Niall
arrossisce e abbassa lo sguardo mentre si gratta imbarazzato una
guancia. Lea si morde il labbro inferiore, trattenendo una risata.
Quella sera, Niall la bacia di nuovo sulle labbra per poi vomitare una
serie infinita di scuse. Lea lo zittisce mordendogli una spalla.
-
A Lea piace Niall.
Le piace il suo accento strano, la sua risata contagiosa, il modo in
cui strizza gli occhi quando raggiunge l'orgasmo, il fatto che la paghi
sempre in anticipo e si preoccupi se le fa male.
Non deve nemmeno fingere con lui, perché il sesso
è lento e delicato ed eccitante e Niall è
probabilmente il suo miglior cliente.
Ecco perché è piuttosto contenta quando, due
giorni dopo, lui si presenta di nuovo di fronte a lei.
Forse è più contenta di quanto in
realtà dovrebbe essere.
-
A Niall piace parlare.
Lea ci ha ormai fatto l'abitudine quindi non le dispiace quando,
distesi sul letto della camera di Niall, mentre stanno riprendendo
fiato, lui inizia a parlarle dell'Irlanda, della sua chitarra,
dell'università che frequenta, di Louis che lavora in una
caffetteria e che non trova il coraggio di chiedere un appuntamento al
ragazzo a cui prepara ogni mattina il cappuccino, di Liam che
è etero e di Zayn che è innamorato di lui dai
tempi dell'asilo.
A Niall piace anche farle domande, ma Lea non risponde mai.
-
Lea scende dall'auto di un cliente e trova Niall già
lì ad aspettarla, con la schiena poggiata alla sua Jeep e un
sorriso sul volto. Gli va incontro, salutandolo con un cenno della mano.
Quando sale in macchina, Niall gli porge due banconote da cinquanta
sterline, e poi mette in moto.
Impiegano circa quindici minuti per arrivare al suo appartamento,
durante i quali il ragazzo le parla della sua giornata mentre Lea muove
la testa e canticchia sottovoce la canzone che stanno passando alla
radio. Niall le lancia un'occhiata e sorride tra sé,
aumentando il volume.
Arrivati a casa, Niall le offre un bicchiere di Coca Cola ma Lea non ne
beve nemmeno un sorso, piuttosto gli sfila il giubbino, buttandolo da
qualche parte sul pavimento, e insinua le mani sotto la felpa grigia
del ragazzo, massaggiandogli il ventre piatto.
Niall ride mentre Lea lo trascina verso la camera da letto.
"Perché non rimani stanotte?" domanda Niall, un'ora e due
orgasmi dopo, rotolando su un fianco.
"Non penso tu possa permettertelo" è la risposta di Lea,
impegnata ad agganciare il reggiseno. Niall rimane in silenzio per un
po', poi annuisce mormorando un flebile "Si, hai ragione."
Lea finisce di rivestirsi in silenzio, mentre Niall le chiama un taxi e
le allunga anche diverse banconote per pagare la corsa.
Si salutano con un abbraccio.
-
"Dovresti smettere di vederlo" è la prima cosa che Harry le
dice, quando la vede scendere dal taxi e avvicinarsi a lui.
"Di chi stai parlando?" domanda lei, fingendosi confusa, nonostante
sappia benissimo a chi si sta riferendo. E anche Harry, a giudicare dal
suo sopracciglio alzato, sa che lei ha già capito di chi
stanno parlando. "E' un cliente come tutti gli altri" dice poi Lea.
"Sai benissimo che non lo è."
Lea non risponde, decide invece di ignorare Harry e anche la stupida
vocina dentro la sua testa che le dice che Harry ha ragione.
-
"Ho un appuntamento"
Lea solleva lo sguardo dalla sua tazza di cereali, incrociando gli
occhi verdi di Harry.
"Tra qualche ora" continua lui, sorridendo entusiasta, le fossette in
bella vista sulle guance.
Lea si porta un cucchiaio pieno di cereali alla bocca, annuendo.
Harry aggrotta la fronte, "A questo punto dovresti dirmi 'Hey, Haz,
sono proprio felice per te!'" dice, con tono divertito, pungolandole il
braccio con un dito.
"Quelli come noi non hanno appuntamenti" è l'unica cosa che
Lea dice, prima di alzarsi dalla sedia e dirigersi verso il lavandino,
sotto lo sguardo confuso di Harry che ha smesso di sorridere.
"Potresti almeno fingerti felice" protesta lui, sistemandosi il
berretto grigio che nasconde i suoi inconfondibili ricci color
cioccolato, visibilmente sporchi.
Lea abbandona la tazza dentro al lavabo, voltandosi poi verso di lui.
"Cosa succederà quando scoprirà che vendi il tuo
corpo a degli sconosciuti? Che razza di persona vorrebbe uscire con una
prostituta, eh?"
Gli occhi di Harry si riempiono immediatamente di lacrime e Lea si
passa una mano sul volto, con fare stanco.
"Senti, Haz -" inizia, con un tono di voce più delicato, ma
Harry non le dà il tempo di concludere la frase, si asciuga
le lacrime che gli scorrono sulle guance ed esce dal loro minuscolo
appartamento senza dire una parola.
Lea si morde il labbro inferiore, aggrappandosi al mobile della cucina.
Odia fare l'adulto della situazione.
-
"Quanti anni hai?"
"Venticinque"
Niall scoppia a ridere, "No, sul serio, quanti anni hai?"
"Venticinque" ripete Lea, saltellando sul posto su un piede solo
cercando di infilarsi i jeans.
Niall alza un sopracciglio, scettico.
"Va bene, venti." dice poi, tirando su la cerniera dei jeans; si
inginocchia poi sul parquet, ficcando la testa sotto il letto, alla
ricerca delle scarpe.
Il silenzio eloquente di Niall, comunque, le fa capire che non se
l'è bevuta.
"Okay!" concede, con tono annoiato, riemergendo da sotto il letto con
in mano le sue scarpe da tennis, "Diciassette, contento?"
Niall annuisce, sorridendo divertito. Si alza dal letto, avvolgendosi
il lenzuolo in vita, e si piazza dietro Lea, circondando con entrambe
le braccia i fianchi morbidi della ragazza.
"Perché non rimani stanotte?" le sussurra, strofinando la
punta del naso contro i suoi capelli, ispirandone il profumo.
"Perché continui a farmi la stessa domanda?"
Niall alza le spalle, "Perché spero che, un giorno, tu possa
cambiare idea." le confessa, baciandole la base del collo.
E Lea pensa che vorrebbe davvero cambiare idea, ma non può.
-
La prima volta che incontra Harry, sullo stesso marciapiede, quasi due
anni prima, lui le offre una caramella alla menta. Poi le domanda,
"Cosa ci fai qui? Non è un posto per una come te", e Lea
scuote la testa perché qual è il posto per quelle
come lei, allora?
E' facile fidarsi di Harry, probabilmente sono i suoi ricci e il suo
sorriso genuino e le sue fossette, e Lea pensa di essersi presa una
cotta quando lui le dice che può rimanere a dormire nel suo
appartamento, se non ha nessun altro posto dove andare.
Lea arrossisce quando Harry le chiede se ha mai fatto sesso con
qualcuno, scuote la testa e lo sente sospirare, "Sarà
difficile" dice, con un sorriso dispiaciuto.
Harry tiene d'occhio Lea per tutta la sera, le dice di non salire in
quella o quell'altra auto, di rifiutare qualsiasi forma di pagamento
che non siano contanti, di esaudire ogni richiesta che le viene fatta -
tranne quella di non usare contraccettivi.
Lea è terrorizzata e quando il suo primissimo cliente le si
avvicina, scoppia in lacrime e scappa via.
Harry la trova qualche ora dopo, nascosta sotto un portico, e la porta
a casa. Le rassicura con un abbraccio, dicendole che va tutto bene, che
domani ci proverà di nuovo.
Quella sera, seduta sul divano della cucina di Harry, Lea gli chiede se
vuole fare sesso con lei. Harry aggrotta la fronte, un po' perplesso,
ma Lea si affretta a spiegargli che preferisce perdere la
verginità con lui piuttosto che con uno sconosciuto.
Alla fine, dopo aver sperimentato i piaceri - e i dolori - della prima
volta, Lea scoppia a ridere dopo che Harry le confessa di non aver mai
fatto sesso con una ragazza prima di allora e che adesso, aggiunge poi
arricciando il naso, è sicuro al cento per cento
di essere gay.
-
E' durante una domenica pomeriggio, mentre fuori piove e Lea
sta guardando un telefilm poliziesco alla televisione, che Harry balza
sul divano dove è accoccolata la ragazza e comincia a
fissarla con un sorriso sulle labbra, un sorriso così grande
che Lea teme per un momento che il suo viso possa spaccarsi a
metà.
La ragazza aggrotta la fronte, "Che c'è?" domanda,
infastidita dall'interruzione.
"Mi piace!" esclama improvvisamente lui, sospirando con aria sognante,
"Si chiama Louis e ha gli occhi più blu che io abbia mai
visto, e profuma sempre di caffè, e non indossa mai i
calzini e ha un'ossessione per le magliette a righe e, oh, il suo sedere,
Lea, il suo sedere è la cosa migliore che sia capitata al
mondo dopo il pane tostato! E amo la sua risata e le rughe che gli si
formano intorno agli occhi quando ride e-"
"Va bene, ho capito, ho capito!" sbuffa Lea, roteando gli occhi. Harry
si lascia scappare un gridolino di gioia e Lea scoppia a ridere,
scuotendo la testa, ma poi viene stritolata in un abbraccio da orso e
lei tenta di protestare e di buttarlo giù dal divano, ma il
riccio comincia a solleticarle i fianchi e a Lea non resta che
arrendersi.
Entrambi fanno finta di non ricordare più il litigio
avvenuto qualche settimana prima.
-
Le labbra di Niall la baciano ovunque - tranne sulla bocca,
perché è la regola - e Lea geme piano, buttando
la testa all'indietro contro il cuscino e inarcando la schiena.
Ignora volutamente quello strano sfarfallio alla bocca dello stomaco,
mentre chiude gli occhi e stringe le ciocche bionde del ragazzo tra le
sue dita.
Quindici minuti più tardi, ancora sudati e stanchi, mentre
Lea tiene la testa appoggiata sul petto di Niall e lui, con gli occhi
rivolti al soffitto, le accarezza distrattamente una spalla, lo stomaco
della ragazza brontola inaspettatamente.
Niall scoppia a ridere, voltandosi a guardarla con un sopracciglio
alzato, e Lea arrossisce fino alla punta dei capelli.
Alla fine, finiscono per mangiare sul letto. Sono l'uno di fronte
all'altro, coperti solamente dal lenzuolo e circondati da un'enorme - e
poco salutare - quantità di pacchi vuoti di patatine e
biscotti al cioccolato.
Niall le racconta che Louis ha trovato finalmente il coraggio di
chiedere un appuntamento al ragazzo che gli piace, che Danielle ha
lasciato Liam e che Zayn passa le sue giornate a consolarlo - ma in
realtà, le rivela, è tutta una strategia per
entrare dentro le sue mutande.
Lea ride e per un attimo è davvero felice. Poi, guarda
l'orologio sul comodino e sospira, il mondo reale è
lì fuori che l'aspetta.
-
Quando apre la porta d'ingresso, la prima cosa che Lea nota
è la figura di un ragazzo sconosciuto, completamente nudo,
con la schiena poggiata al frigorifero e una tazza - la sua tazza - di
cereali in mano. Si chiude la porta alle spalle, schiarendosi la voce.
Il ragazzo alza lo sguardo, spalanca gli occhi sorpreso e arrossisce
violentemente. Poggia la tazza sul tavolo e poi porta entrambe le mani
a coprire le sue parti intime, "Oh, ehm, ciao" dice, rivolgendole un
sorriso imbarazzato.
Lea non riesce a capire per quale motivo Harry abbia portato un cliente
a casa loro, l'unico posto rigorosamente off-limits per
quel genere di cose.
"Io sono Lea. E tu sei nudo, in casa
mia." dice, sfilandosi il giubbino di jeans e la sciarpa.
"Uhm, mi dispiace?" risponde incerto il ragazzo, "Ti stringerei la mano
ma..." alza le spalle, accennando con lo sguardo alle sue mani
momentaneamente occupate a nascondere la sua nudità.
"Lou, ti dispiacerebbe prender--
cazzo!" urla improvvisamente Harry, facendo voltare i due
ragazzi, sbucando dalla porta che conduce alla camera da letto, i
capelli in disordine e nessun indumento addosso. Harry arrossisce e
scappa di nuovo verso la camera da letto.
Lea rotea gli occhi. Come se non lo avesse mai visto nudo.
Pochi secondi dopo, il riccio ricompare nuovamente, stavolta con
addosso dei boxer e una t-shirt.
"Cosa ci fa qui un-"
"Louis. Lui è Louis. Il ragazzo dell'appuntamento, ricordi?"
dichiara Harry, interrompendola bruscamente, temendo che lei
possa menzionare la parola che inizia per cli e finisce per ente. Louis
è ancora all'oscuro di tutto e ad Harry va bene
così, ci vuole più tempo - e più
coraggio - per rivelare una cosa del genere.
Lea solleva un sopracciglio, annuendo, poi si volta a guardare Louis
che si fissa i piedi, sperando vivamente che si apra una voragine nel
pavimento e lo ingoi.
"Ti ho già visto da qualche parte?" domanda la ragazza,
aggrottando pensierosa la fronte.
Louis alza le spalle, "Lavoro in una caffetteria, probabilmente mi hai
visto lì?"
"Già" risponde Lea, poco convinta, "probabilmente ti ho
visto lì."
-
Si trova in un bagno pubblico quando Samantha, una pusher della zona,
le allunga una bustina trasparente contenente alcune pasticche bianche.
Lea non sa cosa sono, ma sa che non dovrebbe accettarle. Si morde il
labbro inferiore, indecisa.
Sa che Harry non approverebbe.
"Tranquilla" la rassicura Samantha, ravvivandosi con una mano i lunghi
capelli biondi, "offre la casa. Prendine una solo quando pensi che non
riesci a farcela più."
Lea annuisce e, prima che possa rendersene conto, le sue dita si
chiudono intorno alla bustina di plastica. Samantha sorride, voltandosi
poi verso lo specchio.
Lea fa scivolare la bustina al sicuro dentro la tasca dei suoi jeans.
Il problema è che pensa che non riesce a farcela
più ogni giorno della sua vita.
-
E' passata almeno un'ora e mezza da quando Lea ha inghiottito la
piccola pasticca bianca.
Si sente la testa davvero leggera e forse, pensa, non è una
sensazione poi così brutta.
E' in ginocchio sull'asfalto umido, le dita strette intorno alle gambe
nude di uno sconosciuto mentre le mani di quest'ultimo sono ancorate
ai suoi capelli, accompagnandola nei movimenti.
E per la primissima volta, Lea non pensa di essere la persona
più spregevole dell'intero universo, no. Lea non sta
pensando, ed è meglio così.
Si rialza in piedi, pulendosi la bocca con il dorso della mano, mentre
con l'altra afferra le banconote che l'uomo le sta porgendo. Le dice
che lui uscirà da quel vicolo per primo e che lei
dovrà aspettare qualche minuto prima di seguirlo. Lea
annuisce.
L'uomo svolta l'angolo e Lea controlla l'orologio sul display del
cellulare.
Aspetta un po', si guarda un po' intorno e poi, senza nemmeno
rendersene conto, tira fuori dalla tasca del giubbino la bustina
trasparente che le ha dato Samantha la sera prima.
Ingoia a secco un'altra pasticca, la seconda della serata, e poi esce
dal vicolo.
-
Harry è innamorato.
Va in giro perennemente con un sorriso idiota ad increspargli le
labbra, la testa persa nel suo piccolo mondo fatto di unicorni e
cuoricini. Ha persino iniziato a cantare sotto la doccia.
E Harry non ha mai cantato sotto la doccia.
Passa sempre meno tempo sul marciapiede e quando si prende la briga di
presentarsi, manda via i tutti clienti, Lea gli lancia delle occhiate
eloquenti ma lui si giustifica con un'alzata di spalle e un "Sembra un
tipo poco raccomandabile" o "Samantha mi ha detto che non paga" e poi
sparisce di nuovo.
Quindi sì, Lea capisce che Harry è innamorato.
E forse lo ha capito anche lui, ma ha paura a dirlo ad alta voce.
-
Lea rivede Niall dopo tre settimane. Sta parlando con Harry di quanto
la temperatura si sia abbassata in così poco tempo, quando
scorge la Jeep nera ferma dall'altra parte del marciapiede. Sorride e
Harry le lancia un'occhiata eloquente, sollevando le sopracciglia.
"Stai zitto" gli dice, spintonandolo leggermente.
"Hey! Non ho nemmeno parlato!" esclama il ragazzo, un po' offeso.
"Ma stai pensando!" risponde Lea, dirigendosi poi verso l'auto.
Picchietta le nocche sul finestrino e Niall l'accoglie con un sorriso,
di quelli che potrebbero illuminare l'universo intero e che scaldano il
petto di Lea quasi come se avesse bevuto d'un sorso una tazza intera di
cioccolata calda.
Niall le apre dall'interno lo sportello dal lato del passeggero,
"Indovina!" esclama allegramente. Lea si accomoda sul sedile e alza le
spalle. "Ho abbastanza soldi per tenerti con me tutta la notte!"
La ragazza spalanca gli occhi, sorpresa. E sa che dovrebbe dire
qualcosa, possibilmente che somigli a "No, non puoi spendere tutti i
tuoi risparmi per me, Niall", e poi magari uscire dall'auto, ma gli
occhi di Niall sono così azzurri e pieni di gioia e di
aspettative e di tante cose belle e l'unica cosa che Lea riesce a fare
è sporgersi verso di lui, stringere leggermente la sua
gamba, e mormorargli un "Grazie".
Niall scuote la testa, le regala un altro sorriso - e il cuore di Lea
fa una capriola ma lei decide di non farci caso - e poi mette in moto.
Il tragitto dura quindici minuti, come al solito, e quando Niall apre
la porta del suo appartamento e si sposta da un lato per farla entrare
per prima, Lea arrossisce.
Le dice di accomodarsi sul divano del salotto e di accendere la
televisione e di fare come se fosse a casa sua, mentre lui
penserà a preparare la cena - e Lea arrossisce di nuovo,
perché nessuno ha mai preparato la cena per lei... beh,
Harry le prepara sempre la cena, ma lui non conta. Lea comunque decide
di seguirlo in cucina, appoggia i gomiti sull'isola e lo guarda correre
da una parte all'altra della stanza alla ricerca di tutti gli
ingredienti.
Alla fine, circa mezz'ora dopo, finiscono entrambi sul divano
del salotto, con una fetta di pizza in mano e i maccheroni al formaggio
- che Niall ha tentato di cucinare senza successo - dentro la
pattumiera.
"Non hai mai visto
Toy Story 3?" domanda incredulo Niall, con la pizza a mezz'aria. Lea
scuote la testa, bevendo un sorso d'acqua. "Non puoi vivere su questo
pianeta senza aver visto Toy Story 3!" le dice indignato, alzandosi dal
divano. Si inginocchia davanti il mobile del televisore, passando a
rassegna tutti i dvd perfettamente ordinati, "Ma, per tua fortuna, ci
sono io!" continua, afferrando la custodia del dvd.
Lea lo guarda con un sorriso divertito sulle labbra mentre inserisce il
disco dentro il lettore e continua a parlare di quanto sia
inaccettabile non aver visto Toy Story 3 e della morte lenta e dolorosa
a cui Liam l'avrebbe destinata se lo avesse saputo.
Prima di far partire il film, Niall scompare oltre la porta che conduce
alla camera da letto - posto che Lea conosce benissimo ormai - per poi
rispuntare qualche minuto dopo, con un coperta tra le mani che sistema
sulle gambe della ragazza. Le dà un bacio sulla
guancia e Lea arrossisce per l'ennesima volta - seriamente,
che razza di prostituta arrossisce
per un bacio sulla guancia? - e poi preme play.
-
"Dove ti piacerebbe andare domani?" le chiede Niall. Lea volta appena
la testa sul cuscino, guardandolo per qualche secondo prima di
rispondere.
"Allo zoo" dice, lasciandosi scappare uno sbadiglio. Il ragazzo scivola
sotto le coperte, avvicinandosi maggiormente al suo corpo, poi si
puntella su un gomito appoggiando la guancia sul palmo della mano.
"Va bene" sussurra, "domani ti porterò allo zoo."
Lea abbozza un sorriso, annuendo leggermente, anche se sa che non ci
sarà nessun domani, nessuno zoo, che mezzanotte è
passata già da un pezzo e che Cenerentola deve tornare alla
realtà. Ma non dice nulla, nemmeno una parola, mentre il
pollice di Niall accarezza il profilo delle sue labbra e poi comincia a
lasciare una scia di baci umidi che dalla guancia, scende fino al
collo, giù fino alle clavicole. Le si sistema sopra e Lea
ridacchia appena, poi gli occhi azzurri di Niall la guardano
intensamente e capisce che le stanno chiedendo il permesso: hey, è il tuo corpo,
sei tu a decidere... posso?
Il cuore di Lea perde un battito - anzi due, tre, quattro -
perché nessuno, nessuno l'ha mai trattata con
così tanta cura e gentilezza e si ritrova ad annuire e poi a
gemere di piacere quando sente le mani di Niall scoparire tra le sue
gambe.
-
Lea lascia l'appartamento di Niall alle prime luci dell'alba,
camminando in punta di piedi per non correre il rischio di svegliarlo.
Non si guarda indietro, così è più
semplice.
Quando arriva a casa e accende la luce della camera da letto, trova la
figura di Harry rannicchiata in posizione fetale sotto le coperte,
l'inconfondile suono dei suoi singhiozzi soffocati contro il cuscino, e
Lea capisce immediatamente. Louis l'ha scoperto.
Sospira, arrampicandosi sul letto e sistemandosi sotto le coperte
affianco a lui.
Gli occhi verdi di Harry sono rossi e pieni di lacrime, Lea lo
abbraccia, seppellendo il viso nell'incavo del suo collo.
Harry singhiozza più forte, "Mi piaceva sul serio" dice,
tirando su col naso.
"Lo so, Harry."
Vorrebbe dirgli te
l'avevo detto, ma non vuole essere quel tipo di persona,
perciò si limita ad asciugargli le lacrime con i pollici, ad
accarezzargli i capelli e a sussurrargli che lei non lo
abbandonerà mai.
-
Passano cinque giorni - non che Lea abbia tenuto il conto, ovviamente -
prima che riveda di nuovo Niall. Dicembre è iniziato
già da un paio di giorni e il freddo pungente è
sempre più difficile da sopportare, ma Lea sa che non
può permettersi il lusso di rimanere accoccolata sotto le
coperte, a bere cioccolata calda.
Sta per salire sull'auto del terzo cliente della serata quando scorge
la figura di Niall in lontananza. E' appoggiato alla Jeep, le braccia
incrociate al petto e la sta fissando.
Lea chiude lo sportello della macchina, guadagnandosi un'occhiata
confusa da parte dell'uomo al volante, e senza ulteriori spiegazioni si
allontana.
Rivolge un sorriso a Niall, sperando che lui riesca a
scorgere il mi sei mancato, nascosto da qualche parte dentro ai suoi
occhi.
Ma Niall non la degna di uno sguardo, un'espressione indecifrabile sul
viso. Senza proferir parola, le fa cenno di salire sulla Jeep.
Lea è un po' confusa ma decide di non badarci troppo,
dopotutto le giornate brutte capitano a chiunque.
Non parlano durante il tragitto verso l'abitazione di Niall, Lea gli
lancia qualche occhiata e cerca un paio di volte di iniziare una
conversazione perché il silenzio dentro quell'auto sta
diventando imbarazzante e sgradevole, ma il ragazzo le risponde a
monosillabi e Lea si arrende.
Arrivati a casa, Niall butta le chiavi sul divano, poi si passa una
mano tra i capelli; Lea gli si avvicina, con un sorriso appena
abbozzato, e comincia ad armeggiare con la cerniera dei suoi jeans.
Quando il ragazzo le blocca i polsi e l'allontana, gli occhi di Lea si
spalancano per la sorpresa, lo fissa con espressione ferita e piena di
confusione.
Niall non l'ha mai allontanata e la mente di Lea si riempie
immediatamente di cattivi pensieri: non mi vuole, gli faccio schifo, mi
manderà via, non lo vedrò più.
Niall tira fuori qualcosa dalla tasca anteriore dei suoi jeans,
qualcosa che somiglia pericolosamente ad una bustina trasparente -
quella bustina trasparente - e il cuore di Lea si ferma per un secondo.
"Ho trovato questa qualche giorno fa" le dice, sventolandogliela sotto
il naso, "era sotto il letto."
"Non è mia" mente immediatamente Lea, avendo comunque la
decenda di abbassare lo sguardo.
Niall sospira, "Ascolta, so che non ho nessun diritto di chiederti
spiegazioni--"
"Esatto" sbotta improvvisamente lei, "Non hai nessun diritto! Non sei
mio padre, non sei il mio fidanzato, non sei nessuno!" e le parole
vengono fuori ancora prima che Lea riesca a fermarle e un lampo di
dolore attraversa il viso di Niall e okay, ce l'hai fatta, Lea si
congratula con sé stessa, hai ferito l'unica persona che ti
tratta come se tu vali davvero qualcosa.
Niall fa un passo avanti, guardandola dritta negli occhi. "Lea, dove
pensi che ti porterà questa roba?" domanda retoricamente,
mostrandole la bustina ancora piena di pasticche. Il suo sguardo
è così colmo di preoccupazione e attenzione che
Lea teme di poter scoppiare a piangere da un momento all'altro,
perché lei non se lo merita, non dopo quello che gli ha
detto, e vorrebbe dirgli che le dispiace, ma appena apre la bocca
l'unica cosa che esce fuori è un
"Non sono mie" ed eccoci qui, gli ha mentito di nuovo.
Gli occhi azzurri di Niall si accendono di rabbia e un brivido di paura
corre lungo la sua colonna vertebrale perché Lea conosce
quello sguardo, conosce cosa succederà adesso, lo ha visto
molte volte con il risultato di essere picchiata e poi lasciata marcire
dentro la propria stanza per giorni interi.
"Non mi picchiare" dice, con voce rotta, "Non mi picchiare, non mi
picchiare, non mi
picchiare" ripete, indietreggiando fino a toccare il muro
con la schiena. Avvolge le braccia intorno al suo corpo, cercando di
proteggersi dagli eventuali calci e pugni che sa che arriveranno, e poi
scivola lungo la parete, sedendosi sul pavimento.
Niall è spiazzato e visibilmente sorpreso da quella
reazione. Le va vicino, inginocchiandosi davanti a lei. Dopo qualche
secondo d'incertezza, l'abbraccia e Lea comincia a singhiozzare sulla
sua spalla, tremando come una foglia; Niall le accarezza la schiena,
sussurrando paroline confortanti al suo orecchio.
Passano almeno trenta minuti in quella posizione scomoda e quando Niall
sente il respiro di Lea regolarizzarsi e i suoi singhiozzi farsi
più lievi, la prende in braccio portandola poi verso la
camera da letto.
Niall la bacia sulla bocca, quella sera, ma Lea dorme e non se ne
accorge.
-
Harry è dimagrito e il pallore sul suo volto si è
accentuato, facendo risaltare maggiormente le occhiaie intorno agli
occhi. Lea è preoccupata ma lui le dice di stare tranquilla,
prima di salire sull'auto dell'ennesimo cliente.
Harry lavora freneticamente, senza darsi un attimo di tregua, e Lea sa
che lo fa solo perché vuole dimenticarsi il viso di Louis,
l'odore della sua pelle, i suoi occhi blu e la sua stupida ossessione
per le magliette a righe. Ma fare sesso con dodici, quindici, venti
sconosciuti ogni notte non dà i risultati sperati e, quando
Harry rientra a casa, alle prime luci dell'alba, si chiude in bagno e
scoppia a piangere.
-
Lea ha paura di tante cose: dei topi, degli insetti, di Harry quando
sbuca fuori da dietro l'armadio, del suo patrigno, e dei sentimenti.
Quindi spalanca gli occhi terrorizzata quando Niall le dice che la ama.
Il ragazzo la fissa - maledetti occhi azzurri che riescono sempre a
farti mancare un battito -, un'espressione rilassata sul volto, il capo
appena inclinato da un lato.
Lea balza giù dal letto, afferrando freneticamente i suoi
vestiti dal pavimento, indossandoli uno dopo l'altro senza parlare.
Niall scuote la testa, "Certo, scappa pure" le dice, muovendo
distrattamente una mano verso la porta, "ma, quando tornerai, io ti
amerò ancora".
La ragazza si blocca, spalancando maggiormente gli occhi, "No" sussurra
flebilmente, quasi senza fiato, senza voltarsi a guardarlo.
Sente la risata di Niall, "No?" le domanda, con tono leggermente
derisorio, "Puoi decidere di non farti baciare, Lea, ma non puoi
decidere cosa farmi provare" dichiara poi, alzandosi dal letto.
Lea volta la testa di scatto, trovandosi davanti un Niall completamente
nudo - e lei non può fare a meno di studiare con lo sguardo
ogni suo centimetro di pelle e lo sa, lo sa che sta tentanto di
distrarla, lo sa - e un sorrisino obliquo sulle labbra.
"Dimmi che non mi ami" le afferra un polso, attirandola a
sé, "Dimmelo, Lea."
Lea si guarda intorno, in difficoltà. Niall le prende il
mento tra l'indice e il pollice, costringendola a guardarlo negli occhi.
"Guardami e dimmelo" ripete, a voce bassa, "So che mi ami anche tu."
Da qualche parte, dentro la sua testa, Lea sa che le favole non
esistono, che i principi azzurri non sono poi così azzurri e
di certo non hanno un cavallo bianco, che alcune principesse non hanno
un lieto fine e che non verranno mai salvate.
Lea sa che Niall non merita una come lei, che si sbaglia, che non
può amarla, perché lei è una
prostituta e che razza di gente si innamora di una prostituta, insomma!
Niall merita una ragazza carina e simpatica e dolce e, soprattutto, che
non vende il proprio corpo per pagare le bollette.
Ed è vero, lei lo ama, accidenti se lo ama, ma è
proprio per questo che non può amarlo, non del tutto.
"No, ti stai sbagliando" gli dice, liberandosi dalla sua stretta.
Esce dal suo appartamento sbattendo la porta, giurando a sé
stessa che non ci avrebbe più rimesso piede.
-
Ci rimette piede dopo due settimane, ma Lea sa che è
l'ultima notte che passerà con Niall.
Lo capisce dal modo in cui lui la bacia - tranne sulla bocca,
perché è la regola - , dall'urgenza dei suoi
movimenti, dal modo in cui la guarda negli occhi mentre si spinge
ripetutamente dentro di lei. Lea chiude gli occhi, si è
preparata a lungo per questo momento.
Quando entrambi raggiungono l'orgasmo, Niall nasconde il volto
nell'incavo del suo collo sussurrandole una serie infinita di "Mi
dispiace, mi dispiace", Lea gli accarezza la schiena, disegnando figure
astratte sulla sua pelle.
Niall solleva la testa, incrociando i suoi occhi, poi si china a
baciarle la fronte; Lea sorride stancamente, spostandogli i capelli
dalla fronte sudata.
Quando lui fa per scivolare fuori dal suo corpo, Lea stringe
maggiormente le gambe intorno ai suoi fianchi. "Resta ancora un po'"
sussurra, strofinando il naso contro la sua spalla.
Rimangono così per un po', in silenzio, i corpi intrecciati,
ognuno perso ad ascoltare il battito dell'altro.
Più tardi, quando Lea è ormai andata via, Niall
si accorge che i soldi che le aveva lasciato sul comodino sono ancora
lì.
Lea manda un sms ad Harry dicendogli che non si sente molto bene e che
si sta dirigendo verso il loro appartamento.
Qualche ora più tardi, Harry la trova raggomitolata sul
divano, completamente al buio, il viso nascosto tra le ginocchia
strette al petto, e la schiena scossa da leggeri singhiozzi.
"La mia vita fa schifo" biascica, quando lui si lascia cadere sul
divano accanto a lei, asciugandosi il viso con il dorso della mano.
Harry sorride tristemente. Si, sa come ci si sente.
-
Lea esce dal vicolo in cui solitamente porta i suoi clienti, si stringe
nel giubbino che indossa, asciugandosi una guancia. E' stata una brutta
serata.
Dice ad Harry che ha bisogno di qualcosa da bere, poi s'incammina verso
il pub giù all'angolo.
Ordina un succo d'arancia - il barman alza un sopracciglio, sorpreso -
e lo consuma lentamente, seduta sullo sgabello, i gomiti poggiati sul
bancone e lo sguardo basso.
C'è che chi affoga i propri dispiaceri nell'alcool,
c'è chi - come Lea - li affoga nel succo d'arancia.
"Sai qual'è il modo per sopravvivere ad un cuore spezzato?"
Lea si volta, trovandosi di fronte un uomo sulla quarantina che la
osserva da sopra il suo bicchiere quasi vuoto. Alza le spalle.
"Non avere un cuore" conclude lui, mandando giù l'ultimo
sorso di quella che a Lea sembra grappa, prima di sbattere una
banconota da venti sul bancone e andare via.
Facile, pensa Lea, con tutte le volte che il suo cuore è
stato spezzato, non dovrebbe più averne uno.
Dopo qualche minuto si ritrova in bagno, gli occhi che scrutano il suo
riflesso allo specchio.
La ragazza che la guarda al di là della sottile lastra di
vetro è pallida, con gli occhi arrossati e spenti. Si
aggrappa ai bordi del lavabo, scoppiando poi a
piangere.
Non vede Niall da quasi due mesi.
-
Lea rivede Niall un pomeriggio di Febbraio.
E' ferma alla fermata dell'autobus, con la schiena poggiata contro il
palo della luce e gli occhi fissi sull'asfalto quando sente la sua
risata. Alza di scatto la testa, guardandosi freneticamente intorno,
quasi stesse attraversando il deserto da giorni e avesse appena sentito
lo scorrere di un ruscello.
Niall è qualche metro più in là, fermo
davanti la vetrina di un negozio di fumetti, in compagnia di Zayn. E
una parte di Lea spera che si giri, che si accorga di lei, che la
salvi; mentre l'altra desidera invece che vada via in fretta senza
notarla, perché così è tutto
più semplice, perché è ad un passo dal
dimenticarlo - stronzate - ed è meglio per tutti.
Niall va via senza nemmeno accorgersi della sua presenza.
-
Harry spalanca la porta d'ingresso, con un sorriso che gli va da un
orecchio all'altro.
Lea è sul divano, un muffin ai mirtilli in una mano e il
telecomando nell'altra. Lo guarda, aggrottando la fronte con aria
interrogativa.
Harry le salta addosso, prendendole il viso tra le mani e cominciando a
baciarla ovunque.
"Mi ha chiamato!" urla, "Louis! Mi ha chiamato!"
Lea sbatte le palpebre, incredula. Oh, beh, questo non se lo sarebbe
mai aspettato.
Harry comincia così a raccontarle nei minimi dettagli la
conversazione avuta al telefono, dicendole che Louis gli ha detto che
gli manca e che lo ama e che gli manca e che lo ama e che ha convinto
il proprietario della caffetteria in cui lavora ad assumere Harry - e
il sorriso di Harry cresce ancora di più e Lea, a questo
punto, ha già inserito Louis nella lista delle persone a cui
sarà grata per il resto della sua vita, perché
Harry merita una vita migliore e merita di sorridere e di essere
amato.
"E vuole vedermi. Stasera." le dice infine, schioccandole un sonoro
bacio sulla guancia. Lea ridacchia, arricciando un po' il naso quando
lui le strizza le guance. Passano il pomeriggio a decidere quali
vestiti dovrebbe indossare Harry per l'appuntamento di quella sera; Lea
storce il naso, bocciando praticamente ogni abbinamento che il ragazzo
le propone, Harry rotea gli occhi, sbuffa, piega le labbra in un
broncio adorabile e un paio di volte si butta persino sul letto urlando
un "Ho capito, stasera non ci andrò!", scagliando
poi i vestiti sul pavimento. Lea alza gli occhi al soffitto, poi lo
costringe ad infilare il giubbotto e lo trascina in giro per i negozi.
Ad un certo punto, mentre Harry è dentro il camerino, Lea
ricorda dove ha visto Louis: nella fotografia attaccata alla parete
della camera di Niall, la sua preferita.
Scoppia a ridere, il mondo è proprio piccolo.
-
Quando il padre di Lea muore, lei ha appena cinque anni.
Kate, sua madre, si risposa dopo un paio d'anni, con un avvocato di
nome Max, e Lea è felice perché, da quando Max
è arrivato, sua madre sorride più spesso e le
cucina sempre i biscotti e le legge la fiaba della buonanotte e poi Max
le fa anche un sacco di regali, quindi sì, è
felice.
Ma ad un certo punto, Max viene licenziato. E sempre ad un certo punto,
Kate muore in un incidente stradale. E ancora ad un certo punto,
qualche mese dopo, Max torna ubriaco a casa, e picchia Lea
così tanto da mandarla in ospedale.
Episodi del genere cominciano a diventare sempre più
frequenti, Lea è costretta a saltare la scuola per via dei
lividi, ad allontanare tutte le amiche, a chiudersi in camera e sperare
che Max non si accorga della sua assenza.
All'età di quindici anni, dopo un'altra notte passata
insonne per via dei dolori che i calci e i pugni di Max gli hanno
procurato, Lea decide di scappare di casa.
Prepara in fretta e furia uno zaino, infilandoci dentro dei vestiti e
un po' di soldi che ha raccolto in giro per casa, lo spazzolino e un
pacco di biscotti al cioccolato.
Dorme su una panchina per due giorni, razionando i biscotti e il denaro
in modo che possano bastargli, ma Lea non è stupida, sa che
prima o poi finiranno.
Sa che deve trovare una soluzione.
E in fretta.
-
E' un altro giorno, un altro mese, un altro anno, ma le sensazioni che
Lea sta provando sono le stesse, così come i lividi che il
suo ultimo cliente le ha procurato.
Si aggrappa al muro di mattoni, rialzandosi dall'asfalto bagnato, le
sue ginocchia vacillano leggermente ma riesce comunque a reggersi in
piedi.
Sente un rivolo di sangue misto a lacrime e pioggia colarle lungo il
mento, lo asciuga con il dorso della mano. Cerca di regolarizzare il
battito del suo cuore facendo un paio di respiri profondi, poi fa
qualche passo in avanti, senza scostare la mano dal muro.
Non può chiamare Harry, è appena uscito dal giro,
è felice e innamorato e Lea non vuole che i suoi problemi
rovinino la vita del suo migliore amico.
Perciò decide di andare dall'altra unica persona di cui sa
di potersi fidare.
-
Quando Niall apre la porta del suo appartamento e si ritrova Lea
davanti, un enorme livido sulla guancia, un taglio sul labbro superiore
e i capelli bagnati appiccicati alla fronte, spalanca gli occhi
sorpreso mentre un lampo di preoccupazione gli attraversa il viso.
"Non sapevo dove altro andare" mormora Lea, abbassando lo sguardo.
Niall l'abbraccia, le prende il viso tra le mani, asciugandole con
entrambi i pollici le lacrime agli angoli degli occhi, poi le circonda
delicatatamente il polso con le dita e la trascina in bagno.
"Cosa è successo?" le domanda, iniziando a spogliarla. Lea
non risponde, si limita ad alzare le braccia, permettendogli di
sfilarle la maglietta fradicia di pioggia. Scruta con attenzione i
lividi bluastri sul ventre e sui fianchi della ragazza, mormorando
sottovoce qualche imprecazione; quando la spoglia dei jeans, Niall nota
altre macchie violacee sulle gambe.
Sospira, strofinando i pollici su ogni ematoma, un arcobaleno sulla
pelle pallida di Lea, premendoci sopra le labbra. Bacia ogni
porzione di pelle che riesce a raggiungere e Lea sente il suo corpo
bruciare e il cuore scoppiargli perché le era mancato il
tocco gentile e delicato di Niall. Si sente amata e le piace,
è una bella sensazione.
Il ragazzo alza lo sguardo, incrociando i suoi occhi per un momento, le
sorride e poi si allontana, giusto il tempo di riempire la vasca da
bagno.
Le toglie la biancheria intima e la prende in braccio, immergendola
dentro l'acqua tiepida; Lea chiude gli occhi e mormora un flebile
"Grazie", rilassando il suo corpo quando le mani di Niall cominciano a
insaponarla.
Qualche momento dopo, una volta uscita dalla vasca, Lea tenta di
spogliarlo perché vorrebbe ringraziarlo e non è
molto brava con le parole, ma Niall le sorride, le bacia una tempia e
poi scuote la testa "Riposati" dice, "Ti preparerò una tazza
di tè".
Ma prima che lui possa uscire dal bagno, Lea lo bacia sulla bocca
perché, onestamente, che si fottano le regole.
Rimane a dormire da Niall quella notte.
Rimane a dormire da Niall tutte le notti, dopo quella notte.
-
Lea sta camminando sul marciapiede, le mani nascoste dentro le tasche
del giubbino e il volto parzialmente nascosto dalla sciarpa di Niall -
perché le piace il suo odore, sa di casa - quando nota
un "Cercasi commessa" appeso sulla vetrina di una pasticceria.
Lo fissa per un po', mordendosi il labbro inferiore, poi fa un respiro
pronfondo e apre la porta del negozio.
Esce da lì circa quindici minuti dopo, con un sorriso sulle
labbra. Cindy, la proprietaria, toglie il cartello e "Ci vediamo
lunedì, Lea!" le dice, sventolando allegramente la mano.
Quando la donna sparisce di nuovo all'interno del negozio, Lea alza le
braccia al cielo, esultando elettrizzata sotto lo sguardo curioso di
alcuni passanti.
-
Lea vive nell'appartamento di Niall da quasi sei mesi.
Sta spalmando un po' di Nutella sul suo toast, gli occhi fissi sullo
schermo del televisore che sta trasmettendo il notiziario: il principe
Harry ha fatto baldoria all'ennesimo party, qualcuno ha fatto
bancarotta, Linsday Lohan è di nuovo in carcere...
Il beep del suo cellulare l'avverte che le è appena arrivato
un sms, Lea si lecca l'indice sporco di cioccolata poi apre il
messaggio: 'Buongiorno
da Parigi, ma chérie' e in allegata una foto di
Harry e Louis che si baciano davanti alla Torre Eiffel.
Lea sorride, ripromettendosi che risponderà dopo.
"Hai visto la mia camicia bianca? Non trovo la mia camicia bianca!"
Niall fa il suo ingresso in cucina, ancora mezzo addormentato, con
addosso solo un paio di boxer. Lea rotea gli occhi.
"Secondo cassetto dell'armadio" dice addentando il suo toast, poi
lancia un'occhiata all'orologio appeso alla parete, "Sei in ritardo."
Niall sbadiglia, "Lo so e mia madre mi ucciderà", e le
stampa un bacio sulle labbra rubandole poi il toast.
Lea mette su il broncio, "Hey!" protesta, "Sono incinta!"
Il ragazzo scoppia a ridere, buttando la testa all'indietro, poi
s'inginocchia di fronte a lei e le solleva quella che una volta era la
sua t-shirt e che adesso Lea indossa per dormire.
"Scusa, Jamie, ma papà ha fame" sussurra muovendo le labbra
contro il ventre della ragazza, poi schiocca un bacio rumoroso sulla
leggera sporgenza e si rialza in piedi.
Lea gli dice di sbrigarsi, che il volo di sua madre
atterrerà da un momento all'altro e che non è
opportuno farla aspettare da sola in aeroporto, Niall grugnisce e poi
scappa verso la camera da letto. Lei ride, alzando gli occhi al
soffitto, per poi afferrare un'altra fetta di pane tostato.
Qualche minuto dopo sente Niall urlarle un "Ti amo, ci vediamo dopo!" e
poi il rumore della porta d'ingresso che sbatte. Lea pensa che non si
abituerà mai alla stretta alla bocca dello stomaco che sente
ogni volta che Niall le dice di amarla.
"Ti amo anche io" sussurra, sorridendo.
Ed è felice, è davvero felice.
Ed ecco qui la mia prima
storia del 2013, yay.
Questa storia era nata come long ma considerando il fatto che sono poco
costante, ci avrei messo secoli prima di concluderla, quindi
ho deciso di renderla una OS.
Spero vi piaccia :)
P.S. Buon anno, yo!
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