Il ragazzo con i capelli neri
spettinati e la cicatrice sulla fronte era in piedi davanti a Voldemort. Voldemort,
seduto su un antico trono, continuava a guardare nervosamente l'orologio.
- Mio Signore, forse questo è il
vero Potter? - sussurrò Pettigrew, sbucando da dietro il trono. Ma Voldemort non lo
senti nemmeno, per fortuna di Pettigrew, poiché l'effetto della pozione
polisucco stava finalmente svanendo e Potter cominciò a tremare e a
trasformarsi.
- Avada kedavra! - disse Voldemort
alzando la bacchetta.
- Ventuno, - canticchio Pettigrew
emergendo da dietro il trono per trascinare via il cadavere.
Il Signore
Oscuro si appoggiò stancamente allo schienale. Qualche giorno
prima, quando era venuto a conoscenza del piano per trasferire Potter
dalla casa dei Drusley alla Tana, Voldemort si era
sentito euforico. Catturare Potter durante il tragitto sarebbe
dovuto essere piuttosto facile. Ma chi poteva immaginare che quel loro Ordine
della Fenice, munito di ettolitri di pozione
polisucco, aveva trasformato tutti i suoi membri in Potter! Ventun
Potter furono consegnati dai Mangiamorte al loro Signore quella sera e tutti si
rivelarono dei falsi.
- Mio Signore! - Lucius Malfoy
entro di corsa nella grande sala. - Vi abbiamo
catturato altri quindici Potter! Uno di questi è sicuramente quello vero!
Piton, che
si era silenziosamente materializzato accanto al trono, scosse la testa scetticamente.
Il Signore
Oscuro si rincuorò un poco.
- Portateli qui.
Mezz'ora circa più tardi del buonumore di Voldemort non c'era traccia.
- Avada kedavra!
- Trentaquattro, - contò tra se
Pettigrew trascinando via il cadavere.
- Avada kedavra!
- Trentacinque.
- Avada kedavra!
- Trentasei..
- Ava...
- Mio Signore! - lo interruppe
Malfoy. - I Potter sono finiti.
- Come finiti? - sbraitò
Voldemort.
- Vi abbiamo
portato quindici Potter, - disse Piton calmo, - li avete uccisi tutti.
- Ma tra di
loro non ce n’era nemmeno uno autentico! - l'Oscuro Signore strinse la bacchetta
nel pugno e colpì con forza il bracciolo del tono lasciandoci un'ammaccatura a
forma di cicatrice di Potter. - Per quanto tempo avete intenzione di rifilarmi
dei falsi?
- In realtà i falsi li rifiliamo a
Nagini, - sussurrò piano Pettigrew, ma anche questa volta molto
molto piano.
- Mio Signore, come facciamo a
riconoscere quello vero? – Malfoy sembrava preoccupato .
- Sono tutti uguali.
- Il vero Potter deve essere
pelato, - disse piano Piton.
- Perché?
- Voldemort lo guardò stupito.
- Tutti i capelli glie li avranno
strappati per la pozione polisucco!
Voldemort si appoggiò di nuovo
allo schienale, esausto, e pensò a quello che aveva detto Piton. Potter pelato
non era facile da immaginare. Cogliendo l'occasione, Malfoy sgattaiolò fuori dalla stanza del trono, probabilmente per controllare
se i Mangiamorte avevano catturato altri Potter.
- Piton, hai un goccio di firewhisky con te? - chiese stancamente Voldemort.
Piton gli allungò la fiaschetta
che teneva legata alla cintura. Voldemort la bevve tutta d'un
fiato e ... all'improvviso fu scosso da un brivido, cominciò a trasformarsi in
Potter.
Piton sbiancò. Invece della
fiaschetta con il liquore che teneva a destra aveva dato all'Oscuro Signore
quella con la pozione polisucco che aveva sottratto a
uno dei Potter.
- Maledetto! -
urlò Voldemort lanciandosi sul suo servitore per ucciderlo - a mani
nude, visto che la bacchetta gli era caduta durante la trasformazione.
In quel momento la porta si aprì
di nuovo ed entrò Malfoy. Vedendo un Potter completamente calvo che tentava di
strangolare Piton, Malfoy istintivamente sollevò ala bacchetta e gridò:
- Avada kedavra!
- Trentasette, - canticchiò come
sempre Pettigrew emergendo da dietro la poltrona per rimuovere il corpo.
Fine.
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