Titolo:
Driving
so fast nothing can take us – We'll not surrender, I
promise
Autore:
Dominil
(EFP), Dominil B (forum)
Fandom:
Simple
Plan
Personaggi:
Pierre,
David
Paring:
nessuno
Genere:
malinconico,
song-fic
Rating:
verde
Tabella:
Tabella: Blu
|
01.Onde del mare |
02.Cielo stellato |
03.Occhi |
04.Mirtillo |
05.Ghiaccio |
06.Scelta libera |
Progressi: 2/6
|
Prompt:
cielo
stellato
Note:
questa
one-shot partecipa alla “Itten
Challenge” indetta da Eldevais
Verdefoglia sul forum di EFP. La canzone che fa da sottofondo a
questa storia è Everytime dei Simple Plan e, anche se sembra
piuttosto romantica, in questo caso fa da colonna sonora ad
un'amicizia molto importante e profonda (se volete vederci
accenni
slash fate pure, non sarò certo io a smentirli).
Ricordate
che ciò che state per leggere non rispecchia in alcun modo
la realtà
(anche perché si tratta di una Teenager!verse), i personaggi
non mi
appartengono e non scrivo a scopo di lucro.
Detto
questo, buona lettura.
Driving
so fast nothing can take us
We'll
not surrender, I
promise
La
notte di Montréal era costellata da miriadi di piccole luci
che
rischiaravano le strade del centro e quelle di periferia, le stelle
sembravano voler dare un po' di conforto a chi, come Pierre, avrebbe
voluto non svegliarsi mai più o, almeno, svegliarsi con
accanto
ancora il suo migliore amico.
Aveva
chiuso gli occhi solo da un'oretta quando il suo cellulare
cominciò
a vibrare imperterrito sul comodino.
“D-David,
sei impazzito?!”
Dall'altra
parte del telefono la voce del suo amico era entusiasta e squillante
come sempre, quasi irritante a quell'ora.
“Ehm
scusa per l'ora Pierre ma volevo chiederti se ti andava di passare
l'ultima
notte
insieme...”
Si
fermò per qualche istante impaziente di ascoltare la
risposta del
suo migliore amico.
“Sono
le tre dieci David...”
Gli
occhi di Pierre erano stanchi e gonfi, tutto quello che stava
accadendo sembrava una follia, beh una follia alla David per la
precisione. L'indomani lo aspettava un compito in classe di
Letteratura e il suo sesto senso gli diceva che avrebbe dovuto
impiegare la notte per riposare.
“Pierre...
Ti prego. Da domani non ci vedremo mai più, mi concedi
qualche ora?”
“Non
stai morendo però va bene, dammi un quarto d'ora e sono da
te.”
David
chiuse immediatamente la chiamata senza nemmeno rispondere e Pierre
scese lentamente dal letto dopo essersi ripetutamente stiracchiato.
Prima
di addormentarsi aveva tentato di allontanare dalla mente la partenza
del suo amico e lui, a quell'ora improponibile, lo chiama per
chiedergli di stare un po' insieme, come se non facesse già
abbastanza male.
Dopo
aver infilato un pantalone della tuta e una felpa, Pierre
cominciò
ad aggirarsi quasi in punta di piedi per il corridoio alla ricerca
delle chiavi dell'auto. I suoi dormivano al piano di sopra e doveva
sperare con tutto se stesso che il rumore del motore o semplicemente
dei suoi passi non li svegliasse.
Non
era la prima volta che rubava l'auto di suo padre, molte altre volte
era stato quasi costretto
da
David o Seb di andare in giro nel cuore della notte, ma quella volta
non era proprio dell'umore per essere felice.
It
was 3 AM
When
you woke me up
And
we jumped in the car and drove as far as we could go
Just
to get away
Quando
parcheggiò l'auto accanto al marciapiede, notò
che il suo migliore
amico si era seduto sul ciglio, le gambe unite e le braccia sulle
ginocchia. Accolse il suo arrivo con un sorriso per poi scattare in
piedi e salire sull'auto accanto al guidatore.
“Non
hai una bella cera, amico.”
“Vorrei
vedere te se ti avessi così brutalmente tirato fuori dal
letto.”
rispose l'altro, nascondendo un ghigno divertito.
“Volevo
concludere come si deve le nostre fughe notturne, tutto qui.”
Detto
questo il viso di David si corrugò e i suoi occhi presero a
fissare
la strada immobile senza più muoversi. Sapeva che una nuova
vita lo
attendeva lontano da Montréal e, se lo conosceva bene,
sapeva che
doveva essere a dir poco terrorizzato.
“Dove
andiamo?” chiese Pierre pigiando il piede sull'acceleratore.
L'altro
fece spallucce senza voltarsi e allora il ragazzo deciso di far fare
al proprio amico un ultimo giro della città, di lasciarsi
guidare
dal cielo stellato attraverso i ricordi.
“Non
voglio trasferirmi.” disse David dopo circa mezz'ora di
silenzio.
L'auto
inghiottiva l'asfalto, l'auto perforava l'oscurità di quella
notte
preziosa quanto triste.
“Neanch'io
vorrei che tu lo facessi ma sono sicuro che starai bene.”
rispose
Pierre e la sua voce riuscva a sembrare piuttosto convincente. Da
quando aveva saputo dell'iminente trasferimento del suo migliore
amico si era allenato quasi quotidianamente ad essere felice e col
tempo pareva essersene convinto davvero.
“Come
fai ad esserlo?”
“Non
lo so, lo sono e basta. Piaci molto alla gente.”
David
sorrise lievemente.
“Su,
che ne dici di una barretta di cioccolata? Alzarmi presto mi ha fatto
venir fame.”
L'amico
annuì e allora Pierre parcheggiò nello spiazzale
di fronte al 24
hrs Market e, dopo aver messo il freno a mano, slacciò la
cintura.
“Corri
Pierre!”
“Aspettami!”
urlò il ragazzo inciampando quasi nei suoi stessi piedi.
“Sì
però muoviti o prenderanno entrambi!”
Mentre
pronunciava quelle parole David si voltò velocemente
indietro e notò
il proprietario del negozio che avevano alle calcagna. Se Pierre si
fosse fermato anche solo per un istante sarebbe finita.
“Non
mollare amico...” sussurrò tra sé e
sé.
“Tutto
questo per delle stupide caramelle.” disse Pierre mentre
cercava di
far forza sulle gambe e continuare a correre a perdifiato.
“Corri
invece di parlare, sprechi fiato prezioso!” lo
rimbeccò l'altro.
Ad
un certo punto l'amico lo afferrò per la maglietta tirandolo
in un
angolo così da seminare l'inseguitore e, stanchi e sudati,
aprirono
tremanti le loro caramelle gommose.
“Non
farò mai più una cosa del genere.”
“Non
sai apprezzare il brivido del pericolo.” rispose David.
L'uomo
dietro al bancone lanciò loro un'occhiata fugace quando
entrarono e,
dopo averli velocemente squadrati, tornò a sfogliare la sua
rivista.
I
due ragazzi si diressero subito al reparto dei dolciumi cominciando
ad arraffare tutte le barrette che riuscivano a tenere tra le mani.
“Ti
va una bella corsa?”
“Non
dirlo nemmeno, David.”
“Dai,
scherzavo!”
Il
ragazzo gli diede una pacca sulla nuca per poi tornare indietro fino
alla cassa.
“Ah
Pierre prendi anche due coche.”
“Mangia
una Mentos.”
“Mi
spieghi come faccio se devo tenere in bocca la Coca Cola?”
“Avanti
Bouvier non ci vuole la laurea per certe cose.”
“Perché
ridete, voi due?”
Chuck
e Seb scossero la testa nascondendo i loro ghigni.
“Sei
pronto?”
“No,
tutta questa storia mi sa di fregatura.”
We
spent all our money
On
stupid things
But
if I look back now
I'd
probably give it all away
Just
for one more day
One
more day with you
“Ti
ho mai detto che il cofano anteriore della macchina di tuo padre
è
piuttosto comodo?”
“Tutte
le volte.” rispose Pierre, sorridendo.
I
loro sguardi erano rivolti al cielo che da blu scuro era diventato
semplicemente blu, le stelle si stavano spegnendo a poco poco fino a
lasciare il posto a delicate venature color pesca.
“Tra
quattro ore salirò su un aereo che non mi
riporterà mai più qui.”
“David
sai che ci rivedremo il più spesso possibile, non devi
preoccuparti.”
Aprirono
entrambi la loro lattina con uno scatto per poi cominciare a
sorseggiare lentamente la Coca Cola.
“Non
sarà comunque lo stesso e lo sai anche tu, non
potrà più esserlo
ed è questo che mi rende davvero triste.”
Pierre
lo guardava di sottecchi senza avere il coraggio di dire nulla
perché, nonostante il suo duro allenamento per essere sempre
positivo, sapeva che in realtà David aveva ragione.
“E
sai cosa vorrei adesso? Vorrei ancora un giorno per poter stare con
te e con gli altri, per fare una specie di best of delle
nostre peggiori follie, di far sega a scuola...”
“A
proposito.” iniziò Pierre quasi volendo cambiare
discorso. “Cerca
di non metterti troppo nei guai.”
“Non
potrei mai senza di te, sei tu l'esperto.”
Entrambi
scoppiarono a ridere.
“Non
dire stronzate, solo guardandoti in faccia si capisce che ne sai una
più del diavolo!”
We
talked about our lives
Until
the sun came out
“Ehi
è la prima volta che ti vedo in punizione.”
“In
effetti puoi considerarmi un novellino. Tu invece mi sembri a tuo
agio.”
“Beh
passo più tempo qui che a lezione a dire il
vero...” rispose il
ragazzo, grattandosi la testa. “Comunque io mi chiamo David,
piacere.”
“Pierre
Bouvier.”
And
now I'm thinking about
How I wish I could go back
Just for one
more day
One more day with you
Quando
il cielo stellato era stato quasi del tutto sostituito dal chiarore
del giorno, i due ragazzi decisero di alzarsi e di tornare
nell'abitacolo, quasi pronti a salutarsi.
“Quindi
ti accompagno a casa?”
“Sì,
possibilmente prima che i miei scoprano che sono fuggito nel cuore
della notte.”
Pierre
rispose con un ghigno e, alla fine, si decise a mettere in moto.
Mentre
guidava e i lampioni ai lati della strada iniziavano a spegnersi,
iniziò a riflettere anche lui su quanto sarebbe stato bello
avere
ancora un giorno intero da passare con David, ancora ventiquattr'ore
per stare in compagnia con quella testa calda del suo amico, con
l'unica testa calda che era mai riuscito a capirlo e a farlo stare
bene.
Si
sentiva quasi a pezzi, non voleva che la loro ultima notte
finisse...
“Eccoci
arrivati, credo sia arrivato il momento Pierre.”
“S-Sì...”
rispose l'altro. “Ti voglio bene David, non saprei che altro
dirti
oltre al fatto che sei il mio migliore amico e questo non
potrà
cambiarlo niente e nessuno.”
Il
ragazzo gli rivolse un sorriso amaro.
“E
invece prima o poi tutto cambia, ma ti voglio bene anch'io
Bouvier.”
You
walked away
Just
one more day
It's
all I need
Is
one more day with you
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