Harry' s nightly adventure

di Mary Evans
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Era una notte buia e tempestosa, ed Harry Potter si rannicchiò ancora di più nella sua fredda copertina nel sottoscala. Anche se ormai aveva già dieci anni i temporali gli incutevano ancora molto timore e, del resto, non poteva neanche rifugiarsi nel lettone degli zii altrimenti sarebbe stato sgridato di nuovo, al contrario di suo cugino.
Ebbe un sobbalzo nel mentre di un lampo e, sentendo dei rumori, schiuse un’anta per guardare cosa stava succedendo. Era tutto buio e non si riusciva a vedere granché, quindi decise di uscire dal suo rifugio sicuro per dare un’occhiata in giro: d’altra parte gli zii e Dudley stavano dormendo, non si sarebbero accorti di nulla…

Mosso da questa consapevolezza, iniziò a girare per casa controllando in ogni angolo.
Gli vennero i brividi ascoltando dei miagolii esterni che gettavano una nuova inquietudine nell’atmosfera già carica di tensione.

Osservò attentamente prima la porta sul retro, poi quella d’ingresso e, avendo appurato che erano ben chiuse, il giovane Harry aveva deciso che si stava soltanto lasciando condizionare dalla tetra atmosfera di quella notte.
Sì, era sicuramente frutto della sua spiccata immaginazione.
Glielo ripetevano sempre sia gli zii che i maestri di scuola, soprattutto quando parlava di moto volanti e bacchette magiche...
Tranquillizzato quasi del tutto, il piccolo Potter si stava apprestando a ritornarsene a dormire quando, all’improvviso, il rumore di oggetti di acciaio che armeggiavano con la serratura della porta d’ingresso lo fecero pietrificare sul posto.
Un nuovo lampo squarciò il cielo, nuovi cigolii invasero la casa e, prima di poter fare alcunché, Harry Potter sentì un dolore lancinante alla testa e cadde a terra perdendo i sensi.

Dopo quelle che gli sembrarono ore, Harry si risvegliò. Nel sottoscala.
Dire che fosse sorpreso era poco.
Era stato tutto un sogno? No. Il dolore alla testa c’era ancora.
Ma allora cosa era successo? 



In un altro luogo, Severus Piton rifletteva su quanto Harry Potter effettivamente assomigliasse al padre.

Grugnì irritato, ringraziando il fatto che Albus gli avesse chiesto di sorvegliare il prescelto: aveva dovuto non solo confondere il ladro che tentava di entrare in Privet Drive e consegnarlo alla polizia babbana, ma anche addormentare il piccolo Potter e rimetterlo in quel buco del sottoscala dove lo facevano vivere i Dursley altrimenti, con tutta probabilità, lo stupido coraggio da Grifondoro che già possedeva lo avrebbe messo in un mare di guai.
Non dovrà mai sapere di questo episodio, stabilì Severus Piton.

In un attimo si smaterializzò nella sua camera da letto e, maledicendo i geni dei Potter e la nottataccia che aveva appena passato, decise di meritarsi una bella dormita.   
Non avrebbe mai più aiutato il figlio di Potter, mai più, e sprofondò in un sonno profondo senza sogni senza sapere che, in un futuro molto prossimo, le sue sarebbero state le ultime parole famose.





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