Note:
Ho
una ricaduta con RAVE *^*Era da molto che volevo scrivere questa one
shot, ma ho trovato solo ora la volontà di buttarla
giù. Il personaggio
di Deep Snow mi aveva colpito tantissimo e poi Lusha... mi sembrava
giusto scrivere anche di un loro possibile futuro. E poi c'è
Shuda. Lui
e Cattleya sono bellissimi!! Perciò ecco sta cosetta. Shuda
è così
sdolcinato... ma suppongo che il re del balletto abbia una certa
sensibilità di fondo u.u
Seconde Chances
-Haru! Un cane!-
-No, è un gatto… -
-E quello?-
-Quello è un cane… -
Cattleya ridacchiò divertita al battibecco fra il suo
adorato fratellino e la sua dolce cognatina. Dal primo momento in cui
l’aveva vista, si era accorta di quanto Elie fosse unica. Era
dolce, ingenua, solare, ma sprizzava forza di vivere e coraggio da
tutti i pori. Perciò i racconti della guerra non le erano
parsi assurde fantasie e l’aveva detto più di una
volta: stimava Elie dal profondo del cuore. Sapeva che, se Haru aveva
trionfato contro Dark Bring e l’Endless, tutto era dovuto a
quella dolce e fragile fanciulla. La stessa che aveva sacrificato i
suoi anni di giovinezza, la sua vita felice per un mondo futuro e
ignoto oltre che per il suo stesso tempo. Erano davvero belli, loro
due, colonna portante l’uno dell’altro.
Sospirando appoggiò il capo sulla spalla di Shuda, che si
godeva la tranquillità di Garage e i battibecchi fra i due
sposini al suo fianco.
-Sono adorabili, eh?- gli disse.
-Già.- rispose lui con un sorrisino a fior di labbra -Forse
un po’ sdolcinati per i miei gusti.-
-Sai… - iniziò lei -Quando si sono sposati ho
invidiato un po’ Elie. L’abito bianco è
il sogno di tutte le ragazze romantiche… -
Shuda la fissò sottecchi per qualche secondo, intuendo la
pericolosità dell’argomento. A guardare il viso
imbarazzato di Cattleya, i suoi occhi sognanti, i suoi gesti, mille
pensieri contraddittori scatenarono il panico nella sua mente.
Non riuscì a risponderle.
Rimase in silenzio col cervello annientato, senza riuscire a mettere
insieme una frase decente da dirle. Qualsiasi cosa sarebbe andata bene!
Una frase spiritosa, una promessa per un futuro prossimo,
un’elegante glissata su un altro argomento, ma nulla.
Optò per quest’ultima scelta senza sapere bene
cosa dire, quando scorse sulla spiaggia sotto la scogliera una figura
familiare.
-Scusa.- disse alzandosi dall’erba. -Devo andare.-
-Shuda… - Cattleya s’intristì -Stavo
scherzando, dai.-
L’uomo si fermò -Non è per quello, ho
ricordato di avere una cosa da fare, torno fra poco.-
Sperò di poterla rassicurare a quel modo, ma conosceva
Cattleya come le sue tasche e avrebbe dovuto affrontare
quell’argomento nuovamente.
Matrimonio?
Lui?
Non era sicuro.
Era un bell’uomo nonostante le cicatrici e il braccio
artificiale, per non parlare della trascuratezza post guerra, sapeva
ballare ed eccelleva nell’arte della spada. Amava Cattleya
dal profondo dell'anima, aveva fantasticato sulla loro vita insieme, si
era divertito a infastidire Haru con la cosa del “potremmo
diventare parenti” ma, modestia a parte, si riteneva tutto
tranne che un buon marito.
Discese a passo svelto la scogliera e raggiunse la figura familiare.
-Cosa ti porta su quest’isola sperduta, membro sostituto
degli Oracion Seis Deep Snow?- lo apostrofò senza reale
malizia. Quello si voltò verso di lui, teso. Fu allora che
Shuda vide che fra le braccia teneva qualcosa. Un fagotto azzurro da
cui sbucavano ciuffi di capelli biondi.
-Ex membro degli Oracion Seis Shuda, potrei rivolgerti la stessa
domanda.- rispose quello, con un sorriso tirato. Shuda lo
squadrò da capo a piedi.
Non indossava l’abbinamento pomposo che lo caratterizzava, ma
una semplice maglia a righe verticali beige e dei jeans.
-Mi sono accasato.- disse, sorvolando sul fatto che scroccava vitto e
alloggio a casa Glory in qualità di compagno di Cattleya
Glory. Dettagli, insomma. -Si potrebbe dire lo stesso di te.-
indicò il fagotto con un gesto del capo.
Deep Snow tacque per qualche secondo.
-Non è proprio così.- disse serio.
Shuda allora guardò bene il bambino. Aveva anche lui
un’aria familiare… dannatamente familiare.
Ricordava una vecchia foto che King gli aveva mostrato. Era una sorta
di demone in terra, ma a volte era così sentimentale
quell’uomo....
-Non sarà… - indietreggiò, gli occhi
spalancati per lo stupore -Lusha?!-
Deep Snow annuì.
-Il mondo è stato salvato, Demon Card è stata
debellata del tutto e la maggior parte dei suoi membri sono stati
arrestati. Sono costretto a nascondermi, ma non mi lamento
però… - guardò il piccolo che dormiva
beatamente fra le sue braccia -Ho promesso a mio padre che sarei sempre
stato al fianco di Lusha, se si sapesse che cos’ha fatto
questo bambino, temo lo rinchiuderebbero di nuovo.-
Shuda era sconvolto. E non solo per quanto l’altro gli diceva
ma perché da quanto potevano saperne Lusha doveva essere
morto, scomparso nel nulla, nell’oblio e non…
-Cos’è successo?- chiese.
Deep Snow scosse la testa.
-Credo sia per lo stesso motivo per cui anche voi tutti e il RAVE
Master siete ancora vivi.-
-La Memoria della Stella… - disse lo spadaccino,
improvvisamente consapevole.
-Penso la Stella abbia percepito forte e chiara la sofferenza di Lusha.
Chissà che adesso non possa vivere una vita diversa e
felice.-
Lo sguardo di Shuda scorreva alternativamente da Deep Snow a Lusha, che
si era portato il dito alla boccuccia e ciucciava incurante di
ciò che gli accadeva intorno.
-Non dev’essere semplice crescere un bambino quando si
è ricercati, suppongo.-
-Infatti.- rispose Deep Snow annuendo -Vorrei lasciare Lusha in buone
mani prima di sparire completamente.-
Colta la scintilla di speranza negli occhi dell’altro Shuda
gli volse le spalle camminando verso la stradina in salita che
collegava l’altopiano sulla scogliera alla spiaggia. Deep
Snow lo fissò interdetto per qualche secondo.
-Haru sarà felice di questo.- asserì Shuda -Ma ti
consiglio di prepararti alla salita, i turisti svengono a
metà strada.-
-Aaaaah! Che carino!- esclamò Cattleya prendendo il piccolo
fra le braccia. Lusha la fissava con gli occhioni dorati spalancati e
curiosi. Alle spalle della mora, Elie lanciava occhiate dubbiose sul
piccolo.
Era carino, non c’erano dubbi su ciò,
né sul fatto che fosse un pargolo indifeso, ma quello era
Lusha! Leggesi: capo indiscusso di Demon Card e psicotico aspirante
alla distruzione del mondo parallelo. Haru e Shuda sedevano allo stesso
tavolo con Deep Snow e discutevano animatamente della situazione.
-Tenerlo io?!- esclamò il Rave Master, gli occhi spalancati
comicamente -Sono troppo giovane per fare il padre!- esclamò
con aria tragica, imbarazzato.
Shuda avrebbe voluto dissentire, visto che il ragazzo sarebbe stato
genitore di lì a poco, ma tacque, sentendosi pericolosamente
osservato dai due.
-No!- esclamò arrossendo. -Non se ne parla!-
Non era pronto per il matrimonio, figurarsi per un
“figlio”. Deep Snow chinò il capo.
-Vi prego, so che è chiedere molto, ma non posso permettere
che lo rinchiudano nuovamente in quelle prigioni. Vi scongiuro!-
-Aspetta! Aspetta! Aspetta!- esclamò Haru quando lo vide
inchinarsi ai suoi piedi -Non ho mica detto che non ti aiuteremo. No?-
Elie, Shuda e Cattleya rimasero immobili, quasi trattenendo il respiro,
il responso finale di Haru. Anche Lusha aveva smesso di ridacchiare per
il solletico che la mora gli stava facendo. Come se capisse quanto quel
momento fosse importante per il suo futuro.
-Garage Island è un posto sperduto, sarà molto
difficile che vengano a cercarvi fin qui. Poi nessuno, eccetto noi, sa
che questo bambino è Lusha perciò
perché non restate qui?-
-Ma… - era basito. Completamente basito. -Ma io… -
-Per Lusha sarebbe molto più facile crescere con suo
fratello.- continuò Haru con un’espressione tenera
e un po’ triste in volto -Quello che desiderava di
più in fondo al cuore era riavere indietro la sua infanzia,
i suoi cari. Forse non potrà riavere i genitori, ma ha
comunque un fratello su cui contare.- e nel dire ciò
lanciò un’occhiata a sua sorella -Sono sicuro che
King vorrebbe questo per entrambi.-
L’ex generale dell’Impero si sorprese di quanto
quelle parole l’avessero colpito nel profondo del cuore.
Avrebbe voluto non piangere e dire qualcosa con maggior contegno, ma i
singhiozzi ebbero il sopravvento e riuscì a mormorare solo
un -Grazie… - appena percettibile.
Nessuno obbiettò, persino Elie, che si carezzò il
ventre con dolcezza e sorrise, per poi prendere il piccolo Lusha fra le
braccia. Lo cullò amorevolmente, con allegria. Era difficile
ma quel bambino aveva il diritto di sentirsi amato.
-Sei contento, Lusha?- gli chiese sorridendo -Sarai al sicuro qui!-
Haru sorrise a sua volta, sapeva che Elie avrebbe accettato
coraggiosamente quella scelta. Sapeva di aver fatto la cosa giusta,
eppure iniziava a temere per la sua vita.
-Sono sicuro che Julia e Musica mi prenderanno a calci… -
mormorò disperato mostrando a Shuda una faccia da cucciolo
bastonato.
-Forse avresti dovuto interpellarli prima di prendere questa decisione.-
L’espressione da cucciolo degenerò e lo spadaccino
inorridì.
-Credo che alla fine non ci saranno problemi.- concesse alzando le mani
a scudo contro quella pericolosa visione dall’enorme potere
persuasivo.
Deep Snow si era ricomposto e sedeva sulla sedia in silenzio, ma non
riusciva a smettere di piangere e sorridere.
E sperare.
“Padre… ”
Sperare nel profondo del cuore che King, ovunque si trovasse, fosse
fiero di lui e li proteggesse. Non aveva mai pensato all’idea
di essere il fratello di Lusha, eppure, Haru Glory aveva fatto
quell'associazione senza esitazioni, come se fosse la cosa
più naturale del mondo. La prospettiva gli scaldava il cuore
sciogliendo il gelo della solitudine che l’aveva accompagnato
per anni fin dalla sua nascita.
Quella sera stessa, Shuda e Cattleya si ritrovarono nella camera di
lui, ad ammirare il mare dalla finestra. La brezza leggera rompeva il
silenzio fra loro. Si era deciso di fare una piccola festa per Deep
Snow e Lusha, Haru era davvero eccitato all’idea ed Elie lo
seguiva a ruota. Plue aveva bevuto come una spugna e poi era arrivato
Musica che aveva preteso delle spiegazioni, ma aveva finito per unirsi
all’allegria generale. Con calma avrebbero spiegato tutto agli
altri ma, come avevano immaginato la reazione di Haru, entrambi
sapevano che il resto dei membri del gruppo avrebbe accettato la
cosa semplicemente perché era giusto così.
Ma c’era un’ultima questione in sospeso e Shuda
voleva davvero fuggire, ma non poteva lasciare le cose come stavano,
perciò, con le braccia incrociate al petto sputò
un rapido e timido -Scusa per oggi.-
-Scusa tu.- rispose Cattleya -Stavo correndo troppo.-
Lui non pareva convinto.
-Non è che no voglia sposarti… -
arrossì violentemente -E’ che non ho la
più pallida idea di cosa dovrebbe fare un marito. O un
padre… -
-Non avrai temuto che decidessi di adottare Lusha?- domandò
la ragazza divertita per poi scoppiare in una risata cristallina.
-Tsk.-
Cattleya continuò a ridere per qualche secondo e quando si
fu calmata, scorse lentamente le dita fra le ciocche rosse di lui.
-Forse dedicarsi a un bambino non fa per te, per ora, ma io so quanto
tu possa essere dolce.- ricordò quello che le aveva detto
Haru, di quando uno Shuda infuriato aveva tentato di infilzare Branci
per gelosia, dei suoi perenni tentativi di far saltare i nervi di suo
fratello con le sue “romantiche” insinuazioni e poi
c’erano i modi amabili con i quali si prendeva cura di lei.
Nonostante fosse un guerriero temibile e fosse stato un Oracion Seis
spaccone e malvagio a suo tempo, quando era con lei, non vi era traccia
di malvagità. Solo un imbarazzo di fondo, forse il timore di
lasciarsi andare del tutto. Cattleya si appoggiò al suo
petto e Shuda le carezzò il capo prima di baciarla
delicatamente sulla fronte.
-Ho paura di dove potrei arrivare.- disse sogghignando.
-Ti sfido a farlo.- rispose lei sorridendo.
Shuda accolse la sfida, sfilandole di dosso i vestiti, con estrema
lentezza, preoccupandosi di rendere quel momento il più
passionale possibile. Era difficile reprimere i suoi istinti violenti,
non era un santo, ma quando era con lei, non aveva volontà
di farle del male in alcun modo. Anche mentre consumavano
passionalmente il loro amore, il suo unico pensiero era di donarle solo
piacere e calore e sentire sussurrare il suo nome con dolcezza dalle
sue labbra rosee era la ricompensa più grande.
Si era sempre chiesto per quale strano scherzo del destino fosse
sopravvissuto alla morte più di una volta, la risposta
più ovvia che gli si presentò alla mente fu che
la vita riserva piacevoli sorprese, offre sempre, in qualche modo, la
possibilità di un futuro diverso.
Deep Snow la pensava allo stesso modo, anche se non aveva fra le
braccia una donna amorevole, ma un bambino indifeso. Non capiva ancora
cosa il suo destino avrebbe avuto in serbo per lui e Lusha, ma la sola
idea di avere una famiglia, di proteggere il proprio fratello e fare la
volontà di suo padre, accrebbe nel suo cuore una speranza
traboccante.
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