Introduzione:
Allora, questa storia innanzitutto doveva
essere pubblicata per Natale.
Ok, lo so, è passato molto tempo da Natale, ma c’è stato un momento (UNO?!) di
forte blocco v.v ma poi alla fine mi so ripresa.
Spero che vi piaccia, davvero, anche se non sono sicura che possa farlo, ma
ormai mi sono impegnata per scriverla e dovrete sopportarmi.
E qui arriviamo con i grazie.
Grazie alla mia beta plubuffy,
alla quale dedico questa ficcy e senza la quale forse
non sarebbe nata. Infondo era lei che voleva leggere una Kyumin…
io mi son solo fatta venire l’idea e ho accontentato!
Grazie a VieEnMusic,
la mia musa e mamma, senza la quale non sarei mai riuscita a finire la mia
storia. A te diecimila volte grazie <3
Infine grazie a Ria-chan
e Umpa_lumpa,
che a loro modo mi hanno sostenuto e spinto a scrivere.
Detto questo buona lettura e…
Buon Natale in ritardo (xD)
All I want for Christmas is
YOU
Natale 2005
Sungmin era uno di quei ragazzi
che non credeva nell’amore a prima vista, di quelli che non credevano nel
destino e che uno stupido biglietto sull’albero di Natale potesse funzionare.
Sungmin aveva solo vent’anni,
ma quasi tutto ciò che si desiderava nella vita. Aveva debuttato con la sua band poco meno di un mese e mezzo
prima, aveva 11 amici fantastici e una carriera che stava per spiccare il volo.
Non gli mancava proprio nulla, eppure sentiva un vuoto inspiegabile stringergli
lo stomaco ogni qual volta vedeva Heechul
chiacchierare fitto con Kibum, o quando il suo amico Eunhyuk spendeva ore a ridere con Donghae.
Inizialmente non era riuscito a spiegarsi nemmeno lui il
motivo, ma il passare del tempo aveva reso tutto più chiaro. Svegliarsi tutti i
giorni con nessuno al proprio fianco o quasi mai con la stessa persona non era
mai stato quello che Sungmin definiva una relazione.
Era il 25 Dicembre 2005, il primo Natale passato con la
band. Leeteuk aveva riunito tutti meticolosamente nel
“salotto”, anche se in dodici si stava un po’ stretti, e con voce autoritaria
aveva annunciato le sue intenzioni.
-Voglio che ognuno
di voi scriva un desiderio e lo appendi all’albero- aveva annunciato come se
non esistesse nessuna replica in merito. Ed effettivamente in un certo senso
era così, ma come era giusto che fosse le lamentele giunsero senza nessun
indugio da determinati elementi della band.
-Io non lo faccio-
quella di Heechul non fu solo una semplice protesta,
ma un dato di fatto. Che la “donna” del gruppo prendesse ordini da qualcuno,
che questo fosse uno dei suoi dongsaeng o il leader
non faceva differenza, non esisteva né in cielo né in terra.
Invece dall’altro capo della stanza, un Kangin piuttosto riluttante cercava di scegliere attentamente
le parole adatte per non ferire il loro leader. –Hyung… quello che sto cercando di dire è che questa cosa è…-
-E’ ridicola- fu
Kibum con il suo scetticismo a porre fine alla
“straziante” lotta interiore di Kangin. Tutti si
voltarono sorpresi verso il 18enne – Uno
stupido biglietto su un albero non vi cambierà nulla- si spiegò meglio ma
sempre con quella calma e indifferenza che lo caratterizzava. Sungmin per un attimo ebbe l’impressione che Kibum potesse leggere nei suoi pensieri.
-Parla con
rispetto, Kibum!- gli ringhiò contro Kangin dandogli uno scappellotto dietro la testa. Non gli
piaceva quando qualcuno si rivolgeva così nei confronti di Leeteuk,
perché diciamocelo chiaro, lui era un camionista nato.
-Kibum ha ragione- Sungmin,
che fino a quel momento era stato silenzioso, aveva d’un tratto deciso di dire
la sua sorprendendo tutti.
-Come ha detto lui
un biglietto non ti cambia nulla, quindi che ti costa a farlo e basta?- scattò
un Ryeowook arrabbiato. Yesung
lo tirò per la t-shirt ma tutto ciò che ottenne fu uno sguardo truce da parte
di questo.
Solo dopo qualche minuto di discussioni i ragazzi
giunsero a quello che era un compromesso: tutti, eccetto Heechul,
furono costretti a scrivere un bigliettino. Armati di carta e penna, ognuno,
chi riluttante e chi eccitato per l’idea, trovò un angolino per scrivere
appartatamente il proprio desiderio.
“Vorrei qualcuno di
cui prendermi cura”
Così recitava il bigliettino di Sungmin,
peccato che nessuno lo avrebbe saputo però.
Some months later
Tutti erano eccitati all’idea di un nuovo membro nella
loro, già grande di per se, famiglia. Tutti mostravano i loro sentimenti e la
loro impazienza nel conoscerlo. Tutti tranne Sungmin
che se ne stava seduto in silenzio e inespressivo al suo posto.
-Chissà chi sarà!
Sono impaziente di conoscerlo. Sarà simpatico?- Erano minuti che Yesung parlava a raffica e torturava, a turno, tutti i suoi
compagni mettendo a dura prova la pazienza di Kangin.
-Io ho sentito
dire che è più giovane di tutti noi!- intervenne Donghae,
altrettanto impaziente nonostante se ne stesse al suo posto, accanto a Hyukjae, buono come un bambino che sta aspettando di
ricevere il suo dolce preferito. L’atmosfera che accompagnava il dormitorio dei
Super Junior era la stessa da un paio di giorni a questa parte, chi sarebbe
stato il tanto atteso nuovo membro?
Lo scatto della serratura fece saltare tutti come delle
molle, Donghae invece che fino a quel momento aveva
mantenuto una posa innaturalmente immobile era scattato in piedi pronto per
dare il suo caloroso, senza ombra di dubbio, benvenuto.
-Ragazzi, lui è Kyuhyun- il leader entrò nella stanza con una freddezza
innaturale. I suoi dongsaeng si guardarono per un
attimo tutti silenziosamente e interrogativi prima di rivolgere un sorriso di
cortesia al nuovo arrivato.
-Anneyeonghaseyo!- il ragazzo fece un profondo inchino
ricevendo a sua volta una risposta generale da tutti quanti. Sungmin rimase seduto silenziosamente al suo posto
indugiando con lo sguardo sul ragazzo che, impacciatamente,
sostava ancora sulla soglia della porta, circondato da alcuni dei pochi membri
che si erano alzati per accoglierlo al meglio.
Quando lo sguardo di Kyuhyun
incontrò quello di Sungmin quest’ultimo si irrigidì. Un
miscuglio di sensazioni mai provate scossero il più grande. Agli occhi di Sungmin, quello, sembrò il ragazzo più bello che avesse mai
visto. Labbra carnose, occhi vivaci seppur confusi e un sorriso fantastico che
gli calzava a pennello. Immediatamente il suo sguardo divenne freddo e lo abbassò.
Sungmin provò una specie di
rancore immotivato nei confronti del più piccolo. Cos’erano tutte quelle cose
che provava? Aveva paura di quei sentimenti.
Natale 2008
Tante cose erano cambiate dal giorno in cui Sungmin aveva incontrato Kyuhyun
per la prima volta. Erano cambiati i giorni, le stagioni, erano passati poco
meno di tre anni da quando lo aveva visto la prima volta e tra di loro era nata
una forte amicizia.
Nessuno dei due sapeva come fosse avvenuto questo strano
avvicinamento, in realtà nemmeno lo ricordavano! Nella loro mente erano da
sempre stati così vicini, anche se Sungmin ancora
aveva impressa la prima visione di lui.
Non gli aveva mai confessato cosa realmente avesse
provato quel giorno, cosa aveva provato vedendo entrare quel ragazzo
dall’aspetto così curioso. In realtà mai glielo aveva confessato perché quel
sentimento indefinito aveva, nonostante tutto, continuato a persistere.
-Kyuhyun-ah! Smettila di giocare con quel maledetto
computer e vieni a letto!- mugugnò Sungmin da
sotto le coperte. Erano ore che il maknae, suo
compagno di stanza, imprecava preso dai soliti videogame.
Nessuna risposta, il giovane era troppo assorto dallo
schermo del pc per dare attenzione al suo compagno.
Un’improvvisa presa alle spalle fece ridestare Sungmin dal suo stato di dormiveglia. Infatti, non si era
accorto che il maknae aveva spento il pc e si era intrufolato nel letto, abbracciandolo.
-C-che cosa fai?- la sua voce allarmata e
sbrigativa fece ridere il più piccolo che, invece di mollarlo, incrementò la
presa.
-Vengo a letto- fu
invece la sua risposta semplice e senza nessuna urgenza, come se la cosa fosse
stata palese, ed effettivamente lo era.
-Ma io intendevo nel
tuo letto!- specificò a questo
punto il povero Sungmin senza respirare. Nonostante
il tempo gelido e la neve che scendeva a fiotti fuori, cominciò a sentire un
insolito caldo ma anche brividi lungo tutta la schiena dove la sua pelle
scoperta era a contatto con quella del maknae.
-Forza hyung, rilassati e respira- la voce calda di Kyuhyun a un soffio dalla sua spalla proprio non era di
aiuto per l’autocontrollo del più grande. Quest’ultimo appunto dovette
richiamare a sè tutte le sue forze per moderare di
nuovo il suo respiro e sentirsi di nuovo rilassato, solamente molti minuti –Visto?
Non ci voleva molto- la voce inaspettata del maknae
tornò a risuonare nella stanza, solo in quel momento Sungmin
si accorse che le sue lunghe dita affusolate gli stavano accarezzando i fianchi
dolcemente. Quasi non ebbe il tempo di realizzare che le labbra del più piccolo
presero posto, quasi timidamente, sul collo candido del maggiore.
Il suo collo automaticamente si tese in avanti come a
voler concedere più spazio possibile a quelle labbra carnose che lo stavano
praticamente mandando in estasi. Solo quando un mugugno uscì prepotentemente
dalle sue labbra, Sungmin capì che forse aveva
oltrepassato il suo limite.
-K-Kyuhyun! Credo sia il caso di dormire…-
la voce riluttante e fredda di Sungmin portò
entrambi alla realtà. L’evil maknae
si staccò improvvisamente impacciato, incapace di dire qualsiasi parola per
giustificare il suo comportamento inopportuno. Non aveva la più pallida idea di
cosa gli fosse preso, semplicemente non era riuscito a trattenere il suo corpo
dal farlo.
-O-ok… buonanotte Sungmin
hyung- Kyuhyun si alzò
rigidamente dal letto per buttarsi immediatamente sotto le sue coperte, per
rimanerci poi in una posa innaturalmente immobile. Nonostante il silenzio
nessuno dei due, quella notte, riuscì a chiudere occhio.
Some days later
Non si erano rivolti più la parola dopo quell’episodio,
se non per questioni puramente lavorative. Si evitavano con lo sguardo, non una
parola e pur di non rimanere soli nella stessa stanza spesso l’uno si faceva
trovare addormentato dall’altro. Insomma, correva un’aria decisamente
imbarazzata tra i due.
Quella mattina, come tutte le altre, fu il maknae a svegliarsi dopo Sungmin.
Il ragazzo non aveva molta voglia di presentarsi in cucina al cospetto degli
altri ed essere sottoposto a vari interrogatori sul perché ultimamente l’umore
dell’evil maknae non fosse
poi così tanto evil. Fu tentato di starsene a letto
ma, alla fine, il buon senso gli suggerì di alzarsi.
-Mmh, buongiorno hyung…-
sbadigliò un Kyuhyun più assonnato di quando
quella sera era andato a dormire, dalle sue occhiaie era chiaro che avesse
passato una nottata in bianco o quasi. Sussultò spalancando gli occhi quando in
un angolo della stanza notò il soggetto dei suoi pensieri intento in una
piacevole chiacchierata con Shindong, per poi tornare
a fissare un po’ nauseato il cibo che Ryeowook, non
sapeva quando, gli aveva messo davanti.
Cominciò a mangiare quasi automaticamente senza staccare
gli occhi dalla “coppietta”, o era solo la gelosia a fargli interpretare le
cose così, che si era appena formata. Avrebbe dovuto fargli i suoi complimenti,
non doveva dimenticarselo.
-Kyuhyun-ah, quell’espressione non ti rende per nulla
bello. Così Sungmin hyung
non si accorgerà mai di te, nemmeno se continui a fissarlo!- Fu con la sua
“cattiveria”, dovuta molto probabilmente a un litigio con Hae
visto la sua assenza in cucina, che Eunhyuk diede il
suo buongiorno al più piccolo di quella strampalata famiglia.
Sungmin, dal canto suo, fino a
quel momento preso dal discorso di Shindong, sputò
quasi tutta l’acqua sul tavolo finendo poi per affogarsi. Kangin,
facilmente irritabile di prima mattina, lo guardò in tralice.
-Ya! Se hai un problema con Donghae non rompere e chiarisci con lui! Kyuhyun-ah non ha bisogno di essere notato mica!- il
più grande non fu per niente tenero e dolce, come da lui invece le persone si
aspettavano, per il suo visino tenero ma soprattutto perché era ben noto il
gran rapporto di amicizia che legava quei due. Il silenzio che ne seguì fece
arrossire il pallido Kyuhyun.
La colazione cominciò tra le chiacchiere di Donghae e Siwon, il borbottio di Eunhyuk, la risata divertita di Shindong
e da oggetti a caso che si spostavano a causa di un Yesung
irrequieto seguito puntualmente da una colorita imprecazione di Kangin.
-Coraggio ragazzi,
tutti a prepararvi o faremo tardi per lo show!- A fare il suo ingresso in
cucina un Leeteuk, con l’aria particolarmente stanca.
Erano giorni che faceva preoccupare tutti con la sua salute e forse fu proprio
per questo che tutti, nessuno escluso e persino Heechul,
si mossero dai propri posti senza nessuna protesta o borbottio.
La parte più difficile, probabilmente, dovettero
affrontarla Kyuhyun e Sungmin,
che di stare nella stessa stanza proprio non ne volevano sapere. In verità Sungmin, a causa dei comportamenti del più piccolo, non
sapeva proprio più che pensare. Era lui che si era fatto trovare a dormire ogni
volta, era stato lui ad evitarlo, eppure… era stato
lui a baciarlo!
-H-h-hyung! Che ci fai qui?- il ragazzo si fermò
incerto sulla soglia della loro camera.
-Kyuhyun… questa è la nostra stanza!- Sungmin invece fissò il ragazzo come se stesse fissando un ritardato
o qualcosa di molto simile. Perché effettivamente sembrava così: il brillante maknae sembrava aver perso qualche rotella tutto d’un
colpo.
Kyuhyun sembrò svegliarsi .
Entrò nella stanza subito dopo, dando le spalle al maggiore, cercando qualcosa
che potesse calzargli, con finto interesse. Non gli era mai interessata la moda
più di tanto.
-Davvero vorresti
mettere quella maglia?- La voce e la presenza inaspettata di Sungmin dietro le sue spalle fece sussultare il povero maknae che di evil, in quel
momento, non aveva nulla –Forza, levati
questa maglia e prova quella grigia che mi piace tanto- le parole furono
detto senza nessun doppio fine, ma Kyuhyun non riuscì
a far a meno di arrossire alla richiesta del suo hyung.
-Hyung, i-io…- tentennò
indeciso cingendosi il petto con le braccia.
-Dai, di che ti
vergogni? Quante volte ho visto Hangeng hyung o Siwon cambiarsi!- Sungmin la buttò sul leggero, ma evidentemente per Kyuhyun non fu così semplice.
-Ovvio, no? Quante
volte avrai visto il loro corpo perfetto, no? – l’angoscia sul viso del più
piccolo fu palese nonostante il tono freddo. In realtà si era sempre vergognato
del suo corpo pieno di cicatrici da quando, dopo l’incidente d’auto, era stato
sfigurato. Se proprio voleva dire tutto, poi, era geloso, da morire.
Come poteva competere con dei corpi così? L’evil maknae si era sempre
mostrato così sicuro di sé in pubblico, ma la verità era che se ci pensava si
sentiva un nulla mettendosi a confronto con gli altri, ed era proprio da questo
che derivava la sua sfrontatezza. Cercava di essere più sicuro.
-Eh già, credo
davvero siano perfetti, e quello che ho pensato anche stamattina…-
Sungmin non comprese minimamente ciò che
affliggeva il più giovane e rispose con nonchalance alla domanda, che poi
domanda non era.
-Già… a chi voglio illudere. Loro sono davvero perfetti…- lo sguardo frustrato di Kyuhyun
sarebbe stato davvero divertente in un’altra occasione se non fosse stato per
il fatto che, sì, era serio. Maledettamente serio e geloso del suo hyung.
-Kyuhyun-ah! Ma che ti prende?- Sungmin finalmente percepì quel cambio di tono. Con un po’
di forza, cinse le spalle del maknae e lo invitò a
sedersi sul letto, imitandolo poi subito dopo. In un attimo tutte le
controversie di quel paio di giorni furono dimenticate.
-Hyung…- Kyuhyun
gemette debolmente indeciso se parlare o meno. Non ci riuscì, non subito
almeno. Dovette fare uno sforzo enorme per guardare in direzione di Sungmin, ma quando finalmente ci riuscì, vide i suoi occhi
carichi d’attesa –Lo vuoi capire che sei
solo mio si o no?-
Le labbra carnose di Kyuhyun si
protesero leggere verso quelle del più basso fino ad unirsi finalmente in un
breve e casto bacio. Sungmin non ebbe nemmeno il
tempo di assaggiare il sapore di quelle labbra che già si erano ritirate,
timide, impacciate, lasciando un certo senso di insoddisfazione su di esse.
Il più grande non diede il tempo di far cadere quel
classico silenzio imbarazzato che immediatamente si avventò con più irruenza
sulle labbra del maknae per assaporarne con lentezza
ogni piccolo brandello. Aveva sempre pensato di farlo, sin dalla prima volta
che lo aveva visto entrare da quella porta al seguito del leader e soddisfare
quel desiderio era molto più appagante che farlo nei propri sogni.
Preso da quel bacio, che infondo entrambi avevano sempre
un po’ sperato, Sungmin involontariamente rese il
bacio più passionale, portando l’atmosfera a surriscaldarsi un bel po’! Kyuhyun, dal canto suo, si lasciò guidare fiducioso dalle
mani decisamente più esperte del suo hyung.
La situazione sembrò svilupparsi in maniera troppo veloce,
infatti, Sungmin, non appena si ritrovò a cavalcioni
sul ragazzino non perse tempo a giocherellare con l’orlo della sua t-shirt.
-Minnie, no aspetta…- mugugnò
Kyuhyun afferrandogli le mani e mettendosi
improvvisamente a sedere. Sungmin guardò confuso il
ragazzo – Tutto questo è così veloce… e… e ingiusto. I-io… il mio corpo non è quello che ti aspetti, non è perfetto
come quello di Hangeng o Siwon,
i-io…-
Le parole balbettanti del minore furono interrotte da un
casto bacio, così stonato rispetto a tutta la situazione che si era creata fino
a quel momento!
-Kyuhyun-ah… durante il Natale di tre anni fa ho… ho desiderato qualcuno di cui prendermi cura. Dopo
qualche mese comparisti sulla soglia del nostro dormitorio e, ti posso giurare,
sei la cosa più perfetta che sia potuta capitare…-
Sungmin era uno di quei ragazzi
che non credeva nell’amore a prima vista, di quelli che non credevano nel
destino e che uno stupido biglietto sull’albero di Natale potesse funzionare. Eppure
eccolo lì, tre anni dopo con Kyuhyun al proprio
fianco. Questa volta dovette ricredersi.