Come il giallo dei tulipani

di Ossimoro rosso
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«Andreas, ti prego non guardarmi in quel modo..rischio di non riuscir a respirare se tu mi guardi così.»disse Viola, buttandosi davanti un ricciolo ramato, guardandolo di sottecchi e nascondendo una risata, poi con forza tirando a sé, sul corpo nudo, una manica di piumone per non sentir il gelo della notte.

«Viola..» disse lui, quasi sussurrando, avvicinandosi a lei e con un movimento veloce, avvicinando il lembo delle sue labbra al suo orecchio. «Sei bellissima» e con una delicatezza immensa mise dolcemente il suo braccio attorno alla sua vita, tutto ciò, sempre guardandola dritto negli occhi , senza staccar minimamente il blu dei suoi occhi da quelli scuri e castani di lei.

«No, Andreas.. noi due siamo belli insieme.» disse Viola, con un eccesso di voce. Quasi volesse che quelle parole rimanessero sospese nell’aria, quasi come se ella stessa non credesse che tutto ciò stava succedendo a lei, in quel momento, in quel luogo, ma soprattutto:  con lui.

L’eccitazione era alle stelle, e lui con fare impetuoso e con un movimento tutt’altro che gentile, le scivolò tra le gambe, la tirò a sé, il piumone intanto destava in un angolo remoto del balcone e l’unico calore che veniva emanato proveniva dal corpo di lei e quello di lui. Il gelo di prima quasi non si sentiva più, tutto si era trasformato in calore, sentimento, continui lunghi sospiri ed ininterrotte ritmiche pulsazioni cardiache.
Andreas continuava a baciarla, e Viola sentiva l’odore di lui ovunque sul suo  corpo e desiderava averne ancora, ed ancora ed ancora… quasi come se il pensiero fosse stato unisono : si alzarono, entrarono in casa, lui si buttò sul letto di lei, ma lei gli fece di no con la faccia, e poi corse nella stanza affianco, lui si alzò, la rincorse, lei su buttò sul letto, lui le si buttò addosso e…


# drin drin – drin drin #

Il suono della sveglia.

- Cavolo- pensò Viola – era soltanto un sogno.–

Poi si rimise a letto, non curante della sveglia che continuava a strillare la sua melodia, si ficcò sotto le coperte, si girò di lato e tenendo aperti i suoi begl’occhioni castani iniziò a pensare al sogno e a quanto avrebbe voluto non ricordare quella sera accaduta quasi un anno fa. 




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