Azzurro, come il cielo d’estate. Grigio, come è diventato.

di _MyDark_
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 Azzurro, come il cielo d’estate. Grigio, come è diventato. 

 Tu, ragazzo dai lunghi capelli miele, occhi grigi e un fisico slanciato.
Tu, che mi guardavi, sorridevi e con la mano mi salutavi. Tu … che sei semplicemente te stesso, non hai paura del giudizio degli altri e sei maturo.
Tu … che tempestavi i miei incubi ma ora i miei sogni. Già, i miei incubi. Tu per me eri una minaccia: eri bello, intelligente, popolare e … dolce. Quella dolcezza mi ha portato ad amarti. Sorridevi a tutti, aiutavi, offrivi. In ognuno, anche negli estranei c’era il tuo cuore.
Tutti quelli, che ora sono lì a piangere.
“dimmi che mi odi! Abbi almeno il coraggio di farlo!”
“no. Mentirei dicendoti che ti odio. Ora devo andare, a domani.” E con quel solito sorriso, così puro e sincero, te ne andasti. I tuoi lunghi capelli erano mossi dal vento, i tuoi occhi riflettevano l’ iride per via del sole che li attraversava.
Xxx
Quel giorno tu eri assente. Ero felice: non avresti scocciato o rotto per tutta la giornata scolastica. Il professor Poseidon entrò a testa bassa. Eravamo tutti in piedi quando lui, con gli occhi ancora rossi di lacrime esclamò: << ci ha lasciati. >>
Era solo una coincidenza che tu mancavi e il prof. ci dava un annuncio funerario?
<< Atena Tomo, oggi ha perso la madre. È deceduta stamane, si pensa un infarto.  >> non ascoltai il seguito. Tirai un pugno al banco mentre il mio viso veniva rigato da lacrime e rancore, e scappai. Scuola … chi se ne frega della scuola, quando un parente ti lascia?
<< sei qui? >>
<< per ora sì, ma il terremoto è vicino. Non mi salverò, me lo sento. >> piangeva un po’. Poi ha riso.
<< mi abbracci, Hepa? >> “Hepa” ... mi ha dato un sopranome! Mi avvicinai e lo strinsi forte a me. Lui era sul letto, mi sdraiai su di lui, gli feci mettere la testa sul mio petto mentre gli tenevo il polso. Sentivo i suoi battiti, e lui sentiva i miei. Mi baciò il petto.
<< scappa. Mettiti in salvo, e metti in salvo il mio IO nel tuo cuore, affinché posso ritrovarlo alla fine di queste tenebre. >> piangeva. Lui era sensitivo, aveva certamente previsto il terremoto, o un'altra catastrofe.
Si senti una scossa. La luce che entrava dalle finestre era rossa. Atena si abbandonò alla natura, chiuse gli occhi e sospirò.
<< stammi vicino, se moriremmo voglio che nei miei occhi rimanga impressa la tua immagine. >> sussurri al vento.
Un abbraccio, delle lacrime e un sorriso. Un sorriso che anche la dea della bellezza avrebbe invidiato.
<< addio. >>
Una parola che come un piccolo petalo si disperdeva in un immenso prato. Le farfalle, la luce e lui. Ecco cosa la mia mente vedeva.  
“scusami” ecco cosa Atena realmente pensava. “volevo dirtelo, ma non ci sono mai riuscito. Risplendevi troppo e solo ora voglio che tu risplenda di più. Risplendi come una stella, e la mia insulsaggine spero ti faccia risplendere di più. Porta il mio io dentro al tuo cuore, così che alla fine di questo labirinto io possa finalmente trovare …
                                                    …. Il mio angelo.”
 




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