Bambola gotica

di Pervinca_
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HHHHPPPP Astrid si svegliò di colpo,trattenendo appena un'urlo.
Le capitava spesso ultimamente.Neanche si ricordava cosa mai l'avesse spaventata tanto.
Bah,sogni...
Scosse la testa e si guardò intorno. Alcuni dei ragazzi dormivano ancora pesantemente cullati dal chiacchericcio monotono degli altri e dal costante brontolio del treno.
Attorno a loro,sparsi per tutto lo scompartimento,i resti di un pranzo frettoloso si facevano ancora vedere.
Astrid guardò fuori dal vetro appannato. La pioggia non sembrava voler diminuire,quasi li stesse seguendo.
- Dove siamo?- chiese atona.
- Manca poco ormai. Dovresti andare a indossare la divisa,credo.- rispose Andrew Lowett.
Astrid annuì,distante. Prese la divisa e uscì in corridoio alla ricerca del bagno dove cambiarsi.
Una volta trovato Astrid cominciò lentamente a svestirsi,ancora stranita.
Aveva ancora un'irrazionale voglia di piangere,superata da uno strano senso di rassegnazione e frustrazione repressa.
Torpore...
Per qualche secondo rimase a guardare la veste scura.
Metterla avrebbe significato davvero non poter più tornare indietro.
Non fare la stupida...
Si svestì con rabbia,posando poi i vestiti appallottolati sul ripiano del lavandino.
Quando fu pronta non potè evitare di darsi un'occhiata.
La divisa di seconda le stava larga e lunga,il mantello scuro la rendeva più simile che mai a Mizar .
Anche così la situazione non variava molto. Restava sempre la solita bambolina gotica,truccata troppo di scuro,spettinata e sola.
Questo stranamente la fece sentire un po' meglio. Lei era sempre lei.
Abbozzò un mezzo sorriso che suonò estraneo al suo volto,poi si affrettò ad uscire stringendo al petto i suoi vestiti.
Era quasi arrivata al suo scompartimento ,passando attraverso il mare di studenti totalmente inosservata,quando sentì qualcuno tirarle i capelli.
Chi è il deficente che fa scherzi così infantili?
Si voltò di scatto.
Il ragazzo della stazione le teneva la punta della coda,giocherellandovi con aria distratta.
- Salve,Astrid Craw-
Astrid rimase per un'attimo imbambolata sentendosi una totale deficente,senza sapere bene cosa rispondere.
Cosa voleva questo?
- Come sai il mio nome?- il tono le uscì meno tagliente di quanto avrebbe voluto,ma non poteva lamentarsi.
-Io so tutto.-
Ok,capito. Era il classico sbruffone rompiscatole.
Quando riusciva a inquadrare la gente,Astrid si sentiva in territorio meno scivoloso.
Si girò del tutto,fino a trovarsi di fronte a lui,le braccia incrociate sul petto e l'espressione strafottente che dava tanto i nervi a sua madre.
- Ah,davvero?- si limitò a replicare.
- Sì.- rispose quello semplicemente.
Astrid lo osservò per qualche secondo. Era dieci centimetri buoni sopra il suo metro e settanta,il viso palliso e serafico era contornato da capelli neri e lisci,disordinati,la cui frangia irregolare copriva atratti gli occhi di un verde-giallino innaturale. Non le aveva ancora lasciato i capelli,che stavano cominciando a tirare,e non sembrava intenzionato ad andarsene.
- E tu chi saresti,di grazia?-
- Segreto.-
Astrid si stava agitando,anche se cercava di non darlo a vedere. Odiava non avere la situazione sotto controllo.
- E cosa vorresti da me,esattamente?-
Quello si limitò a sorrridere,mentre Astrid reprimeva la tentazione di tirargli un pugno in faccia.
Non era proprio dell'umore per dar retta a quegli stupidi scherzi. Voleva stare ancora un po' a crogiolarsi nel suo dolore,sola e in santa pace.
Ma non era il caso di finire nei guai prima dell'arrivo.
In quel momento notò che la sua divisa non aveva lo stemma della casa,nè colori contraddistinguenti. Doveva essere un'altro dei ragazzi del programma.
Non che questo glielo rendesse più simpatico.
- Se non vuoi dirmi cosa vuoi,non ho voglia di passare l'ultima parte del viaggio impalata qui,quindi ti pregherei di lasciarmi i capelli.-
Lui sorrise ancora,poi la lasciò andare.- Ci si vede,Astrid Craw- infine sparì nella folla.
Astrid si voltò e fece per tornare nello scompartimento alle sue spalle,trovandosi Lowett a pochi centimetri dal naso..
Sobbalzò.
- Scusa non volevo spaventarti.- disse senza guardarla,fissando il corridoio con aria contrariata.- Chi era quello?-
- Non lo so.Non l'avevo mai visto prima e non mi ha detto il nome.-
- Cosa voleva da te?-
Astrid trattenè una risata fuori luogo,sentendosi ridicola.
- Non so nemmeno questo!-
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Astrid si guardava attorno,nervosa. Il treno si era fermato da qualche minuto e gli studenti si trovavano in balia della pioggia.
Non aveva la più pallida idea di che fare.
Una donna stava chiamando i bambini del primo anno,ma Astrid non sapeva bene come definirsi. Era il suo primo anno lì,ma doveva frequentare il sesto...
Gli studenti che le passavano accanto non la degnavano di uno sguardo,e i ragzzi con cui aveva condiviso lo scompartimento sembravano essersi dileguati.
-Che strano,Hagrid non c'è...-
- Magari ha dato le dimissioni...-
- Hagrid...non accompagna lui i primini di solito?-
Sentiva i discorsi attorno a sè,ma non vi trovava nulla che potesse tornarle utile.
- Credo che tu debba andare alle barche,sai?-
Astrid si voltò grata in direzione della voce.
Luna Lovegood le sorrise.
- Grazie mille!-
- Di che,figurati... reggiti durante la traversata...-
Poi corse verso una delle carrozze senza cavallo,che cominciavano a spostarsi lentamente.
Astrid raggiunse la riva,ringraziando di aver messo gli stivali mentre affondava con i piedi nel fango.
In breve si ritrovò seduta su una barca di legno,con altri tre ragazzini troppo grandi per il primo anno ed in balia delle onde.
Astrid si trovava stranamente a suo agio,nonostante il freddo per i vestiti bagnati e gli scossoni.Il castello compariva piano piano dietro le nuvole,sempre più grande, in tutto il suo splendore.
Per un momento Astrid scordò la sua avversità e si lasciò rapire dallo spettacolo dei fulmini che illuminavano la sagoma scura del maniero battutto dalla pioggia.
Hogwarts...
Dopo averli fatti asciugare un po',un'austera professoressa che si presentò come McGranitt condusse la folla di ragazzini tremanti, seguita più lentamente dai "fuori posto", nella sala grande.
Davanti a tutta la scuola.
Agli occhi della ragazzina la folla di studenti sembrava un esercito di squali affamati.
Fame di dolore...
Astrid si strinse nelle spalle,cercando di diventare invisibile mentre i primini si mettevano in fila davanti al cappello.
Loro rimasero da parte,in piedi,vicino al portone di ingresso.
La ragazzina si appoggiò al muro lasciando scorrere lo sguardo per la sala.
I quattro tavoli,le candele,il soffitto...tutto così bello....eppure così distante.
Gettò un'occhiata agli altri ragazzi che si erano trovati in mezzo al progetto.
Una ragazzina dalle trecce castane e le lentiggini,doveva avere più o meno tredici anni si guardava attorno spestata. Una coppia di gemelli,un maschio e una femmina, con i capelli castano-rossicci sui quindici si tenevano per mano,dandosi conforto.
Fortunati....
Una biondina slavata di circa quattordici anni si stava osservando le unghie con falso interesse, un paio di dodicenni si squadravano a distanza,diffidenti.
Astrid era tra i più grandi insieme a un paio di ragazzi che sembravano dell'ultimo anno e ovviamente il tipo del treno, che naturalmente fissava lei con una calma esagerata.
Stupido...
Astrid chinò il capo,sforzandosi di ignorare gli sguardi curiosi che li circondvano.
Mano mano che i nomi scorrevano e il suo turno ad essere smistata si avvicinava,sentiva le sue sicurezze crollare come un castello di carte,mentre il suo cuore aumentava i battiti.
Ecco,toccava a loro,ai ragazzi del progetto.
I minuti passavano con una lentezza esasperante,mentre Astrid avvertiva la consapevolezza che mettere quel cappello avrebbe significato stringere del tutto il nodo che l'avrebbe legata a quella scuola,a quel mondo.
Strinse i pugni,facendosi cadere sullo sgabello,rigida come un manico di scopa.
Sentiva i bisbiglii della sala, ma fortunatamente non poteva vederli,gli occhi coperti dalla frangia.

- Sei confusa ragazza...-
Una voce gentile le rimbombò in testa,mentre le unghie dallo smalto rovinato affondavano nel legno dello sgabello.
- Confusa,rabbiosa,spaventata...irrequieta.-
Astrid sentì il sapore del sangue mentre stringendo i denti si tagliava le labbra esangui. Odiava che la leggessero come un libro aperto.
In fondo,forse non voleva essere capita.
Almeno non da un ammasso di feltro.
- Sta calma ragazza irrequieta....hai una mente davvero contorta sai? E agitandoti in questo modo assurdo complichi la situazione...mmm....sei strana .... ma credo ci sia una sola casa per te.... CORVONERO!-
Astrid si tolse il cappello e si alzò, e fissadosi le scarpe slacciate si diresse al tavolo indicato. Si sedette mesta,il viso coperto dai capelli,fissando il suo riflesso nel vuoto piatto dorato.
A qualche sedia di distanza due ragazzette la stavno già fissando divertite.
Ecco a voi la nuova attrazione,una strana ragazza banale,troppo alta,troppo piatta,troppo poco carina per essere niente di più che un incompreso,irrequieto,animale in gabbia.
Benvenuta nel tuo nuovo teatrino Astrid. Ormai sei già legata ai tuoi fili,bambolina gotica.
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Grazie per aver letto!

Per sara: Scusa, credo di non essermi spiegata bene. Semplicemente in ogni capitolo paragono qualche personaggio ad una bambola,un giocattolo,qualsiasi cosa legato ad esso. Voldemort non deve comandare nè Luna nè Astrid,per ora è soltanto una figura di padrone minaccioso che cerca di comandare il mondo magico in generale,rappresentato dai burattini. I paragoni sono solo metafore (per ora). Spero di essere riuscita a chiarire ^^ Grazie per i commenti!

Ringrazio per le recensioni MistralRapsody,lockheart ( grazie tantissime di tutto!!),Mosa e __darklily__( grazie ancora per i giorni passati insieme!)


Continuate a recensire

Grazie mille















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