Il matrimonio dell’anno era
lì, ad un palmo dal mio naso,
mentre me ne stavo in macchina a sentire canzoni deprimenti, mentre
aspettavo
anche io come alcuni degli invitati ammucchiati davanti il portone
della
chiesta, l’arrivo della sposa. Come lui che
l’avrebbe sposata.
Un misto tra rabbia e gelosia mi fece ribollire il sangue
mentre sbattevo più volte la testa contro lo schienale del
sedile. Lui non
sapeva neanche quanto fosse fortunato a poterla avere. Non si era
neanche
accorto che lei lo stava sposando per paura di non riuscire ad ottenere
tutto
ciò che aveva sempre desiderato, e dire che ce
l’aveva ad un palmo di naso.
Sospirai prima di decidermi a scendere dall’auto e fare
compagnia agli altri mentre vedevo il quarte back dei Titans sposare la
stella
del Glee Club del McKinley, l’unica ragazza che mi avesse mai
fatto battere il
cuore all’insaputa di tutti. Fu proprio in quel momento,
mentre tornavo a
pensare ai miei sentimenti per lei, a quanto l’amassi davvero
– motivo per cui
avevo lasciato Kurt un paio di mesi prima – scendendo
dall’auto, che vidi la
berlina nera fermarsi davanti alla scalinata della cattedrale della
città.
Girati, pensai, guardami
anche solo un istante e scappa con
me. Ma lei non si girò in quel momento ed io
abbassai il capo, rassegnato
mentre aspettavo che lei facesse il suo ingresso trionfale, senza
rovinarle
quel momento perfetto.
Quando non sentì più l’ave maria
– che lei stessa aveva
scelto per attraversare la navata accompagnata da entrambi i suoi padri
– mi
affrettai a salire anche io le scale, rimanendo in piedi, in fondo alla
chiesa
per non essere visto, dopotutto non ero venuto lì per
festeggiare. Mi guardai
però intorno, ogni cosa gridava Rachel Berry: dalla scelta
dei fiori candidi e
bianchi con solo un tocco di colore – le bacche tra i petali
– alla musica dei
violini in sottofondo per tutta la cerimonia, persino i vestiti delle
testimoni
erano nello stile della ragazza. E così spostai lo sguardo
su di lei,
bellissima in quel giorno mentre era girata verso di lui e tremava. E
sapevo che
lui non avrebbe capito che quella non era emozione ma frustrazione.
Avevo talmente passato tanto tempo con lei da capire ogni
suo minimo gesto. Sapevo che quando abbassava di poco il capo e
aggiustava la
frangetta con un dito e faceva il suo mezzo sorriso era imbarazzata ma
di
sicuro sapeva di meritarsi il complimento appena ricevuto, sapevo che
arricciava leggermente le labbra quando le cose non andavano proprio
come
voleva lei, che le tremavano le mani poco prima di mettersi a piangere,
che
aveva degli occhi che ti leggevano l’anima, scintillanti e
pieni di emozioni..
occhi che non vedevo da troppo tempo vivi. Avevo così
imparato che ultimamente
quando aveva paura ed era insicura tremava appena, per frustrazione e
rabbia,
perché doveva accontentarsi. Proprio come faceva adesso.
La sua frustrazione si tramutava nella mia che ero lì, senza
poter fare nulla anche se in quel momento il prete si rivolgeva a tutti
per
sapere se c’erano obiezioni, ma era chiaro che stava
minacciando i presenti
affinché facessero silenzio. Lei però si era
girata, proprio in quel momento, e
scambiò un’occhiata con me e allora avrei solo
voluto gridare che quella donna
era fatta per me, che l’avrei amata io
per il resto dei miei giorni, in salute e in malattia, in ricchezza e
in povertà,
nella gioia e nel dolore finché morte non ci separi.
Ma avevo perso il mio momento, il prete non aveva aspettato
quello sguardo, quella muta preghiera della ragazza dei miei sogni che
sposava
un povero fallito che la stava sposando solo per poter dire di aver
fato
qualcosa nella sua mera esistenza. Nessuno aveva aspettato me. Lei
sì, lei era
ancora girata verso di me, supplichevole.
Lei mi aveva
aspettato tutto il tempo finché Finn non richiamò
la sua attenzione guardando
nella sua direzione perché dovevano scambiarsi gli anelli, e
vide me, o meglio
le mie spalle mentre uscivo fuori dalla chiesa lasciando cadere una
busta e
correvo giù per le scale, aprivo la portiera
dell’auto e correvo veloce,
spingendo l’acceleratore, lontano dal mio sogno svanito.
‘Cara
Rachel,
che strano iniziare
una lettera pur sapendo che non la riceverai mai, non leggerai le mie
tristi
confessioni sul mio amore per te, perché sono un codardo,
perché neanche adesso
ho il coraggio di farti avere questo foglio che potrebbe cambiare la
tua vita.
La verità è che a me
la tua vita mi piace così com’è. Mi
piacciono i tuoi sogni, le tue speranze, le
idee sul tuo futuro, mi piacciono il tuo sorriso e i tuoi occhi quando
ci
pensi, quando ne parli. Mi piaci tu. Ma tu.. non sembri più
la stessa da quando
hai accettato quell’anello, eppure continui apicercmi, anche
quando ti mordi il
labbro perché sei preoccupata che qualcuno scopra che non lo
ami più da tempo.
Io ti ho smascherata però, Berry, e vorrei che anche gli
altri lo facessero e
ti salvassero dal tuo stesso male.
Ecco perché ti scrivo,
per salvarti con dell’inchiostro che non vedrai mai. Mi metto
la coscienza al
posto però.
Se le persone
iniziassero a scrivere di più per salvare gli altri a
quest’ora il mondo
sarebbe un posto migliore, non trovi? Se scrivessero tutti i
sentimenti, se
solo riuscissero a mettere l’amore nero su bianco e tutti i
patemi che esso
offre minuto per minuto… allora avremmo in mano tutto
l’oro del mondo, la vera
felicità. Perché.. cos’è un
posto senza amore? Ma amore non si può toccare,
vedere, descrivere a volte perché non ci sarebbero mai
parole abbastanza adatte
a carpirne ogni minima sfumatura. E poi, la verità
è che la gente ha smesso di
scrivere tempo fa, proprio perché non aveva più
parole.
Le parole ti sono mai
finite Rachie? Sei mai rimasta senza? Con la bocca semi aperta cercando
di
trovare un vocabolo e poi richiuderla perché ti sei data per
vinta?
Ecco, io mi sono dato
per vinto. Con te. Con l’amore. Non avevo più
parole e queste sono le ultime che
mi restano e le scrivo a te.
Rachel, vorrei poterti
guardare negli occhi e salvarti, portarti via lontano da Finn e farti
tornare
libera, farti vivere ancora nei tuoi sogni, darti la speranza che la
lettera
della NYADA sta per arrivare con su scritto
‘accettata’, perché se qui
c’è una
sola persona che si merita quel posto sei tu. Ti salverei e ti terrei
tra le
mie braccia. Ti salverei e ti poterei da ora a New York, facendoti
continuare
per la tua strada, rimanendo dietro per poterti sorreggere se mai
cadrai, ma
sono sicuro che non lo farai. Sei forte tu, più di quanto
hai mai immaginato.
Lui ti ha mai detto
che ti salverà? Che continuerà a credere nei tuoi
sogni più di te? Che ti ama
per come sei e non cambierebbe nulla di te, speranze comprese?
Perché è questo
che ti sto dicendo io.
Ma io non sono
nessuno, e tu rimarrai ancora all’oscuro.
Ti amo Rachel Berry,
ma non lo saprai mai.
Tuo, per sempre,
Blaine.’
✰✰✰✰✰
GirlOnFire’s
Notes.
Questa FF porta il titolo di una canzone di Ne-yo,
a
cui mi sono ispirata, spero tanto di avergli reso giustizia
perché è una delle
mie preferite.
E.. niente, mi piacerebbe sapere se voleste un
continuo, una risposta da parte di Rachel, perché lei la
lettera la legge
eccome. :)
Let me know, GirlOnFire. ♥
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