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Disclaimer: Ebbene sì, i
personaggi di Eleazar ed Ezekiel
Mi appartengono ©
HO SEMPRE SOGNATO DI DIRLO.
.: Ricordati di Cosa Dice la :.
.: Bibbia :.
{ I Dieci Comandamenti
Di un Angelo Custode e di un Demone Consigliere }
I.
“ Non avrai altro Dio fuori che me.
Non ti fare nessuna scultura, né
immagine
delle cose che splendono
Su nel cielo,
o sono sulla terra,
o nelle acque sotto la terra.
Non adorare tali cose, né servir
loro, perché io,
il Signore Iddio, sono tuo,
sono un Dio geloso, che puniscono
l’iniquità
dei padri nei figli fino alla terza o
quarta generazione
di coloro che mi odiano;
ma uso clemenza fino alla millesima
generazione
Verso coloro che mi amano
E osservano i miei comandamenti.”
Esodo, 20 3-6
Il Signore è il mio pastore-
-Allora avevo ragione! I tuoi non sono riccioli, è
lanugine di pecora!-
Ezekiel socchiude una palpebra e l’occhiata che
lancia ad Eleazar è tanta carica d’astio che il Demone si affretta a chiudere
la bocca; non manca però di sottolineare il proprio divertimento inclinando
diabolico l’angolo sinistro delle labbra.
-Non manco di nulla; su pascoli erbosi mi fa
riposare, ad acque tranquille mi conduce-
Un attimo di sospensione, una ruga speranzosa si
disegna tra le sopracciglia bionde dell’Angelo: vuoi vedere che questa volta riesco a finire il Salmo senza dover
ricorrere ai piatti da portata?
-Quindi a Dio piace bucolicheggiare? Non sapevo fosse un hippie!-
Un sibilo irato, segno che Ezekiel è sul punto di
usare la propria aureola come lo scudo di Capitan America; Eleazar sogghigna,
dondolandosi sulla sedia. Cambia canale una due, tre volte e lo fa il più
rumorosamente possibile: mastica e ciancica una patatina tra i denti, latra e
ride, batte un pugno contro il tavolo e abbaia qualche commento poco ripetibile
alla modella in intimo di turno.
-Mi faresti pregare in pace santa pace, per l’Amore
del Signore?- l’Angelo poggia la guancia sul pugno chiuso e assottiglia gli
occhi. Con un dito disegna sul tavolo tante piccole forche, immaginando che per
ognuna di esse ci sia la penzolante testa del Demone.
-No ~ Eleazar gli rivolge un sorrisetto di deliziata
cattiveria -Sono così noiose, Ezekiel! Ormai le ho imparate a memoria anche io-
-Non ti farebbero male-
-A parte piagarmi la lingua, attorcigliarmi le corde
vocali, farmi diventare idrofobo con schiuma alla bocca compresa nel prezzo-
Ezekiel fa spallucce e questa volta è il suo turno
di sogghignare.
-A me non dispiacerebbe la cosa- commenta, innocente
-Così te ne stai zitto per un po’ e risparmio sui piatti da portata-
-Comprali di plastica-
-Scherzi? Non ti farebbero abbastanza male-
-Ah ah ah- il Demone rotea gli occhi al soffitto,
salvo poi reclinare la testa e guardare Ezekiel con espressione particolarmente
mefistofelica.
E all’Angelo quell’espressione non piace. Perché quando mette su quello sguardo, Eleazar è solito
dare sfoggio della propria scempiaggine in mille ed uno modi possibili, dal
proporre un utilizzo –a suo dire- molto più interessante della panna montata,
al passare la serata in soli boxer, gnaulando e guaendo qualche povera canzone
metal. Adesso gli è presa la mania di Iron
Man, ma perché a conti fatti è diventato una groupie di Tony Stark.
-Che cazzo
hai da guardare, Eleazar?- Ezekiel si morde la lingua.
L’aver imprecato è un punto di vantaggio che il
Demone ha su di lui, già lo vede dallo scintillio inquietante degli occhi
cremisi.
-Andiamo, Ezekiel ~ cinguetta, tutto carino e
coccoloso, sporgendo il labbro inferiore come un piccolo infante maltrattato e
bisognoso di affetto -Dio ti fa felice quando sei scontento, io ti faccio
vedere i cartoni quando ti schiaccio sul lavoro portando il Protetto sulla mia retta via. Dio è la tua Luce quando
fuori è buio, io ti ho regalato la torcia di Thor. Dio ti nutre quando hai
fame, io ti preparo le mie deliziose e invidiate melanzane caramellate-
L’Angelo avrebbe qualcosa da ridire sulle deliziose e invidiate melanzane caramellate,
ma Eleazar gli fa cenno di tacere -E nemmeno riuscirebbe a dire qualcosa, preso
com’è dal sangue che defluisce con un guizzo dalle guance.
-E poi, io ti ascolto quando preghi, Dio rimane in
silenzio. Io ti lancio il maglione quando hai freddo, Dio non ti paga neanche
il riscaldamento. Io ti compro un barattolo in più di Nutella quando sei
triste, Dio al massimo ti fa sbocciare una gerbera-
Il ghigno diventa affilato, Ezekiel sa di doversi
prepara alla stoccata finale. Per cui socchiude gli occhi in risposta, storce
la bocca e alza il mento con fare orgoglioso.
-Allora dimmi, Ezekiel, mia piccola abat-jour con le
ali, chi si preoccupa di più di te? Chi è più degno del tuo amore? Non merito
forse di essere io, Eleazar, il Signore Dio tuo?
-Ti ho anche regalato l’action figure di Mosè!-
Il rumore del telecomando che si frantuma sulla
testa di Eleazar –e la conseguente bestemmia del Demone- è una risposta più che
eloquente a quell’accozzaglia di domande retoriche.
Ezekiel si rizza in piedi e se ne torna in camera,
sbattendo la porta, le guance chiazzate di rosso.
Idiota, mentecatto, imbecille di un Demone.
E poi, a lui piacciono le gerbere, oh!
“Felicità e grazia mi saranno
compagne
tutti i giorni della mia vita,
e abiterò
nella casa del Signore
per lunghissimi anni.”
Salmo
23
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