N.A.Questa
storia l'ho scritta circa due anni fa e l'ho ritraovata nei meandri
della mia cartella solo l'altro giorno, così ho deciso di
metterla perchè mi sembra uscita molto bene. Anche se di
questo genere su Lucius e Severus se ne trovano molte più o
meno come questa: non ho la faccia per farli andare altre qualche
bacio! Però sono troppo carini, davvero. (Hey, Lori93! Mi hai
detto che tu adori Lucius, ma non so se ti piace anche questo
pairing: spero di si!).
Nota del 23 Agosto 2009: rileggendola ora, Lucius e Severus mi risultano un pochino OOC alla fine della storia, ma solo alla fine; il pairing in generale è pensato con cognizione di causa, perchè un loro rapporto che va oltre l'amicizia sarebbe abbastanza plausibile (ovviamente parlo di quando sono giovani). Bene, finita questa lunga premessa, vi auguro buona lettura!^^
Nota del 10 gennaio 2016: Gesummariaegiuseppe!! Ma cosa ho scritto?! xD No veramente! L'ho riletta oggi per la prima volta dal 2009 e - OH MAMMA! - è la cosa più OOC e sdolcinata che abbia mai partorito!!
A parte che c'ho buttato dentro Severus, Lucius e Bellatrix così, ad minchiam, tanto chissene del rigore cronologico. Ma poi uno che piange come un rubinetto, l'altro che sembra stia recitando una canzone d'amore degli anni '90 xD
Però giuro che rileggendola ho riso come non facevo da un pezzo, è stato uno spasso! Quindi la lascerò comunque come cimelio storio, ma per correttezza verso il genere umano ci piazzo un bell'OOC e un fluff grandi così tra le note.
Perciò prendetela come quella che è e fatevi due grasse risate anche voi x'D
Il
tuo sorriso
Ti prego,
fa che non sia vero!
Ti prego,
non farlo umiliare un’altra volta!
Ha già
sofferto abbastanza senza dover affrontare pure questo.
Sto correndo
verso il giardino. Non ho più fiato ormai. Investo tutti
quelli che mi capitano a tiro, non mi fermo neanche per scusarmi. E
mentre corro prego, spero, supplico il cielo che quello che ho
sentito non sia vero.
Ero in sala
comune, stavo discutendo con Bella e Rodolphus. E mentre parlavamo,
un gruppetto del primo anno entra tutto eccitato, urlando: “Ehi!
C’è qualcuno che si pesta, in giardino!”
Mi alzo di
scatto, faccio cadere Bella dalla sedia e mi avvento su uno di quei
bambini: “Chi è? Chi c’è in giardino?”
“Conosco solo Potter, gli altri non…”
Non lo lascio
neanche finire. Ho già capito.
Severus.
Raggiungo il
Salone d’Ingresso, spalanco il portone e mi precipito fuori,
oltre il ponte e poi giù per il sentiero. Mi fermo dietro un
albero. C’è un sacco di gente radunata intorno a due
persone: ci sono quei bastardi di Potter e Black, ma non vedo
Severus. Forse mi sono sbagliato. Ora però vedo un tizio, gli
hanno fatto un incantesimo e l’ hanno appeso a testa in
giù.
Fa che non
sia lui! Non può essere lui. NON DEVE ESSERE LUI!
Oh mio
Dio, no!
L’
ho visto, è lui! Severus! Maledizione!
Quei
maledetti bastardi, lo stanno ridicolizzando di fronte a tutti!
Devo fare
qualcosa, devo assolutamente mettere fine a quella tortura. Ma come?
Rimango
immobile a riflettere. Potrei andare là e schiantarli tutti e
due, ma Severus di certo non vorrebbe: si vergognerebbe ancora di
più. E non posso neanche chiamare i professori. Devo riuscire
a farli allontanare.
Giù,
intanto, è arrivata pure la Evans: si è messa davanti a
Severus e sta urlando qualcosa. L’ hanno messo giù,
finalmente. Stanno discutendo ancora e poi Evans se ne va.
Maledizione! L’ hanno di nuovo appeso a testa in giù e…
CAZZO!! Potter gli ha tolto le mutande!
“Relascio!”
dico a voce bassa, anche se in questo momento vorrei gridare. Ho
puntato la bacchetta su una pietra, quella che mi è sembrata
più pesante e l’ ho lanciata addosso a Potter: l’
ho colpito in pieno stomaco. Lo vedo cadere per terra, così ne
approfitto e schianto Black. Nessuno sembra essersi accorto di me.
Severus è
atterrato e si sta rivestendo. Lupin sta cercando di farli rinvenire,
poi gli fa un incantesimo e li porta verso il castello. Io mi
nascondo e li vedo passare a fianco; ci sono anche tutti quelli che
stavano guardando.
Ormai non c’è
rimasto praticamente nessuno. Scendo di corsa, rischio anche di
cadere. Lo raggiungo, mentre si rimette la borsa in spalla.
“Sev!
Stai bene?” Lui non mi risponde. Gli metto le mani sulle spalle
e lo scuoto con forza; lui si dimena e si allontana.
“Severus,
mi vuoi ascoltare? Fermati!” ma si è messo a correre
verso il castello. Lo rincorro, sta andando verso i sotterranei. Sta
per entrare nella sala comune, però riesco a prenderlo per un
braccio e lo trascino via. Lui non parla. Cerca di liberarsi dalla
mia presa, ma non spiccica parola, neanche un debole suono.
Ho deciso di
portarlo nell’unico posto dove ho accesso solo io e dove
potremo stare in pace: il bagno dei Prefetti.
Mi sbatto la
porta alle spalle e mi giro verso di lui. Non mi guarda. Resta sempre
in silenzio e respira affannosamente.
“Si
può sapere cosa è successo? Perché ti hanno
attaccato? E perché cazzo non ti sei difeso?” Non saprei
descrivere il suo stato d’animo: è arrabbiato, triste,
disperato e spaventato insieme. E continua a non rispondere.
Perché
non mi dici niente?
Perché
resti così, zitto e immobile?
So come ti
senti, ma non puoi fare così. Almeno parlami, dimmi qualcosa.
Altrimenti
come faccio ad aiutarti?
Mi avvicino a
lui e gli butto la borsa a terra.
“Parlami,
santo cielo, parlami! Non fare così, ti prego!” Alzi
finalmente lo sguardo, i tuoi occhi quasi lampeggiano:
“E
COSA CAZZO VUOI CHE TI DICA, EH? COSA? CHE MI SENTO UNO SCHIFO, CHE
VORREI SCOMPARIRE PER SEMPRE? CHE AVREI REFERITO CHE MI AVESSERO
UCCISO?”
“Mi
devi dire perché diavolo non hai reagito. Non lo fai mai, ti
lasci sempre trattare come un animale. Comincio a pensare che ti
piaccia!” Mi molli un pugno in faccia.
“Ecco!
Perché con me reagisci e con loro no?”
“Io
ci provo, ci provo!” mi urla.
“Non
è vero che ci provi, perché ti conosco e so che se
volessi li avresti già distrutti. Potrei sapere cosa ti passa
per la testa quando ti attaccano?”
“E
io potrei sapere che cazzo te ne frega, eh? Perché ti
preoccupi tanto per me, perché non mi lasci perdere? Io voglio
solo essere lasciato in pace! In pace, hai capito?”
Vuoi stare
da solo? Bene.
Vuoi
continuare a fare figure del cazzo? Buon per te.
Allora
vattene, sparisci. Vai a piangerti addosso.
Anzi, no:
me ne vado io!
“Va
bene, hai vinto. Stattene pure qui da solo, a fingere che non sia
successo niente.” Mi giro di scatto e faccio per andarmene.
“NO!
Ti… ti prego… non andartene… non…”
Stai
singhiozzando, non riesci a finire di parlare.
Quasi mi
sento male quando mi giro e ti vedo per terra, col viso tra le mani.
Non ce la
faccio. Non ci riesco a vederti in quello stato.
Non voglio
che tu soffra così.
“Sev…”
mi inginocchio davanti a lui e lo costringo ad alzare lo sguardo: ha
gli occhi rossi e gonfi e non riesce a smettere di piangere. “Non
ti lascio in pace perché non voglio che tu stia così,
mi sento malissimo quando quelli ti attaccano e tu non reagisci:
vorrei aiutarti, ma tu non me lo permetti…”
“Non
posso… chiederti… devo riuscirci da solo, sono IO…
che devo fargliela pagare… non tu.” Gli prendo il viso
tra le mani e lo fisso negli occhi:
“E
allora perché non l’ hai già fatto? Ti prego
dimmelo, perché non riesco a capire: tu sei fortissimo,
conosci una marea di incantesimi e sei l’ultima persona che può
farsi atterrare dagli altri.” Di nuovo abbassa lo sguardo, ma
ora non piange più, solo resta immobile con le braccia lungo i
fianchi.
“Io
ci provo, ma… non lo so” ora mi guarda e sembra
disperato “ogni volta che sto per lanciargli una maledizione,
una di quelle che conosco io, mi blocco, penso che se sbagliassi
mira, se l’incantesimo non funzionasse o se lo respingessero
sembrerei un’idiota incapace. Oppure arrivano quando sto
pensando ad altro e non mi accorgo di loro… sai che
incantesimo ha usato prima quel bastardo di Potter?”
“No,
ti ha messo a testa in giù e…
“Si,
Levicorpus. Ha usato un mio incantesimo contro di me, hai capito? HA
USATO UN MIO INCANTESIMO CONTRO DI ME!! L’AVEVO INVENTATO IO E
L’ HA USATO PER METTERMI IN RIDICOLO DAVANTI A TUTTA
LA SCUOLA! E INVECE ERA QUELLO CHE AVREI DOVUTO FARE IO!”
Ora è
incazzato nero.
“Si
può sapere come ha fatto a imparare quell’incantesimo?”
“Non ne ho idea… non ne ho la più pallida e
minima idea…” si appoggia al muro e fa alcuni respiri
profondi: sembra molto stanco.
So che ti
senti uno schifo.
So che
preferiresti morire piuttosto che sopportare ancora tutto questo.
Ma ora so
come aiutarti, so di cosa hai bisogno.
Farò
di tutto per farti stare bene.
“Ehi,
guardami.” Gli dico e lui apre gli occhi “Non devi
pensare sempre che potresti sbagliare e fare figure del cazzo: gli
incapaci fanno così; quelli intelligenti, quelli che conoscono
a meraviglia ogni genere di incantesimo o maledizione, quelli come
te, non devono neanche porsi il problema: tu puoi fare tutto,
se solo ci provi.” Sev mi guarda attento, ha gli occhi
incollati ai miei e posso persino vedervi un barlume di speranza,
anche se piccolo “E per quell’incantesimo, so che è
pazzesco che abbia usato proprio quello, e soprattutto che ne fosse a
conoscenza: però non puoi permettere che questo ti fermi, devi
fregartene e andare avanti. Capiremo come ha fatto e poi potrai
fargliela pagare. Devi solo lasciare che io ti aiuti.”
“Mi…
mi aiuterai? Come?” “Non so come, però lo farò;
e se sarai triste e frustrato come oggi, se ti sentirai solo,
ricordati che io ci sarò sempre e potrai contare su di me.”
Ha il respiro nuovamente un po’ affannoso e improvvisamente
ricomincia a piangere.
“Ehi!
Cosa c’è, perché fai così?” “Scusa…
è che nessuno mi aveva mai detto niente di simile e…
grazie.”
Non ci
credo.
Era da
tanto che lo aspettavo, anche se ormai non ci speravo più.
Ma ora l’
ho visto.
Il tuo
sorriso, un meraviglioso e splendido sorriso.
Sono così
felice che ora stia bene che non riesco a fermarmi: gli avvolgo le
braccia dietro la schiena e lo stringo forte, quasi gli faccio male;
ma non mi importa, l’unica cosa che voglio adesso è
stargli vicino e consolarlo.
Ormai ne
sono certo, non ho più dubbi.
Mi sono
innamorato di te, Severus.
Mi sono
innamorato e non riesco a fare a meno di averti vicino.
Ora
non c’è più niente di importante per me, solo tu
“Lucius…”
“Sono anni che sognavo di vederti sorridere; non sai quanto ho
sofferto, quando ti vedevo da solo a piangere e io non potevo fare
niente. Volevo aiutarti, ogni volta ero sul punto di correre da te e
ammazzare quei maledetti; ma sapevo che tu non volevi, che mi avresti
odiato per sempre se mi fossi intromesso: e io non voglio che tu mi
odi, non potrei sopportarlo.” Adesso ha la testa appoggiata sul
mio collo e si è calmato; gli faccio alzare lo sguardo, sempre
abbracciandolo stretto e gli carezzo una guancia: lui arrossisce
leggermente, ma sembra che non riesca a staccare gli occhi dai miei.
“Ti
amo Severus” “Cosa? Tu…” “Shhh…
ti prego, voglio dirti tutto. Qualsiasi cosa faremo poi, voglio che
tu sappia che ti amo e che tu per me sei più importante di
chiunque altro; che amo quel tuo bellissimo e raro sorriso, e i tuoi
splendidi occhi, e le tue labbra… Ora puoi anche prendermi a
pugni e andartene, tanto ho finito.”
Mi sono
sentito terribilmente in imbarazzo, ma dovevo assolutamente
rivelargli i miei sentimenti, anche se so che adesso proverà
solo ribrezzo per me.
“Davvero
mi ami? Non… non mi stai prendendo in giro?” “Non
potrei mai.”
E invece,
contro tutto quello che avevo temuto, mi si getta di nuovo al collo e
mi bacia, si avventa sulla mia bocca. E io rimango immobile, non
posso credere a quello che sta succedendo.
Le tue
labbra sono così morbide, la tua lingua così calda.
Vuoi che
ti risponda.
Vuoi che
ti baci e che ti faccia mio.
E allora
sarai mio, e io sarò tuo.
Lo stringo
più forte contro il petto e gli prendo la testa tra le mani;
gli accarezzo i capelli, mentre la mia lingua si incontra finalmente
con la sua e posso sentire il sapore della sua bocca; con le mani
scendo sulla schiena, sento la sua pelle liscia sotto la stoffa e la
sfioro, la carezzo. Gli riempio il volto con decine di baci. Torno
sulle sue labbra di fuoco, tremanti ogni volta che incontra le mie.
Poi di nuovo mille baci sul viso, sul collo, e poi giù, sulle
spalle, lungo le braccia, fino ad arrivare ai polsi e alle mani.
Infine lo stringo ancora e mi appoggio contro il muro, tenendolo
stretto fra le mie braccia.
“Ti
amo, ti amo, ti amo…” mi sussurra sorridendo, poi si
appoggia sulla mia spalla e chiude gli occhi “Non avrei mai
potuto prenderti a pugni, né avrei potuto andarmene.”
Continuo a
coccolarlo e a baciarlo sulla fronte. Restiamo così finché
non fa buio e non viene l’ora di cena; dobbiamo scendere per
forza, o magari cominceranno a girare strane voci. Ci alziamo e ci
avviciniamo alla porta. Prima di uscire lo bacio un’altra volta
e gli ripeto: “Ti amo, Sev. Tu sei tutta la mia vita.”
Nessuno
saprà di noi due, sarà un segreto fra me e te.
Ti amerò
sempre, qualsiasi cosa tu decida di fare.
Anche se
mi rimane ormai poco tempo da trascorrere qui, ti amerò e ti
aspetterò.
Mio dolce
Severus.
Fine
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