WARNING:
questa storia tratta di un amore omosessuale, se la cosa vi
disturba o avete problemi nel leggere questo tipo di genere, potete
tranquillamente chiudere, nessuno ve ne farà una colpa.
My
Breeze
Era
da poco suonata la campanella che segnava la fine delle lezioni, per
quel giorno. Azuma Yunoki, dopo aver spostato con fare elegante una
lunga ciocca dei suoi meravigliosi capelli violacei dietro l'orecchio,
si alzò dal banco, prese tra le mani la custodia che
racchiudeva il suo
strumento e, dopo aver sfoggiato uno dei suoi sorrisi ammalianti -che
stese tutte le ragazze -, si apprestò a lasciare la sua aula
per
rifugiarsi un po' sulla terrazza dell'istituto.
Come immaginava, non c'era nessuno, anche se si aspettava di vedere
qualcuno lì.
Negli ultimi tempi, quel luogo stava diventando un po' troppo affollato.
Meglio
così: avrebbe passato un po' di tempo lontano da tutti e da
tutto, per
godersi un po' di pace, prima di concentrarsi ancora una volta al suo
strumento e sulla realizzazione del pezzo da esordire alla terza
selezione del concorso musicale.
Posò i suoi occhi castano chiaro sulla custodia del flauto.
Sospirò.
Dannazione, la seconda selezione si era rilevata disastrosa, non era
stata come lui aveva pensato.
Nonostante si fosse impegnato al massimo... lui, lui era arrivato...
Quarto!
Era inammissibile.
Come
poteva, lui, essere arrivato soltanto quarto, quando quei due, quegli
studenti ordinari della sezione regolare della scuola, avevano scalato
la vetta, raggiungendo rispettivamente la prima e la seconda posizione?
Inammissibile!
Era estremamente angosciante, davvero.
Appoggiò
lo strumento a terra, attento a non farlo graffiare o sporcare, e,
appoggiando i gomiti sulla ringhiera, si lasciò invadere da
una debole
folata di vento che gli scompigliò la capigliatura.
Chiuse gli occhi, godendo del venticello sulla pelle nivea e perfetta
del viso.
Sì, ok, doveva ammettere che Ryotaro Tsuchiura si era
meritato davvero quel primo posto; odiava doverlo ammettere, ma era
così.
Era piuttosto bravo.
Tecnica
impeccabile, le dita scivolavano lente e ritmiche sui tasti, sembrava
riuscire ad essere un tutt'uno con il suo strumento, riusciva ad
entrare nel cuore del piano e tramutare, tramite suoni, l'amore che
riservava per esso.
Era riuscito a stregare la giuria!
Ryotaro Tsuchiura, interessante...
E così, quella selezione si preannunciava piuttosto dura...
-A quanto sembra... niente è come avevi programmato, vero
Yunoki?- Una porta che sbatte, dei passi lenti avanzano verso di lui.
Yunoki sollevò le labbra in un sorriso.
Non doveva nemmeno voltarsi, sapeva perfettamente a chi appartenesse
quella voce.
-A quanto sembra no, Hihara...- sempre sorridendo, si voltò
leggermente, per inebriarsi del sorriso dell'amico.
Come al solito, Hihara faceva il suo ingresso sfoggiando quel sorriso
così particolare, allegro, dinamico.
Era contagioso.
Così
strano, nessuno aveva mai mantenuto così a lungo quel
sorriso. Eppure
non era difficile per lui; era come se il sorriso fosse parte stessa
della sua vita...
Tutto ciò che faceva, era accompagnato da quel sorriso
sincero, leale, spontaneo.
Yunoki
non aveva mai capito cosa si celasse realmente dietro quel sorriso,
dato che Hihara era estremamente bravo a celare la sua vera natura.
Aveva mai pianto?
Cosa provava Hihara dopo la sconfitta?
Perché riusciva a sorridere così intensamente in
ogni momento della giornata?
Se
c'era una cosa che aveva capito di lui era che per Hihara tutto era un
gioco, non prendeva nulla seriamente; anche la musica, anche in quella
trovava sempre qualcosa in cui inserire il divertimento.
Hihara era profondamente diverso. Rappresentavano le due facce di una
medaglia: erano il giorno e la notte.
Hihara
il sole, rappresentava lo splendore, dolce e tiepida compagnia, mentre
lui, paragonato a Hihara, non era altro che la notte: amabile e posata
tentazione oscura...
Hihara, così chiassoso, giocherellone, amante della
compagnia, incapace di attenersi alle buone maniere.
E lui tutto il contrario, decisamente: posato, rigido, composto,
elegante...
Così differenti, ma infondo legati da un'amicizia iniziata
quasi per caso e proseguita lungo il corso degli anni, rafforzandosi.
Ricordava perfettamente la prima volta che lo aveva incontrato.
Yunoki si lasciò andare dai ricordi...
*****
Il
primo giorno in quella scuola, era arrivato con la sua lussuosa
macchina, ma già dal finestrino poteva capire di che
ambiente si
trattava: sembravano tutti così falsamente posati.
Quanti di loro erano lì per via delle loro
capacità?
E quanti di loro amavano davvero la musica?
Un
branco di pecore con la puzza sotto il naso, sfruttatori della musica,
e dei soldi di papà su tutto, che si apprestavano ad entrare
nella
scuola.
Per lo meno, era quella l'apparenza che davano gli studenti
di musica... mentre gli altri, quelli della sezione regolare, a parte
la divisa diversa dalla loro, erano così indifferenti ai
suoi occhi.
Non faceva altro che sentirsi estraneo in quell'ambiente.
Il
flusso dei suoi pensieri venne improvvisamente interrotto da una voce
squillante, per sino troppo in quell'ambiente così calmo.
Quella voce si rivolse a lui.
Yunoki
si voltò, con estrema grazia, mostrando così ai
suoi occhi, il
proprietario di quella voce alta: un ragazzino dai capelli
scompigliati, due grandi occhi nocciola.
Aveva il fiatone, evidentemente doveva essere arrivato correndo, visto
il modo incivile di ansimare.
"Ci risiamor1", pensò. Visto il modo in cui lo stava
guardando, doveva averlo cambiato per una ragazza.
Eppure, stranamente, questa volta non lo infastidiva...
"Studente di musica, dunque..." osservò, notando la divisa.
-Ehm... Scusa, sono del primo anno e sono un pochino spaesato... non
è che mi sapresti dire da che parte dovrei andare?-
-Oh
sì, basta proseguire dritto, proprio di fronte l'edificio
scolastico
vedrai affissi dei tabelloni, e lì ci saranno tutte le
informazioni che
ti serviranno.-
-Grazie mille!- disse il ragazzino mentre accennava ad un inchino.
-Sembri così eccitato...-
-Certo che lo sono! Scherzi? Per me è una grandissima
occasione essere qui!- rispose, mentre sfociava un sorriso sincero.
-E tu... saresti felice per così poco?- domandò
Yunoki osservandolo da cima a fondo.
-SIII!- voce squillante, aperta, forte.
Per un solo attimo, Yunoki provò uno dei sentimenti che di
solito cercava di tenere a bada: invidia.
Poteva
avere la sua stessa età, eppure, nonostante questo
dettaglio, forse
irrilevante, sembrava così diverso da lui; era circondato da
un alone
di felicità che lui non aveva mai avuto.
Era davvero felice di essere lì...
E tu lo sei, Yunoki?
Yunoki stava per dire qualcosa, ma la voce atona proveniente
dall'altoparlante, lo interruppe.
-Allora ci vediamo, Senpai... è grazie ancora!- Il ragazzino
cominciò a correre felice e spensierato lasciando Yunoki
allibito.
-Sen...pai?-
*****
E poi il fato volle che capitassero nella medesima classe.
Che diventassero amici.
Che condividessero la stessa passione per la musica.
Kazuki Hihara, ecco il nome di quello strano ragazzo.
Ricordava ancora la prima volta che lo aveva sentito suonare.
Come fare a dimenticarlo?
*****
Era
salito nella terrazza, aveva respirato la soffice aria mattutina a
pieni polmoni, e poi, aveva fatto un gesto che l'aveva lasciato
interdetto:
Aveva accarezzato delicatamente la sua tromba, restando alcuni minuti
immobile ad osservarla, a sorridergli, a parlargli...
"Pazzo",
si disse. Perché non era normale trattare lo strumento come
se fosse
animato, toccarlo come se stesse accarezzando il volto di qualcuno,
sfiorare con lo sguardo carico di calore lo strumento, sorridergli...
"Vorrei
tanto essere al posto di quella tromba". Un pensiero fugace; non si
accorse nemmeno di come la sua mente espresse il suo pensiero, troppo
occupato a contemplare la bellissima figura di quel ragazzo che si
leccava le labbra, appoggiandovi il bocchino (*)... e poi?
Non ci fu spazio per i pensieri, la sua mente si sgombrò non
appena Hihara accennò la prima nota...
E Yunoki rimase bloccato, con gli occhi spalancati, le labbra
leggermente aperte...
Hihara
non stava suonando solo con la tecnica -meravigliosa ed impeccabile,
doveva ammetterlo-, lui stava suonando con il cuore. Ma, c'era qualcosa
di diverso... non era solo il sentimento... sembrava che...
-Lui... lui si sta divertendo... lui sta giocando...-
Gli occhi di Hihara stavano ridendo.
Sembrava allietarsi di quelle note, si stava inebriando di quella
musica.
Le inseguiva, ci correva attorno, ci saltellava sopra.
Sembrava di vedere un bambino in preda al gioco: spensierato,
scatenato, divertito!
Mai in vita sua aveva sentito qualcuno suonare così...
mai... M A I.
Hihara sembrava così lontano da quel luogo in quel momento.
Egli
faceva vivere le note che lo trasportavano nella loro dimensione
affinché fossero un tutt'uno, affinché potessero
giocare, ridere,
scherzare insieme.
E se commetteva qualche inesattezza?
Sembrava non importargli di quello; era come se, non gli importasse di
sbagliare, perché non era importante.
A lui non importava il saper usare la tecnica, no... quello che
importava era donare e donarsi per la musica.
Yunoki,
non avrebbe mai smesso di tremare di fronte le rappresentazioni
musicali di Hihara, perché lui le sentiva, avvertiva
indistintamente
ogni singola vibrazione sentimentale, ogni tripudio, e gioia
soprattutto... perché Hihara non solo amava la musica, ma
era felice,
si, felice di suonarla...
E lui ne sarebbe stato sempre geloso;
perché, nonostante gli anni di studio, nonostante le lezioni
private
prese sotto la custodia di grandi maestri, nessuno, gli aveva mai
insegnato realmente come si suonava... nessuno aveva mai detto di
amare, di essere felici, quando si suonava.
E lui se ne rammaricava.
Sapeva
perfettamente di essere uno dei migliori suonatori di flauto traverso;
la sua era una tecnica impeccabile, la più raffinata, non
c'erano
eguali nella sua categoria in ambito giovanile, ed era più
bravo di
Hihara in quello.
Ma, si sbagliava se affermava di essere migliore in tutto, rispetto
all'amico, perché a lui mancavano le vere basi della musica.
Hihara avrebbe detenuto sempre il primato...
*****
-Non
trovi anche tu che oggi sia una splendida giornata? Ahhhh ora che anche
la seconda selezione è finita posso rilassarmi a dovereeee!
Mhmmm...
potrei anche andare a comprare qualcosa... beh... Sì, mi sa
che vado
nella pasticceria del centro e mi compro un bel dolce!-
Yunoki tornò al presente, Hihara l'aveva risvegliato.
-Hihara,
non ti da fastidio...- Hihara lo osservò attento -...nulla,
lascia
stare...- era inutile continuare, sapeva già la risposta di
quel
quesito.
"Hihara, ma non ti da fastidio il non arrivare mai primo?"
"Perché me lo chiedi?"
"Perché tutte le volte che arrivi anche all'ultimo posto, tu
ne sei felice..."
"Yunoki, quante volte te lo devo dire che io non suono per arrivare
primo ma solo per il piacere di farlo?
Io voglio solo divertirmi e fare divertire.
E' questa la cosa che amo di più!"
Ed era questo che amava di lui.
-Yunoki, non pensare al risultato del concorso, va bene così
dai!-
-Certo...-
e sorrise, ma il suo, era solo un sorriso di circostanza, falso, come
la sua espressione serena; perché a lui interessava eccome
l'esito di
ogni tipo di esibizione.
Hihara prese in mano la sua tromba, e
osservandola, chiese: -Sai Yunoki, è da tanto che io e te
non suoniamo
insieme... lo facevamo sempre prima, ricordi?- Yunoki annui, stavolta
c'era qualcosa di più sincero in quel sorriso.
-Era bello, unire due strumenti diversi come i nostri: il tuo,
così classico ed il mio, così jazz... era
divertente sisi.
Due
strumenti che insieme non hanno nulla in comune, ma che riescono ad
inseguirsi, a creare musica... ed io mi divertivo si, e tu?-
Annuì
ancora una volta, mentre Hihara prese a suonare.
E da allora, non c'era più spazio per le parole,
perché Hihara stava suonando, e lui amava quel suono.
Perché Hihara stava muovendo le dita sui pistoni (**),
modificando la musica; e lui amava quelle mani.
Perché Hihara non seguiva mai il componimento alla lettera;
e lui amava vederlo stravolto.
Perché Hihara si muoveva a ritmo di quella musica; e lui
adorava quel corpo atletico muoversi.
Perché
Hihara sorrideva, invitandolo a suonare con lui; e lui allora, si
abbandonava, perché amava perdersi con la sua musica dentro
quella di
Hihara...
Ed eccoli insieme, a suonare un componimento per
pianoforte, The Entertainer (***), suonato da una tromba e da un flauto
traverso.
Occhi che si incrociano, sguardi che si inseguono, corpi che si muovono
in perfetta sintonia.
Musica che si dona, musica che si riceve.
Da una parte la perfetta esecuzione, dall'altra la perfezione del
divertimento.
Le note avanzano, come delle mani che fugaci accarezzano un corpo;
La musica si genera, come la sensazione provata da quelle mani che
accarezzano sapientemente le membra;
Gli strumenti si incrociano, come una passione: lacerante,
stravolgente, struggente.
E lui, Yunoki, era così felice di toccarlo, di accarezzarlo,
di sfiorarlo, di perforarlo, di penetrarlo con la sua musica.
Desiderio pazzo, desiderio ardente.
Dio, che sensazione benevola...
Dio, che beatitudine di sentimenti...
Il paradiso, la musica, il flauto... Hihara...
Orgasmo di musica, puro e mero piacere.
Yunoki non stava solo suonando, non stava solo donando melodia, lui si
stava donando ad Hihara.
Perché
lui, sotto quell'aria apparentemente posata, sotto quel riflesso calmo,
sotto quella maschera di falso perbenismo, nascondeva qualcosa di cui,
il solo pensiero, lo spaventava a morte.
Perché lui:
Provava qualcosa di forte per l'amico...
Lui,
non si limitava a provare solo dell'amicizia o affetto fraterno; il
suo, era un bene che andava al di là del semplice sentimento.
Perché lui, desiderava che Hihara si infuocasse di fronte a
lui, alla sua musica, alla sua persona.
Voleva far sì che Hihara sentisse quelle sensazioni
scaturite dalla musica, tramite le sue mani...
Oh come desiderava toccarlo, annusarlo, sentirlo vibrare sotto di se ed
accostare ogni parte di se stesso a quello dell'altro...
Entrare in sintonia, donarsi, contemplarsi.
Oh, che meraviglia... che tripudio di sensazioni...
Era così bello Hihara.
Come la sua musica.
Ma...
Perché improvvisamente si era fermato?
Perché Hihara non stava suonando più?
Che avesse letto qualcosa nella sua espressione?
Che avesse capito?
Yunoki rimase ad osservarlo in silenzio.
Il
volto di Hihara era strano; le gote leggermente arrossate, gli occhi
brillanti di una luce particolare, le mani si muovevano nervose sullo
strumento, le labbra aride...
Seguì la linea dei suoi occhi, capì il
perché di tutto quello.
-Kaho-chan, ciao!-
-Hihara-sempai... Yunoki-sempai... non sapevo ci foste voi qui. Vi ho
disturbato? Posso andare via...-
Yunoki
sorrise falsamente, prima di concentrare il suo sguardo su quello della
ragazza dai capelli rossi, accompagnata al solito dal suo inseparabile
violino.
Ed era per lei che Hihara cambiava espressione.
Se era insignificante... perché allora?
-Ma no Hino-san, stavamo solo suonando, nulla di più... devi
esercitarti?- domandò Yunoki fissando il violino.
-Si, devo cominciare a provare i pezzi per la terza selezione e non so
ancora cosa scegliere...-
-Ahhh....
ma tu sei bravissima Kaho-chan, ma di che ti preoccupi? Hai idea di
come riesci a stregare tutti con la tua musica? E' qualcosa di dolce,
di sublime... è bella!- Hino arrossì, balbettando
qualcosa di
inconcepibile di fronte alle parole di Hihara, e Yunoki dovette
assistere impassibile a tale scena, mentre dentro di sé
cominciava a
fremere. -Mi piacerebbe davvero sapere come fai a suonare in un modo
così divino, magari riuscissi a farlo così bene
io... ogni volta metto
davanti tutto alla tecnica e poi finisce che commetto qualche errore!-
-Ma cosa dici? Hihara-sempai... tu sei bravissimo, non devi
rimproverarti di nulla!-
Non
riusciva a sopportare a lungo una tale situazione, non sopportava
l'idea di vedere Hihara fare in quel modo di fronte a lei, mentre
quando era con lui, non lo guardava mai con tale enfasi, non arrossiva
mai, non tremava... era normale...
Eppure doveva fingere no? Doveva
mostrarsi sorridente e composto, con quel sorriso tirato,
perché la
felicità di Hihara era più importante di se
stesso, non è così?
Falso... è lui lo sapeva benissimo...
-Kaho-chan, sei occupata adesso? So che devi esercitarti ma...-
Yunoki strinse le mani in pugni.
-Pe-Perché?- chiese lei guardandolo negli occhi.
-Ecco...
vedi... vorrei tanto andare.... cioè... ho saputo di una
nuova
pasticceria... allora mi chiedevo, sempre se a te va, ovviamente, e se
vuoi... se non hai nulla da fare, se mi accompagnassi... ma non
sentirti obbligata...- mentre parlava, balbettava, si contorceva le
mani; e questo non piaceva ad Yunoki.
La felicità di Hihara veniva prima?
Ed Yunoki riusciva a sopportare tale situazione?
Ma certo che no!
Non poteva e non voleva.
Sarebbe stato un ipocrita se avesse affermato il contrario
Dannazione, ci voleva andare lui con Hihara, ma da soli.
Perché non lo aveva chiesto a lui per prima?
Perché si era limitato a chiederlo a lei?
Oh certo, l'avrebbe invitato ad unirsi a loro, ma di certo non sarebbe
stata la stessa cosa; non era lo stesso invito.
Lei...
Riprese
ad osservarla: era carina, aveva anche un bel fisico, dei bellissimi
capelli rossi, lisci e scalati, e l'uniforme della sezione regolare le
donava, in più, sapeva suonare il violino... il come gli era
ancora
ignoto.
No, perché, dopo quella volta in cui le aveva dato un
passaggio, per cercare di capire che tipo fosse, e perché
Hihara era
perso per lei, aveva cominciato a farle delle domande, tra cui "Da
quanto tempo suonava".
Lei era rimasta vaga, sulle sue, ma si era lasciata sfuggire un "Non da
molto".
E non era di certo normale, perché nessuno riusciva a
raggiungere un tale livello, con quello strumento, in così
poco tempo.
Ed era questo che Hihara amava di lei?
Oltre all'aspetto, era per questo che lui impazziva per lei?
Perché lei era capace di suonare come lui non sapeva fare?
Strinse
sempre di più le mani in pugni: questa volta poté
sentire
indistintamente le unghie conficcarsi nella carne; il dolore venne
aggravato da quei denti bianchi che stringevano, mordevano, la parte
inferiore delle labbra.
Stava perdendo la sua calma, lo sentiva,
dovette voltarsi, non sopportava di vedere Hihara sorridere in quel
modo mentre lei arrossiva, sorrideva, lo guardava.
-Yunoki... noi andiamo, tu vieni con noi, vero?-
Dovette far perno sul suo autocontrollo prima di voltarsi e annuire
come se nulla fosse, ma dentro, fremeva di rabbia e gelosia.
Hihara
allora disse che lo avrebbe aspettato sotto, prese tra le sue la mano
di lei, che rimase sbalordita da tale gesto, e la trascinò
con sé,
mentre lui, rimase solo, con la propria rabbia; da solo, con la propria
ossessione.
Lui l'aveva presa per mano, aveva stretto tra le sue quella di Hino...
La mano prese a tremare vistosamente, così come ogni fibra
del suo essere.
Avrebbe
voluto scaraventare via quella rabbia, sfogarsi, magari prendere a
pugni qualcosa, ma non poteva... lui non poteva abbandonarsi in un tale
modo disumano.
Non era da lui, non da un componente della prestigiosa casata Yunoki...
D'altronde, doveva solo fare ciò che gli riusciva meglio:
fingere.
Respirò ed inspirò a lungo, premendo la mano sul
petto, cercando di frenare il battito incessabile e forte del suo cuore.
Appoggiò il gomito della mano libera sulla ringhiera,
posando così la sua mano sul volto stravolto da quei
sentimenti negativi.
Si sentì chiamare.
Era
Hihara che dal basso sbracciava una mano affinché lo
vedesse, mentre
l'altra teneva ancora salda ed attaccata la mano di Hino imbarazzata
dato che si voltava a destra e sinistra essendo sotto gli occhi di
tutti.
No,
Non avrebbe potuto sopportare a lungo tutto quello,
Lei lo stava portando via, lo sentiva.
Doveva fare qualcosa prima che fosse troppo tardi!
Ma cosa?
Improvvisamente,
il suo volto si illuminò di una strana luce, mentre le sue
labbra si
piegarono in uno strano ed enigmatico sorriso.
-Nessuno può averti, mio caro Hihara... solo io.
Tu sei solo mio, e non permetterò a nessuno di privarti di
me...- lo
guardò negli occhi e, mentre con la mano faceva un cenno di
assenso,
-Ti allontanerò da lui cara Kahoko.
Tu non lo avrai mai... e sai?
Tu
sarai la prima a conoscere, la mia vera natura... si cara... sorridi...
sorridi pure... perché da adesso in poi ti
renderò la vita difficile...
avrai a che fare con il vero Azuma Yunoki, o meglio, con la parte che
ho sempre celato.- lasciò che una risata si impadronisse di
lui, una
risata cattiva, malvagia, preannunciatrice di un vento di cambiamenti.
Lasciò la terrazza, scendendo le scale con calma ragionevole
e quel sorriso maligno.
Li raggiunse.
Osservò la ragazza, regalandogli il primo di una lunga lista
di sguardi accusatori, maligni, penetrandola con lo sguardo.
E lei per la prima volta da quando lo conosceva, si sentì
irrequieta, nervosa, timorosa.
"Sarà diverente mia cara... Kahoko..."
The end.
-------------
Dedicata
alla dolcissima Naco chan.
Credit:
-I
personaggi di Kiniro no corda (la corda
d’oro -primo
passo-) non mi
appartengono, ma sono di
proprietà esclusiva della sua creatrice Yuki Kure.
La
fanfiction è stata scritta senza alcuno scopo di lucro, ma
solo per il piacere di farlo e di allietare un po’ le vostre
giornate, per tanto intesa.
-
Per la parte del primo incontro mi sono ispirata alla puntata numero
11.
Volevo
dire alcune cose prima di chiuedere.
1)In
primis: questa è la mia prima fic su questo anime/manga
“Kiniro no corda” tradotto in “La corda
d’oro –primo passo-
nel nostro versante“.
L'idea
di Yunoki innamorato perso ed ossessionato da Hihara è
cominciata a bussare alla mia porta dal momento in cui, in certe
puntate, vedevo il comportamento di Yunoki stranissimo, soprattutto
nei confronti di Hino; allora mi sono chiesta, perché la
tratta così?
Solo
gelosia per il fatto che una studentessa regolare lo battesse?
Potrebbe
essere, ma allora perché non riserva lo stesso trattamento a
Tsuchiura? Anche lui fa parte della sezione regolare, quindi qualcosa
non quadra...
Alla
fine sono giunta alla conclusione che Yunoki provi per l'amico
qualcosa di forte e che sia geloso del fatto che lui voglia Kaho.
Basti
pensare ad alcuni sguardi strani che l’amico
Yunoki invia al
carissimo Hihara.
2)
Qui alcune spiegazioni tra gli asterischi.
(*)il
bocchino è quella parte degli
strumenti
musicali
a fiato
che viene a contatto diretto con le labbra e che produce
il
suono.
(**)pistone,
negli ottoni, è un meccanismo che consente all'esecutore di
variare la nota musicale emessa dallo strumento.
(***)The
Entertainer, di Scott Joplin: famoso compositore
e musicista
ragtime,
nato tra il 1867/1868 e morto il 1917.
Ringrazio
Izumi per aver, come al solito, betato questa fic.
Grazie
mille tesorino, ti vi bi**
Ringrazio
tutti quelli che vorranno leggere e commentare tale fic, ammesso che
ci sia qualcuno, a parte me e Naco, a conoscere tale anime/mangaXD
Concludo
con un “ci vediamo alla prossima”.
Vostra
affezionatissima Solarial.
|