Pretending

di TheOnlyWay
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Ad Ale, alla quale è dedicato il personaggio di Alice.
Grazie, per sopportarmi e per supportarmi in qualunque baggianata mi venga in mente di scrivere.
E a Jas, mia bannerista di fiducia.
Grazie, perché anche tu ascolti tutti i miei scleri, di continuo. Nonostante io sia paranoica a livelli esagerati.
Grazie.
 


 
Prologue.
 



Generalmente, Johannah poteva definirsi una donna serena, in grado di prendere decisioni sagge, intelligenti e, soprattutto, che non l’avrebbero mai lasciata con il dubbio di aver fatto la scelta sbagliata. Aveva cresciuto suo figlio nel migliore dei modi, dopotutto, cosa ci voleva a comunicargli che intendeva sposarsi una seconda volta?
«Non so, Sam… forse ancora non è il momento.» bevve nervosamente un sorso di caffè caldo, per poi gettare un’occhiata all’uomo che le sedeva davanti.
Anche lui sembrava estremamente concentrato, perso in pensieri di cui, probabilmente, non l’avrebbe nemmeno messa al corrente.
Johannah non era preoccupata per suo figlio, in realtà: Louis era grande, e avrebbe accettato la situazione senza troppe difficoltà. Il vero problema era la figlia di Sam, June, che aveva appena terminato gli studi e aveva un caratterino piuttosto complicato, a quanto sosteneva il padre.
«Perché ti metti sempre problemi che non ci sono, Jay?» le domandò Sam, aprendosi in un sorriso dolce, che a Johannah fece ricordare il motivo per cui, tre anni prima, aveva pensato che quell’uomo non l’avrebbe mai fatta soffrire. 
«June…» cominciò a dire, ma Sam la bloccò con un cenno della mano.
«June è grande, Jay. Capirà.»
Johannah annuì, anche se continuava a pensare che June non l’avrebbe affatto presa bene. Proprio per niente.
«D’accordo, allora. Resta solo da decidere quando e come dirglielo.» Sam si alzò, fece il giro del tavolo e lasciò un bacio sulla fronte di Johannah, che sorrise.
«Ammettilo, allora, che un po’ sei preoccupato.» lo stuzzicò, prima di alzarsi e mettere le tazze nel lavandino. Sam ridacchiò, divertito, e alzò le spalle.
«No.»
«Sam…»
«E va bene, un po’. Si tratta sempre di una decisione importante, no?»
«Certo. Facciamo così, allora: ci incontriamo da Tony alle otto. Io porto Louis, tu June.» propose.
Sam annuì, concorde, poi afferrò il telefono e compose il numero della pizzeria. Una volta prenotato il tavolo, rimaneva solo una cosa da fare: convincere June a cenare con lui, senza farle capire quale fosse lo scopo dell’uscita.
Sua figlia era dannatamente intelligente e avrebbe sicuramente sentito la puzza del suo tranello non appena l’avesse guardato in faccia.
Perciò sia Sam che Johannah pensarono la stessa cosa, anche se nessuno dei due ebbe il coraggio di dirlo ad alta voce: si prospettava una serata impegnativa.
 
 


***
 
 
 
Here I am! (Di nuovo)
Storia nuova, postata ancora prima del previsto. Mi amate? Io fossi in voi mi amerei tanto.
Allora, non c’è molto da dire, se non che questo è un prologo corto e un po’ insignificante, ma che darà il via all’intera storia.
Spero comunque che vi sia piaciuto e, vi scongiuro, non fatevi ingannare dalla sua banalità.
Vi assicuro che la storia è abbastanza decente, davvero. Almeno, a me piace. Ho anche quasi finito di scriverla, per ora sono al Capitolo 19. Perciò, salvo imprevisti e casi eccezionali, gli aggiornamenti saranno regolarissimi. Direi ogni lunedì, se per voi va bene. O quando preferite, fatemelo sapere.
Comunque, volevo ringraziare Jas per il banner – come al solito, è bellissimo, grazie cioppi <3.
E niente, credo di aver finito!
Mi farebbe davvero piacere avere un vostro parere, sapete che ci tengo tantissimo!
Vi adoro,
Fede.
 
P.s. Per chi volesse, su twitter sono @FTheOnlyWay
Se volete essere avvertite quando posto un nuovo capitolo o anche solo parlare un po’, contattatemi pure ^^




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