Salve a tutti. Ho
rivisto questo primo capitolo, che era impostato veramente male.
Ribadisco, come spesso dico nelle recensioni, che per
me il primo capitolo è un po’ la presentazione della fiction; chiedo
scusa se
forse non è granché, il mio stile si è evoluto con il tempo, quindi i
successivi risultano probabilmente più belli... questo è anche il
motivo della
brevità del capitolo. Spero ugualmente che invogli gli eventuali nuovi
lettori
ad andare avanti.
Ovviamente ricordo
a tutti che i personaggi non sono miei ma di J.K.Rowling e che questa
fic non è stata scritta per scopi di lucro.
Prologo
Era una fredda mattina
d’inverno, ed Hermione Granger si
svegliò infreddolita nel letto di Harry, la schiena contro la sua.
Nulla di
preoccupante, la sera prima si era sentita sola ed era andata a trovare
i suoi
due migliori amici, e ridendo e scherzando era arrivato il sonno, ed
Hermione
non se l’era sentita di tornare nel dormitorio femminile.
Scese dal letto cercando di non far rumore ma
vedendo il suo
migliore amico cambiare posizione mugolando, si abbassò per posargli un
bacio
sulla guancia.
“Buongiorno Harry” sussurrò infilando le ciabatte,
seduta
sul bordo del letto.
“E io niente?” farfugliò Ron ancora non del tutto
sveglio.
Hermione rise, e si avvicinò al letto del ragazzo.
“Stupido geloso” gli disse all’orecchio, poi gli
baciò la
guancia.
“Ora va meglio...” biascicò lui.
“Ci vediamo in Sala Grande” disse lei a bassa voce,
per non
svegliare gli altri ragazzi, e poi velocemente uscì, chiudendo con cura
la
porta, attenta a non fare rumore. Scese in fretta la scale ed entrò nel
dormitorio femminile, dove trovò una Calì Patil con il viso nascosto
dal
cuscino, che esasperata tentava di non sentire il russare della povera
Lavanda,
che dormiva della grossa.
Soffocando una risata, Hermione scivolò nel bagno e
si
guardò allo specchio. “Se Malfoy mi
vedesse in questo momento di certo gli passerebbe la voglia di fissarmi
come
ultimamente sta facendo.” pensò
mentre tentava di districare i suoi ricci spettinati. “Ma
cosa vado a pensare? Che mi importa di Malfoy? Meglio
sbrigarsi a scendere...”
In quegli ultimi tempi, Malfoy aveva preso a
guardarla spesso, cosa che a volte portava Hermione ad abbassare lo
sguardo per la vergogna. Non che avesse nulla da rimproverarsi, ma
quegli occhi grigi sembravano voler sondare attraverso i suoi occhi i
suoi pensieri più reconditi; la cosa non la convinceva troppo, in
realtà. Spesso aveva pensato che Malfoy stesse covando qualcosa contro
di lei, e per questo la osservasse tanto. Eppure, ogni volta che
incontrava i suoi occhi, quelle supposizioni svanivano.
Si lavò la faccia con acqua gelida per svegliarsi
completamente e, uscita dal bagno, si vestì in fretta, infilò nella
cartella
l’unico libro che mancava ed uscì con passo felpato dalla Sala Comune.
Adorava arrivare nella Sala grande quando ancora
era
deserta, e vederla riempirsi delle facce assonnate degli studenti che
si
preparavano alla giornata di lezione. Con suo grande stupore, c’era già
qualcuno, seduto ai tavoli delle quattro case, e da quello di
Grifondoro,
Hermione vide un assonnato Neville alzare il braccio sinistro in cenno
di saluto.
Riscuotendosi, la ragazza andò a sedersi proprio di fronte a lui.
“Ben svegliato, Neville.”
“Grazie, Hermione... - fece lui impacciato - Ho
visto... ehm...
che... insomma, ti sei fermata da noi, stanotte...”
“Già...” rispose lei. Per fortuna arrivò Ginny a
rompere
quell’imbarazzante situazione.
“Buongiorno a tutti!” squillò la Weasley,
nonostante al loro
tavolo ci fossero solo Hermione, Neville, e Calì che stava entrando,
rassegnata
all’idea di non poter più dormire.
“Buongiorno.” disse subito Hermione.
“Non ti ho visto stamattina, sei venuta presto!”
disse Ginny
con un piccolo sbadiglio.
La ragazza stava per replicare, quando qualcosa - o
meglio,
qualcuno - le fece gelare il sangue nelle vene. Draco Malfoy aveva
appena fatto il suo
ingresso nella Sala Grande, avvolto in lungo mantello nero che
presentava lo
stemma verde e argento di Serpeverde. Questo seguiva gli eleganti
movimenti del suo corpo svolazzando per il corridoio formato dalle
lunghe
tavolate delle varie case. Mentre si dirigeva verso quello di
Serpeverde, il ragazzo
lanciò un occhiata significativa verso il tavolo di grifondoro,
rivolgendo il
suo sguardo con un sopracciglio alzato alla riccia so-tutto-io della
Casa.
Hermione rimase pietrificata. “Beh? -
si chiese - è solo Malfoy, perché mi fa
quest’effetto?” ma conosceva la risposta. Quegli occhi di
ghiaccio non si
erano posati su di lei portando solo disprezzo e disgusto, no. Quella
volta era
stato diverso.
L’arrivo di Harry e Ron riportò la ragazza alla
realtà. Li
saluto con semplicità, poi abbassò lo sguardo sul piatto e cominciò a
mangiare, percependo intorno a lei i pigri saluti che i suoi compagni
si
stavano scambiando. Eppure ancora non si sentiva tranquilla, sentiva
come un prurito alla fronte, una calamita portarla a sollevare il capo.
Sentiva ancora quello sguardo su di lei. Alzò gli occhi e vide che, dal
tavolo
delle serpi, Draco Malfoy la stava fissando.
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