Venti
di Guerra
1.
Una Buona Dose di Fiducia
[Maestro
Luwin]
Maestro
Luwin richiuse le pergamene con le mappe e i confini di ogni contea del
Regno del Nord.
Rabbrividì,
non per il vento gelido che quel pomeriggio soffiava su Winterfell, ma
per quell'impalpabile odore di guerra che si respirava da qualche giorno nel regno.
Era
incominciato tutto con la morte del re, quel grasso ed impulsivo re,
dalla chiacchiera facile, con una mano infilata fra le vesti di una
fanciulla e l'altra attaccata a una coppa di vino.
Squartato
da un cinghiale furioso.
Ucciso
da un maiale, così la gente comune bisbigliava da villaggio
in villaggio.
C'era
chi ne era rimasto stupito, chi invece ne ridacchiava, chi ancora non
si capacitava di una morte talmente banale e ridicola.
Il
Grande Robert, l'uomo dalla mano d'acciaio, era perito nei
più sciocchi modi ed oltre ogni previsione.
Maestro
Luwin si alzò e s'incamminò con le pergamene
sottobraccio, pregando silenziosamente per la pace o per una breve
guerra.
Eddard
Stark doveva essere ormai sulla strada per il Nord, con le due ragazze
e i quaranta uomini di Winterfell che lo avevano seguito verso il Sud.
Rumori
metallici lo distrassero dai suoi pensieri, Bran stava cominciando ad
usare le spade di ferro, sotto lo sguardo vigile e serio del fratello
Robb e quello divertito ed ironico di Theon.
Normalmente
ci sarebbero stati sia Arya che Jon, ma se la prima almeno stava per
ritornare, il secondo era partito per servire nell'ordine dei Guardiani
della Notte. Forse aveva già pronunciato l'eterno giuramento
o forse c'era ancora la possibilità che ritornasse per
prendere posto accanto al fratello, nel caso in cui le piccole certezze su cui ora si aggrappavano tutti venissero risucchiate dai venti di guerra.
Jon
era un ragazzo serio e poco incline al futile divertimento o alla ricerca di
grandi glorie, gli bastava sopravvivere e salvare più uomini
possibili. Nel caso in cui i venti di guerra si fossero trasformati in
qualcosa di più concreto di una terribile sensazione era
meglio avere giovani come Jon e non ragazzi dalla lama facile come
Theon Greyjoy.
Robb
lo vide e gli fece cenno di entrare nelle stanze del padre, quelle in
cui si riuniva con i suoi uomini o rifletteva prima di prendere una
qualunque decisione.
Non
era una stanza particolarmente sontuosa, l'unico lusso erano i due
camini, uno per riscaldare gli attendenti e gli uomini di Winterfell e
l'altro per riscaldare il Lord.
Ma
Eddard Stark era un uomo di principi ferrei e raramente accendeva il
suo fuoco.
Robb
non si sedette sulla grande sedia in legno, preferì stare in
piedi vicino al grande tavolo che fungeva da scrivania.
-Ci
sono notizie?- gli domandò subito Robb.
Maestro
Luwin posò sul tavolo le pergamene e da quel mucchio ne
sfilò una in particolare.
-Lord
Reed manderà sua figlia, Meera Reed, assieme a una trentina
dei loro migliori soldati.- disse l'uomo anziano passandogli il foglio.
-Il Lord si scusa per non poter venire personalmente, ma il popolo
crannogmen si sta preparando a proteggere l'Incollatura nel caso in cui
… -
-Sì,
immagino che abbia fatto bene. - disse velocemente Robb lasciando la
lettera in un angolo ed interessandosi alla cartine. Con l'indice
tracciò una veloce linea che partiva dal suo castello,
Winterfell, ed arrivava a quello che era il territorio
dell'Incollatura, la sottile linea che divideva il Nord dalle terre di
sua madre ed il Sud.
Era
certo che suo padre aveva già attraversato quei confini,
forse si era già incontrato con Lord Reed, l'altro
superstite della battaglia della Sala dell'Estate di sedici anni fa, e
gli aveva dato istruzioni su come agire.
-E'
noto che il Lord di Torre delle Acque Grigie, raramente lascia la sua
gente. Mi aspettavo che mandasse il figlio maschio, Jojen. Però è ancora un
ragazzino e forse per questo ha preferito mandare la figlia maggiore.-
-Quanti
anni ha questa Meera?- domandò confuso Robb mentre osservava la cartina e
i dubbi lo assalivano.
-Sedici
anni, giusto qualche mese in più di voi. Lord Stark mi
raccontò, anni fa, che insieme avevano festeggiato la notizia della nascita della primogenita di Reed. Poco prima
dell'assalto alla Sala dell'Estate. Avevano in programma di bere fino a
perdere i sensi ed invece passarono il resto della serata a fissare le
stelle e a pregare silenziosamente per la loro salvezza e il loro ritorno a casa. Una
volta vinta la battaglia, ad Approdo del Re era arrivata la moglie di
Lord Reed e vostro padre ha partecipato a una cerimonia che viene
chiamata “Battesimo della Terra”, una delle tante
tradizioni di questo popolo schivo.- raccontò il Maestro
avvicinando al fuoco per ravvivare le fiamme.
-E'
non si sa altro? … Insomma non credo che venga qui per sedere
al consiglio … - balbettò Robb arrossendo
improvvisamente.
Maestro
Luwin strinse le spalle e fissò il giovane che evitava il
suo sguardo, imbarazzato.
-Non
saprei. Si dice che le donne crannogmen siano buoni soldati, sopratutto
ottimi arcieri. Mentre il marito combatteva per Robert Baretheon, Lady
Reed ha difeso molto bene l'Incollatura. E' riuscita a mantenere le
linee difensive e a scacciare più volte gli Uomini di Ferro.
Sono donne audaci ma comunque schive e silenziose. E' raro che questa
comunità contragga matrimoni con persone provenienti da
altri popoli.-
-Ah,
bene. Assomigliano alle Orse di Mormont.- osservò il futuro
Lord, improvvisamente sollevato.
Si
congedarono poco tempo dopo e Maestro Luwin si fermò ad
osservare il giovane Stark riprendere a seguire l'addestramento di suo
fratello, chiacchierando con Greyjoy e gli altri giovani
soldati di Winterfell.
Sembrava
ispirare una buona dose di fiducia, la stessa che ispirava suo padre.
[Meera Reed]
Odiava
cavalcare, dalle sue parti erano pochi i cavalli e ancor più
rari i cavalieri, così a qualche miglio dalle porte di
Winterfell era scesa e si era goduta la passeggiata fra i campi
desolati e le piccole case di legno e pietra.
Tutto
era così diverso da sembrarle nuovo o alieno. Il freddo
pungente, i fiocchi di neve che ogni tanto scendevano, le strane
occhiate che uomini e donne che incontrava le lanciavano.
Sapeva
che una donna in armatura leggera, spada lunga e tridente non era cosa
di tutti i giorni nel profondo Nord, ma non poteva nemmeno pensare
all'eventualità di essere considerata un nemico.
Per
questo quando un giovane ragazzo con una specie di lancia lunga le si
piazzò davanti con fare arrogante, lei si fermò a
fissarlo.
Ad
aspettare la prossima mossa, che puntualmente non arrivò.
Lo
scansò velocemente, bisbigliando un “Buona
giornata” al ragazzo, ed avanzando spedita verso il castello.
Si
fermò poco dopo per ritrovare gli uomini di suo padre che srotolavano
le bandiere della Casa di Torre delle Acque Grigie e si davano una
ripulita.
Meera
cercò con pochi ed inutili sforzi di sistemare i capelli,
legandoli a una sbrigativa coda che pendeva da un lato. Pulì
il tridente e gli stivali dal fango, e con lo scudo di suo padre appeso alla sua
schiena, in sella al più ingestibile dei cavalli,
partì al galoppo verso il grande castello degli Stark.
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