Autore:
_wayward.
Titolo:
The road never looked so lonely
~
Fandom:
Originale »
Sovrannaturale.
Rating:
Giallo.
Genere:
Flash–fic.
Personaggi/Pairing:
Stanley, accenni Carter/Josh, Mag.
Parole:
~352.
Avvertimenti:
accenni slash,
#zombiepocalypse.
Disclaimer: Mine
©.
Note:
1)
Il titolo è una
strofa rubata da “It's
time” degli
Imagine Dragons.
2)
Scritta per il prompt “guerra” dei magici
Faràs su COW–T3
#maridichallenge.
3)
È una spin–off di The city never sleeps at night
ed è
consigliabile leggere prima quella, per una più ampia
comprensione~
4) Nessuno se lo sta sicuramente chiedendo ma, nel caso, questa è la Ford Pinto del 1971 di Stan. Vi posso solo dire che fa parte dellca categoria delle dieci peggiori macchine americane di tutti i tempi, tanto per.
Introduzione:
Non sono gli
zombie a combattere
nella sua guerra silenziosa: si svolge ogni giorno fra una speranza
che cerca di fiorire anche in una realtà già
appassita ed il
desiderio di arrendersi.
~
The road never looked so lonely
È
una guerra silenziosa, quella che porta avanti ogni giorno.
Stan
ha giocato a troppi videogiochi e visto troppi film horror per sapere
come andrà a finire – questo è
ciò che cerca di ripetersi ogni
qualvolta ne ha l'occasione.
È
vero, può contare su Carter, la sua spalla è
sempre pronta a
supportarlo in ogni momento, e può contare su Josh che ha la
pistola
nella tasca dei pantaloni insieme ad un biscotto per Mag ma non
è
mai la stessa cosa, perché Carter e Josh possono contare
l'uno
sull'altro in un modo che Stan non riesce ancora a comprendere.
Quando
si alza, la mattina, il suo primo pensiero va allo zombie che
tenterà
di ucciderlo – perché succede, nonostante la
sicurezza della Ford
Pinto e nonostante la loro lenta camminata, succede sempre. Subito
dopo, pensa a suo padre, il suo corpo dilaniato dai ricordi in mezzo
a centinaia d'altri e cerca di reprimere l'istinto di aprire una
delle poche birre che rimangono e scolarsela tutta d'un fiato.
Una
sera più buia delle altre, la parte di lui che ancora non ha
smesso
di sperare non è forte abbastanza e lui si allunga come
un'ombra
sottile verso il frigorifero della casa che scelgono come base;
è
sempre diversa, ma il frigorifero all'angolo della cucina, con
macchie di sangue rappreso sul bianco quasi fosforescente, per Stan
è
lo stesso.
La
sua mano si stringe intorno alla lattina nel momento stesso in cui
quella di Carter gli si posa sulla spalla.
Stan
scoppia a ridere di fronte al sorriso risoluto del suo migliore
amico, ogni tanto si domanda come faccia a rimanere impassibile di
fronte a tutto quello, ma richiude il frigorifero e torna nella sua
branda senza aggiungere altro.
È
una guerra silenziosa: si svolge ogni giorno fra una speranza che
cerca di fiorire anche in quella realtà già
appassita ed il
desiderio di arrendersi.
Stan
smetterebbe di combattere più che volentieri, si dice
spesso, ma poi
la voce di Carter gli ricorda che le birre sono finite, così
tutto
quello che può fare è mettere in moto la Pinto e
continuare a
guidare.
~
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