il diario di sara panna

di MisaMisaLove
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Mi chiamo Sara Panna, simpatico il mio cognome vero? Sono dolce e premurosa e ho un ragazzo della mia stessa età: 17.
Lui è così tenero e dolce, ogni volta mi sorprende con un abbraccio e i suoi baci inaspettati.. i suoi baci.. sì, i suoi dolci baci affettuosi che fanno sorgere il sole dentro me nei periodi bui. Il mio adorato si chiama Michele.
Frequento un liceo artistico vicino la mia città, ma purtroppo Michele non frequenta la mia stessa scuola bensì un liceo scientifico. Questo è positivo, così non stiamo troppo attaccati (XD). Ognuno ha il proprio spazio eh.
Passate le presentazioni vorrei passare ad un'altro livello: le mie giornate.
Quel che sto scrivendo è un diario, lo scrivo giorno per giorno e mi confido sempre con lui, soprattutto quando litigo col mio ragazzo. Mi fa compagnia durante le notti insonne :)
Lunedì 10:
Caro diario, questa mattina è stata veramente stressante. Sai che per andare a scuola prendo il pullman vero? ecco, mi sono svegliata tardissimo, non sono riuscita nemmeno a fare colazione e sono corsa subito alla fermata, lo stavo quasi per perdere. Mi sono sentita davvero male, la nausea era forte, e il vomito stava bussando. Per fortuna la brutta figura non l'ho fatta, altrimenti non avrei mai più avuto il coraggio di salire dentro quel pullman.
Come al solito il mio zaino è pesantissimo, senza contare i fogli chilometrici che sono costretta a portarmi insieme per disegnarci sopra. Che disastro, prima o poi mi verrà un'ernia.
Scesa dal pullman non ce la facevo più, mi sono fermata un attimo e... ok, devo ammetterlo, è da un po' di tempo che fumo, ma non ho mai preso il vizio, e... cominciai a fumarmi una sigaretta, dovevo calmarmi in qualche modo.
Non avevo voglia di andare a scuola, il lunedì lo odio e solo il pensiero di dover affrontare tutta la settimana un'ennesima volta mi faceva dinuovo venire la nausea. Volevo tornare a casa.
Il mal di testa era forte, sentivo debolezza nelle gambe e a volte sentivo come se stessi per svenire, "Michele...aiutami" pensavo. Inutilmente speravo che Michele venisse dal paesino in cui abitiamo fin lì per aiutarmi. Inutilmente.
Non potevo restare sei ore a scuola a soffrire come un cane e sopratutto a subirmi le spiegazioni, dovevo necessariamente chiamare qualcuno, ma... se solo avessi credito al telefono..!
Ho cominciato a respirare molto affannosamente e faceva troppo freddo. Mi si erano congelate le mani, i piedi e quasi tutto il corpo. "addio" pensavo "sono troppo debole di fisico", ancora "Michele...ti amo".
Non stavo morendo, ma mi sentivo troppo male, e ho provato quasi la sensazione di morire. meglio non pensarci.
Mi sono accasciata a terra, la sigaretta mi è caduta dalla mano e ho appoggiato la testa sull'asfalto molto violentamente, non avevo più le forze.
Bisbigliavo chiedendo aiuto, ma nessuno se ne fregava, "addio" un'altra volta ho pensato "non mi sento più le labbra, saranno viola?.." ancora "...Michele..." e svenni.
 
-CONTINUA-




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