L'ultimo Seguace di Catilina

di SenzaPH
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Capitolo 1

“Fino a quando abuserai ancora della nostra pazienza,o Catilina?
Per quanto tempo ancora codesto tuo furore ci befferà?

A quale limite si spingerà la sfrenata tua audacia?

 
 
Richiuse il libro con cura posandolo sul petto e lasciando correre i vari pensieri.
Aveva sempre amato leggere ma la sua lettura preferita erano i grandi classici sia moderni che latini. Solo due erano le figure che lo avevano veramente colpito,
 – certo a parte Cesare, Catone e Silla – Cicerone e Catilina.
Era completamente affascinato dalla retorica del primo, così irruenta e ammaliante, catturava la sua attenzione facendogli passare ore ore sulle catilinarie da lui scritte;
Catilina, il ritratto del male per Sallustio, ma per lui era l’unica vittima. Lo aveva sempre pensato ma non l’aveva mai detto a nessuno perché le persone hanno la necessità di dare la colpa a qualcuno, hanno la necessità di osannare l’eroe di turno che aveva sventato il colpo di stato senza accorgersi che vivevano in una dittatura bella e buona abilmente mascherata in Repubblica.
 
Qualcuno bussò alla sua porta << Signorino, il pranzo sarà pronto tra cinque minuti >> disse piano Mariha per paura di disturbare, il ragazzo abbandonò il libro sul letto dirigendosi alla porta << Grazie mille Mariha >> le sorrise e lei si congedò, era una donna semplice e senza pretese, si prendeva cura della casa quando i signori Van Hosgot non c'erano.
 
Scesi le scale trovando la mia sorellina a giocherellare con una palla molto più grande di lei << Sergio! >> mi corse in contro felice con le braccia aperte pronta ad essere presa e fatta volare su, in alto.  L’accontentai sentendo la sua risata cristallina riempirmi le orecchie e rompere il silenzio del grande salone << Sergio giochi con me oggi? >> mi chiese triste <<  Certo che gioco con te! >> lei sorrise felice.
 
Leyla era la piccolina di casa, ad appena sette anni si sentiva già fuori posto nel mondo: non aveva nessun amichetto e se ne stava tutto il giorno a giocare con quella palla tanto più grande di lei oppure a studiare, ma cosa potrà mai studiare una bambina di sette anni?
 
Molto, in realtà i Van Hosgot la facevano studiare molto essendo qualcosa tipo un piccolo genio, conosceva già tre lingue: l’inglese, il russo e il cinese(mandarino), sapeva suonare tre strumenti differenti: il violino, il piano forte e il flauto, aveva quasi assimilato tutte le forme di galateo esistenti al mondo: come usare un ventaglio,  come bere dalla cannuccia, quali posate usare per il dolce, la carne, l’insalata e molto altro.
 
Con tutte le stronzate che le avevano inculcato adesso non sapeva fare la bambina non riusciva a dire “ti voglio bene papà” o “ ti voglio bene mamma”, non che i signori Van Hosgot l’aiutassero molto, erano quasi sempre fuori casa lei impegnata con il suo lavoro da diplomatica e lui sommerso dal lavoro di avvocato.
Le rimanevo solo io, Sergio, sedicenne consapevole della merda di mondo in cui vivevamo, sedicenne fermamente convinto di dover cambiare le cose: Sergio Marco Catilinasco avrebbe cambiato il mondo.




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