Who Wrote Holden Caulfield?

di _Connie
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{ Capitolo 1: Rejected }
 

 

«I'm the son of rage and love, the Jesus of Suburbia
From the bible of none of the above on a steady diet of
Soda pop and Ritalin,no one ever died for my sins in hell
As far as I can tell at least the ones I got away with
And there's nothing wrong with me
 This is how I'm supposed to be
In a land of make believe»

 
«…That don't believe in me*.» La voce di Zoro rimbombò tra le pareti della sua stanza, tappezzate di vari poster di Metallica, AC/DC, NOFX, Ramones, Rancid, Clash, Misfits e Green Day. La canzone che stava ascoltando, steso sul letto e con il volume delle cuffie al massimo, era proprio di questi ultimi: Jesus of Suburbia, sicuramente una delle sue preferite. La sua vita era un po' come quella di Jimmy di American Idiot: incasinata fino al midollo. Suo padre, un alcolizzato, aveva finalmente lasciato in pace lui e sua madre andandosene via di casa quando lui aveva soli dieci anni, così sua madre era stata costretta a passare da un lavoro part-time all'altro per mantenere entrambi. Fin da quando aveva quindici anni, ne aveva avuti anche lui diversi per non far gravare tutta la responsabilità su di lei e diventare indipendente, ma facendo così era stato costretto ad abbandonare la via del kendo, che era stata la sua più grande passione – la sua vita – fin da quando era piccolo.
Girò la testa in direzione delle sue tre katane, abbandonate in un angolo della stanza: sembrava quasi che lo stessero chiamando, che lo stessero esortando a riprenderle in mano e a riutilizzarle. Ma non aveva abbastanza soldi né per rimetterle a nuovo – erano di seconda mano, e gli anni si stavano facendo sentire – né per pagarsi i corsi di kendo. Scosse la testa, nel vano tentativo di non pensare alla sua vita da rifiuto della società.
Era stato bocciato ben tre volte nell'istituto superiore che frequentava, dove avevano trovato finalmente una buona scusa per espellerlo quando lo avevano beccato nel bagno intento a fumarsi una canna. Non che ne fumasse molte, anzi: per lui, fare uso di droghe – qualsiasi tipo di droghe – significava essere deboli, e lui non era un debole. Ma, dannazione, certe volte sentiva il bisogno impellente di evadere dalla realtà, così ogni tanto una canna se la concedeva. E se questo era riuscito a farlo espellere, tanto meglio: era felice di non dover più frequentare quella scuola di fighetti, che gli lanciavano occhiatacce impaurite o schifate ogni qual volta che passava per i corridoi con la sua maglietta sgualcita dei Ramones, i suoi tre orecchini all'orecchio sinistro e i suoi capelli completamente rasati, se si escludeva la cresta verde al centro – il colore naturale dei suoi capelli, strano a dirsi – che sfidava le leggi della gravità.
Sua madre, naturalmente, non ne era stata altrettanto felice, e litigavano animatamente ogni qual volta si toccava l'argomento “cosa diavolo ne sarà del tuo futuro”. Per quanto gli riguardava, lei era l'ultima persona al mondo che poteva permettersi di rimproverarlo per una cosa del genere, dato che viveva in una topaia, a quasi quarant'anni non aveva ancora nemmeno un posto fisso, suo marito l'aveva lasciata senza un soldo e tutti i suoi nuovi fidanzati si rivelavano sempre dei gran stronzi.
Però doveva ammettere che aveva ragione. Non aveva la minima idea di cosa ne sarebbe stato del suo futuro, vista la società marcia in cui viveva, ma una cosa era certa: vedeva solo un baratro buio e senza fondo quando ci pensava.
Scosse di nuovo la testa, questa volta per mettere fine a tutti quei pensieri autocommiserativi, e spense il suo MP3. Era ora di andare a lavoro.
 
 
*Sono figlio della rabbia e dell'amore / il Gesù della Periferia / dalla Bibbia di nulla di ciò che c'è scritto sopra / che fa una dieta regolare di bevande gasate e ritalin / Mai nessuno è morto per colpa dei miei peccati commessi all'inferno / per quanto ne sappia / almeno quelli che nessuno ha mai scoperto / Ma non c'è nulla di sbagliato con me / è così che dovrei essere / in una terra di persone che fanno finta di essere ciò che non sono / che non credono in me.
 
[Angolo dell’autrice]
Facendo la semplice somma ZoSan + Il giovane Holden + Green Day è uscita fuori questa AU. Sì, loro sono i miei tre grandi amori. u_u
Il titolo della fic è preso da una canzone dei GD (Who Wrote Holden Caulfield?, per l’appunto) da cui è partita tutta l’idea su cui si basa questa AU, mentre Rejected è una canzone dei Rancid. Non sarà né la prima né l’ultima volta che farò il nome di qualche canzone in questa fic, perciò metterò dei collegamenti con cui potrete ascoltarle, se volete.
Ho sempre immaginato che Zoro, nel nostro universo, sarebbe stato un punk/metallaro, ed eccolo qui, infatti. XD Il suo aspetto è esattamente quello di Zoromichi in School Time, uno dei Teatrini di Oda. ^^
Posterò più o meno ogni una-due settimane, quindi non dovrete attendere molto (anche perché molti capitoli sono già finiti). u_u
Be’, alla prossima! ;)




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