Morirai, ma per mano loro. (27.01)

di LumineNoctis
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Un incubo, da cui non ci si puō svegliare. Sei lė, intrappolato nelle mura del dormitorio, l'aria fredda di fuori che penetra nella pietra grezza delle pareti e si insinua nella smilza coperta rattoppata che ti hanno lasciato. Loro non vogliono farti morire. Non ancora. Vogliono che lavori per loro. Ti danno da mangiare quel tozzo di pane duro, ruvido ed inscalfibile che ti fa miracolosamente rimanere in vita. Goditi questi minuti. Goditi la notte. Goditi gli unici momenti in cui non si sentono gli spari dei tedeschi e i gemiti dei lavoratori, le braccia che si spezzano sotto il peso delle pietre che ti fanno trasportare. Goditi la paura. Assaporala, senti come ti paralizza le membra e il cervello, flette la gola e ti tira fuori quei flebili rantoli continui, che comunque non sapresti far smettere.
Tuo figlio č morto. E' morto perchč per lui era troppo, le sue gambine magre non hanno retto, č caduto. Non l'hanno risparmiato. Occupava troppo spazio, secondo loro. Nell'istante in cui ha smesso di essere utile, l'hanno ucciso. Chissā a cosa ha pensato, quando l'hanno messo spalle a muro. Chissā se aveva paura. Chissā se si č fatto forza ed ha ascoltato l'ordine sputato in tedesco di fare fuoco, dal comandante. Chissā se si č ribellato. Chissā se ha sentito dolore quando la pallottola gli ha rotto il cranio. Chissā.

E poi c'č tua figlia, anche lei morta. Le sue treccine bionde fermate dal nastrino rosso saranno ancora nel mucchio con i capelli delle altre bambine, insieme ai suoi vestiti ancora profumati di bucato. Voleva solo farsi una doccia, lei. Ed č morta. Andata. Lei, a differenza del fratello, non ha sentito niente di pių che il gelo sulla pelle e la morsa della fame sullo stomaco. Il gas l'ha soffocata.

E perchč, questo? Perchč sei sbagliata. I capelli scuri, la pelle olivastra. Sei ebrea. L'hai sentito cosė tante volte, quell'aggettivo, sputato dall' accento duro dei tedeschi o mormorato fra i sottomessi. ma lo sei, č questo il punto. E, facendo dei figli, amando tuo marito, hai condannato tutti. Gli hai trasmesso quella sporca caratteristiche, la razza impura. 

Vorresti morire, ma tanto ci penseranno loro. 




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