Capitolo 6: Magic Hour
Snow si acquattò dietro ad una grossa colonna: quello era l’ultimo corridoio che le rimaneva
da attraversare prima di arrivare alle scale che l’avrebbero portata nei sotterranei del castello. Lanciò un’occhiata veloce dietro alle
sue spalle, i nani erano rimasti a coprirla e, a quanto sembrava, stavano facendo un ottimo lavoro. Inspirò a fondo e fece il primo passo
consapevole che in quell’ultimo tratto sarebbe stata completamente scoperta.
«Fermatevi!» fu l’ordine che le rivolse il capo di un drappello di guardie arrivate in gran
fretta da un passaggio laterale, tutte con le spade sguainate.
La principessa non si lasciò intimorire, non si sarebbe arresa, non a quel punto: urlò per
farsi coraggio ed attaccò. Le lame iniziarono a cozzare fra loro e il primo avversario fu ben presto fuori dai giochi
«Si può sapere quante guardie ci sono in questo palazzo?» si lamentò la mora mentre ne affrontava un altro del gruppo.
«Tante» le rispose una di queste mentre le si avvicinava a testa bassa «Così tante che non si
sono accorti di averne una di troppo» concluse e, con stupore di tutti, attaccò il soldato più vicino.
In pochi minuti Snow rimase sola con il suo nuovo e inaspettato aiutante «Chi siete?» volle
sapere.
Il giovane di fronte a lei si chinò levandosi l’elmo «White Rabbit, principessa… per servirla,
come sempre» le rivelò alzando lo sguardo violetto su di lei.
«White?» ripeté l’altra incredula soffermandosi sul suo viso, i suoi capelli
«Com’è possibile? Sei un…»
«Umano, sì» concluse lui al suo posto «Ora ho le capacità per fare di più: posso combattere,
difendermi e proteggere coloro a cui tengo…»
La mora sospirò, doveva aver fatto un patto non c’era altra spiegazione ma quello non era
il momento per discuterne «Sei sicuro che sia questo quello che volevi?» si limitò, quindi, a chiedere.
«Sì» lo sentì rispondere deciso, senza ombra di esitazione perciò sorrise «Allora va bene…» lo
abbracciò e, per la prima volta in vita sua, dovette allungarsi per potergli cingere il collo con le braccia «Grazie»
White ricambiò la stretta «Coraggio adesso, il tuo principe ti aspetta. Io sarò dietro di te,
non permetterò a nessuno di fermarti»
«Ciao Mary» salutò l’albino prendendo posto accanto a lei al bancone della tavola calda.
«Ciao Alec» rispose la donna cercando di sorridergli ma era impossibile non notare l’assenza del
calore che accompagnava da sempre quei sorrisi.
«Come stai?» volle sapere il ragazzo preoccupato.
«Male» non si curò nemmeno di fingere l’altra «Ma passerà» considerò mesta.
Lui annuì «Di qualsiasi cosa tu abbia bisogno, sai che puoi fare affidamento su di me» cercò di
consolarla posandole una mano sulla spalla «E, tanto per cominciare, ti offrirò la cena»
Mary Margaret si girò di scatto nella sua direzione «Non ci pensare nemmeno…» lo ammonì.
«Ssh» la zittì il biondo puntandole un dito contro «Non ti ho ancora ringraziato come si deve per
l’aiuto che mi hai dato, quindi permettimi di cominciare a farlo» affermò risoluto «E comunque non ti devi preoccupare, godo dello sconto
dipendente saltuario» buttò lì vedendo l’avvicinarsi della brunetta.
«E questo chi l’ha deciso?» replicò, difatti, quella.
«Io, ora» le fece presente il ragazzo alzando le sopracciglia con fare innocente.
Ruby si portò le mani ai fianchi «Sei incredibile» lo riprese «Ho capito, offre la casa»
«Ehi!» si drizzò sullo sgabello l’altro «Non è quello che ti ho chiesto, così sminuisci la mia
virilità» si finse offeso.
«Perché, ne hai una?» lo prese in giro lei da dietro il suo bancone, al sicuro.
Mary Margaret guardò la scenetta dapprima perplessa, poi un sorriso divertito si dipinse sulle sue
labbra «Ragazzi, penso seriamente di adorarvi» affermò decidendo di interrompere il loro palesemente finto battibecco «Non so come farei
senza di voi a volte»
Ruby gongolò sorridendo «Sono pronta a prendere in giro questo scemo ogni volta che vuoi, se serve a
tirarti su il morale»
«Gni, gni, gni…» la scimmiottò il biondo in tutta risposta «Ma devo ammettere che anch’io sono pronto
ad immolarmi per la patria, se necessario» confermò gonfiando il petto teatralmente scatenando un’alzata d’occhi al cielo da parte della
giovane cameriera.
«Grazie» disse sinceramente la mora «Grazie davvero»
«E’ morta» sussurrò Red trattenendo a stento i singhiozzi «Si è sacrificata per il vero amore»
«Si è sacrificata per tutti noi» la corresse Grumpy con espressione affranta.
«Questo non è giusto» protestò contro il fato la giovane prima di scoppiare a piangere.
«Bambina mia» la richiamò la nonna offrendole il conforto delle sue braccia ma, per quanto
fosse una donna forte, non poté fare a meno di condividere le lacrime della nipote.
Red si sfogò a lungo nel calore di quella stretta ma, quando tirò su col naso cercando di
riprendere un po’ di contegno, avvertì un odore familiare. «C’è qualcuno qui» esordì sciogliendo l’abbraccio all’improvviso.
«Chi?» volle sapere Grumpy già in allarme assieme ai suoi fratelli.
«Tranquilli» cercò di calmare gli animi lei «E’ un amico» gli fece cenno di aspettare e si
avviò nella direzione suggeritagli dal suo naso. Si ritrovò a girare attorno ad un grosso albero «White» esordì ancor prima che lui
entrasse nel suo campo visivo: rimase, quindi, molto stupita nel trovare, ai piedi del tronco, un ragazzo più o meno della sua età chino
sulle ginocchia. Quando lo vide alzare lo sguardo su di lei, però, capì che il suo olfatto non l’aveva tradita «Sei davvero tu» constatò
lasciandosi cadere al suo fianco.
«A cosa è servito?» lo sentì sussurrare «A che cosa è servito diventare umano se non ho potuto
impedirle di mordere quella maledetta mela?!» ringhiò subito dopo mentre gli occhi gli si riempivano nuovamente di lacrime.
Red sostenne il suo sguardo non curandosi dell’aspetto sinistro che aveva assunto per il rosso
del pianto mescolato al singolare colore delle sue iridi «White…» sussurrò allungandosi verso di lui ma non fece in tempo a cingerlo con le
braccia che si ritrovò con il viso fra il suo collo e la spalla mentre avvertiva il suo respiro fra i capelli.
«Io la ucciderò» pronunciò lui a denti stretti «Ucciderò Regina, dovesse essere l’ultima
cosa che faccio»
A quelle parole la ragazza si staccò bruscamente «No!» obbiettò «Non devi parlare così, Snow non
avrebbe voluto. Hai visto cos’ha fatto? Avrebbe potuto combattere Regina e invece l’ha incontrata disarmata. Ha preferito sacrificarsi per
far sì che lei non uccidesse il suo vero amore, perché ci lasciasse in pace»
«Che cosa hai detto?» chiese White alzando il capo di scatto «Snow si è sacrificata per
Charming?»
“Non credete nel vero amore, dearie?” le parole dell’Oscuro saettarono nella sua mente «Tu sei un genio!» si complimentò con espressione
nuovamente speranzosa «Il vero amore la salverà» le rivelò scuotendola per le spalle.
«Che cosa intendi?» cercò spiegazioni quella non capendo.
«Charming ha già salvato Snow dalla pozione che l’aveva cambiata, chi dice non possa farlo
di nuovo?»
Red sorrise mesta «Non potrà fare nulla, non è come allora: è morta e tu devi accettarlo»
affermò facendo violenza anche a se stessa.
Questa volta toccò all’altro gridare un secco «No!» quasi aggredendola «Troverò il principe
James, costi quel che costi, e ti dimostrerò che ti sbagli» non aggiunse altro, si voltò e iniziò a correre rapido come il vento verso
il castello di Regina.
Alec uscì dal Granny’s Café lasciando Ruby al suo lavoro e Mary Margaret ai suoi pensieri. Sistemò
meglio il collo della giacca, si portò le mani a coppa davanti alla bocca e soffiò un po’ d’aria calda: faceva piuttosto freddo quella
sera, l’unica cosa che voleva in quel momento era rintanarsi nel caldo del suo appartamento. Quando, però, lo sguardo gli scivolò per caso
verso l’auto della mora parcheggiata lì vicino e notò la presenza di una persona al suo fianco, non poté fare a meno di effettuare una
deviazione. «Che cosa ci fai tu qui?» chiese non troppo amichevolmente quando gli fu abbastanza vicino.
David, dapprima perso nei suoi pensieri, portò l’attenzione su di lui: aveva già visto quel ragazzo,
impossibile non notarlo visto il suo particolare aspetto ma, soprattutto, non gli era passato inosservato per il fatto che fosse spesso
in compagnia di Mary Margaret. Non ebbe il tempo di interpretare la sua strana domanda che lo sentì continuare «Stai aspettando lei,
non è vero?» si ritrovò ad annuire senza sapere perché.
L’albino sospirò «Non pensi di averle causato già abbastanza problemi?»
«Io volevo solamente parlarle» cercò di spiegargli l’altro.
«E se lei non volesse starti a sentire?» non demorse il più giovane.
L’uomo cominciò a perdere la pazienza, chi diavolo si credeva di essere? Non si erano neanche mai
parlati prima di quel momento «Senti amico, non vedo come questa storia debba interessarti»
«Io non sono tuo amico» sottolineò quello «Sono amico di Mary Margaret e se lei soffre per causa tua, è
anche un mio problema»
A quelle parole David si calmò, ritornando al suo stato d’inquietudine iniziale. Come poteva biasimare
quel ragazzo? Da quando era cominciata la relazione con Mary le aveva procurato non pochi guai, prima con la sua indecisione e poi
con la sua incapacità di crederle quando gli aveva detto di non c’entrare nulla con la scomparsa di Katherine. «Allora mi sta bene...»
quel giovane, però, doveva aver ben chiara una cosa «Ma dovrà essere lei a decidere se vorrà ascoltarmi o meno, tu non puoi farlo al
posto suo. Che tu ci creda o no, io la amo e farla soffrire è esattamente l’ultima cosa che voglio»
«Hai uno strano modo di dimostrarlo» gli fece presente Alec scotendo il capo, tuttavia non poté far a
meno di pensare che sembrasse veramente sincero... possibile che fosse soltanto un grandissimo idiota? «Però hai ragione» si trovò
costretto a dire «Io non posso decidere per lei e neanche voglio, è una donna adulta» puntò gli occhi nei suoi «Ciò non toglie che ti
spaccherò la faccia se proverai a ferirla di nuovo»
David deglutì a vuoto non tanto perché temeva un confronto, bastava un’occhiata per capire che sul
piano della forza fisica gli era nettamente superiore, ma per la determinazione che gli aveva letto nello sguardo «Di questo non ti devi
preoccupare, se lei non mi vorrà io me ne andrò»
James uscì dal castello di Regina di corsa, non aveva tempo da perdere perché non sapeva per
quanto il Cacciatore, che l’aveva aiutato a fuggire, sarebbe stato in grado di distrarre la donna. Si avventurò nel bosco senza aver idea
della direzione da seguire, solo di una cosa era certo: avrebbe ritrovato Snow, l’avrebbe ritrovata sempre.
«Principe Charming» si sentì chiamare in lontananza, alzò lo sguardo senza smettere di correre
e scorse una macchia d’azzurro sulla sua destra. Cambiò, quindi, direzione e sfoderò la spada: non sembrava un soldato ma era sempre
meglio andar sul sicuro.
«Non ho cattive intenzioni» lo informò quello strano ragazzo dalla carnagione chiara alzando
entrambe le mani, possedeva anche lui una spada ma a quanto pareva non aveva intenzione di usarla «Sono qui per portarvi da Snow, ha bisogno
di voi»
«Che cosa le è successo?» volle sapere l’uomo preoccupato, quel dolore che aveva provato in
cella era stato davvero un segno.
«Regina...» gli spiegò quello e non ci fu bisogno di aggiungere altro. Ricominciò a correre,
questa volta guidato da quel ragazzo «Chi siete?»
«White Rabbit» sì presentò il biondino senza fermarsi «Sono un amico di Snow, ero l’araldo di
suo padre...»
«Correte davvero veloce White» si trovò costretto a dire James con il fiatone, faticava a
stargli dietro.
«Non abbiamo tempo da perdere» si giustificò il giovane saltando agile oltre un tronco. Fece
ancora pochi passi e, poi, si trovò costretto a rallentare: non sentiva più la presenza dell’altro alle sue spalle.
«Principe?» chiamò fermandosi del tutto: non ottenne risposta «Principe James!» gridò più
forte guardandosi attorno ma di Charming non c’era più nemmeno l’ombra.
Ancora non riusciva a crederci, com’era potuto accadere? A volte il destino sapeva essere davvero
crudele. Henry era solo un ragazzino, in buona salute per di più… come aveva potuto cadere vittima di un malore inspiegabile?
Non che Alec avesse un particolare legame con lui, tuttavia lo vedeva sempre girare per Storybrooke
assieme ad Emma cercando di nascondersi da sua madre, mangiare alla tavola calda e, negli ultimi tempi, anche all’istituto scolastico: si
era abituato alla sua presenza e perché no, si era anche un po’ affezionato.
Proprio per questo aveva appuntamento con Ruby di lì a pochi minuti, insieme avrebbero raggiunto Mary
Margaret all’ospedale e l’avrebbero aiutata a tener compagnia al piccolo Henry, in fin dei conti, la speranza era l’ultima a morire.
Aveva fallito: per quanto l’avesse cercato in lungo e in largo non era più riuscito a trovare
il principe. Si era infuriato, aveva gridato e maledetto Regina, perché non poteva che esserci lei dietro a tutto, ma nessuna di queste
cose erano servite a riportarlo indietro. Ogni sua azione era risultata inutile, di Charming non era rimasta neanche una misera traccia di
odore: niente di niente, era sparito nel nulla.
Era tornato, così, nel posto da cui era partito con il cuore carico di dolore, non era
riuscito nel suo intento e la salvezza di Snow sembrava più che mai lontana.
«Sapevo che ti avrei trovato qui» disse una voce alle sue spalle.
«Red» la riconobbe voltandosi «Ho fallito, non sono riuscito a portarlo da lei»
La ragazza riuscì a mascherare la sua espressione solo con un enorme sforzo, non sapeva
ancora nulla «Da quant’è che sei qui?» volle sapere, infatti.
«Non lo so...» le confessò, per la prima volta in vita sua aveva completamente perso la
cognizione del tempo.
Davanti alla sua espressione affranta, l’altra non fu più in grado di trattenersi
«Avevi ragione tu» gli rivelò con un largo sorriso.
«Che cosa?» disse White sgranando gli occhi incredulo «Ma com’è possibile?»
«Charming ha trovato Snow e il bacio di vero amore l’ha salvata» gli spiegò.
«Vuoi dirmi che è viva?» volle esserne certo.
«E’ esattamente quello che ti sto dicendo» ribadì Red allegra e la sua gioia si trasferì
immediatamente sul volto di White «Quindi è finita» sospirò di sollievo.
«Non proprio» lo contraddisse lei senza, però, perdere il suo buon umore «Ora dobbiamo
aiutarli a riprendersi il regno. Ci sarà da combattere…» lo guardò con un sorriso di sfida sulle labbra «Pensi di potercela fare?»
Il biondo ricambiò la sua espressione senza timore «Certo…»
Alec stava dando un’occhiata al vecchio orologio rotto datogli da Mr. Gold, era davvero un peccato che
non funzionasse. Più di una volta aveva avuto l’impulso di provare ad aggiustarlo ma, considerando che non aveva mai fatto un lavoro del
genere, aveva desistito… romperlo del tutto era l’ultima cosa che voleva. Anche l’idea che si sarebbe aggiustato per magia, però, era
abbastanza assurda: chissà, forse, Marco avrebbe saputo cosa fare, era bravo a sistemare le cose. Si infilò il giubbotto e mise l’orologio
nella tasca interna, si avviò all’ingresso. Fu quando la sua mano toccò il pomello della porta che venne investito da una strana energia
positiva, la sua bocca si aprì e i suoi occhi si sgranarono: si ricordava ogni cosa.
Uscì in un lampo dal suo appartamento e, un attimo dopo, era già a battere sul legno della sua vicina di
casa «Mary Ann!» chiamò bussando più forte «Mary Ann!»
La donna arrivò di corsa ad aprire «Padrone…» lo accolse mentre lacrime di commozione cominciavano a
cadere dai suoi occhi.
«Mary Ann…» disse ancora il biondo quasi fuori di sé dalla gioia «Mary Annissima!» continuò
abbracciandola forte.
La cameriera, dapprima stupita per quello slancio di affetto, si lasciò andare a quella stretta e la
ricambiò «Sono così felice, padrone»
Il ragazzo si staccò ma non le levò le mani dalle spalle «Mi hai fatto praticamente da madre per
ventotto anni, puoi anche smetterla di chiamarmi padrone»
Mary Ann sorrise, questa volta fu lei ad abbracciarlo stretto «D’accordo White» ed entrambi scoppiarono
a ridere «Perché non andate adesso?» gli suggerì dopo un po’.
«Andare dove?» fece finta di nulla l’altro, non voleva lasciarla subito non dopo tutti quegli anni.
«So che non vedete l’ora di andare da loro» lo smascherò con un sorriso «Andate, ora che la maledizione
è spezzata avremo tutto il tempo per parlare»
«Grazie…» le disse riconoscente e uscì nuovamente sul pianerottolo, arrivato sul primo gradino si
fermò «Prima voglio provare una cosa…» informò la donna alla sue spalle «Recuperami se dovessi rompermi una gamba» la pregò prima di
piegarsi sulle ginocchia e spiccare un grosso salto: atterrò senza problemi in fondo alla rampa di scale «Wo-oh!» esultò euforico prima
di uscire del tutto.
Una volta in strada inspirò a pieni polmoni, era la prima volta che passava in mezzo a quegli edifici
con piena consapevolezza della sua identità. L’unica cosa che gli mancava in quel momento era il salutare le sue due care amiche, per
quanto avesse avuto vicino Ruby e Mary Margaret ogni giorno, erano ventotto anni che non vedeva Red e Snow White.
Regina aveva perso, sorrise al pensiero e si voltò per riprendere il cammino: la nube violacea che vide
in lontananza fece scomparire ogni ombra di soddisfazione dalle sue labbra. Non ci volle neanche un minuto perché lo raggiungesse, si portò
un braccio davanti al volto mentre attendeva di esserne investito e quando questo avvenne si portò l’altra mano al petto: l’orologio
all’interno del suo taschino aveva ripreso a funzionare.
FINE
Ed eccoci giunti al capitolo finale di questa storia.
Il capitolo è ambientato negli episodi 1x21 e 1x22 e il "Mary Ann... Mary Annissima" che pronuncia White verso la fine è un chiaro riferimento al "Marianna...
Mariannissima" del Bianconiglio della Disney.
Per il Wonderland ho deciso di non metterlo in quanto, essendo un concorso a scadenza, quando mi è venuto in mente come avrei potuto inserirlo
nella storia non ne avevo più il tempo materiale, senza contare che è venuta piuttosto lunga già così XD Il White Rabbit della mia fic, comunque, è il figlio
del Bianconiglio che noi tutti conosciamo per cui l'assenza del Wonderland mi è sembrata ragionevole. Chissà, magari un domani potrei cercare di sviluppare
quell'idea ma, sicuramente, attenderò prima la fine della seconda serie.
Concludo con i ringraziamenti di rito:
Per prima ringrazio Trick, grazie al suo concorso ho scoperto il magico mondo delle fic su OUAT perché nonostante adorassi la serie non mi era mai venuto
in mente di venire a curiosare nella sezione telefilm del sito... chissà perché, il periodo di attesa fra la prima e la seconda stagione sarebbe stato di sicuro
meno pesante XD Ho trovato delle storie davvero interessanti e spero di riuscire a leggerne ancora molte. Infine la ringrazio perché era veramente un po' che non
mi partiva l'ispirazione a questo modo :D
Per secondo ringrazio il mio coniglietto (anche se chiamarlo così è un po' riduttivo) Blu: un tenero ariete grigio/blu di tre anni *___* Mi ha
aiutato non poco per le descrizioni dei movimenti di White quand'era ancora un coniglio.
La abc per aver creato questa serie e questi personaggi fantastici.
Infine ringrazio chi ha letto, seguito, preferito e commentato questa storia. Inutile dire che mi farebbe molto piacere conoscere le vostre impressioni,
soprattutto adesso che la storia è terminata.
Grazie ancora per essere arrivati fin qui.
Un salutone
Cida
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