Diario di una Idiot

di Triangle_
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Premessa:
Se mi chiedono di descrivermi in due parole dico Green Day. Ed è per questo che scrivo, che terrò un diario. Per tutte quelle persone che al suono di “Green Day” scattano in piedi emozionate. Per quelle che se dici Billie Joe per loro dici “poeta” o “salvatore”. Per tutte quelle ragazze, idiots, che vivono non per loro, ma grazie a loro. Ecco per chi scrivo.
Day 1st.
Ho un difetto, un enorme difetto. Sono logorroica ed egocentrica. Talmente tanto che scriverò i cazzi miei al mondo, anche perchè il bisogno di essere capita mi pare indispensabile in questo momento. Mi piace descrivere come mi sento e trovare persone che si sentono nello stesso modo. Mi piace pensare che se dico che mi sento in trappola, qualcuno mi prenda sul serio.
Mi presento, sono Asia. Vivo in Italia, e nutro un sentimendo di odio per la mia nazione da quando ho iniziato a rendermi conto che se provi ad essere qualcuno, non hai possibilità di riuscita. Per questo, sogno gli Stati Uniti, l’Inghilterra, il Canada. Frequento il liceo artistico, non studio, e disegno solo quando ascolto musica. E, a differenza di molte ragazze che conosco, non sono un’asociale. Mi piace stare in mezzo alla gente quanto mi piace stare sola. Mi piace far ridere le persone, e mi piace che queste mi facciano ridere. Mi piace ascoltare ed essere ascoltata. Insomma le persone non mi fanno nemmeno tanto ribrezzo, tutto sommato. Vivo con una nota positiva, e spero che tutto volga al meglio.
Non per questo tutto va bene. Anzi. La mia vita fa quasi schifo. L’andare male a scuola sta compromettendo le mie uscite, il rapporto con i miei genitori e quello con la mia migliore amica. Segregata in casa, con solo i miei pastelli e i miei fogli. Sento che se avessi meno il fiato sul collo, andrebbe tutto meglio. Molto meglio. La mia vita è scandita da due grandi passioni: i Green Day e la musica. Suono la batteria e prendo lezioni da due anni. Ed è forse la sola vera cosa che mi libera.
E nulla, rappresento tutte quelle ragazze italiane che viviono pensando al proprio idolo, allergiche alle mode, ai cantanti da quattro soldi. Che condividiono le loro idee solo su Twitter perchè li possono essere capite, che contano i giorni che mancano al concerto della loro band preferita. Quelle ragazze che cercano il loro posto, con una nota di ironia e un po di originalità.
 




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