La pioggia batte forte contro le finestre, dalle cui fessure
entra un’aria fresca che profuma di terra bagnata. Guardo fuori, la
sigaretta tra le labbra, le gambe incrociate sul letto… Non mi sono mosso
da qui, da quando, qualche ora fa, mi sono svegliato solo. Il lenzuolo accanto
a me freddo, il tuo cuscino portava di te solo l’odore. Te ne sei andato.
Andiamo, Brian, non essere ridicolo! È il suo lavoro, è una
grande opportunità. Stiamo parlando di New York, perché mai
avrebbe dovuto rinunciare? È giusto così…
No… no, Brian Kinney… non funziona più. Una
volta sì. Oh, eccome se funzionava. Una sigaretta, un altro bel ragazzo,
l’autoconvinzione di bastare a te stesso e chissene frega del biondino,
moretto o rosso che dir si voglia che se n’è appena andato dal tuo
loft. Ma ora è cambiato tutto… ora il tuo piccolo Sunshine ti ha
cambiato la vita, ti è entrato dentro, ti ha preso l’anima e se
l’è portata via con sé. E tu gliel’hai permesso.
Perché lo ami. A quante persone hai detto quelle due parole? A lui. E basta. Perchè lui è lui.
Lui è Justin, è un uragano, un angelo biondo che ti sconvolge la
vita, la testa, ti smonta le tue certezze pezzo per pezzo e per cosa? Per
renderti un uomo migliore… Oh, grazie! E ora che hai fatto questo
bellissimo smantellamento su di me cosa fai? Te ne vai, lasciandomi in questo
maledetto letto vuoto, dopo aver fatto l’amore come non l’avevamo
mai fatto?? … Perché?..
Mi alzo pigramente dal letto, trascinandomi fino al
frigorifero. Prendo una bottiglietta d’acqua… merda… anche questo
mi riporta a te… anche una maledetta bottiglia d’acqua!
C’è qualcosa in questa casa, nell’aria, dentro di me che non
mi riporti a te?? Quando tutto mi parla del tuo sorriso, quel sorriso solare e
vivo, che era solo per me, e che ho imparato ad amare troppo tardi?? Dove devo
andare, cosa devo fare per non sentirmi addosso i tuoi occhi, per non sentire
il tuo odore, per non vederti ovunque?? …. È giusto così,
mi ripeto… è giusto così. Buona vita, Justin.
Un rumore molto più forte di una normale goccia di
pioggia mi fa svegliare di soprassalto. Cosa diavolo sta succedendo…?
Sembra che qualcuno stia cercando di buttare giù la porta. Mi alzo,
ancora frastornato, dal divano dove solo mezz’ora fa sono crollato, e mi
dirigo verso la porta. Se è Michael che è venuto a controllare se
ho tentato il suicidio alle quattro del mattino lo uccido.
- … Brian?..-
………. Quella voce. Quella voce
inconfondibile, rotta, delicata dietro la spessa porta… non può
essere. Sto impazzendo. Ora sento anche la sua voce… Apro la porta, e
scopro che non si tratta di follia… Justin… sei qui, sei
tornato… Bagnato fradicio, stai tremando.
- … Justin…- non faccio in tempo a finire di
sussurrare il tuo nome, che ti butti tra le mie braccia, con un singhiozzo.
- … Brian mi…mi dispiace tanto.. io…
volevo partire, ero al ceck-in ma… non ce l’ho fatta, io… io
ho bisogno di te…- lo dici tutto d’un fiato, con il viso affondato
nella mia spalla, senza smettere di tremare per il pianto e il freddo. Io ti
stringo forte, con tutto l’amore che ho e che ti porto e, senza
rendermene conto, una lacrima scende anche a me. Sei qui, ancora con me, non ti
perderò mai più.
- … ti amo, justin…- è tutto quello che
riesco a risponderti, che riesco a pensare. Ti amo. Ti sento sorridere nel mio
collo, e il tuo abbraccio si fa più stretto.
- Ti amo anch’io… non sai quanto…-
Sorrido tra me e me, con gli occhi chiusi, e te tra le
braccia. Ti prendo il viso tra le mani, e ti bacio. Dolcemente, con un velo
delicato di passione. Tu rispondi al bacio con una tale tenerezza da farmi
tornare le lacrime agli occhi. Senza smettere di baciarti porto una mano
attorno ai tuoi fianchi e ti faccio entrare completamente nel loft, chiudendo
la porta con il piede. Quando, a fatica, ci stacchiamo, entrambi rimaniamo per
qualche secondo con gli occhi chiusi, stretti l’uno nelle braccia
dell’altro.
- Vieni, Sunshine…- sussurro prendendoti la mano
-..andiamo a prenderti dei vestiti asciutti…-