Scorbutici

di Aout
(/viewuser.php?uid=144646)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lui era invidioso, questo pensavano.
Era facile leggerlo in quegli odiosi occhi caritatevoli, gli occhi di chi li guardava dall’alto in basso in quel modo dolce, gentile e così profondamente ipocrita.
Cosa vedevano?
Due ragazzini: uno alto e uno basso, uno magro e uno grasso, uno bello e uno brutto, uno intelligente, fin troppo consapevolmente aggiungeva sempre, e uno stupido.
La cosa assurda era che proprio nessuno, tra quei grandi esperti dell’arte del ficcare il naso negli affari altrui, avesse mai veramente capito.
Capito quanto fosse sciocco pensare di poter paragonare il cuore al cervello.
- Ab, sono tanto stanca.
E bastava anche solo guardare Ariana negli occhi per comprenderlo.








 
Note: 110 PAROLE.
Cuore e cervello (so che non è proprio una parola “poeticissima”,ma ho cercato di immergermi un po’ nella mente del protagonista) sono Aberforth e Albus. Io li vedo così, almeno da giovani.
Trovo che il loro rapporto fraterno sia molto interessante, spero di essere riuscita a darvene un piccolo assaggio.
Se non si fosse capito (spesso le cose le vedo sono io ) gli occhi sono “caritatevoli” perché ho idea che, dopo la reclusione del padre ad Azkaban, la gente si mostrasse particolarmente gentile e dolce verso i tre piccoli orfanelli, mentre in realtà gli sparlasse dietro alla grande.
Come drabble non è particolarmente allegra, lo so, ma vedrete che nella prossima mi rifarò! Ho in mente qualcosa di interessante per il caro Dippet *risata malefica*.
Ehm, volevo dire *si ricompone*, alla prossima!




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1569220