La Vendetta di Satomi

di telesette
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Quando Satomi si svegliò la mattina seguente, Marika dormiva ancora.
Il giovane osservò l'espressione serena sul volto di lei, coi lunghi capelli scuri mossi disordinatamente sulla sua schiena nuda, e sorrise al pensiero di quanto fosse bella in quel momento. Stando bene attento a non svegliarla, si preoccupò di coprirla meglio con il lenzuolo che le era scivolato e la baciò dolcemente sulla fronte.

- Satomi - mormorò lei nel sonno, cercando istintivamente la mano dell'altro.

Le dita di Marika si chiusero su quelle di Satomi, calde e rassicuranti, e questi rimase immobile ad osservare la fanciulla addormentata e le morbide curve attraverso la stoffa che ridisegnava tutto il suo corpo.

- Dormi, amore mio - sussurrò il giovane, portandosi la mano di Marika alle labbra. - Sono qui, non vado da nessuna parte!

Marika sorrise, come se avesse colto esattamente il senso di quelle parole, e continuò a dormire il sonno del giusto.
Mentre la guardava dormire, Satomi si rattristò al pensiero che la sua felicità fosse di breve durata.
Che cosa gli nascondeva Marika?
A quale gente senza scrupoli si riferiva?
Se solo fosse riuscito a sapere...
Più tardi, quando Satomi rientrò in camera con un vassoio e due tazze di caffé fumante, Marika stava raccogliendo i propri vestiti da terra con addosso solo la camicia aperta.

- Buongiorno - esclamò Satomi raggiante, posando il vassoio sul comodino. - Posso suggerirle una buona colazione, signorina?

Marika si voltò a guardarlo con un sorriso.
Anche con i capelli in disordine e le labbra prive di rossetto, Satomi la trovava ugualmente bellissima ed affascinante.
Non gli capitava spesso di vederla al naturale, dato che la ragazza era molto vanitosa ed attenta nel truccarsi e pettinarsi, eppure anche così non aveva assolutamente nulla da invidiare a nessuna.

- No, non guardarmi così - fece lei imbarazzata, coprendosi con la mano. - Devo essere orribile...
- Sei splendida - la tranquillizzò l'altro, avvicinandosi per abbracciarla. - Credimi, principessa, è il tuo principe che te lo dice!
- Dai, smettila!
- No, sul serio!

Un lieve schiocco delle labbra, seguito da un bacio molto più lungo, ed entrambi si sedettero a bordo del letto per mangiare qualcosa.
Dopo aver bevuto il caffé corroborante e addentato del pane con un po' di marmellata, Satomi non poté tuttavia continuare a fingersi indifferente.
Se Marika era preoccupata, lui stesso non poteva non esserlo altrettanto per lei.

- Marika - cominciò. - Questa storia non riguarda solo me e te, se c'è di mezzo anche il resto del gruppo, e io ritengo che la faccenda vada chiarita con gli altri prima possibile!
- No Satomi, ascolta: aggiusterò io le cose con la produzione, basterà spostare la data del vostro concerto; tu e gli altri non dovete preoccuparvi, mi accollerò io tutte le spese e...
- Non è questo che intendevo, e lo sai - la interruppe lui severo. - Ieri sera tu hai parlato di "gente senza scrupoli", qualcuno che chiaramente ti ha minacciata, ed è una cosa troppo grave per poterla ignorare!

Marika tacque.
Era chiaro che Satomi non avrebbe desistito dal voler conoscere la verità.
Per quanto calmo e assennato come carattere, il giovane sapeva anche essere inflessibile e determinato come pochi.
Mai avrebbe accettato il silenzio alle sue domande, questo lei lo sapeva bene, ciononostante doveva proteggerlo da sé stesso.

- Il nome, Marika - incalzò lui, cercando di convincerla. - Dimmi solo il suo nome, e andremo insieme a denunciarlo per aggressione!
- Non posso - gemette lei, evitando di guardarlo negli occhi. - Te l'ho detto, è gente pericolosa...
- So essere pericoloso anch'io - sentenziò Satomi, stringendo il pugno con rabbia. - E se davvero conto qualcosa per te, ho il diritto di conoscere la verità... qualunque essa sia!

Marika si morse il labbro inferiore con amarezza.
Per quanto fosse intenzionata a proteggerlo, Satomi la stava mettendo praticamente con le spalle al muro.
Dentro di sé, la ragazza maledì la propria debolezza: se solo fosse stata più forte, abbastanza da non lasciarsi sfuggire delle parole di troppo, forse avrebbe ancora potuto tenere per sé i dettagli di quella sporca faccenda.
Ora invece non aveva scelta.
Satomi voleva la verità, esigeva chiarezza, e lei non poteva nascondergliela oltre.

- D'accordo - mormorò rassegnata. - Promettimi solo che non farai imprudenze, promettimelo!
- Te lo prometto - promise l'altro, stringendole la mano tra le proprie. - Adesso però voglio sentire da te cosa è successo!

Marika prese un profondo respiro, cercando di scacciare dalla mente tutte le paure che l'avevano spinta a tacere, e si fece coraggio nel raccontare a Satomi l'intera vicenda dall'inizio.

 

( continua col prossimo capitolo )





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