Illusions

di Sherlock Holmes
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POV WATSON
 
L’avventura sembrava essere stata meno pericolosa, davanti ad una tazza di tè, a Baker Street…
Almeno, a me così pareva.
- Abbiamo rischiato, eh, Holmes?-
Sorseggiai la calda e rinfrancante bevanda.
- Il rischio fa parte del nostro mestiere…- commentò Holmes, afferrando la pipa.
Ridacchiai.
- Io sono un medico, Holmes… Il peggior mio rischio, ora, dovrebbe essere il contagio da parte dei miei pazienti…-
Lui sorrise.
- Oh, no, Watson. Lei è un investigatore. Il socio di Sherlock Holmes.- replicò.
Arricciai le labbra.
- Se così è, allora…- iniziai…
Holmes si accese il tabacco, inspirando il fumo.
Poi, inclinò la testa, fissandomi.
- Allora…?- mi incalzò.
- Allora, dovrei avere la metà dei suoi guadagni come consulente investigativo, Holmes.-
Esalò una nuvoletta scura, che si dissolse nell’aria.
- D’accordo. Avrà, dunque, la metà delle mie ferite.-
Risi, lieve.
- Holmes… Crede che… Moriarty continuerà a cercare di… eliminarci?-
Annuì.
- Ovviamente. Il professore non ama ciò che viene lasciato incompiuto. –
Un mio sospiro.
- Rischieremo di nuovo, con lui, quindi…- osservai.
- Oh, sì… Dobbiamo stare in guardia, Watson. In guardia…-
Improvvisamente, sulle labbra del mio amico comparve un sorriso.
- Mi perdoni, dottore, ma… Devo andare a ringraziare una persona.-
Aggrottai le sopracciglia.
- Se proprio avrà bisogno di me, mi mandi a cercare al Grand Hotel. Stanza 256.-
Scattò in piedi, afferrando il pastrano e gettando un’occhiata… alla fotografia di miss Adler?
- Come ha fatto a… liberarsi dalle manette, Holmes?-
Il mio coinquilino ridacchiò.
- Ha la testa, giusto? La usi, stavolta…!-
E, con quelle parole, si chiuse la porta dello studiolo alle spalle.
Un mio lieve sospiro.
E collegai…
La foto di Irene Adler parve occhieggiarmi dal tavolinetto di Holmes.
- A quanto pare, lei non è solo la musa del mio coinquilino… E’ anche il suo angelo custode…- sussurrai alla fotografia
- Grazie…- sibilai, dedicando a miss Adler un sorriso.




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