Era passata circa una settimana dal fattaccio.
Billie Joe stava ritornando a casa dall’ospedale, dopo essere
stato ricoverato per un’importante forma di diabete.
Non ricordava molto di come fosse finito lì.
Ricordava solo che dopo aver sbattuto la porta in faccia a quella
pazzoide, era crollato a terra ed era svenuto.
Si era risvegliato circondato da un paio di medici, che parlottavano
tra di loro scuotendo la testa.
Avrebbe voluto dire qualcosa.
Chiedere dove si trovasse e perché, ma era talmente a terra
da non riuscire nemmeno a spiccicare mezza parola.
Così, dopo una serie di interventi e dopo aver speso una
grossa somma per la rimozione delle carie (che a quanto pare
risultavano essere circa una dozzina), Billie tornò a casa.
Finalmente poteva tornare alla sua vita, alla sua famiglia, ai suoi
amici e alla sua carriera, senza ulteriori giramenti di palle.
Peccato che qualcuno stesse cospirando alle sue spalle.
Una certa piattola di sua conoscenza, che aveva ritrovato la
libertà dopo varie peripezie (si vocifera che avesse
corrotto una guardia con il suo irresistibile charme, ma tutti ne
dubitarono).
Billie stava passeggiando lungo un viale alberato, respirando a pieni
polmoni la fresca aria mattutina, beandosi del cinguettio degli
uccellini e dei caldi raggi del sole che baciavano il suo viso pallido.
Improvvisamente, proprio quando Billie stava per dire ‘niente potrebbe mai rovinare
questa magnifica giornata’, sbucò da
dietro una siepe una ragazza.
Neanche a farlo apposta, il cielo cominciò ad oscurarsi,
minacciando pioggia.
Al giovane (?) Armstrong ci volle un po’ per materializzare
il tutto, ma appena lei gli fu abbastanza vicino, la riconobbe
immediatamente.
Era la schizzata che aveva incontrato una settimana prima, anche se in
quel momento era completamente diversa da come se la ricordava.
Indossava un paio di jeans strappati, degli anfibi scuri e una
maglietta nera di un gruppo musicale pseudo-punk, comprata
probabilmente al mercatino della domenica. Gli occhi azzurri erano
contornati da un pesante strato di matita nera, e i capelli biondi
erano tinti di una strana tonalità verdognola.
Aveva un piercing sul labbro e uno sul naso. Sul braccio destro aveva
tatuato una cuore con su scritto ‘I Love You Mom’,
anche se più che un tatuaggio vero, sembrava fosse stato
creato con l’ausilio dei trasferelli.
Billie cominciò a sudare freddo, specie quando la
sentì parlare.
<< Ciao bel fustaccio! >> Fece lei,
avvicinandosi. << Come ti va la fottuta vita,
motherfucker? Ci sono fottute novità? >>
Armstrong aggrottò un sopracciglio. Era la stessa
schizofrenica della settimana scorsa, oppure era la gemella emo?
La ragazza fece una risatina inquietante, dando a Billie una generosa
strizzata di chiappe con le dita smaltate di nero.
<< A quanto pare il tuo fottuto culo è ancora
fottutamente sexy! Yeeea. >> Commentò con
convinzione,
mentre il povero Armstrong diventava pallido come un lenzuolo.
<< Allora! Non sei contento di vedere la tua cara
Mary-Sue? Sai, sono stata in galera! Ci sono stata poco, ma una volta
uscita ho capito che la mia vita faceva schifo, che nessuno mi capiva e
che il mondo ce l’aveva con me! Così ora sono
diventata PANC!
>>
Sorrise, mostrando con fierezza la maglietta che indossava, anche se
era di una band che non conosceva praticamente nessuno.
Ma lei si sentiva orgogliosa del suo acquisto, come se in quel momento
stesse indossando la maglia dei Ramones autografata da Joey in persona.
Billie storse il naso.
<< Possibile che devono capitare tutte a me?! Ma cosa
vuoi dalla mia vita?! E che cazzo di punk saresti? Sembri
più una disadattata emo! >>
Mary fece schioccare la lingua sul palato, perché quel
gesto,a sua detta, faceva molto figo.
<< Tsk, mio caro Billie Joe. Te non puoi capire la
fottuta sofferenza che ho dovuto fottutamente passare in questi fottuti
giorni! Seriamente, ti auguro di non fare mai gli errori che ho fatto
io nella mia fottuta vita! >>
Disse lei, con la stessa enfasi di una donna vissuta.
Billie roteò gli occhi.
Certo che quella frase, detta da una poppante che puzzava ancora di
Plasmon, aveva tutto un dire.
Girò i tacchi, intenzionato a lasciarla ai suoi deliri,
quando Mary lo tirò per la maglietta.
<< Non azzardarti ad andartene! Hai sentito quello che ti
ho detto? La mia vita fa schifo! E tu hai il dovere di commuoverti e
innamorarti di me! Hai letto o no il copione? >>
<< Quale copione? >>
Chiese Billie, cercando di liberarsi da quella morsa.
<< Il fottuto copione della perfetta fottuta fiction alla
Mary-Sue, parte seconda. La prima non è fottutamente andata
a buon fine, ma sicuramente la fottuta colpa sarà stata di
gente esterna... >>
L’ onnipotente autrice sorseggiò un
caffè caldo facendo la gnorri, convinta al cento per cento
che non stessero assolutamente parlando di lei.
Billie si girò verso Mary, guardandola intensamente.
<< Senti, non ce la faccio più! Io ho una vita
da vivere, ho quarant’anni e sto entrando nei quarantuno. Te
invece ne hai quattordici. Non trovi ci sia qualcosa di altamente
sbagliato in tutto questo? O i pochi neuroni che ti sono rimasti hanno
deciso di suicidarsi in massa? >>
Mary scosse la testa con vigore, facendo ondeggiare i suoi lunghi
capelli color cane malato e riempiendo l’aria circostante di
un fetido odore stagnante.
<< Ma una doccia no, eh? >>
Fece lui, tappandosi il naso.
In quel momento, come una manna dal cielo, arrivò Mike, che
stava facendo una corsetta nei paraggi.
Le nuvole si diradarono, e il sole tornò a splendere per il
povero rocker, che si precipitò quasi con disperazione tra
le braccia del suo amico.
<< Mio adorato! Sappi che ti amerò a vita per
avermi salvato! >>
Disse Billie, con gli occhi smeraldo che brillavano per
l’emozione.
Mike fece un palloncino con il chewing-gum che aveva in bocca,
togliendosi le cuffiette.
<< Che dici? >>
<< Ho detto che ti ringrazio per avermi salvato!
>>
Ripeté, stringendolo ancora più forte e
sorridendo come un ebete.
<< Oh, di nulla... ma salvato da cosa? >>
<< Da quella!! >>
Mike seguì con lo sguardo il dito di Billie, puntato su un
essere dalla dubbia sessualità che li osservava con aria
scialla.
<< Aaah! Beh, sono felice di averti salvato! Ora scusa,
ma devo andare! >>
E prima che l’amico potesse replicare, il bassista
tornò alla sua corsa, sparendo nel blu dipinto di blu.
Billie rimase immobile con la bocca spalancata e le mani a
mezz’aria, incredulo.
Mike l’aveva davvero abbandonato nelle grinfie di quella
Medusa?
<< BRUTTO STRONZO, ME LA PAGHERAI!! CHE TU POSSA
INCOMBERE NELLE IRE DEL SATANASSO!! >>
In quel preciso istante, tra le fiamme dell’Inferno, un certo
Angelo Caduto di nostra conoscenza starnutì con vigore.
<< Ehy! C’è qualcuno che mi pensa!
>>
Squittì lui deliziato, rivolgendosi alle anime dannate e
urlanti che bruciavano davanti ai suoi occhi, ma nessuno lo
ascoltò.
Mary si avvicinò a Billie, facendolo immediatamente gelare
sul posto.
<< Sai... tu forse non puoi capire come la mia vita sia
fottutamente disastrata. >> Disse, dandogli un'amichevole
pacca sulla spalla. << Il mio fottuto mondo mi ha
abbandonata, e io sono così fottutamente depressa e sola...
>>
<< Prego? >>
Billie la guardò accigliato, non capendo il suo discorso, ma
lei lo interruppe.
<< No, no! Non cercare di compatirmi! Io adesso
scapperò, per dare alla scena un tocco drammatico,
perché io sono fottutamente incompresa. Ma non inseguirmi!
Tu non puoi fottutamente capire il mio fottuto stato d’animo!
>>
Fece lei con aria teatrale e tragica, tirando fuori una sigaretta
(probabilmente di cioccolato) e accendendola, facendo finta di aspirare
il fumo.
Mise una mano dentro la tasca anteriore dei jeans, e si
allontanò con lo stesso passo figo degli attori nei film
quando dietro di loro c’è un’esplosione.
Billie rimase immobile per la seconda volta, con sguardo perso.
Cioè... era finalmente libero?
Poteva godersi il resto della sua esistenza, senza incombere nelle
molestie di quella pazza?
Fece un enorme sorriso, aprendo le braccia come se volesse abbracciare
il cielo.
<< SONO LIBEROOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!! >>
Urlò con gioia, correndo lungo tutto il viale ridendo
sguaiatamente, e ignorando gli sguardi dei passanti che lo guardavano
male.
Fine
Ecco la seconda e ultima parte. Forse meno comica dell’altra
(ho 39 e mezzo di febbre, pietà! T_T), ma spero che vi sia
piaciuta ugualmente! :D
Ciao!
Rage&Love
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