L'ultima notte
Il
tempo passava troppo velocemente. Harry aveva la sensazione che gli scivolasse
via tra le dita. Erano passati già tre anni dalla morte di Silente, e lui ormai
era un vero soldato. Aveva combattuto tante battaglie, affrontato e sconfitto
miriadi di mangiamorte, sempre con la sua squadra al fianco. Ma questa notte,
tutto era diverso. Quando il sole sarebbe sorto, l’Ordine si sarebbe preparato
per la più grande battaglia mai vista. Il momento che aveva atteso per tutti
quegli anni era giunto. Era arrivato il giorno in cui lui, Harry Potter, il
prescelto, avrebbe affrontato la sua ultima battaglia. Avrebbe ucciso Voldemort
o sarebbe morto. Non aveva altre alternative.
Non
riusciva a dormire. Non perché avesse paura, ma perché non poteva sopportare di
sprecare quella che poteva essere la sua ultima notte di vita dormendo. Guardò
la sveglia sul comodino della sua vecchia camera nel nuovo quartier generale.
Le 2:30. Fra meno di sei ore avrebbe potuto essere morto. Non poteva buttare
via quel tempo così prezioso. Così si alzò. Sapeva dove sarebbe dovuto andare.
Entrò
piano in una piccola camera, vecchia quanto la sua, ma molto meglio arredata.
Si vedeva un certo tocco femminile. Il mobilio consisteva in una scrivania
piena di libri, posta difronte a due piccoli letti a baldacchino, divisi tra
loro da un comodino. Vide che il letto più vicino alla porta era vuoto. Ma non
perse tempo a chiedersi dove fosse finita la sua occupatrice. Sapeva benissimo
che doveva trovarsi tra le braccia di un alto ragazzo dai capelli rossi. Harry
invidiava i suoi due migliori amici. Loro avevano vissuto quei tre anni godendo
di ogni momento che potevano passare insieme, sapendo che prima o poi il loro
tempo sarebbe potuto finire. Si avvicinò al secondo letto ed ebbe una fitta
allo stomaco. Vide dei lunghi capelli rossi sparsi sul cuscino, e un viso
perfetto, serenamente addormentato, rivolto verso di lui. Si sentì un perfetto
idiota. Aveva allontanato dalla sua vita la persona che più amava al mondo.
Aveva sofferto nel vederla piangere, quando le aveva detto che non potevano
stare insieme nemmeno ora che facevano parte dell’Ordine. E aveva resistito all’istinto
di baciarla ogni volta che la vedeva. Capiva solo adesso che stupido era stato.
Solo adesso capiva quanto tempo prezioso avesse sprecato. Solo adesso che di
tempo, forse, non gliene rimaneva più.
Si
avvicinò piano, e posò le sue labbra su quella guancia rosea. Ginny non ebbe
neanche bisogno di aprire gli. Sorrise e mise una mano tra i capelli neri e
scompigliati dell’uomo che le stava accanto.
“
Harry?” sussurrò il suo nome, come se avesse paura che pronunciarlo a voce
troppo alta potesse far sparire per sempre quel sogno.
“Si
piccola, sono io” anche lui sussurrava, inginocchiato accanto al letto, le
labbra che sfioravano l’orecchio di lei, che finalmente aprì gli occhi, che
subito cercarono quelli verdi di lui, e si persero.
“Sapevo
che saresti venuto” Sorrideva, e i suoi occhi erano pieni di lacrime. Aveva
aspettato quel momento così a lungo.
“Come
facevi a saperlo?” Lui sussurrava ancora…guardandola negli occhi e sfiorandole
i capelli.
“Perché
sapevo che anche tu volevi passare così la nostra ultima notte”
Harry
si avvicinò piano, e le baciò le labbra con dolcezza.
Lei
gli mise di nuovo le mani tra i capelli, e trasformò quel primo approccio così
casto in un bacio più appassionato. Era come se si stessero nutrendo l’uno
dell’altra, come se si stessero assaggiando finalmente dopo troppo tempo
lontani. Harry lentamente si sdraiò accanto a lei, la baciava, le accarezzava
il collo, le spalle…mentre lei continuava a scompigliargli ancora di più i
capelli. Poi la spogliò lentamente, mentre i loro respiri si facevano sempre
più affannosi, sempre più desiderosi l’uno dell’altra.
In
un attimo fu sopra di lei. La guardò negli occhi, e fu sicuro di non avere mai
visto nulla di più bello nella sua vita. Lei sorrise, gli accarezzo i capelli,
poi chiuse gli occhi e si aggrappò a quelle forti spalle.
Lui
capì che era il momento, e lentamente scivolò dentro di lei, con dolcezza.
Ginny gemette e si aggrappò a lui ancora più forte. Si guardarono negli occhi.
Erano una cosa sola adesso. Non solo la fusione di due corpi, ma la fusione di
due anime, che sarebbero rimaste unite per l’eternità, anche se la morte li
avrebbe separati solo tra qualche ora.
Harry
cadde esausto accanto a lei, che gli si accoccolò accanto, poggiando la testa
sul suo petto. Rimasero così, in silenzio, senza dirsi neanche una parola. Non
ce n’era bisogno. Non in quel momento. Tutto era coì perfetto. Nessuno che
avesse potuto vedere una scena così carica di amore avrebbe potuto immaginare
che tutto poteva essere spezzato di lì a poco.
"Harry,
tra poco dovremmo andare a combattere" Il tono di Ginny era strano.
Sembrava sul punto di piangere.
"Ginny,
non voglio pensarci adesso...non voglio rovinare questo momento"
"Solo...noi
potremmo non sopravvire...e non posso permettere che tu muoia senza che io ti
abbia mai detto...ti amo"
Harry
la strinse ancora più forte a se. E sentì calde lascrime che gli scivolavano
sul petto
"Quando
questa guerra sarà finita, allora potrai ripetermelo tante di quelle volte, che
mi stancherò anche di sentirtelo dire" sorrise e le baciò la fronte.
Non
le disse quanto la amava. Perchè aveva preso tra se e se una decisione. Glielo
avrebbe detto quando sarebbero sopravvissuti. Quando tutto sarebbe finito.
Perchè lui sarebbe sopravvissuto. Per lei.
Erano
passati sei anni da quella notte. E Harry e Ginny erano sdraiati nella loro
splendida camera, in una bellissima casetta molto vicina alla tana. Harry
accarezzava i capelli rossi di sua moglie, che erano appogiati sul suo petto,
come ogni volta, dopo che facevano l'amore. Lei si svegliò, alzò la testa,
sorrise al suo uomo e lo baciò. All'improvviso, un bimbo dai capelli rossi e
degli occhi verdissimi entro nella stanza.
"Mamma,
posso andare a giocare a casa di zio Ron?"
Ginny
sorrise al figlio "James, è ancora troppo presto! Zio Ron starà ancora
dormendo!"
"Uffa...ma
io volevo giocare con Daisy" Daisy aveva cinque anni, ed era la splendida
bimba di Ron ed Hermione
"Più
tardi potrai giocarci quanto vorrai, te lo prometto"
Il
bimbo sembrò stranamente tranquillo, cosa che fece insospettire Harry...
"James..."
"Si
papà?"
"Ho
chiuso il mantello dell'invisibilità in un baule, quindi direi che puoi
rinunciare al tuo piano!"
James
uscì dalla camera parechio imbronciato. Ginny assunse una finta espressione
infastidita. "è tutto suo padre!"
"Non
fare finta che la cosa ti dipiaccia!"
Si
scambiarono un bacio affettuoso.
"Ti
amo, Harry"Lui le baciò la fronte, come aveva fatto sei anni prima. Sapeva
che se era sopravvissuto, se aveva trovato la forza per uccidere Voldemort, era
stato soprattutto grazie a lei e a quella notte.
"Anche
io ti amo, Ginny"
Ecco qui...la mia prima
fan-fic su Harry Potter!
Non
sono molto sicura, anche perchè è la prima volta che scrivo qualcosa del
genere...specialmente per quanto riguarda la descrizione della notte...spero
che non sia una storia troppo banale...