the kidnapping
Erano passate due settimane da quella strana
notte nel
negozio di mr.Gold e ad Emma ancora non era venuta in mente
alcuna idea per vendicarlo di Regina pur avendoci pensato e ripensato,
niente da fare era proprio a corto d'idee, dopo quel giorno non aveva
piu' affrontato l'argomento ne' con Michelle e Mary-Margaret ne'
tantomeno con Gold ma coltivava il sospetto che anche se si
era
assunta lei la responsabilita' dell'impresa ognuno degli altri tre
rimuginasse mettendo insieme tante piccole idee che poi avrebbero
valutato.
Chi aveva notato un quasi impercettibile cambiamento in quei giorni era
stata Michelle, la quale trovandosi in farmacia Gold piu'
spesso
(prima ci andava solo per riscuotere l'affitto) con la scusa
di
comprare antipiretici e pastiglie per la gola gli era sembrato piu'
gentile del solito, una volta le aveva persino rivolto un mezzo sorriso
e non di scherno: era il sorriso di chi aveva veramente piacere a
trovarsi con qualcun altro, fortuna che in quel momento erano soli
altrimenti avrebbero scatenato fiumi di chiacchere.
Fu durante una di queste visite che dopo avergli dato il resto la
farmacista si accorse che le aveva lasciato in mano un biglietto, una
volta tirata giu la saracinesca lo srotolo' e lesse "venite tutte e tre
al negozio alle 21", guardo' l'orologio: le 12.30
ora della
pausa pranzo prese giubbotto e cappello e si affretto' ad
uscire
per raggiungere le amiche da Granny's una volta arrivate
scelsero
un tavolo defilato e Michelle mostro' loro il biglietto "oh bene, si
vede che ha in mente qualcosa: vi confesso che io ero a corto d'idee"
disse Mary-Margaret , "si anche io ma conoscendo
Gold non
sara' niente di buono: non fraintendetemi non sono pentita ma non
vorrei causare danni anche peggiori" aggiunse Emma
le altre
le presero le mani " ormai siamo in ballo e balliamo: personalmente
sono pronta a tutto pur di fargliela pagare a quella strega"
esclamo' Michelle. Lo sceriffo aveva ancora qualche titubanza
ma
si disse d'accordo, quella sera prese le dovute precauzioni raggiunsero
il
negozio, quando entrarono Gold era in piedi dietro
al banco
"buonasera immagino che abbiate ricevuto il mio biglietto"
"qual'e' il piano?" chiese Michelle sedendosi
"qualcosa che faccia parecchio soffrire il sindaco suppongo"
disse Mary-margaret "beh si, pensavo ad un rapimento"
fece
Gold con noncuranza.
L'affermazione rimase sospesa in aria per qualche minuto ma
Emma
aveva capito subito dove volesse andare a parare, lo afferro'
nuovamente per la giacca: "non osi far del male a mio figlio, carogna!"
"stia calma sceriffo! non ho mai detto di volergli far del
male"
rispose lui bloccandole i polsi, "va bene, pero' lo
avvertiro' prima" accetto' Emma a malincuore
Se ne andarono e l'indomani avvertirono il bambino che si
presto'
con entusiasmo alla messinscena: certo aveva sempre considerato Regina
come sua madre ma capiva anche che per il bene di tutti avrebbe dovuto
sacrificarsi altrimenti addio maledizione spezzata, cosi' il
giorno dopo mentre tornava a casa da scuola passando per una strada
poco frequentata quando vide una Cadillac accostarsi al marciapiede.
"Salve Henry" lo saluto' Gold aprendogli la portiera e
facendogli cenno di salire.
Arrivarono a casa sua ed Henry si guardo' attorno con curiosita': era
lussuosa quanto la sua anzi di piu', Gold gl'indico' una
porta
che una volta aperta rivelo' una scala piuttosto ripida "vai
pure, io verro' tra poco" gli disse.
Il piano di sotto non era affatto uno scantinato come ci si poteva
aspettare: era anzi come un appartamento dentro alla villa,
c'erano un letto una poltrona un divano ed un tappeto,
e
anche un piccolo cucinino con tanto di tavolo e sedie, e dietro il
bagno.
Henry si tolse di dosso cartella e giubbotto e decise di vedersi un po
di tv per ingannare il tempo.
Regina nel frattempo era appena tornata a casa dopo una lunga ed
estenuante giornata di lavoro: da giorni era in trattativa
con una grossa compagnia alberghiera per l'acquisto di un terreno
edificabile alle porte della citta': avrebbe fatto costruire un grande
centro ricreativo gratuito dove i ragazzi di Storybrooke avrebbero
potuto trovarsi dopo la scuola, cosi facendo si sarebbe accattivata le
simpatie di tutti e almeno i giovani non sarebbero stati a bighellonare
in giro.
Si accorse che suo figlio non era in casa ma non se ne preoccupo': era
appena l'una, probabilmente si era attardato con
qualche amico, cosi ne approfitto' per farsi un caffe':
temeva che Gold venisse a sapere del terreno e gli saltasse in mente di
farsi avanti anche se ormai mancavano solo tre giorni alla firma del
contratto e se ancora non era successo niente significava che non ne
era al corrente ed era molto improbabile che lo facesse ora.
Purtroppo per il sindaco, Gold sapeva gia tutto e su quello ci aveva
costruito il piano: avrebbe tenuto con se' Henry fino alla
scadenza per la firma del contratto e poi l'avrebbe rimandato a casa,
quando ne aveva informato le ragazze ebbe in cambio sguardi che
definire di disapprovazione era un eufemismo ma capirono tutte che non
faceva una piega.
"Mi sembra il minimo dopo quello che mi ha fatto" penso' scendendo al
piano di sotto.
Erano passate ore e Henry ancora non si vedeva, Regina cominciava a
sentirsi in ansia cosi' prese la macchina e fece un giro dell'isolato
per poi andare fino alla scuola dove trovo' Mary-Margaret:
"Salve signorina Blanchard: ha visto Henry?" "E'
uscito da scuola come al solito, credevo fosse a casa da un pezzo
ormai" rispose lei facendo spallucce "gia', beh
grazie lo stesso" la saluto' il sindaco affrettandosi verso
la macchina e pensando di recarsi dallo sceriffo.
Mary-Margaret sorrise tra se': procedeva tutto alla perfezione.
Henry aveva pranzato con degli hamburger e stava accingendosi
a sfogliare il suo libro quando udi' il campanello suonare e Gold
parlare con una voce femminile a lui sconosciuta o quasi,
poco dopo la porta si apri' ed entro' una ragazza in jeans
chiari e maglione lilla con lunghi capelli biondi ed occhi azzurri:
"Ciao, tu sei Henry vero? io sono Michelle" gli
disse tendendogli la mano "La farmacista" disse lui
ricordando improvvisamente dove l'aveva vista, "e' un bel
libro?" gli chiese lei adocchiando il grosso volume che il
bambino teneva in grembo: Emma le aveva raccontato per sommi capi
quello che suo figlio credeva e cioe' che tutti gli abitanti di
Storybrooke fossero in realta' personaggi delle favole vittime di una
maledizione, ovviamente entrambe stentavano a crederci ma non si poteva
dire che da quando Emma era arrivata non fossero successe un sacco di
cose strane.
Emma stava riordinando la scrivania quando si trovo' davanti la faccia
sconvolta del sindaco: "Henry non e' tornato a casa oggi, e'
stato qui da lei?" le chiese "cosa? no a dire il
vero oggi non l'ho visto ma ha fatto bene a venire qui" le
rispose cercando di non dare a vedere la soddisfazione che provava,
Gold poteva anche non essere uno stinco di santo ma Regina non aveva
alcun diritto di portargli via la persona che amava, perche' a quel
punto ne era certa che lei ci fosse invischiata fino al collo,
"venga, andiamo" le disse guidandola verso la sua
macchina.
"...Quindi Mary-Margaret, cioe' Biancaneve sarebbe tua nonna?"
stava chiedendo Michelle ad Henry, "teoricamente
si" rispose il bambino che le aveva appena riassunto tutta la
faccenda anche se non era proprio certo che gli credesse.
"E io chi sarei? a questo punto sono curiosa" chiese la
farmacista piuttosto divertita da quella conversazione surreale.
Henry ci penso' su un attimo sfogliando le pagine del libro, fino a
soffermarsi su una fiaba letta qualche settimana prima: "tu
sei la Bella Addormentata nel bosco" disse con
sicurezza.
Il sorriso che Michelle aveva ostentato fino a poco prima comincio' a
svanire: per quanto quella storia fosse inverosimile non poteva credere
che....
"Tu non hai tre zie? sono le fate che crescono la principessa, vedi?"
le disse indicandole la pagina.
"Sai, tutti mi hanno sempre chiamato Michelle, ma e' il mio secondo
nome: anche tu ne hai uno?" gli chiese.
Henry scosse la testa: Regina gli aveva detto che si chiamava
cosi per via di suo nonno ma non aveva mai accennato ad un secondo
nome, "quindi non ti chiami solo Michelle: qual'e' l'altro
tuo nome?" chiese con curiosita'.
"Aurora" gli rispose la ragazza semplicemente.
Ormai il sindaco era sul punto di avere una crisi di nervi:
"ma dov'e'?? dove puo' essere andato?? puo' essergli successo
qualunque cosa, e' cosi piccolo..." disse abbandonandosi su
una sedia di casa sua: Erano andate anche a casa di Emma e
Mary-margaret e naturalmente Henry non c'era, era stata lei a
proporle di andarci tanto sapeva che prima o poi le sarebbe venuto il
dubbio che gliel'avesse portato via o cose del genere, e la
sua espressione nel vedere che non era presente neanche li le procuro'
una sorta di gioia maligna ma anche una nota di rammarico:
non era tipo a cui piaceva vedere soffrire gli altri ma era dell'idea
che in certi casi valesse pienamente il detto "occhio per
occhio, dente per dente", "lo troveremo stia tranquilla"
disse porgendole una tazzina di caffe'.
Nel luogo dov'erano seduti Michelle ed Henry vi era anche un pc e la
ragazza stava stampando una finta lettera di ricatto che avrebbe
infilato quella notte sotto la porta di casa del sindaco,
anche Gold era presente "si, puo' andare"
commento' dopo averla letta e tornando di sopra,
voleva dormire un po' e riflettere sul da farsi.
"Dato che siamo in tema favole mi chiedo chi sia Gold"
ghigno' la farmacista.
"Ancora non lo so" ammise Henry dispiaciuto.
Michelle comincio' a sfogliare il libro: non se ne intendeva molto di
disegni, tuttavia le parve che certe illustrazioni si rassomigliassero
anche se i personaggi erano totalmente diversi per ogni storia.
"Forse ho capito chi e': guarda" gli disse mostrandogli
quelle favole "Rumpelstiltskin" mormoro' Henry
"Uno a cui piacciono accordi e potere: tutto torna ti pare?"
gli disse lei posando il volume sul letto.
"Ma sembra anche molto triste: voglio dire sembrano" disse il
bambino
"Se e' come dici tu deve averne passate di cotte e di crude: non mi
meraviglia che oltre a quell'aria da Azzeccagarbugli dei poveri
sembri uno che si avvia costantemente al patibolo"
disse Michelle versando dell'acqua in due bicchieri.
"A me non piace fare del male: ma la mia mamma e' stata cattiva e deve
essere punita...anche se il mezzo sono io" disse Henry
con gli occhi bassi.
Michelle gli poso' una mano sulla spalla: "mi dispiace...."
comincio'.
"E' tutto ok: non e' giusto che due persone che si vogliono
bene vengano separate, anche se una delle due e'..." non
sapeva come continuare.
"...poco simpatica" concluse per lui la farmacista ed insieme
scoppiarono a ridere.
Angolo autrice: salve gente! lo so che ormai su questa storia
son rotolate palle di fieno a non finire ma finalmente m'e' tornata
l'ispirazione. Vi prometto che presto arrivera' un nuovo
capitolo :)
|