Tempesta in arrivo!

di madoka94
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Mentre attendeva che Sara si preparasse, Sharon si accinse a mettere a posto la sua "colezzione".
Dopo pochi minuti Sara la raggiunse in stanza per chiedergli un consiglio su che scarpe mettere e non credette ai suoi occhi: vide sul letto una valigia aperta che straripava di pupazzi e la Ferro intenta a posizionarne già un gran numero sul divanetto della stanza.
-Wow! Non pensavo che avevi un lato tenero.-esclamò Sara avvicinandosi alla valigia e tirandone fuori un pupazzo a forma di pantera che portava al collo un collare con le borchie.
-Ok, forse non così tenero...-
-Mettilo giù!-ringhiò l'altra ragazza fulminandola con lo sguardo.
-Capito...sei gelosa dei tuoi pupazzi.-disse la ragazza riponendo il peluche e sedendosi sul letto.
-Che ne pensi di Ezio ed Altair?-chiese ad un tratto Sara per cercare di iniziare una discussione.
-Che cosa dovrei pensare?-rispose con un'altra domanda la Ferro intenta a posizionare tutti i pupazzi.
-Beh, come ti sembrano?-
-Un playboy e un montato!-
-Te pareva che non rispondevi così!-
-Perchè, a te come sembrano?-chiese ad un tratto l'altra ragazza voltandosi a guardare la Bristot.
-Ezio è simpatico anche se concordo che è uno gigolò e Altair mi sembra intelligente.-
-Se lo dici tu.-
Calò di nuovo il silenzio, Sara si era sempre sentita a disagio a stare con una persona e non proferire parola, le sembrava di passare dalla parte della persona timida e non voleva più sentirsi così.Se l' era ripromesso che sarebbe cambiata e voleva cercare di diventare amica con quella lunatica che si ritrovava davanti, era inverosimile che si dichiarassero guerra senza nemmeno cercare di avere una conversazione coerente.
-Desmond è stato gentile ad invitarci in discoteca!-esclamò ad un tratto con la sua voce squillante.
-Tu ci credi davvero che sia stato Desmond?-chiese con voce ironica Sharon, non poteva credere che Sara fosse così ingenua da non capire che era stato Ezio a pianificare tutto.
-Ehm...beh.... perchè non avrebbe dovuto farlo?-balbettò l' altra sapendo come stavano veramente le cose, che anche Sharon avesse intuito cosa volesse fare il Fiorentino?
-Perchè in tema di ragazze mi sembra allo stesso livello di tua sorella in tema di ragazzi.-
-Conosci bene mia sorella.-affermò la Bristot con un leggero tono di gelosia.
-Era un esempio.-
-In effetti non hai tutti i torti, Desmond non sembra una cima in tema di ragazze. è il contrario di Ezio!-
-Lui è un cafone invece.-
-E Altair?-
-Inizio a pensare che se parla con una ragazza più di dieci minuti va in iper ventilazione.-
Nello stesso istante i due ragazzi tranquillamente seduti in sala si preparavano per l' uscita, quando entrambi sentirono un suono fastidioso ai timpani.
-Mi fischiano le orecchie!-disse Altair strofinandosi l'orecchio per fermare quel suono insopportabile.
-Anche a me! In Italia si dice che quando ti fischiano le orecchie significa che qualcuno sta parlando male di te.-
Come per istinto i due ragazzi alzarono lo sguardo per poi riabassarlo e fare spallucce.
-Allora, che ne pensi delle ragazze?-chiese Ezio alacciandosi la cintura che portava una fibia in argento a forma di A.
-Perchè me lo chiedi?-
-Ho notato che oggi hai parlato molto con la lupacchiotta.-
-Intendi Sharon?-
-Vedi, basta che ti dico un nomignolo che la riconosci subito.-
-Coincidenza.-rispose Altair tornando a mettersi i braccialetti in argento.
-Non fare il vago come Desmond!-
-E tu con Sara?Ho visto che siete stati molto tempo in bagno...-ammiccò l'arabo.
Ezio dovette amettere che il cugino sapeva ribattere, ma lui non era tipo da nascondersi, anzi, adorava avere una possibilità di vantarsi delle sue doti di conquistatore.
-Che ti devo dire, mi è caduta tra le braccia.-disse disinvolto facendo spallucce.
-Ti ricordo che ero sul pianerotto quando ti ha sbattuto la porta in faccia.-
Ezio fu spiazzato, ma l' Ibn-La'Ahad non sapeva che aveva a che fare con un toscano e pochi sapevano come erano di mentalità; certo, sapevano essere simpatici ma se si trattava di ribattere lo facevano con classe e senza pietà!
-Quando sei tornato in pizzeria puzzavi di fumo, ma ho notato che non avevi le sigarette mentre lei sì.-
-Che c'è di strano? Mi ha offerto una sigaretta.-
-Spenta o accesa?-
-Accesa.-
-L'aveva accesa lei?-
-Sì.-
-Aveva già fatto uno o due tiri?-
-Sì, ne aveva già fatto uno.-
L'Auditore ridacchiò e l'arabo alzò un sopraciglio non comprendendo cosa stesse pensando l' italiano.
-Quindi vi siete dati un bacio indiretto!-dichiarò il ragazzo saltando in piedi sul divano è puntando il dito contro "l'accusato".
-Che cavolo dici?-
-Di solito è una tattica di noi ragazzi: la usiamo con i bicchieri, le bottiglie, le lattine e in fine con le sigarette. è un modo per far sentire alla nostra preda il gusto delle nostre labbra.-disse in modo poetico l' italiano, l'arabo da sotto il cappuccio era rosso come un pomodoro.
-Che cavolata!-disse voltandosi per evitare di essere visto.
-Cavolata, eh?-
Un ghigno si disegnò sulle labbra dell' italiano che scese dal divano e posò una mano sulla spalla del cugino.
-Stai attento, che dal bacio indiretto si passa a quello diretto e in men che non si dica ti ritroverai a fumare nel suo letto il giorno dopo.-
L' arabo si voltò appena fulminandolo con lo sguardo.A suo parere la stronzaggine non gli mancava ed era certo che prima o poi avrebbe preso il dottorato per psicologia.
Se lo immaginava già: sulla porta del suo studio la scritta "Dott.r Auditore Ezio specializzato in psicologia sui problemi amorosi e sessuali" , tale visione lo disgustava.E si stupiva ancora che fosse suo parente!Era davvero sicuro che non fosse adottato?
Anche le due ragazze, nel frattempo, senza motivo, erano finite sul discorso del fumo.
-Quindi non hai mai fumato?-
-Mai in vita mia!-rispose fiera la Bristot alla domanda della Ferro-In pizzeria ho sentito che anche Altair puzzava di fumo, quindi ne deduco che fuma anche lui.-
-Sì, gli ho offerto una sigaretta.-
Sul viso della Bristot apparve un sorisetto, ma Sharon non fece domande. Non voleva sapere cosa si aggirava per la mente perversa di quella ragazza. (mai quanto la mia visto che la parte di Ezio l' ho pensata io fin dal primo giorno muhahahaha n.d.F.)
Quando ormai il sole era calato Desmond si apprestò a uscire seguito da Altair ed Ezio, raggiunsero la portineria dove Bard, il portiere, era intento a leggere il giornale sportivo.
-Bard, puoi avvertire Laura Bristot che ci trovimo alla discoteca?-
-Certo Signor Miles.-
I tre uscirono dal condominio e sul viso di Ezio apparve un sorriso di compiacimento quando vide il suo piano prendere vita.
Il citofono dell'appartamento emise il suo suono irritante, Laura si apprestò a rispondere.
-Sì, chi è?-
-Signorina Bristot, il signor Miles mi ha chiesto di dirvi che lui e i suoi due ospiti vi aspettano alla discoteca.-
-D-davvero?-
-Sì signorina.-
-Grazie.-disse la ragazza prima di riattaccare la cornetta, intanto le due più piccole la osservavano di nascosto da dietro la porta.
 
 
 
 
 
“Bad Weather” era il nome della discoteca riportato sull’enorme insegna luminosa, all’ingresso diverse persone aspettavano di poter entrare mentre i butta fuori controllavano le liste e chiedevano i documenti, giunse il loro turno, Laura mostró la propria carta d’identitá, Desmond doveva giá aver avvertito i due buttafuori dell’arrivo di lei e di altre 4 persone poiché i due bestioni non controllarono neanche la liste e li lasciarono passare. La discoteca era piena di gente che ballava a ritmo di musica Hous, la pista era illuminata da riflettori posizionati nei quatro angoli della sala da ballo, la postazione del dj, rialzata, grossa quatro volte in piú di quella del Celebritá, la zona bar dove Desmond piú altri due Barman davano mostra della propria abilitá era illuminata con dei neon che disegnavano la superficie del bancone, alle loro spalle le mensole illuminate da alcuni lampioncini brillavano bottiglie colorate che spiccavano per via dello specchio dietro di loro.
Altair si appoggió a una parete a osservare la gente che riempiva la sala da ballo, mentre Sara ed Ezio si scambiavano sguardi complici, Sharon si appoggió alla parete vicino a Altair.
Desmond, dopo aver finito di preparare un cocktail per due ragazze, alzó lo sguardo e li di fronte a se vide Laura, la ragazza indossava un vestitino nero aderente che metteva in mostra le formose curve, ai piedi dei tacchi neri con legatura alla serva, i capelli sciolti, il taglio degli occhi messo in risalto dalla matita nera, le labbra rosse come il fuoco. Il Barman rimase a bocca aperta, non aveva mai visto la Bristot vestita in tale modo.
Laura gli sorrise dolcemente con un lieve rossore in viso, il giovane, ripresosi dallo stupore, la invitó a sedersi sullo sgabello di fronte a lui e inizió a preparargli un cocktail mostrando la propria abilita nel far volteggiare le bottiglie, lo seguiva con gli occhi in ogni presa e in ogni lancio notando come il corpo del giovane seguisse la musica, lo osservó incantata dai gesti scuri che il ragazzo effettuava, Ezio scambió un segno di assenso con Sara che sorrise soddisfatta della riuscita del proprio lavoro. La serata procedeva con le musiche che si susseguivano, lentamente Sharon si mosse verso la pista, dopo aver lasciato la borsa a Desmond che l’aveva nascosta sotto il bancone, inizió a muoversi lentamente seguendo il ritmo della musica, ancora appoggiato alla parete Altair l’osservava, i capelli della ragazza scompigliati con il gell, la maglietta blu notte con la scollatura a V, i jeans scuri aderenti a vita bassa, i tacchi blu, il viso dal trucco elaborato, le palpebre passate con diverse sfumature di verde, le labbra carnose colorate di blu. Si muoveva a tempo di musica, gli sembrava strano, solo durante il pomeriggio odiava il caos e la gente e ora invece si era buttata nella mischia e con i suoi movimenti era riuscita a farsi spazio e ora si muoveva sinuosa, ad un tratto notó un ragazzo seduto su uno dei divanetti indicare nella direzione della ragazza e sorridere ai propri compagni, lo vide alzarsi e con passo deciso gli giunse alle spalle afferrandole la vita la tiró verso di se, vide Sharon voltarsi e con un movimento veloce del braccio tirare uno schiaffo al suo aggressore, quest’ultimo sorrise afferandole il polso, Altair si stacó dal muro e con passo deciso raggiunse i due, afferró a sua volta il polso del ragazzo stringendolo con forza, lo guardó da sotto il cappuccio con le iridi iniettate di odio
-Lasciala andare!-
Ordinó con tono secco stringendo maggiormente la propria presa sul polso del ragazzo, che inizió a stringere i denti per il dolore provocatogli dalla mano del nuovo arrivato
-O la lasci andare o ti romperó il polso-
Lo informó senza cambiare il proprio tono, stringendo i denti il ragazzo lasció la giovane e si voltó, non prima di guardare minaccioso Altair
-Stai bene?-
Chiese l’Arabo, la ragazza lo guardó con uno sguardo glaciale
-Non ho bisogno del tuo aiuto!-
-Va bene vuol dire che la prossima volta che un uomo ti…-
La strinse per la vita facendo combaciare il proprio bacino con il suo
-…stringerá in questo modo lo lasceró fare-
Avvertí lasciandola andare per iniziare a ballare seguendo il ritmo della musica, Sharon lo guardó stupita, non immaginava che il ragazzo ballasse cosí bene, inizió a muoversi seguendo i suoi passi, puntó il proprio sguardo sul viso celato dal cappuccio del ragazzo, lo vide sorridere e senti le proprie guance andare a fuoco, era cosi bello quando sorrideva.
Era seduta su uno dei divanetti intorno alla pista e con un sorriso beffardo in volto osservava quello della propria “nemica” diventare lievemente rosso, osservava gli altri ballare mentre sorseggiava un cocarum fresco, ad un tratto un ragazzo di bell’aspetto gli si sedette accanto, i capelli biodi, gli occhi verdi, rimase a fissarlo un’attimo
-Hi pretty!-
-Hi-
Rispose semplicemente lei, come al solito teneva le gambe accavallate, i fusó neri ne disegnavano le cosce sode
-What's a nice girl like you all alone?-
Ezio comodamente seduto al bancone del bar, intento a flirtare con alcune ragazze, si voltó verso la pista da ballo e vide Sara parlare con l’Americano, lo vide far scivolare la mano sul divanetto in direzione della coscia messa in mostra dal vestitino turchese, sorrise sotto i baffi, conosceva bene quella mossa
-Distrare e toccare…-
Disse prima di alzarsi dallo sgabello lasciando sole le due ragazze con cui aveva iniziato la conversazione, con ampie falcate si avvicinó ai due e si appoggió allo schienale del divanetto
-I'm back love!-
Avvertí con un sorriso beffardo in volto, Sara alzó lo sguardo incontrando le iridi castano dorato dell’Italiano, che cercando di non farsi vedere dall’Americano, gli indicó la mano morta che si stava avvicinando alla sua coscia, la ragazza sentí i brividi percorergli la schiena, ma Ezio gli fece l’occhiolino
-you may remove your hand from my dead girlfriend before you might break?-
Sara spalancó la bocca
-“girlfriend?”-
Ma comprese che il segno di poco fa di Ezio era per chiederle di stare al gioco
-love this guy was trying with me!-
Ezio sorrise ed inizió a scrocchiarsi le dita, entrambi videro il terrore impadronirsi dell’Americano che inizió a sudar freddo, si alzó sorridendo e lentamente si allontanó dai due
-Girlfriend?-
Chiese la ragazza ridendo, mentre il giovane Auditore si accomodava al suo fianco ridendo a sua volta
-Ei ti ho salvata dalle mani di un vile-
Dichiaró sorridendo e facendo finta di allungare le mani a verso la ragazza che le schiaffegió delicatamente ridendo
-Mi scusi mio eroe come ha fatto a capire che quel ragazzo stava per allungare le mani? Mi faccia indovinare una tecnica che usa anche lei?-
Ezio spalancó la bocca prima di incominciare a ridere per il fatto di essere stato scoperto, ad un tratto due ragazze si avvicinarono al divanetto Ezio si impietrí vedendo sui loro volti l’odio piú puro conosceva fin troppo bene quello sguardo e in genere non significava niente di buono
-disgusting pig!-
Dichiaró una delle due dando voce al pensiero di entrambe prima di lasciare un evidente segno a cinque dita sulla guancia dell’Italiano prima di girare i tacchi e andarsene con aria stizzita
-Credo che non abbiano gradito il fatto che le ho lasciate sole-
Dichiaró massaggiandosi la guancia lesa, Sara scoppió a ridere, l’Italiano non si smentiva mai. Lentamente si portó la cannuccia alle labbra, mentre puntó lo sguardo alla pista, Ezio osservó quella cannuccia venir avvolta dalle labbra carnose della ragazza, le osservo lucide e leggermente rosee, il vestitino turchese senza maniche gli metteva in risalto le curve, i pantacollant mostravano le gambe lunghe e affusolate, i tacchi bianchi a infradito mostravano la caviglia che portava una cavigliera con una gemma azzurra. Rimase incantato ad osservare il suo profilo venir illuminato dai vari colori dei faretti, rendevano quell’espressione bambinesca ancora piú allegra, la fissó finché la ragazza non si voltó puntando le proprie iridi color nocciola nelle sue
-Che c’è-
Chiese innocentemente la ragazza sorridendo, Ezio arrossí lievemente e si alzó
-Em io vado a prendermi da bere, cerca di non attirare altri maniaci-
L’avvertí facendogli l’occhiolino e con le mani in tasca si diresse al bancone.
-É ottimo!-
Affermó la ragazza assaggiando il Brooklyn che Desmond gli aveva preparato
-Sono felice che ti piaccia!-
Rispose lui sorridendo mentre con abilitá preparava alcuni cocktail per gli altri clienti, mentre faceva volare le bottiglie non staccava lo sguardo da Laura che osservava il ghiaccio venir illuminato dal neon del bancone, brillava facendo risaltare il rosa pallido del drink
-Che cosa contiene?-
Chiese non appena Desmond si riposizionó di fronte a lei appoggiando le mani al bancone
-Non ti fidi di me?-
Chiese il ragazzo sorridendo sornione, la ragazza sorrise a sua volta
-No, solo che voglio sapere in caso mi arrestano quanti alcolici ho preso in un solo cocktail –
Rispose sorridendo sorseggiando un altro goccio di quel liquido
-Ghiaccio, Whisky rye, Vermut rosso, Maraschino e Amer Picon servito in un bicchiere da cocktail classico-
La ragazza mandó giú un altro sorso lasciando l’impronta delle labbra sul vetro lucido del bicchiere, la osservó spostarsi una ciocca della frangia dietro l’orecchio destro, era cosí bella, gli sembrava incredibile che quella ragazza era la stessa artista che viveva al piano sopra il suo, spostó lo sguardo alla pista da ballo e non credette ai suoi occhi
-Desmond mi prepari un Cocktail che mi faccia dimenticare lo schiaffo appena ricevuto?-
La voce di Ezio attiró la sua attenzione, il cugino si era appena seduto vicino a Laura
-Penso di avere qualcosa che ti fará dimenticare meglio ancora lo schiaffo, guarda la!-
Disse indicando la pista da ballo, sia il cugino che la ragazza si voltarono, ad entrambi cascó la mascella e non credettero ai propri occhi. Appena sul bordo della pista da ballo Altair e Sharon ballavano uno a pochi centimetri dall’altro
-Ha avevo ragione!-
Affermó euforico l’Italiano indicando l’Arabo, che per sua fortuna era troppo intento a danzare per accorgersi delle occhiate dei due cugini e dell’artista. Sara vide la sorella sul divanetto che a sua volta guardava nella sue direzione, entrambe sorrisero come se si fossero lette nella mente, ad un tratto Altair afferró la vita della ragazza avvicinandola maggiormente a se, seguendo il tono aggressivo della musica la ragazza lo spinse lontano da se prima di voltarsi per poi guardare di nuovo il ragazzo e fargli segno di avvicinarsi
-Sono al quanto teatrali-
Affermó Sara avvicinandosi ai altri “spettatori”
-Giá sembra che stiano mimando la canzone-
Concordó Ezio osservando il cugino muoversi con la ragazza, gli sembrava incredibile che quello che ora era su quella pista da ballo a interagire con la ragazza era lo stesso Arabo che aveva r’incontrato all’aereoporto
-Credo ci stiano osservando…-
Gli sussurró nell’orecchio non appena il ragazzo si ri avvicinó a lei, con la coda dell’occhio vide i 4 ragazzi osservarli, ma spostando lo sguardo notó lo stesso ragazzo che poco prima l’aveva importunata che guardava con odio nella loro direzione
-Usciamo da qui…-
Sussurró prima di afferargli la mano e portarla via dalla pista da ballo, lanció un’occhiata alle proprie spalle, da prima incontro lo sguardo sornione di Ezio e subito dopo gli sguardi dei compagni di colui che poco prima aveva minacciato
-Devo prendere la borsa!-
Lo avvertí cercando di lasciare quella mano che stringeva la sua, con passo deciso andó verso il bancone, ne avrebbe approfittato per fumare, Ezio fece finta di guardare le cubiste mentre Sara e Laura finsero di aver incominciato una discussione sui cocktail che Desmond gli aveva preparato, afferró la borsa notando il sorriso del barman, ma non ci diede molto peso. Uscirono dalla discoteca e lentamente camminarono allontanandosi da essa, la notte a New York era calma, le strade venivano percorse solo da alcuni taxi e limusing che portavano i ragazzi a festeggiare, Sharon alzó lo sguardo sperando di vedere qualche stella, ma le luci della cittá impedivano al cielo notturno di mostrarsi nella sua bellezza, abbassó lo sguardo e tiró fuori dalla borsa il pacchetto di Wiston blu, lentamente portó la sigaretta alle labbra l’accese aspirando a fondo il fumo del tabacco, Altair si guardó alcune volte alle spalle sentendo dei passi rimbombare sul marciapiede dietro di loro
-Come mai sei voluto uscire?-
Chiese la ragazza sbuffando lasciando libera la nuvola di fumo che si dissolse nell’aria
-Mi stava esplodendo la testa-
Rispose semplicemente il ragazzo guardandola da sotto il cappuccio, l’osservó interrogativa
-Perché non ti togli mai il cappuccio?-
Chiese cercando di intravedere gli occhi del ragazzo sotto di esso, di risposta Altair afferró la punta di esso tirandoseló ancora di piú sul viso
-Non c’è-
Ad un tratto qualcuno lo afferró sbattendolo contro il muro, la ragazza lasció cadere la sigaretta e fece un salto indietro per lo spavento
-Ti diverti a fare il tosto è?-
Altair riconobbe il viso dello stesso ragazzo della discoteca, dietro di lui altri tre ragazzi
-Che vuoi?-
Chiese Altair senza cambiare il proprio tono freddo
-Semplice, ció che mi hai impedito di ottenere in discoteca-
Due dei compagni del ragazzo afferrarono l’Arabo per le braccia per impedirgli di muoversi, l’agressore si avvicinó alla ragazza
-Non mi è piaciuto il tuo rifiuto sai?-
L’avvertí stringendole la mascella
-Ma puoi rimediare-
Detto questo si indicó il cavallo dei pantaloni
-Te lo sogni porco!-
Ringhió lei tirandogli una ginocchiata al linguine facendolo piegare in due dal dolore
-Puttana!-
Allungó la mano per afferrarla, ma la ragazza tiró fuori dalla borsa un coltello a serramanico lungo 5 dita
-Vuoi giocare con me porco?-
Chiese guardandolo con odio, la lama scintillava alla luce dei lampioni e i cartelloni sui palazzi, l’agressore rimase interdetto di fronte a quella lama che lo minacciava, guardó il volto della ragazza sperando di trovarci la paura è invece ad attenderlo c’era la sicurezza dei propri gesti
-Dai non farai sul serio-
Si avvicinó sperando che la ragazza abbassase il coltello e invece con un gesto veloce del braccio lo feri sulla guancia lasciandoli un lieve graffio da cui scese una goccia scarlatta
-Di ai tuoi amichetti di lasciarlo andare!-
Ordinó indicando con la lama i due che tenevano stretto il ragazzo
-Lasciatelo ragazzi!-
I due, continuando a osservare la ragazza che continuava a puntare la lama verso di loro, si allontanarono da Altair. Ad un tratto in lontananza si udíi il suono di sirene, solo allora Sharon notó sull’altro lato della strada la gente che aveva assistito all’accaduto. Ad un tratto sentí qualcuno prendergli il polso, si voltó e vide che Altair l’aveva afferrata. Inizió a correre trascinandosi dietro la ragazza
Alla discoteca la notizia della rissa avvenuta poco lontano dal locare era appena giunta
-Dici che centra Altair?-
Chiese Ezio senza lasciare la cannuccia con cui si stava gustando il Mohito che Desmond gli aveva preparato
-Non è uno che attacca briga facilmente, pensi che si sia abbassato al livello di certi idioti?-
Chiese Desmond appoggiandosi al bancone, Sara e Laura si guardarono in volto comprendendo che entrambe stavano temendo la stessa cosa
-Sharon-
Constatarono all’unisono abbassando la testa.
-Aspetta Altair ho i tacchi!-
Urló Sharon rischiando di cadere diverse volte, il ragazzo si fermó e la prese in braccio con estrema facilitá
-Perché scappiamo?-
Chiese la ragazza tenendosi al collo dell’Arabo
-Pensi che crederebbero a una lunatica che se ne vá in discoteca con un coltello a serramanico nella borsa?-
La ragazza lo squadró con lo sguardo
-Chi sarebbe la Lunatica??-
Urló la ragazza fulminando con lo sguardo l’Arabo che sorrise da sotto il cappuccio continuando a correre per le strade deserte di New York. L’aria fredda li aveva avvolti, la lasció solo quando giunsero a Central Park, con passo lento entrarono nell’enorme parco.
-Sai...non pensavo che sapessi difenderti così bene...-asserì ad un tratto il ragazzo mentre riprendeva fiato.
Sharon non rispose subito nonostante l' altro avesse cercato di fare una battuta provando a ironizzare quella situazione.
-é una storia molto lunga.-disse solamente cercando di scaldarsi.
-Abbiamo tutta la notte.Mi piacciono le storie lunghe.-
La ragazza lo guardò, cercando di capire quella strana sensazione che provava dentro lo stomaco che la tormentava. Pensò che fosse la pizza che aveva assaggiato quel pomeriggio a pranzo, avrebbe tanto voluto che fosse così, ma era tanto testarda da non voler ammettere che sentiva che con quel ragazzo avrebbe detto di tutto e lui l' avrebbe ascoltata da buon oratore.
Spostò lo sguardo a terra espirando profondamente, facendo uscire una nuvoletta dalla bocca che aveva provocato il suo fiato.
-Sono stata al carcere minorile. Non che avessi fatto chissà cosa come squartare qualcuno o vendere droga, imbrattavo gli edifici con gli spray e mi mettevo nei casini con il parkour.Ero solo una piccola ribelle come lo può essere qualsiasi sedicenne, finchè...-e qui la Ferro si fermò prendendo fiato e Altair non seppe se l' avesse fatto per quello o perchè ciò che stava per dirgli era molto più pesante di quel che pensava.
-...quando uscì dal carcere, dopo qualche giorno, un uomo tentò di...fare quel che stava per fare quello stronzo di prima. Ma, sai com'è, dopo che sei stato al carcere ti munisci almeno di un coltellino per difenderti.-
L' arabo si fermò con le mani affondate nelle tasche, tremavano e non era per il freddo.
-L' hai...ucciso?-
Sharon gli sorrise rassicurandolo, quel montato sembrava avere paura dal suo punto di vista dato come tremava cercando di non darlo a vedere.
-No, l' ho solo ferito alla vita e sono scappata. Io non sono un assassina.Comunque credimi quando ti dico che avrei tanto voluto tagliargli via il suo amichetto e strappargli le budella vedendolo soffrire, la tentazione era davvero tanta.-
L' incappucciato poteva vedere benissimo l' odio e il rancore che avvolgeva quelle iridi castane, le stesse che aveva visto rispecchiarsi nelle sue tempo addietro in una situazione simile alla sua.
Sotto sotto erano simili più di quanto potessero immaginare.
-Per questo ti hanno mandato dall' altra parte del mondo?-
-I miei genitori adottivi hanno deciso che la mia ribellione dovesse essere rimpiazzata con la disciplina, così hanno pensato che Laura potesse aiutarmi.-
-Capisco, un modo come un altro per non affrontare il problema faccia a faccia. Scusa se lo dico, ma che ipocriti!-
-Già, lo penso anche io. Però fanno di tutto pur di rendermi una vita normale. In questo accetto il loro sforzo.-
Il ragazzo non disse niente, sapeva bene come si sentisse la ragazza che le stava affianco.Come aveva immaginato aveva dei precedenti e dei problemi con la sua famiglia, scommetteva anche che come lui aveva una maschera che nascondeva il suo vero volto mettendo sempre le dita nella piaga per difendersi.Alla fine riusciva a capirla.
Però sapeva di non doverla sottovalutare perchè come aveva già constatato era una lunatica della peggior specie, poteva cambiare umore da un momento all' altro e questa la rendeva pericolosa.
Questa sensazione di pericolo lo incuriosiva parecchio, sarebbe andato fino in fondo e, chissà, magari la situazione gli sarebbe piaciuta molto.Trovarle dei punti deboli era divertente e stimolante.
Ad un certo punto Altair alzò il capo annusando l' aria.
-Temo che sta per piovere.-
-Ma come?Se oggi era se...-la castana non finì di parlare che una pioggia scrosciante si abbattè su tutta Manhattan tempestando i due come una cascata.
Ovviamente la Ferro non perse l' occasione di guardare storto l' Ibn-La'Ahad.
-Ci azzecchi sempre con le previsioni del tempo, vero?-disse con una punta di stizza.
L' arabo la guardò senza battere ciglio con una smorfia contrariata sulle labbra.
-La devi piantare di criticare gli altri, altrimenti dai un motivo in più per odiarti. Avanti!Andiamo!-le disse afferrandola nuovamente per il polso senza lasciarla replicare.
Continuando così avrebbe finito per farci l' abitudine.
Sharon era spiazzata, nessuno le aveva detto una cosa del genere con tanta naturalezza e il bello era che glielo lasciava fare!
Nei suoi pensieri c' era solo una parola:vendetta.
Al Bad Weather, dopo che si era calmato il caos che si era crreato dalla rissa, i quattro ragazzi unici ad aver intuito chi poteva essere coinvolto (dato che non era presente in quell' istante) uscirono dal locale allla ricerca degli altri due mancanti.
-Dove saranno adesso?-si chiese Sara che era sotto l' ombrello a dover ospitare Ezio.
-Sicuramente nelle vicinanze, non saranno andati tanto lontano con questo acquazzone.- ipotizzò Miles sotto l' ombrello di Laura-Facciamo così, voi due tornate al condominio e aspettateci lì, tenete i cellulari accesi nel caso dovessimo chiamare. Ezio, posso contare su di te affidandoti Sara?-si riferì la Bristot maggiore al fiorentino ben contento della proposta.
-Sorellona non sono più una bambina!-si rifiutò la sorella minore, più per tenersi lontano il ragazzo che per altro.
-Certo1Sarò il suo cavaliere personale per tutta la serata.-rispose sogghignando l' altro guardando in modo stuzzicante la ragazza al suo fianco.
-Non ci contare.-fece Sara assottigliando gli occhi.
Desmond scosse leggermente la testa con un sorriso complice, pur conoscendo poco la sorella della sua vicina aveva intuito che sapevatenere testa al cugino e di questo ne era grato.Forse l' italiano aveva finalmente trovato pane per i suoi denti.
-Bene, ci vediamo più tardi.-
Dopo essersi separati i due più grandi si avviarono dall' altra parte del quartiere, Laura partì con passo più deciso mentre
l' americano faceva fatica a starle dietro.
-Laura rallenta!-
-No Des', dobbiamo trovarli!Potrebbero essere in un vicolo cieco dove girano altri malvivanti, potrebbero essere minacciati con delle armi, potrebbe...-
-Adesso stai esagerando.-la fermò l' altro per il braccio cercando di farla voltare dalla sua parte.
-Come è capitato una volta può succedere di nuovo e non voglio che accada ancora!-
La voce dell' amica tremava e tanto, sapeva come si sentiva ma in quel momento il panico non poteva di certo aiutarla. Così Desmond la prese per le spalle fecendo sì che si guardassero negli occhi, l' ombrello cadde ai loro piedi, la pioggia prese a bagnare i loro corpi, la poca gente che camminava per il marciapiede assisteva alla scena curiosa, altri continuavano a camminare indifferenti.
In quel silenzio momentaneo la voce del barman divenne il suono dominante oltre lo scrosciare dell' acqua.
-Comportandoti in questo modo non aiuterai nè te stessa nè loro!Quindi cerca di calmarti, ok?-
Appena terminò di urlare addosso per cercare di farla ragionare venne rapito da quelle iridi castane scure rese lucide dalle lacrime che mischiate con la pioggia avevano sbavato il trucco. Nonostante quello sguardo spaventato, con i capelli appiccicati alla fronte, le fece così tanta tenerezza da volerla stringerla tra le sue braccia.
E così fece però fu Laura a far sì che avvenisse affondando il viso nel torace del ragazzo lasciando che i singhiozzi si impadronissero di lei.
In parte per l' americano era imbarazzante, non ra bravo a consolare le donne, era più abituato a a servire dei drink scherzando e flirtando con loro.
-"Che faccio adesso?"-si chiese rendendosi conto che in quel momento quello che era nel pieno panico era proprio lui.
-Ho paura...-bisbigliò all' improvviso la castana riportandolo per un attimo alla realtà.
-Non ne devi avere-cercò di dirle il moro-c' è Altair con Sharon, prima avevo visto come l' aveva portata via da un tizio che aveva delle cattive intenzioni.Devi avere fiducia in entrambi.-
Per un attimo la Bristot si sorprese dalle parole che il barman pronunciava per cercare di rassicurarla, le mancava quella di gentilezza che gli aveva visto la prima volta che si erano conosciuti.
E aveva anche ragione sul fatto che stava esagerando e che dovesse dare un pò di fiducia a quei due, ma sapendo che si trattava della Ferro ne avrebbe avuta?
intanto Altair e Sharon riuscirono finalmente a trovare un riparo sotto ad un pino con i rami belli ampi.
-Cazzo!Proprio adesso doveva mettersi a piovere?!-inveì la ragazza cercando di asciugarsi inutilmente.
L' arabo scosse la testa di nascosto pensando come a volte lei potesse essere pari pari a un muratore bergamasco.
-Siamo via da un bel pezzo, scommetto che ci staranno cercando.-
la ferro borbottò qualcosa tra sè immaginandosi la sfuriata che le avrebbe rifilato Laura appena avrebbe saputo della sua reazione.
Il ragazzo non ci volle fare caso e approffittando del fatto che era fuori dalla visuale dell' altra si tolse il cappuccio che gli dava fastidio a causa dell' acqua che aveva reso il tessuto assai pesante.
In altre occasioni non avrebbe mai messo il viso allo scoperto, aveva sempre mantenuto bene il suo segreto e vrebbe continuato a farlo, lo voleva tenere abbassato solo per un poco.
Purtroppo Sharon se ne era accorta subito e cercando di non fare alcun rumore gli si avvicinò di soppiatto, ma lei non sapeva che lui aveva un udito soppraffino e subito se lo tirò su coprendosi bene il volto.
-Eddai, fammi dare un occhiata!-
-No.-
-Solo una sbirciatina!!-
-Ho detto no!-
La castana dai capelli corti fece il broncio incrociando le braccia al petto.
-Come se avessi qualcosa di prezioso lì sotto.Non ti mangio mica!-
Altair non era propenso a darle retta e si voltò dandole le spalle. A quel gesto Sharon s' inviperì molto ma lui non sapeva che la ragazza sapeva essere molto testarda di quanto già lo dasse a vedere.
Così per vendicarsi gli tirò giù di botto il cappuccio facendolo irritare e quando si voltò rimase incredula a quello che stava vedendo.
-La vuoi smettere!?Ho detto di...-
Appena si voltò per riprenderla si fermò di colpo, ormai conscio di aver infranto il suo segreto in tantissimi pezzi.
La Ferro non poteva fare a meno di guardare oltre le corte ciocche castane scuro che ricadevano sulla fronte e le labbra segnate da una cicatrice verticale come i suoi cugini gli occhi color del miele che la fissavano con timore.
Erano davvero intensi e chiari che le sembrò di caderci dentro, a lei piaceva quel colore particolare così raro nelle persone, le sembrava di guardare gli occhi di una figura mitologica.
Sapendo già come sicuramente sarebbe andata a finire la situazione l' Ibn-La'Ahad si riprese tra le mani il tessuto del cappuccio, prontamente la sua azione venne bloccata da delle mani gentili, mani che scoprì essere di quella stessa ragazza che poco fa avrebbe fatto qualsiasi cosa per ridicolizzarlo o criticarlo.
-Non lo fare.-gli sussurrò dolcemente.
Anche la sua voce l' aveva rapito.Che lo stesse ingannando?
-Perchè lo fai?-
-Perchè sono un abominio.-rispose l' altro semplicemente, immaginandosi che gli avrebbe riso in faccia e se ne sarebbe scappata via.
-Non è vero, sono bellissimi!-disse lei sincera e ancora una volta Altair ne rimase folgorato.
-"Non può essere vero..."-pensò mentre si perdeva in quel tocco gentile e in quelle iridi chiare che rispecchiavano solo la verità.
Gli sembrò tutto un sogno, possibile che fosse tutto così reale?
-Hey!Finito di amoreggiare voi due?-
Ad interrompere quel momento fu la voce di Desmond, i due ragazzi, dopo essersi separati con un leggero rossore sul volto per l' imbarazzo e l' arabo si rimise il cappuccio, raggiunsero i più grandi sotto l' ombrello, almeno erano all' asciutto.
Sharon guardò in viso la Bristot, aveva pianto, era la prima volta che la vedeva provata in quel modo.
Quando era così sapeva di aver deluso anche lei e raramente succedeva nei suoi confronti, ma ci era abituata e anche quella volta avrebbe dimenticato.O forse non così presto. 
Invece Desmond non sembrò che cel' avesse con Altair, però si vedeva che non approvava quel pasticcio che si era creato.
-Torniamo a casa adesso.-proferì Laura prendendo la Ferro sotto la sua ala.
Mentre tornavano in dietro nessuno proferì parola, ad accompagnarli per tutto il tragitto c' era il continuo picchiettare delle foglie e del telo dell' ombrello.

SPAZIO AUTRICI
-eccoci tornate con un nuovo capitoloooooo- *tutti che scappano*
-tu spaventi tutti ogni volta che salti fuori dalle quinte -.- -
-non é vero, non ci sono prove!- *grilli di sottofondo* stronzi -.-
-credo che questa sia abbastanza come prova- U.U
*si accuccia nell'angolino* uffi!
-coooomeunqueee, speriamo che il capitolo sia stato di vostro gradimento, ci scusiamo per il ritardo. Un grazie speciale a tutti coloro che hanno messo tra i preferiti o nelle seguite la nostra storia, tutti coloro che recensiscono dandoci consigli per poter creare capitoli sempre piú belli!-
-SPERIAMO CHE SHARON SIA SEMBRATA PIÚ SIMPATICA!!!!-
*si allontana appena* vi invitiamo a recensire in tanti!
-Ringraziamo tutti coloro che hanno letto e sopportato il nostro nuovo capitolo *ripresasi dalla crisi*-
-Saluti dalla vostra Madoka94!-
-E bacioni dalla vostra pazza Fuxiotta95-






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