Let it Snow

di Elric_Kyoudai
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"Ti ricordi la neve, Al

"Ti ricordi la neve, Al?"

A volte le domande di Ed sono strane, come anomali a volte sono i suoi occhi.

Quelle fonti ambrate che guardano e assorbono e capiscono e bramano di sapere.

O che scintillano.

Piccole luci di gioia, tristezza, odio, rabbia.

(Perchè lui è solo capace di sentimenti forti.)

O, come adesso, di qualcosa d'inspiegabile.

"Ti ricordi com'è, Al?"

Sdraiato sul letto, ancora vestito, le mani dietro la nuca a giocare coi fili d'oro, lo sguardo sul soffitto, poi subito verso il fratello. Al contenitore del fratello.

"Sì, ovvio, niisan."

"Ti ricordi com'era bella?"

"Sì, niisan."

E si limita ad annuire, senza comprendere dove l'Alchimista vuole arrivare.

"Riesci a ricordare la sensazione di freddo sulla pelle? E quel dolore alle mani quando ne tenevi troppa tra le dita? Te lo ricordi, eh?"

Ed è una pugnalata al cuore.

A quel cuore che realmente non batte - ma lì, lì sta il dolore dei ricordi sopiti che Edward fa tornare alla luce come dolori mai sconfitti.

"Niisan..."

"Non ti ricordi? Gli odori, le sensazioni... niente, Al?"

Ed è un infinito coltello nella piaga. Sale su una ferita che non ha mai smesso di sanguinare.

"Niisan..."

E la supplica che ancora rimbalza nell'aria di smetterla lì, di non ferirlo ancor di più.

E i piedi ora nudi di Edward che toccano il pavimento e lievi, cristo quant'è dimagrito, giungono fino a lui.

"Non ricordi più nulla? Non provi più nulla?"

E sembra come impazzito.

Uscito di testa.

Entra nel letto del fratello, sale a cavalcioni sulla sua armatura.

Ne tiene la testa tra le mani.

E lo fissa, con quei suoi occhi che brillano di non si sa che.

"Non ti ricordi per nulla la neve? E il freddo?"

E la lingua esce dalle labbra, per andare a saggiare il freddo anonimo del metallo.

"Quindi non conosci il freddo di cui sei composto?"

Lappa, lappa.

"Non te lo ricordi?"

Occhi semichiusi.

"E non rimembri il calore? Non ricordi il tepore delle carezze umane? E non sai come sono..."

Prende la sua mano, enorme di ferro, e se la mette sul petto.

"Non sai come sono caldo io, ora...?"

D'improvviso è la schiena a percepire il gelo del pavimento.

"Niisan, che diavolo...?!"

E lo guarda.

E non trova risposta.

Non sa che pronunciare.

Cristo, sta impazzendo.

"Non provi nulla, Al...?"

E si piega su se stesso.

Tremolante.

Ma non piange.

Dio, sono anni che non lo fa.

E si morde le labbra.

Sanguinano, hanno il colore del suo mantello.

Dio, in quel corpo di metallo ha visto quello di carne e sangue e vita e linfa vitale di Al.

Quello vero.

"Al, non ti ricordi del calore di tuo fratello...?"

E di nuovo sale e acido e dolore.





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