Just be here.

di weretogether
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Capitolo 1. ''-che c'è, scappi da me?-''



-dove vai?- gridò mamma dalla cucina.
Senza risponderle uscii di casa sbattendo la porta.
In quel momento me ne stava dicendo di tutti i colori, lo sapevo già, ma ogni volta che litigavamo era così.

Arrivai a casa di Jaz col fiatone, suonai al campanello e in qualche secondo mi ritrovai dentro.
-El- disse sorpresa -che succede?- mi tirò in camera sua.
-mia mamma- sospirai - abbiamo di nuovo litigato..-
-per quale motivo questa volta?- 
-si è lamentata del brutto voto in chimica - dissi sospirando un'altra volta.
-ma Dio El, litigate per un cinque? -
-si Jaz, per 'un cinque'. sai quanto ci tiene che vada bene a scuola- dissi seccata.
-lo so, ma c'è anche da dire che vai bene in tutte le materie, è il primo cinque in sei mesi, e sono sicura che sarà anche l'ultimo. deve per forza lamentarsi?- 
-ma che ne so. ha sempre problemi. - dissi ripensando alla discussione che avevamo avuto.
-e quando torni a casa che fai?-
-boh. ma se mi mette in punizione giuro che riceverà una lettera a casa che l'avverte che i miei voti stanno peggiorando. non toccherò mai più un libro. - dissi seria.
-non esagerare, El - disse come una mamma.
-io? esagerare? ma scherzi. è lei che complica sempre tutto. - dissi alzandomi e dirigendomi verso l'uscita.
-dove vai?- chiese.
-a fare un giro. - dissi facendole un cenno con la mano.
-ciao.-
-ciao.-
-e non combinare altri casini- 
-certo mamma- dissi ridendo.
Mi tirò una scarpa, ma fu troppo tardi, avevo già chiuso la porta.

Feci un giro in città e mi fermai da Kel's, il mio caffè\ristorante\fast food preferito.
Presi posto al solito tavolo e ordinai un hamburger e una porzione di patatine.
Dopo qualche minuto da quando era stata pesa l'ordinazione arrivarono quelle meravigliose patatine e quell'hamburger da mozzare il fiato ( okay, forse esagero, ma vi lascio intendere).
Divorai tutto, e mi incamminai verso casa.
Svoltai l'angolo quando vidi Justin, il migliore amico di Jaz, insieme ai suoi fantastici amici, idioti quanto lui.
Cercai di far finta di niente fino a quando sentii qualcuno pronunciare il mio nome.
-El. - disse.
Mi girai verso di lui.
-Justin, che piacere rivederti - dissi ironica.
-che c'è, scappi da me?- disse divertito e infastidito.
-no, perché dovrei?- dissi con le guance che avvampavano.
-bene, allora resta ancora un po' qui con noi- disse furbo.
-fanculo Justin- pensai quando pronunciò quelle parole.

Che dovevo fare?




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