Thing's I'll never say

di Lily Juvenile
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Thing’s I’ll never say
 
 
Ciao, come va? Come stai? Che fai? Io? Niente, parlo fra me e me, penso…sai com’è. La solita storia.
Ti capisco bene! Non è facile, anche io ci sono passata…vedrai: si risolverà tutto!
 
A interrompere il mio colloquio personale con la mia mente è la voce delle bionda Sara.
-Che fai tutta sola?- chiede.
Mi deprimo perché mi sento sola. Completamente sola. Forse tu non sai come ci si sente, Sara, perché tu sei piena di amici.
I miei mi anno tutti abbandonata…ma allora: tu che ci fai qui? Perché mi rivolgi la parola? Lasciami sola.

-Non mi sento bene.- mento.
-Ah.- alza la testa come cenno di saluto e se ne va, lasciandomi sola, seduta sulle scale che portano al piano di sopra della scuola.
Non credo che l’abbia bevuta…ma infondo che importa? Sono io quella che soffre…non le basta avermi rubato la migliore amica?
E guardo davanti a me, i ragazzi felici. Sorridono. Volti di persone conosciute e non si confondono alla mia vista.
È troppo da sopportare. Non sono matta. Mi sento sola.
Non ho nessuno. Ho bisogno di qualcuno *.

Le risate mi riempiono le orecchie.
Vorrei farle smettere.
La mia è solo invidia.

Perché loro sono felici e io no?
No, non sono invidiosa di loro: sono invidiosa della loro felicità, è diverso.
Mi copro il viso con le mani.
Nessuno deve vedere il mio dolore.
 
 
Sono in palestra.
Di fianco a me, Michelle e Cassandra parlano.
-Otto, diciotto, sessantotto! Amiche per sempre!- si battono il cinque.
Sorriso debolmente.
Anche loro sono felici.
Non passa molto, che hanno già bisticciato.
-Ma come?- mi rivolgo a Cassandra confusa. –Non eravate otto, diciotto, sessantotto, amiche per sempre?-
Lei ride. Mi piace la sua risata. Sottile.
-È lei che è intrattabile!- esclama.
È una cosa ironica.
Non le rivolgo più la parola.
Getto la testa all’indietro.
Respiro mentre il cielo cade giù.
 
 
 
* citazione a quello che scrisse Amanda Todd. Sarai sempre nel mio cuore.

 
 
 
 
 
  




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