“Ancora
una volta insieme”
Capitolo
1: A Jotho, tra ricordi e pensieri
La regione
di Johto era sempre stata una meta ambita da
allenatori e coordinatori. Chi aveva intrapreso queste strade era stato a Johto almeno una volta nella vita, poiché regione di
pokemon straordinari e tornei molto ambiti.
Ultimamente
era divenuta sede di gare pokemon per coordinatori.
Per questo nell’intera regione c’era la possibilità
d’incontrarne parecchi, ed ogni appassionato viaggiava sino a lì
per incontrarli.
Naturalmente,
un’aria diversa respiravano i coordinatori stessi.
Vera era a
Johto ormai da mesi, anche se ancora non era abituata
a viaggiare da sola. Non si pentiva affatto della sua scelta: come le aveva
ricordato Drew l’ultima volta che l’aveva
visto, quella era la sua strada, e quello il suo viaggio. Sarebbe dovuta andare
avanti anche da sola, perché un sogno va rincorso fino all’ultimo
per far si che si avveri.
Così
la ragazza camminava per le strade di Moon Town, una
città molto importante nella quale a breve si sarebbe tenuto un nuovo
contest. Ma non un contest qualsiasi: sarebbe stato il più importante dell’anno
per quella regione.
E ogni
coordinatore che si rispetti avrebbe partecipato.
Strinse
tra le mani la lettera d’invito, che avevano recapitato a lei e Drew nell’ultimo torneo. Oh dimenticava. A lei, Drew e… Harley.
Guardando
quella busta bianca tra le mani ricordò le parole di quell’arrogante.
-Oh ma guarda! Anche la piccola
Vera e il suo fidanzatino Drew sono stati ammessi al
torneo di Moon City-
-se sei qui per farmi arrabbiare
non starò neanche ad ascoltarti- aveva risposto Drew
acido.
-oh, come siamo permalosi! No Drew, non era per te che ero venuto. Volevo solo dire alla
tua amichetta che può anche scordarsi di
vincere questo torneo. Stavolta non ci sono nemmeno i suoi amici a sostenerla! Non
capiterà come l’ultima volta. Oops, che
sbadato! Al gran festival… avete perso!-
-hai perso anche tu!-
ribatté Vera.
-lo so- continuò Harley –ma
io al contrario vostro mi sono allenato. E stavolta, vincerò. Oh, dimenticavo:
parteciperà anche Solidad. Buona s-fortuna!-.
E così aveva girato i tacchi e se ne era andato. Drew
aveva trattenuto Vera per un braccio prima che potesse
fare qualcosa di avventato.
-sta calma- le aveva detto
–vuole soltanto farci innervosire-.
E ci era
riuscito benissimo. Vera non aveva mai avuto molta fiducia in se stessa.
Inizialmente non avrebbe neanche voluto diventare una
coordinatrice.
Poi
però… aveva conosciuto il mondo dei pokemon,
e… se ne era innamorata.
Anche se a
volte la sua auto-stima vacillava parecchio. E questa cosa era uno dei suoi
punti deboli.
E Harley sapeva come sfruttarlo.
Vera
sospirò, pensando ai suoi avversari.
Ci sarebbe
stato Drew, del quale ormai era molto amica. Lui
aveva una fiducia in sé che lei aveva invidiato spesso. Sapeva benissimo
che nemmeno lui aveva imboccato una strada facile. Aveva combattuto per farsi
una reputazione. Ma almeno ci era riuscito. Lei, invece… sentiva di non
essere andata ne avanti, ne indietro.
Poi…
Harley, che sapeva come metterla in difficoltà.
Forse non sul piano del combattimento quanto su quello emotivo. Riusciva a
farla sentire davvero sola. A volte era arrivato a farle pensare di mollare. Ma
poi, lei lo sconfiggeva, e la sua stima aumentava di un po’. Oppure
c’era Drew a rassicurarla. Con poche e semplici
parole, ma pur sempre con l’affetto che solo un amico sa darti.
E
infine… Solidad. L’avversaria che temeva
di più. Colei che l’aveva battuta al gran festival, riuscendo a
vincere il trofeo in palio. Vera aveva paura di lei. Ma soltanto come
avversaria, non come persona. Perché Solidad
non era come Harley. Era più come Drew. Conosceva entrambi da molto tempo, eppure aveva
sempre saputo mantenere i rapporti anche se loro erano
suoi avversari. Era una ragazza onesta e leale. E la vittoria l’aveva
sempre meritata. Come la stima di Drew.
-Lui parla spesso di te- disse
schietta una ragazza dai capelli rossi.
-davvero? Cosa dice?- aveva chiesto
curiosa una ragazzina bruna più piccola.
-Bè… dice che sei in gamba. E ti stima molto- rispose la ragazza
con un sorriso.
Almeno
qualcuno credeva in lei, si disse, volgendo gli occhi al cielo.
Anche se
le mancavano parecchio Ash, Brock
e Max. Già, era arrivato a mancargli per sino
suo fratello.
Avrebbe
tanto voluto che fossero stati con lei, a fare il
tifo, in quel torneo decisivo. Si mise le mani dietro la nuca e continuò
a guardare la volta celeste. Chissà dov’erano, e cosa stavano
facendo in quegli istanti….
Tre
persone camminavano felici e contente per una strada di campagna. Erano un
uomo, una donna ed un bambino. Il bambino guidava i genitori, felice come non
mai per quella piccola gita che gli avevano concesso.
-Max!-
urlò la donna –non correre! Il torneo non è tra un paio
d’ore! Tua sorella non scappa mica!-
-lo so
mamma- rispose Max fermandosi –ma non vedo
l’ora di vederla in azione!-
-waw,
ti diverti proprio tanto a vederla combattere?- chiese
divertito il suo papà.
-certo!-
rispose il bambino –e poi questo torneo è il più famoso
della regione di Johto! E sono mesi che non vedo dal
vivo un pokemon contest!-
-diventerai
un ottimo coordinatore, un giorno- convenne sua madre sorridendo.
Max
guardò ancora una volta il sentiero davanti a se, e riprese a camminare
contento. Sua sorella gli mancava. Ma gli mancavano anche quelle gare tanto
emozionanti alle quali non vedeva l’ora di poter partecipare.
Un ragazzo
dai capelli corvini con un vecchio cappellino sbuffò sonoramente. Il pikachu che portava sulla spalla lo guardò stranito.
Non riusciva davvero a credere perché il suo allenatore fosse
così scocciato. Insomma, erano a Johto,
vecchia patria di ricordi ed emozioni. E si stavano prendendo una vacanza.
Possibile che stare lontano dai i suoi incontri lo rendesse
così infastidito?
-Ash!
Alzati!- gli urlò contro una ragazzina sui dieci anni, dai capelli blu e
uno strano cappello. Sembrava anche lei abbastanza scocciata, proprio per il
fatto che Ash fosse lì a sospirare ogni dieci
secondi.
Il
ragazzo, che era seduto su un prato, si lasciò cadere sull’erba a
braccia spalancate. Sembrava proprio che quel posto non gli andasse a genio.
La
ragazzina dai capelli blu si mise le mani sui fianchi e lo guardò
scettica. Aveva lavorato parecchio per convincerlo a venire. Ma lui stesso le
aveva raccontato di esserci già stato. E allora perché sembrava volesse essere in qualsiasi posto tranne che lì?
-lascia
stare Lucinda- disse con voce pacata un altro ragazzo, più grande degli
altri due, mentre dava da mangiare a una piccola Happiny.
Lucinda si
avvicinò al ragazzo più grande, decisa a
chiedergli cosa potesse turbare Ash a quel modo.
-Brock?-
cominciò –mi dici perché Ash
sembra detestare questo posto?-
-no,
tranquilla- continuò l’altro, mentre continuava ad occuparsi del
suo piccolo pokemon bebè –non lo
detesta. Ma vedi… c’è una differenza tra ragazzi e ragazze.
Le ragazze conservano i ricordi in un posto privilegiato nei loro cuori. Invece
noi ragazzi… diciamo che cerchiamo di dimenticarli, se rievocano momenti
troppo felici o troppo tristi. E questo perché finiremmo per intristirci
comunque. Capisci? Sono emozioni uniche che non si ripeteranno. E ce ne
rendiamo conto soltanto quando ricordiamo. Troppi
ricordi sono legati a questo posto. Ash non riesce a
pensarli serenamente-.
Lucinda
guardò Brock leggermente sorpresa. Non sapeva
cosa avessero vissuto in quella regione, e forse non le era dato saperlo.
Però aveva capito che dietro gli sbuffi senza senso di Ash c’erano molti ricordi. Ricordi probabilmente
molto felici. Troppo. Ricordi che lui stesso non voleva riavere nella testa.
La ragazza
si alzò e inspirò profondamente. Lei era felice, nonostante
tutto. Avrebbe assistito ad un torneo unico, che si teneva soltanto una volta all’anno. E ci avrebbe visto partecipare tutti i
coordinatori che stimava di più. Perché lei voleva diventare come
loro. Lo voleva con tutto il cuore.
Si
voltò un’ultima volta verso il ragazzo dai capelli corvini, che
adesso aveva gli occhi chiusi e sembrava provare a rilassarsi. Non sapeva per
quale motivo, ma sentiva che a breve sarebbe tornato l’Ash di sempre. Perché non c’era nulla che
rendesse Ash più felice di un pokemon contest. O almeno, così aveva sempre
creduto.
-Io…
non… le… sopporto… sono delle… vipere! Le odio! Le
odio! “sei la sorella più piccola” dicono! “devi fare
un favore alle più grandi!” continuano! “guarda il lato
positivo: ti farai una vacanza!” hanno il coraggio di aggiungere!! Non… le… SOPPORTOOOOOOO!-.
L’urlo
di una ragazza infuriata squarciò il cielo. Qualche passante che la
incrociava la guardava scettico, poi comprensivo, sicuro che quella ragazza
fosse una malata mentale che stava parlando con il suo amico immaginario.
La ragazza
aveva i capelli ramati, che al sole risplendevano di un arancione lucente. Le
ricadevano ondulati alle spalle, ad una media lunghezza. Non erano troppo
lunghi, ma neanche così corti da poter essere legati al codino laterale
che era solita portare. Anche quella era stata un’idea delle sorelle che
tanto detestava.
-Fatteli
crescere, Misty!- avevano detto –noi li abbiamo
lunghi! Tu sei nostra sorella, e stai diventando grande! Quindi smettila di
portare quel codino di quand’eri bambina-.
Misty
Williams, quarta sorella capo-palestra di Cerulean
City, era stata incaricata dalle sue care Lily, Violet e Daisy di partire per Johto.
Doveva recarsi ad un centro medico dove avrebbe recuperato un pokemon che le sorelle avevano lasciato durante il loro
viaggio intorno al mondo, poiché non avevano più i mezzi e la
voglia di portarselo dietro. E se ne erano ricordate soltanto adesso, dato che
ne avevano bisogno per uno spettacolo.
-Ma perché devo andarci io?-
aveva chiesto la minore delle sorelle –potreste andare voi!-
-niente da fare Misty-
aveva risposto Daisy –noi abbiamo altri spettacoli da fare nei dintorni,
non possiamo allontanarci. E poi… tu sei già stata a Johto! Sarà come fare un salto indietro nel tempo!-
-va bene…- aveva risposto Misty rassegnata –ma almeno che pokemon
dovrò recuperare?-
-oh, è una sorpresa!- aveva
esclamato Lily –dì all’infermiera Joy
che sei nostra sorella. Farà tutto lei-
-sono sicura che ti piacerà Misty!- aveva aggiunto Violet
–vedrai, non rimarrai delusa da questo viaggio!-.
No, forse
delusa no. Ma stanca morta sicuramente.
E adesso
si ritrovava a pedalare sulla sua cara bicicletta per una stradina che l’avrebbe portata in città.
La
città nella quale sarebbe dovuta andare era… Moon
City. Ci era già stata in passato, con Brock e
Ash. Quindi conosceva il posto. La ragazza si
tranquillizzò, e pian piano sul suo volto si fece largo un sorriso.
Guardando il cielo, le venne in mente che avrebbe rivissuto tanti vecchi
ricordi. Ricordi che aveva gelosamente conservato nel
profondo del suo cuore.
No, forse
quel viaggio non sarebbe stato un disastro… anzi,
le avrebbe dato il permesso di ricordare emozioni uniche, che probabilmente
l’avrebbero fatta sentire vicina ancora una volta al ragazzo col quale
aveva condiviso tutto questo. E con il quale, a sua insaputa, si sarebbe presto
rincontrata.
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Ed ecco il
primo capitolo di questa mia nuova ficcy! Vera e Drew non riesco proprio a lasciarli andare XD devo seguirli
nelle loro gare come un’assatanata XD. E quindi, questa si svolge alcuni
mesi dopo che Vera è partita per Johto. Come
vedete c’è anche Lucinda alias Dawn…
ho fatto una fatica bestiale per smetterla di ridere appena sentivo il suo
nome… l’ultima volta che ho riso tanto per un nome è stato x
la ragazza di un mio compagno di classe… Teodolinda… XD vabbè, vecchi ricordi! XD cmq
ho deciso di metterci qsto nome perché anche a
Vera sono abituata ad usare il nome italiano (ma
almeno il suo è più dignitoso ù__ù). E quindi, rieccoci qua, per una nuova avventura. Naturalmente, Misty non poteva mancare! E, a chi sta simpatico,
c’è anche Max! ^__^ Non so quando
potrò aggiornare, visto che questa ficcy
è appena scritta! E sono pronti soltanto i primi due chappy!
Ma ditemi cosa ne pensate, mi raccomando! XD a presto! ValHerm