Sull'Olimpo la vita scorreva magnificamente
bene e per una volta Atena era riuscita ad andare a trovare i vari fratelli e
cugini lasciando i cavalieri in ferie pagate per un po' di tempo. Il primo a cui
fece visita fu il fratello Apollo, con cui si era rappacificata dopo il loro
ultimo scontro nel quale l'adorato fratellino aveva tentato di ucciderla. Ora
stavano prendendo il the sulla veranda con vista su Atene dove le gru del
cantiere stavano restaurando le dodici case rovinate dai vari atti eroici di
quei cinque imbranati incapaci di non fare casino ovunque andassero. Il the al
nettare non era male e neppure i biscottini all’ambrosia, però cominciava a
sentire la nostalgia della cucina terrena. In quel momento si avvicinò il padre
Zeus che a onor del vero non aveva quello che propriamente si definisce un
aspetto regale: l’alloro era di traverso sulla fronte, la barba e i capelli
erano trascurati da tempo e all’angolo della bocca teneva una sigaretta che si
intuiva come ultima di qualche decina. Insomma, sembrava appena tornato da una
visita a tutti i locali più infimi del pianeta.
- Che ti succede, vecchio? Non ti ho mai
visto così sbattuto. C’è qualcosa che non va o ieri hai fatto un’altra delle tue
seratine trasgressive?-
- Magari, almeno mi sarei divertito, invece
il vero problema è un altro: si tratta di Vega.-
- E chi sarebbe, scusa ‘sto tipo?-
- Mio figlio. La madre appena ha visto il
suo carattere mi ha mollato insieme al bambino e adesso ci devo badare io.
Magari mi fossi conciato così in qualche bar, figliola, magari!- e detto questo
si allontanò con aria abbattuta. -
-Non ci credo, è stato un bambinetto a
ridurlo così? Ma è assurdo-
-Non la penseresti così se lo conoscessi.
Da giorni quel demonio si infila da tutte le parti combinandone di tutti i
colori: mi ha rotto la cetra e poi ha preteso che la riaggiustassi perché voleva
la ninna nanna. Ha scolato un’anfora di vino della riserva speciale di Dioniso,
rubato il carro da guerra di Ares e come ultima impresa ieri ha preso un po’ di
saette scatenando un piccolo uragano da qualche parte in Cina, mi pare.-
Apollo con enfasi enumerò le numerose
disgrazie causate da Vega negli ultimi giorni.
- Oh, suvvia, non avete proprio tatto con i
bambini voi dei. Scommetto che è un angioletto se trattato nel modo giusto.-
-Bene Atena, se riesci a tenerlo a bada una
settimana giuro che faccio uno strip-tease davanti a tutti gli dei, ma se perdi
sarai tu a farlo. Ci stai?-
-Ma certo!-
- Bene, avviserò nostro padre che può
affidarti il bambino.-
Si recarono entrambi verso il tempio
principale dove videro il padre quasi nascosto da una pila di bottiglie di
birra, stravaccato su di una poltrona con l’aria di chi cerchi solo un buon
pretesto per suicidarsi. I due gli riferirono il discorso fatto poco
prima.
Zeus, sentiti i termini della scommessa, si
rallegrò parecchio e impose qualche regola:
Atena doveva resistere per una settimana
esatta a partire dal lunedì seguente: aveva quattro giorni per organizzarsi.
Apollo non sarebbe potuto intervenire
personalmente a complicare ulteriormente le cose.
Atena al contrario poteva avvalersi
dell’aiuto di tutte le persone che voleva, purché fossero donne mortali (niente
dee e uomini di qualsiasi genere).
Niente trucchetti per addormentare il
bambino o neutralizzarlo con altri poteri speciali propri delle divinità.
Il perdente avrebbe come da promessa fatto
uno strip-tease sotto gli occhi di tutti coloro che avesse voluto il vincitore.
Atena si disse d’accordo e con lei Apollo.
Poi ognuno si allontanò verso la propria dimora.
Saori era preoccupatissima per l’esito
dello scontro: parlando con gli altri dei si era sentita confermare la fama di
criminale di Vega: della donne mortali non ce l’avrebbero mai fatta da sole,
nemmeno si fosse trattato di Tisifone o Castalia. Se solo avesse potuto chiamare
i cavalieri, come al solito: Seiya, Shiryu, Hyoga, Ikki e Shun non si sarebbero
rifiutati di certo, deficienti com’erano…Poi un lampo le illuminò gli occhi: in
fondo nella storia gli dei avevano sempre barato alla grande. Perché
interrompere la tradizione?
"Chissà se è carino Apollo in mutande? Beh,
lo scoprirò molto presto… In guardia fratellino, vedrai che me la caverò anche
stavolta". Ridacchiò tra sé Saori.
Apollo, intanto, girava in tondo nella sua
stanza maledicendosi per la stupidissima scommessa fatta con sua sorella: e se
ci fosse riuscita sul serio? Non osava pensare cosa avrebbero detto di lui nei
prossimi tre secoli dopo lo spettacolino che avrebbe dato. No, doveva
necessariamente averla vinta contro Atena e le sue aiutanti: se dopo qualche
giorno fossero resistite, ci avrebbe pensato lui a far sì che la piccola peste
si trasformasse in una furia devastatrice." Attenta a te, sorellina, non ti
aspetta una settimana facile, mi premurerò io di farti avere qualche emozione
speciale, comincia a preoccuparti". Era contro le regole indette da Zeus, ma
quando mai lui si fermava davanti a delle stupide regole? Era un dio sì o
no?
Così ignari delle congiure uno dell’altra
le due divinità andarono a mettere in atto i loro piani. Zeus, che li aveva
ascoltati, stava ridacchiando fra sé: era finita la noia! Quei due ne avrebbero
combinate di tutti i colori, tanto più che ormai le regole non valevano un
cavolo. Sintonizzò la sua speciale tv sulle azioni dei figli e si accomodò con
file di pacchetti di popcorn per godersi gli sviluppi della vicenda. Quali
poveracci avrebbero coinvolto nei loro loschi progetti? Non gli rimaneva che
guardare e aspettare: dopo qualche tempo sullo schermo apparvero delle immagini
di una cascata che riconobbe subito dalla inconfondibile figura appollaiata su
di un picco vicino all’acqua. Sull’angolo in alto a sinistra del monitor apparve
una Saori super deformed: significava che Atena si era messa all’opera.
- Desidera qualcos’altro signore?-
- No, va benissimo così, grazie.- disse il
ragazzo rilassandosi su un morbido materassino mentre una bella ragazza gli
massaggiava la schiena su cui era tatuato un grosso drago che di solito restava
nascosto dai suoi lunghi capelli neri. Shiryu si stava godendo il meritato
riposo alle " Five mountains term", vicino alla ormai nota cascata. Per fortuna
il suo maestro non lo chiamava da un po’ di tempo e lui si preoccupava soltanto
di palestra, bagni e massaggi con le inservienti, peraltro piuttosto gnocche,
delle terme con cui passava la maggior parte del giorno. Beh, in fondo era in
vacanza sì o no? Ah che bellezza…
"Shiryu!" Ok, come non detto.
"Maestro, che palle, non potete lasciarmi
in pace neppure un secondo? Staccatevi subito dal collegamento telepatico. Qui
mi stanno guardando tutti perché parlo da solo."
"Shiryu, non mancarmi di rispetto: seppure
anziano ho ancora abbastanza forza per darti una lezione, e tu lo sai bene."
"See, nonnetto, sarai un cavaliere d’oro ma
io ho la pienezza del dragone e sono molto più figo di lei!"
"Guarda che mi arrabbio…e poi ai miei
tempi, eh, di sicuro ero molto più bello di te, bimbo"
"Vabbè, se lo dite voi. Comunque, che c’è
di così importante da interrompere la mia sauna in questo momento?"
"Saori ha bisogno di voi per una questione
della massima importanza di cui ti spiegherò i particolari in seguito. Devi
recarti il più presto possibile a Tokyo nella villa della signorina."
"Uffa, ma giuro che Saori me li paga gli
straordinari, altro che dea della giustizia, dea della sfiga dico io. Prenderò
il primo volo per tornare, comunque. Ma ora andatevene dalla mia testa, perché
ho una certa urgenza di sfogarmi e un uomo anziano come voi dovrebbe elargire
massime zen, piuttosto che rompere i marroni a un povero Cristo che vuole fare
in pace la sua sauna."
Dopodiché si alzò e infilandosi una T-shirt
e gli occhiali da sole si allontanò dalla stanza piena di vapori caldi per fare
le valigie.
"Mi mancherà questo bel posto. Credo che ci
ritornerò prossimamente, sempre che a milady non dispiaccia"
"Shiryu!"
"AAAAAAARGH! SE NON VE NE ANDATE
ALL’ISTANTE DALLA MIA TESTA COMMETTO UN OMICIDIO E VI ASSICURO CHE NE RESTERETE
COINVOLTO!"
"Volevo solo dirti che sei tu a dover
rintracciare i tuoi amichetti, perché nessuno di loro è a Tokyo e tu avrai di
sicuro i loro numeri di cellulare. Dato che io non ci capisco niente di queste
diavolerie elettroniche mi faresti questo GRANDE piacere? Ciao, ti amo"
"Ma vaffanbagnonellafottutacascata."
"Stavo scherzando…"
Shiryu prese in mano un peluche ("five
mountains term, sole, acqua e divertimento") e lo stritolò desiderando
ardentemente che al suo posto ci fosse il cavaliere della bilancia.
Sull’orlo di un profondo precipizio stava
una figura solitaria immobile come colui che sta immobile. Stava scrutando la
valle con un serio cipiglio. Portava sulle spalle una grossa scatola di metallo
che appoggiò in terra tirandone fuori un’armatura a forma di cavallo alato e
indossandola. Poi con uno sguardo estremamente felice si gettò nel vuoto e,
sbattendo su qualche spuntone qua e là, si afferrò ad una sporgenza e si tirò su
per riposarsi un attimo. Poi iniziò la risalita con lo scopo evidente di
ributtarsi giù appena raggiunta la cima.[1] Era una settimana che stava nel
Colorado e frequentava assiduamente ogni buca presente nel luogo. Seiya non era
mai stato così felice in tutta la sua miserabile esistenza al servizio di quella
matta coi capelli viola. Le ossa certo erano un po’ ammaccate ma nulla di grave
in confronto al gran divertimento che provava ogni volta che sentiva l’aria
fischiare intorno a lui mentre cadeva in burroni sempre più profondi. Stava per
tornare sull’orlo quando il suo cellulare suonò, miracolosamente integro
- Ehm, pronto?-
- Ehilà Seiya, come ti butta?-
- Veramente mi butto da solo.-
- ???-
- Ma in questo momento sono appeso per il
braccio destro su di un baratro profondo un centinaio di metri. E’ meglio se mi
tiro su, aspetta un… oops!!-
Dopo quello Shiryu sentì un urlo disumano
ed un tonfo qualche secondo dopo.
- Seiya? SEIYA! Che ti succede amico?- ma
sentì solo del silenzio per un po’ ed in lontananza dei lamenti, poi il
cavaliere riafferrò il cellulare.
- Wow, che bomba questo metodo. Dovrò
brevettarlo prima o poi. Oh,gioia… ho anche una gamba rotta, che goduria!!
Saranno felici al pronto intervento. Beh, appena riottengo sensibilità agli
arti, chiamo un elicottero a tirarmi fuori da qui.-
Superato lo shock iniziale Shiryu
rispose:
-Allora, senti: dovresti venire subito da
me a Tokyo per una questione della massima importanza che riguarda Saori. Ti
spiegherò, ma ti assicuro che sembrava davvero una cosa seria da come la metteva
il mio maestro, e quindi suppongo che sia degna di attenzione.-
- Uh, che bello!!-
- Sei felice? Allora vieni il più presto
possibile.-
- Ma no! Sono felice perché ho scoperto di
avere anche l’altra gamba rotta!!-
Una goccia di sudore apparve sulla fronte
di Shiryu.
- Se lo dici tu…Ma lascia perdere un attimo
le tue diagnosi e cerca di venire qua appena potrai reggerti in piedi.-
- Ma mi dici di che si tratta, dannazione!-
- Non lo so sinceramente, Saori non ha
voluto approfondire.- Un po’ deluso Seiya salutò l’amico e chiamò il pronto
intervento perché venissero a ripescarlo. Quando l’ebbero caricato
sull’elicottero solo le cinghie che lo assicuravano al lettino gli impedirono di
affrontare un balzo gigantesco (nonché voluto) giù dal velivolo.
Nella suite presidenziale di un lussuoso
albergo di Miami una aggraziata figura con lunghi capelli verdi e una vestaglia
rosa confetto stava aspettando che la vasca si riempisse ed intanto ascoltava un
po’ di musica preparandosi un caffè. Nella stanza accanto ancora nel letto stava
un giovane i cui lunghi capelli biondi erano sparsi sul cuscino. Indossava solo
dei boxer ed il suo torso nudo era molto muscoloso. Dormiva ancora
profondamente. Bevendo il suo caffè intanto l’altra persona lo guardava
dolcemente, quando suoi pensieri furono interrotti dal telefono.
"Deve essere il servizio in camera…"
- Si, caro?-
- Shun! Disgraziato! Ecco dove eri finito.
Noi che ti cercavamo come forsennati per tutto il globo e tu lì a gozzovigliare
spendendo tutti i soldi di milady! Comunque non sei l’unico: nemmeno Hyoga è
reperibile. Abbiamo anche ingaggiato qualche sub per andare a vedere se magari
si trovava da sua madre: quei poveracci sono quasi diventati calippo, ma del
nostro cignetto nemmeno l’ombra-
- Calmati Shiryu! Poi scusa, credevo che le
ferie durassero tutto il mese. In quanto a Hyoga…- e qui si interruppe
ridacchiando
- Beh, ne sai qualcosa?-
- E’ qui con me…-sussurrò alla fine Shun.
Dall’altra parte della cornetta Shiryu arrossì violentemente trattenendo un moto
di disgusto con alcune smorfie che non sfuggirono a Seiya là vicino che molto
eloquentemente si toccò l’orecchio destro sbattendo provocatoriamente le ciglia.
- Mi dispiace interrompere l’idillio di voi
due ma dovreste venire al più presto alla villa di Saori per una faccenda di
estrema importanza.-
- Oh, va bene. Certo che è un peccato
svegliarlo , dorme così bene…Non ho cuore, povero cucciolo, ieri sera si è
addormentato così tardi…-
- Vedrai che non si offende Shun. Sveglialo
al più presto e fallo venire al telefono, altrimenti chiedo in portineria
mettono il viva voce, che ci penso io a buttarlo giù dal letto!- Con aria
rassegnata Shun si avvicinò all’amico sussurrandogli:
- Hyoga-chan? Svegliati, ti vogliono al
telefono…-
- Niet chan. Cuompagno. Cuompagno Hyoga-
- Ma…-
- Se il proletario viene sfruottato lo
sfruottatore vuà eliminato…ngnomfrghnt-
- Ehm, Hyoga…-
- Che minkiosevich…Ah, sei tu![2] Ciao
Shun-chan. Per favore, mi porti un caffè mentre io rispondo?-
- Con immenso piacere darling!- Il
cavaliere di Andromeda si diresse verso il frigo bar mentre Hyoga prendeva la
cornetta.
- Sì, pronto?-
- Ah, ben svegliato batuffolino, hai
dormito bene con il tuo orsacchiotto? Ma tu guarda, ed io che ti credevo una
persona perbene…-
- Cosa vorresti insinuare, che sono
checca?-
- No, è che…-
- Sì hai ragione lo sono! Uno schifosissimo
gay pervertito!-
- Ma sì… cioè no! Io…-
- Tu cosa? Hai qualcosa contro di noi?
Contro i nostri diritti? Razzista!!!!-
- Ma non ho detto un cazz…sì ma no beh!
Calmati.-
- Ok, sono calmo.-
- Allora parliamo da persone civili: dovete
venire qua al più presto! La vita di milady è in pericolo.-
- Ma no! Cos’è successo stavolta? La stanno
lentamente calando in un vulcano attivo e noi abbiamo 12 ore di tempo per
tirarla su? Oppure qualche altra stramaledetta reincarnazione?-
- Beh, quasi. Venite qua e ve lo spiegherà
meglio Saori stessa. Ora ti lascio, devo rintracciare Ikki: il nostro pollastro
bruciacchiato tiene sempre il cellulare spento…mi chiedo perché se l’è preso se
non lo usa. Chiedi un po’ al suo fratellino se ne sa qualcosa.-
-Ma certo! Shun-chan? Sai dirmi dove si
trova Ikki? Oh,grazie.-
-Te l’ha detto?-
-No, ma prepara un ottimo caffè –
-^ senza parole ^-
- Ikki si trova alle Bahamas, all’Hotel
"Las gnocas" -
- Va bene, proverò lì. Ma voi sbrigatevi a
tornare.-
- Okeydokey. Ci si vede!- E detto ciò,
Hyoga attaccò il telefono.
- Si torna al lavoro, dunque…- Mormorò poi
tra sé. Cercò di immaginarsi di cosa si trattasse quella volta, ma credetemi,
non poteva davvero immaginarlo.
Su un’assolata spiaggia all’ombra di una
palma stava un numeroso gruppo di ragazze in bikini. L’oggetto della loro
attenzione era un ragazzo con i capelli neri a riflessi blu ed una carnagione
abbronzata che sorseggiava con aria da latin-lover un drink tropicale.
- Raccontaci ancora qualcosina delle tue
imprese, micione . Erano così cattivi quei cavalieri?-
- Ma certo tesoro, io ero circondato da
ogni parte da quegli uomini malvagi ma, con il mio colpo segreto sono riuscito a
cavarmi d’impaccio salvando i miei compagni da morte sicura!-
- Oh che eroe!- esclamò una tipa con un
bikini azzurro mentre le altre le facevano eco
- Ma facci vedere quel tuo famoso colpo con
cui hai vinto!-
- Qualsiasi cosa per voi-
Ikki si alzò in piedi piazzandosi a gambe
divaricate sulla sabbia e portò le braccia verso l’alto mentre i suoi muscoli si
tendevano con grande ammirazione delle ragazze del seguito :
- ALI DELLA FENICE!!- il mare davanti a lui
si aprì in due grandi ondate che travolsero qualche ignaro surfista. Lo stuolo
di ammiratrici si assiepò nuovamente intorno al cavaliere. Tra quella folla si
stava facendo largo un cameriere con un telefono in mano:
- Mi scusi, signore, c’è una chiamata per
lei da Tokio –
Ikki si voltò ad ascoltarlo sentendo il
nome della città
- Arrivo. Aspettate un momentino, bellezze.
Pronto?-
- Ah eccoti qua finalmente. Saori ci ha
convocato per una nuova missione di estrema importanza-
- Shiryu, dannato rompiballe, io sto
facendo le ferie qui, ed eravamo d’accordo per la fine del mese per tornare al
lavoro! Eppoi anche qui ho da fare cose importanti- aggiunse ammiccando alle
numerose ragazze ancora assiepate intorno a lui.
- Mh, dì al tuo fan club che devi andare
un’altra volta a salvare il mondo, così sono contente. Ma qui ci servi, quindi
vedi di arrivare entro domani alla villa di Saori!-
- M-ma Shiryu! Diavolo! Io… no!! Mi rifiuto
di tornare! Del resto sono sempre l’ultimo ad entrare in scena, ricordi?-
- Questa volta è diverso-
- Io non vengo, non vedo perché dovrei-
- Perché se non ci raggiungi al più presto
vedrai pubblicate su qualche centinaio di giornali di massima diffusione quelle
tue foto della festa aziendale dell’anno scorso dove ti eri fotocopiato il
sedere e dato ad Aldebaran de Toro della "Bella Maiala"[3].-
- N-non lo farai, vero? Non puoi essere
così cattivo!-
- Dipende solo da te…Ti aspettiamo domani,
Ikki-chan…-
La telefonata finì e il cavaliere sconfitto
dovette dare l’addio alle vacanze.
- Ma come, ci lasci di già?-
- Eh sì, il mondo ha ancora bisogno di me.
Ma ci rivedremo. Goodbye, my darlings!!- e dicendo così si mise in marcia verso
l’albergo dove si apprestò a fare le valigie.
Bene, non restava che convincere quei
cinque in anticamera ad accettare il lavoro. Ma come dirglielo?
- Ragazzi farete i baby sitter - No, non
andava, più imperiosa:
- Cavalieri, da questa impresa che vi
coinvolgerà dipende l’onore della vostra dea protettrice.- si, ok, ma come
dirgli che si sarebbero dovuti travestire da donna?
- Avete mai pensato di vestire da scozzesi
per una settimana?- No, penoso.
- Seguite le sfilate di moda in questi
mesi? Le gonnelline sugli uomini sono adoraaabili!-
Naaa, patetico. Vabbuono inutile girarci
intorno, tanto valeva dirglielo e basta.
Saori entrò con passo deciso nella stanza:
cinque paia di occhi si posarono su di lei [4]:
- Cavlrr,dvt trvestrv ddonn…- ora gli occhi
erano alquanto perplessi.
- Ahem,mh…Cavalieri! Dovete fare i baby
sitter per una settimana.- Se fosse entrata con un costume da pinguino cantando
yankee doodle non l’avrebbero guardata in un modo tanto diverso.
- Sono sicura accetterete, ne va della vita
della vostra dea.-
I ragazzi si fissarono, poi Shiryu prese la
parola:
- Un attimo ci lasci discutere tra
noi.-
Si appartarono nel corridoio, incerti se
chiamare un’ambulanza che portasse Saori al più vicino manicomio o se obbedirle
ciecamente.
"Tipregotipregotiprego, fa che
accettino".
Dopo un quarto d’ora entrarono tenendo
sotto il braccio quello che sembrava un rotolo di carta igienica. Glielo
porsero.
- Ed io che me ne faccio?-
- Mavvada a cagare!-
- Taci Ikki! E’ che non trovavamo altro su
cui scrivere. Si tratta di una lista di richieste a cui dovrete sottostare, se
volete ottenere i nostri servigi: uno più sei zeri di dollari a testa, un
milione di carte se le và meglio; due mesi di ferie pagate, Senza interruzioni
di sorta. Poi, individualmente, Seiya chiede il rinnovo dell’assicurazione
incidenti sul lavoro e un materasso, ehm, super morbidoso; Ikki idem con
l’assicurazione sulla vita ma niente materassi; Hyoga vuole dei ghiaccioli-
- TANTI ghiaccioli, milady-
- Mentre io mi accontento di qualche
ettolitro di collirio. E’ tutto.-
- E Shun non vuole niente?-
- No, c’è qualcosa ma ho usato il pezzo
dove l’avevo appuntato perché dovevo urgentemente andare in bagno, ma me lo
ricordo a voce: vuole pace e felicità per tutti i bambini del mondo. E un
cagnolino.-
- Vedrò cosa posso fare…-.
Saori tirò un sospiro di sollievo: le
richieste erano più allettanti dello strip-tease.
Con un gran sorriso condusse i cinque in
un’altra sala del palazzo dove una schiera di sarti, parrucchieri ed estetisti
attendevano ordinatamente.
Al loro ingresso si fece avanti una donna
tarchiatella con i capelli rossi e vistosamente truccata che squadrava con occhi
rapaci i cavalieri che si sentirono come se fossero nudi alla stazione centrale.
La donna si soffermò particolarmente su Ikki arrivando a prendergli la faccia
fra le lunghe dita scheletriche e gliela voltò a destra e a sinistra per poi
sospirare sconsolata:
- Non sarà una cosa semplicissima, ma nulla
è impossibile per me ed il mio staff. Diventeranno adorabili dopo il
trattamento…- concluse con un risolino che non presagiva nulla di buono. I
ragazzi si sentivano tranquilli come delle patate davanti ad una pentola di
acqua bollente, e quella racchia sembrava intenzionata a preparare del purè per
pranzo. L’agitazione aumentò che, ad un segnale, tutti gli estetisti indossarono
delle maschere anti-gas.
L’ultima cosa che i saints videro furono
delle mani che li afferrarono per impedir loro di cadere.
- La droga ha funzionato benissimo. Adesso
sono più rimbecilliti di un bradipo caduto nel valium. Saori, tesoro, hai
qualche preferenza per il look? Seguo la moda o no?-
- Fai quello che vuoi, ma che siano
quantomeno carini: non invecchiarli troppo.-
La rossa lanciò un’occhiata dubbiosa ad
Ikki:
- Mah, quello è troppo maschile, non verrà
una gran bellezza, ma farò del mio meglio. Ma quello biondo e quello con i
capelli verdi saranno i miei capolavori!-
Una risatina diabolica echeggiò nella
stanza.