Canzoni su di voi

di thea23
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La vendetta brucia.

 

Non sono mai stata protagonista di un’azione criminale.
Posso solo averla immaginata.
Non è proibito.

 
Non nego e non ammetto niente … ma vi è mai capitato di perdere la testa?
 
Immagini di ghigliottine e teste che esplodono in mezzo alla strada diventando una coltre di fumo attraversano la mia mente.
Le prime non dovevano essere per niente piacevoli … o un bello spettacolo. Anzi che gusti doveva avere chi li guardava? Un esperto mi risponderebbe che più che gusti si parla di costumi.
E al riguardo non saprei nemmeno spiegarmi il perché.
Le seconde sono considerate assolutamente “umane”.
È assolutamente comprensibile che la testa di qualcuno possa esplodere in maniera rovinosa in presenza di:
·         Un capo che fa richieste assurde
·         Un compito di matematica dove le cifre con le quali si deve lavorare non entrano nemmeno nella calcolatrice o una versione di latino o greco arcaico, che i poveri studenti non riescono a capire come abbia potuto il professore tradirli a quel modo considerando che l’ultimo argomento fatto sono state le prime declinazioni e qualche verbo. E altre materie che non sto qui a nominare.  (*)
·         Una ragazza. Parlando dal punto di vista dei maschi. *occhiolino complice, sappiamo tutte che alcuni gli uomini non cercano di capire le donne perché hanno paura che il loro cervello esploda *
 
Comunque non sono questi i casi dei quali tratteremo.
Sto parlando di perdere la testa perché guidati dai sentimenti piuttosto che dalla ragione * ricordate qualche tempo fa? Abbiamo parlato che più sono riflessiva e organizzata sono più i miei sentimenti fanno di testa loro. È frustrante e come avete capito, capita spesso *.
Mi piacerebbe parlare da dove avevamo lasciato l’ultima volta.
Non ballare nella pioggia, il ragazzo che ha preso il mio cuore senza troppi complimenti.
Il pensiero che mi aveva fatta riprendere era:
 
“ Non c’è tempo per le lacrime. Sono seduta qui a pianificare la mia vendetta ”
 
La vendetta in se e per se era la canzone.
(Sfiderei qualsiasi ragazzo a presentarsi in pubblico senza provare nemmeno un po’ di vergogna o disagio dopo che una canzone che lo dipinge come essere senza cuore per avere preso a tempo indeterminato il cuore di un altro è entrata nelle migliori della settimana. Essere semplicemente imbarazzati è poco) .
Però … proviamo a immaginare cosa sarebbe successo se la canzone fosse stata soltanto il sottofondo musicale per qualcosa di più grande *in questo preciso momento penserete che anche io posso sorridere in una maniera divertita e beffarda *.
 

§ Burn, baby burn.
l'inizio del sogno ad occhi aperti. 
Non si fanno certe cose. 

 
Chiamai Abigail, la mia migliore amica.
Avevo un piano che mi frullava in testa, non sapevo se era per via di tutta quell’acqua che mi aveva “rinfrescato” i pensieri (oltre che i vestiti e i capelli, che tra l’altro erano puliti) oppure perché ero definitivamente impazzita.
Doveva aiutarmi a testare la mia sanità mentale e, in effetti, nel mio piano c’era qualcosa che non tornava.
Considerando che includeva la violazione di domicilio privato col chiaro intento di danneggiare, parecchie cose che non tornavano.
  
Abigail, allarmata dal mio tono di voce e dalla curiosa combinazione di parole che avevo utilizzato mettendo nella stessa frase “vendetta” e “piano” (non inteso come pianoforte o superficie o essere comprensibili o attenti, piano inteso come avere un'idea) aveva detto che sarebbe arrivata in 5 minuti.
 
Dieci minuti dopo (convenevoli inclusi) eravamo sedute nel mio letto dalle dolci tende candide che scendevano fino terra assicurate ai solidi pilastri decorati del legno noce. Mentre le pareti di un’ocra chiaro ci accoglievano nel loro abbraccio, ignare del fatto che la bambina a cui piaceva il country che avevano osservato diventare una donna dai dorati e soffici boccoli, stava per programmare un'azione contro tutti i principi morali dei suoi genitori e nella quale si riconosceva a stento.
E le piaceva, quel sapore che la vendetta aveva: crudele, un abbraccio di fuoco gelato. 
 
Non perdiamoci nei sogni. Tutto il giro di parole di sopra per dire: Abigail ed io eravamo sedute sul mio letto a baldacchino per limare i dettagli della mia vendetta.
Come avevamo già previsto serviva l’aiuto della mia band. Ma non era un problema.
Se ci avessero scoperti 
avrei potuto risarcire i danni e prendermi la colpa. Sarebbe stato difficile non farli incriminare per essere stati miei complici, ma a qualcosa avrei pensato. 

Avrei voluto assecondare la mia vena teatrale portando gli strumenti e suonando con la band nella “scena del crimine” durante lo svolgimento di quest'ultimo, ma era impossibile ..
Avrei dovuto rinunciare anche a ballare in un vestito nero giocando con un cappello dello stesso colore in una raffica di scintille.
Poteva risultare pericoloso. Almeno quanto appiccare fuoco.
L’unico fuoco che mi era concesso (lontano da ogni materiale infiammabile) era dare fuoco alla nostra foto insieme.
Almeno questo.
 
Nel corso della stessa serata riuscimmo a contattare la band e avere un piano definitivo, insieme ad un piano di fuga e una lista di tutte quelle cose che ci servivano per mettere a soqquadro una casa.   
Abi ed io non dicemmo nulla di fronte i ragazzi, del resto ero stata io quella ad avere un’idea folle e avere chiesto il loro aiuto, ma dal modo di Grant e di Amos di spiegare come aprire una serratura e disattivare il dispositivo di sicurezza, c'era qualcosa che non tornava, ci chiedemmo come avessero quell’informazione e se in passato avessero avuto modo di realizzarlo.
Ancora oggi per me è un mistero. 
 
Non considerando le stranezze della mia band.
Il piano era:
·         Pedinarlo giusto per assicurarci che le informazioni che avevano su di lui fossero giuste
·         Procurare un completo formale (giacca e cravatta) e occhiali da sole scuri – così  da rispettare sia i gusti degli amanti di 007 che quelli degli amanti di Men in Black - a tutti.
          I criminali vanno sempre in giro vestiti impeccabilmente. Per quanto riguardava me avrei avuto invece un vestito borchiato solo su una spalla.
         Avremmo dovuto avere anche delle torce, un tabellone da tiro a segno (freccette e foto incluse), panna a spray, carta igienica, delle ricetrasmittenti, un binocolo (così da poter monitorare la situazione da lontano) e un      accendino.
·         Nella “lista della spesa” di sopra sono compresi anche dei guanti in lattice. Non sia mai che vengano trovate le nostre impronte.


Da bravi bambini *si fa per dire* avevamo recuperato tutto quello che ci serviva (compresi gli abiti per “il gran gala” dei criminali) entro una settimana durante la quale avevamo seguito il mio ex senza sosta, segnando a che orari entrava e usciva dalla casa.
Potrebbe sembrare una cosa da maniaci e, in effetti, lo è, ma nessuno di noi ha passato tutta la giornata a stargli alle calcagna. Avevamo dei turni.
Durante il nostro appostamento di sabato sera, completamente nascoste nel nostro fuoristrada a sua volta semi visibile grazie ai rami del boschetto nel quale ci eravamo infilate; la mia migliore amica aveva di colpo abbassato il binocolo ed era rimasta a bocca aperta apparentemente sconvolta, controllai nella sua direzione ma non vidi niente di strano. Il furgoncino che il mio ex non mi aveva mai lasciato guidare, era stato appena parcheggiato proprio di fronte casa sua.
<< c’è una ragazza con lui >> disse quasi senza fiato. Mi voltai nuovamente nella sua direzione, cercando di capire il significato della sue parole.
Una ragazza? Mi aveva sostituita così tanto in fretta?
Il suoi occhi marroni incrociarono l’azzurro dei miei
<< Lei sta guidando il furgoncino >>
La mia bocca raggiunse la terra.
Le presi il binocolo dalle mani.
La ragazza aveva appena lasciato il volante e lui la abbracciava contento.
 

I realized you love yourself more than you could ever love me 
So go and tell your friends that I'm obsessive and crazy 
That's fine; I'll tell mine you're gay

 
Oh mio caro, se vuoi la guerra è quello che avrai. Mi hai lasciata per lei? Perfetto.
Ne riparleremo presto.
 
[ Può sembrare minaccioso, ma non sono capace di essere così cattiva – rido – poi non ho fatto niente di così terribile. Soltanto, la sera prima di entrare presi la sua foto che mettevo a disposizione per tirarci le freccette e gli disegnai una vignetta accanto con scritto: “Sono gay” (non ho niente contro i gay … ma dare del gay ad un uomo che va con più donne … beh è una bella trovata) dopo gli colorai un dente con il pennarello nero per fingere che mancasse e gli disegnai i baffi.
<< conciato così, non fai più lo sbruffone,eh? >> gli chiesi, vagamente consapevole di stare parlando a una fotografia conciata male e non a lui …].
 
Tutto era pronto.
Avremmo agito di sabato, grazie a delle intercettazioni ( okay posso tranquillamente ammettere che adesso non voglio davvero sapere cosa facevano i membri della mia band prima di essere la mia band o come passano il loro tempo libero) sapevamo che lui e “l’altra” sarebbero usciti, di conseguenza noi potevamo entrare.
 
Erano le 23:03 minuti quando entrammo in azione. 
 
Camminavamo in sincronia, procedendo lentamente, come a sfilare per un pubblico immaginario.
Se non fosse stato “tardi” avremmo di certo dato nell’occhio.
Un gruppo di giovani che avanzavano senza paura nell’oscurità della notte, illuminati alle spalle dalla luna piena, doveva fare un certo effetto.
In modo particolare se quel gruppo, del quale due membri portavano delle ventiquattro ore nere, era vestito nello stesso modo, fatta eccezione per la ragazza in vestito nero, borsalino nero e tacchi che camminava al centro.
Agli spettatori che non avevamo per decisione, saremmo sembrati imponenti.
A noi sembrava di possedere la notte. Che tutto fosse li per noi.
E nonostante fosse sbagliato, mi piaceva.
Abigail era in macchina con una ricetrasmittente e il binocolo, pronta a darci il segnale di fuga qualora qualcosa fosse andato storto.
 
Eravamo proprio davanti la casa. Grant e Amos avanzarono sicuri mentre tutti con fare innocente li coprivamo da possibili occhi indiscreti.
 
Riempii i polmoni d’aria, come un orologio svizzero, i sensi di colpa erano arrivati puntuali per ricordarmi che quello che stavo per fare era considerato un reato.
 
La porta era stata aperta.
Dei volti dagli occhi nascosti dagli occhiali scuri si voltarono a guardarmi.
 
Ero pietrificata.
 
Giusto o sbagliato?
Il tempo attorno a me si era fermato, l’aria era passata da tiepida e piacevole a gelida o era una mia impressione?
Ero nel panico.
 
“Lui ti ha scaricata senza troppi complimenti! Qual è il tuo problema?”
Chiese una voce.
In effetti … Al diavolo la ragione! Una cavolata nella vita me la posso anche permettere!
Strinsi forte la ricetrasmittente, nonostante non stesse per cadere e annuii.


 

Sorprendendoci Caitlin allungo il braccio e mise la sua mano al centro. 

<< Oh ! >> esclamai quando capii cosa voleva fare e misi la mano sopra la sua, gli altri ci imitarono.

Era il nostro rituale prima di ogni concerto unire le mani e poi dire: << non dimenticare mai l’essenza della tua luce!>> e poi siamo pronti per il concerto.

 

Una volta finito entrammo.

 

La casa era al buio ma grazie ad una torcia che Michael teneva in mano riuscimmo a trovare una superficie libera dove appoggiare le valigette ed estrarre le altre torce.

Adesso ognuno di noi aveva una torcia con la quale orientarsi.

Ci guardammo e ci scambiammo un sorriso complice.

Pressai il tasto della ricetrasmittente

<< che lo show abbia inizio >> il bip dell’aggeggio che avevo in mano ci diede il segnale per iniziare.

 

I ragazzi stavano portando il tiro a segno e la foto, alla quale avevo aggiunto un tocco di classe, nel salone … insieme a dei rotoli di carta igienica.

Liz si diresse verso il bagno per sostituire gli shampoo e bagnoschiuma con ketchup e maionese.

Caitlin era andata a cercare la sua stanza per lasciargli delle scritte molto incoraggianti sugli specchi con la panna spray.

 

Io cosa potevo fare?

Nel mio stivale avevo nascosto una nostra foto e un accendino.

Con non poca difficoltà li estrassi.

Presi la foto tra le mani, maledicendo il suo nome … poi l’accesi mentre un sorriso illuminava il mio volto di una luce sinistra. La parte che sarebbe bruciata per prima, era la sua.

 

Le lingue di fuoco divoravano avide il mio ricordo, mentre mi lasciavo incantare dal loro potere.

<< brucia >> sussurrai ipnotizzata dalla bellezza pericolosa della scena.

<< brucia >> ripetei tagliente più rivolta al mio ex che a ciò che compieva l’azione.

Poggiai la foto su un ripiano non in legno così che anche la mia parte potesse bruciare senza portarsi via le mie mani.

Osservai il fuoco finire la sua opera.

 

<< Boss! >> urlò Grant dal salone. << Vuoi venire a giocare al tiro al bersaglio con la faccia del tuo ex con noi? >> c’era un non so che nella sua voce che suonava fin troppo innocente.

Come se fosse normale irrompere in casa degli altri e riempire di freccette le loro foto.

 

Mi diressi verso il salone. Lo spettacolo che mi si presentava era fantastico. Un'ode al caos.

Eravamo sprecati come band … avremmo dovuto essere “L’agenzia delle ragazze tradite” con lo slogan:

avete versato troppe lacrime o strangolato troppe volte il vostro cuscino pensando al vostro ex? Risolveremo il vostro problema.  

E alla distruzione ci pensiamo noi

;)”.

 

Il salone che ero abituata a vedere era elegante e sobrio. Con una parete completamente vetrata che dava sul boschetto accanto, un divano scuro non poco lontano insieme ad un tavolino basso in vetro e la parete opposta piena di scaffali per libri e un camino.

 

Adesso nessun libro era più in ordine, alcuni erano addirittura a terra. La carta igienica era ovunque e il tiro a bersaglio era comodamente posto sul camino.

Guardai i ragazzi esterrefatta << Siete stati grandi! >>

Loro annuirono semplicemente, cercando di mantenere la loro aria da duri, ma non riuscivano a nascondere il sorrisetto compiaciuto che era spuntato sulle loro labbra.

Amos mi si avvicinò e con un cenno mi diede una freccetta.

 

la lanciai, con un sorriso stampato in faccia.

Feci centro.

 

 


...
Note *quando l’autrice non contenta di aver scritto cinque pagine di one shot vuole tormentare i suoi lettori *:
 Avrei voluto dividere la one shot in due … ma siccome è una one shot dal nome sembra male ridurla … quindi ecco la mia one shot chilometrica :’) .
Ricordo che adoro Taylor e non farebbe mai una cosa del genere e i componenti della sua band sono delle persone rispettabili. Ho lavorato molto di fantasia. 
Ringrazio chiunque si sia interessato alla mia storia, in modo particolare chi ha recensito, messo la storia tra le preferite o le seguite, ringrazio anche chi sta leggendo silenziosamente. 
Grazie : )
So di non essere il massimo come scrittrice.
Nella speranza che non sia troppo lunga e troppo incasinata. 
Sono le 3 di notte e l'ho riletto diverse volte, ma tanto non noto le cose quando sono sveglia figuriamo adesso xD fatemi notare se c'è qualcosa che non va ... in caso mi dispiace 
Spero non sia un obbrobrio perchè mi sono divertita a scriverlo..
Un bacio
Thea. 


 





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