L’altra Faccia della
Medaglia
Capitolo I
Una scommessa persa
Le giornate, sempre più corte, si avviavano all’inverno e,
pian piano, tutto il parco attorno al imponente castello medievale aveva perso
i caldi colori autunnali e l’immenso bosco sembrava ora una pallida distesa di
antichi alberi spogli ed indifesi, che si stagliavano come ombre scure sul
cielo plumbeo, ormai prossimo alla pioggia. Quell’atmosfera, all’apparenza
triste e solitaria, era animata da un allegro vociare proveniente dallo stadio
di Quidditch, nel quale era in corso l’ennesima sfida tra le due case rivali da
secoli: Grifondoro e Serpeverde.
Dopo qualche minuto di gioco le sorti della partita pendevano
nettamente a favore dei grifoni che, forse troppo sicuri della vittoria, si
erano rilassati, lasciando all’avversario l’occasione di una rimonta.
“… Siamo 70 a 50 per i Grifondoro, ma sembra che i Serpeverde
si stiano impegnando davvero infatti ecco Montague segnare un nuovo punto per
quelle odiose Serpi…”
Dagli spalti degli interessati piovve una raffica di insulti
diretti alla povera cronista di quella partita, che di amichevole aveva solo il
nome. Dopo una rimonta di tutto rispetto, i Serpeverde stavano iniziando a dare
del filo da torcere agli avversari ricorrendo, senza mezzi termini, a falli
molto violenti; da parte loro i Grifoni non erano da meno.
“… Accidenti, quel bolide deve aver fatto male alla povera
Weasley… Ragazzi, non si è mai vista una partita più agguerrita di questa… La
situazione è ancora di parità… 90 a 90…”
Il motivo di tutto ciò era una banale scommessa fatta con i
Serpeverde qualche giorno prima…
Draco Malfoy, insieme
alla sua reale corte, si trovava a gironzolare nei corridoi quando, per puro
caso, si era imbattuto nei suoi amati nemici di sempre: Harry Potter, Ron
Weasley ed Hermione Granger.
“Chi si vede: Lo
Sfregiato, Lenticchia e La Mezzosangue… Vedo che il trio Miracoli è ancora
integro, anche se ancora per poco...” ghignò il biondo provocandoli.
“Povero, illuso Furetto!
Pensi che il tuo caro paparino venga a vendicarsi perché ho ucciso il suo
migliore amico?! O, che sbadato: non può perché è ad Azkaban a far compagnia ai
dissennatori! Chissà che sua moglie non lo vada a trovare presto…” replicò il
moro con tono duro.
“Come osi parlare così
dei miei genitori?! Non permetterti più Potter o giuro che te ne pentirai, e
non sarai il solo…” lo minacciò Draco indicando i suoi amici.
“Tu fai del male a loro
e te la dovrai vedere con me!”
“Uh! Che paura, mi
tremano già le gambe!”
“Malferret, facciamo un
patto: se non sbaglio tu muori dalla voglia di umiliare i Grifondoro, giusto?”
“Ovvio, ma dove vuoi
arrivare?”
“Semplice, una partita a
Quidditch, chi perde dovrà svolgere tutti i compiti assegnati dalla casa
vincitrice per un mese… O fino a che non venga fatta un’altra scommessa”
“Ci sto Potter! E prega
di prendere il boccino, altrimenti desidererai non essere mai nato!” concluse
Draco stringendo la mano di Harry e fulminandolo con lo sguardo.
Già, tutta colpa di una stupida scommessa e di lì a poco
sarebbe successo il finimondo.
Per tutta la partita il boccino non si era visto, i due
cercatori si libravano a mezz’aria scrutando con un occhio il campo e con
l’altro il nemico, per cogliere ogni suo minimo movimento. Dopo un clamoroso
goal di Ginny Weasley, coperto dalle urla di gioia dei Grifoni sugli spalti, un
debole luccichio dorato fu scorto da Draco e da Harry che, nello stesso
istante, si gettarono in picchiata all’inseguimento del boccino d’oro.
“…Siamo 100 a 90… Ecco, Potter e Malfoy si sono mossi,
accidenti, che velocità, se continuano così si schianteranno sicuramente…” dopo
quel commento poco rassicurante da parte della cronista Luna Lovegood, i due
ragazzi rialzarono il manico della scopa appena in tempo, prima di tornare di
nuovo all’inseguimento della pallina dorata. Parecchi spintoni dopo un ghigno
si dipinse sulla faccia dell’algido biondino e sugli spalti vi furono due
reazioni praticamente opposte: i Grifoni spalancarono gli occhi e la bocca
increduli, mentre i Serpeverde si lasciarono andare in urli di gioia, invadendo
l’intero stadio per portare in trionfo i loro amati giocatori.
Dopo essersi cambiato Harry raggiunse i suoi amici.
“Ma cosa ti è saltato in mente?! Ma perché per colpa vostra
dobbiamo andarci di mezzo tutti?! Ma dico, non potevate insultarvi, picchiarvi,
ammazzarvi a vicenda?!” la voce, o meglio le urla, di una arrabbiatissima
Grifondoro di nome Hermione Granger raggiunsero le orecchie del moro e, prima
che lui potesse meditare un piano per darsela a gambe, lei era già lì pronta a
prenderlo a pugni, se non fosse per il suo migliore amico che le teneva ferme
le braccia, impedendole di avvicinarglisi. “Hai idea di quello che ci
chiederanno di fare Malfoy & Co.? Prega di non trovarti solo con me, perché
se no dovrai implorarmi di non farti del male invece che per i compiti!” gli
urlò dietro la Grifona. Ma come si dice: parli del diavolo e spuntano le corna;
difatti proprio in quel momento apparve Draco Malfoy con il suo solito ghigno.
“Caspita, Potter! Non avrei mai detto che ti saresti fatto
mettere i piedi in testa da una Mezzosangue! Però la Granger non ha tutti i
torti, vi aspettano cose terribili in questo mese.” e, così come era arrivato,
se ne andò lasciando i tre sull’orlo di una crisi nervosa.
Lentamente i ragazzi si diressero sconsolati alla torre,
preparandosi a vivere quei trentun giorni, che si preannunciavano molto, molto
lunghi.
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I miei più sentiti grazie per essere
arrivati alla fine del primo capitolo... Un grazie ancora più
grande a chi mi lascerà un piccolo commentino... Critiche e
consigli sono più che ben accetti: sono ancora alle prime
armi...