Brown eyes.

di Rossacomeilsangue
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Finalmente si iniziava a respirare un po’ di libertà.
Basta Lui, lo dovevo dimenticare, cancellare.
Dopo quella domenica non volevo sentirne più parlare, anche se dentro la mia testa c’era una vocina che ripeteva il suo nome.
Chiedeva una spiegazione, il perché mi avesse abbandonata. Ma dopo un po’ presi in mano la situazione, non potevo continuare a piangere. Dovevo reagire.

Grazie alle mie splendide amiche, e, alla mia gemella. Uscii. Ero di nuovo in gioco, pronta a far innamorare qualcun altro, ma questo lo credevano loro, non io. Mi sentivo a terra, anima e corpo, volevo poter parlare con il mio migliore amico, farmi consigliare, coccolare, trovare una soluzione.
Ma niente, non sapevo dov’era, così continuai a stare con le mie amiche. Loro cercavano tutti i modi di non farmi pensare a quel deficiente, ma era inutile. Ogni minima parola me lo riportava alla mente. Così ricominciai a stare a casa, a poltrire nel letto con un bel libro in mano, ma non piangevo più, non per lui. Mantenevo la mente occupata dai libri, così da non pensare a quello Stronzo.

Mia madre era preoccupata, pensava leggessi troppo, mi diceva di conoscere nuova gente, uscire, divertirmi.
Ma le sorridevo e rispondevo:
«I libri sono meglio delle persone: non ti guardano, non ti giudica e ti fanno viaggiare con la fantasia. Non c’è bisogno di uscire per scoprire il mondo.»

Questa storia durò mesi. Tutti cercavano di farmi uscire, ma rispondevo sempre che ne avevo voglia. Fin quando il mio migliore amico, mi convinse.
Dovevo prendere aria, riempire la mia esistenza di nuove ambizioni, nuovi obiettivi. La mia vita doveva cambiare, basta solitudine,depressione e libri.
Lo ringrazierò eternamente. Mi faceva vedere il mondo con occhi diversi. Si interessava davvero a me. Ci teneva, ma ero talmente tanto cieca, da non riuscire a notare che, al di là della maschera da buon confidente, c’era un ragazzo innamorato.

Passarono altri mesi, fin quando arrivò Aprile.
Oh mi piace davvero il mese di Aprile, si vede chiaramente che è primavera, la temperatura sale rapidamente, i prati sono in fiore, ed io, come una marmotta, inizio a svegliarmi dal mio sonno invernale, ed è anche, per me, la stagione dell’amore. Ogni volta in questo periodo dell’anno, qualcuno mi dichiara il proprio amore.
Ma di certo quell’anno non è andato come volevo.

Eravamo usciti insieme, avevamo riso, mangiato e fatto una passeggiata, una bella serata direi.
Ma dopo avermi dato un passaggio a casa, mi prese il viso fra le mani, e mi dedicò un delicato bacio sulle labbra. Rimasi paralizzata.
Cosa dovevo fare? Baciare il mio migliore amico? Si, proprio lui, la persona che non mi sarei mai aspettata.
Non sapevo che fare.
Mi allontanai di qualche centimetro, lo guardai, accennai un lieve “ciao” ed entrai a casa.
Ero scioccata. Come non me n’ero accorta prima? Eppure, se ci riflettevo bene, si vedeva che gli piacevo.
Quando parlavamo, arrossiva, certe volte mi guardava come se mi avesse voluto mangiare, ma lo davo per scontato, come se fosse naturale .

Cosa dovevo fare?
La mia mente vagava nella confusione più totale.






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