UNA CARA, VECCHIA AMICA
La combriccola di amici guidata da Sanzo, procedeva a bassa
velocità all’interno di un bosco.
“Ehi…Quand’è che ci fermiamo, io ho fameee!!”
“Abbi un po’ di pazienza, Goku. Non appena usciti da questo
bosco dovremmo trovare un villaggio. Mangeremo e ci riposeremo quando saremo
arrivati.”
“Eh?! E quanto ci sarà da aspettare?! Io ho fame adesso, non
resisto ancora per molto!!”
“Chiudi il becco, idiota di una scimmia!!! Mangeremo
arrivati al villaggio e non sono ammesse repliche! CHIARO?!?!!”
Goku si tappò la bocca con entrambe le mani, notando che
Sanzo era molto vicino all’esplosione. Gojyo gli si avvicinò e, a bassa voce,
gli disse:
“Stai buona, scimmietta. Lo sai che quando è stanco basta
niente per far degenerare il nostro bel biondino…Proprio come una donnetta
isterica…”
Nonostante il tono di voce molto basso, Sanzo udì quelle
parole ed estrasse subito la sua pistola. Numerose vene gli si stavano
gonfiando sulla fronte.
“Ehi, idiota d’un kappa…vuoi morire? Tanto, per quel che mi
riguarda, la tua insignificante vita è durata pure troppo…”
“Ehm, ti ringrazio, ma declino cortesemente la tua offerta…”
“Ecco, bravo. Tappati la bocca come ha fatto la scimmia.”
Dopo pochi minuti, Hakkai intravide l’uscita del bosco.
“Ragazzi, ci siamo! Tra pochi istanti saremo al villaggio!”
“Evviva!!! Si mangia!!”
“Chissà che ci sia qualche bella donna…”
“Era ora…Ho quasi finito le sigarette…”
Hakkai rise. Se avesse provato a scommettere sulla prima
frase pronunciata da ognuno dei suoi amici nel vedere un nuovo villaggio, avrebbe
sempre vinto. Anche perché quelli sembravano essere i loro più grandi
interessi. Se non gli unici…
Quando furono arrivati all’interno del villaggio, scesero
dalla geep/Hakuryu e Hakkai gli raccomandò di riposarsi per bene mentre loro
andavano in cerca di un locale dove mangiare. Mentre i quattro camminavano per
il villaggio, guardandosi intorno, una voce improvvisa alle loro spalle li fece
fermare.
“Goku…? Sei tu, non è vero? Sei Son Goku!”
Tutti si voltarono a verificare chi avesse parlato e si trovarono
davanti una bella ragazza, sui 19/20 anni. Goku la fissò per qualche istante,
senza capire chi fosse. Poi si batté il pugno sul palmo dell’altra mano,
esclamando:
“Shiori!”
Gli sguardi di Hakkai, Sanzo e Gojyo passarono dalla ragazza
a Goku per svariate volte. Intanto, Shiori si era avvicinata a loro ed aveva
abbracciato calorosamente il suo amico.
“Oh, Goku! Come sono felice! Non hai idea di quanto io abbia
desiderato rivederti! Ed ora tu sei qui! E’ fantastico!”
“G- già…Ma che ci fai qui, Shiori? Perché non sei più al tuo
villaggio?”
“Dopo che tu te ne sei andato, ho deciso che anche per me era arrivato il
momento di partire. Non ero più una bambina ed era ora che lasciassi
l’istituto. Dopo molto viaggiare sono capitata in questo villaggio e mi è piaciuto
talmente tanto che ho deciso di stabilirmici.”
“Certo, capisco…”
In quel momento intervenne Gojyo.
“Ehi, scimmia…Che fai, non ci presenti la tua amica?”
“Ah, sì. Shiori, loro sono i miei amici e compagni di
viaggio. Questo qui con la faccia da kappa pervertito è Gojyo. Ti conviene
stargli alla larga.”
“Ehi, stupida scimmia! Bada a come parli! Non farmi fare
brutte figure davanti a una bella ragazza!”
“Smettila, scemo! Quello lì, in fondo, con la camicia verde,
è Hakkai.”
“Piacere di conoscervi, signorina. Somigliate molto ad una
persona che conoscevo, sapete?”
“Piacere mio, signor Hakkai.”
“Mentre l’altro è Sanzo.”
“Il sommo Genjo Sanzo? Sono davvero onorata di fare la
vostra conoscenza. In passato, Goku mi ha parlato molto di voi.”
“Conoscendolo non avrà detto che stupidaggini.”
“Ragazzi, lei è Shiori. Una mia vecchia amica.”
“Piacere, Shiori. Sinceramente, non riesco a capire cosa una
ragazza bella come te abbia da spartire con quella sottospecie di scimmia
riuscita male.”
“Goku è il più caro amico che io abbia mai avuto. L’ho
conosciuto perché, un paio d’anni fa, veniva spesso a far giocare i bambini
ospiti dell’istituto dove vivevo io. Eravamo tutti orfani e Goku veniva sempre
a trovarci e a giocare con i più piccoli. E’ così che siamo diventati amici.”
“Certo. Con quel piccolo cervello che si ritrova, Goku va
molto d’accordo con i bambini…”
“Scusate se interrompo la vostra idilliaca conversazione, ma
noi non dovevamo cercare un posto dove dormire e dove mangiare?”
“E’ vero. Scusaci tanto, dolce Shiori, ma dobbiamo andare. Spero di rivederti
presto.”
“Arrivederci, signorina Shiori. Conoscervi è stato un
piacere.”
“Arrivederci…”
“Ciao, Shiori.”
Goku s’incamminò, ma Shiori lo rincorse e lo fermò.
“Aspetta! Goku, ti fermerai qui per qualche giorno?”
“Ancora non lo so. Sono Sanzo e Hakkai a decidere.”
“Hakuryu è molto stanco, quindi non credo che ripartiremo
prima di quattro giorni.”
“Davvero? Allora potremo passare un po’ di tempo insieme. Ne
sono molto felice. Verrai a trovarmi, in questi giorni, Goku?”
“Beh, credo di sì. Comunque, ci vedremo da qualche parte. Ciao.”
E così andarono a cercarsi una sistemazione per la notte.
Mezz’ora più tardi, si trovavano seduti al tavolo di un ristorante.
“Dì un po’, Goku. Quella ragazza…dove l’hai conosciuta?”
“Viveva in un villaggio vicino al tempio principale. Nei periodi in cui tu
viaggiavi e mi lasciavi da solo, scendevo spesso al suo villaggio.”
“E pensare che mi raccomandavo sempre di non lasciarti
uscire dal tempio.”
“Immagino che fosse piuttosto dura tenere Goku fermo in un
posto per più di due ore…I sambutsushin devono aver fatto una bella fatica.”
“Hakkai ha ragione. Probabilmente lo lasciavano andare per
avere qualche ora di pace!”
Goku non raccolse la provocazione. Continuava a fissare un
punto imprecisato sul muro. Poi, all’improvviso, disse:
“Shiori è speciale. E’ diversa da tutte le altre persone. E’
rimasta orfana a sei anni. I suoi genitori sono stati uccisi da alcuni demoni
davanti ai suoi occhi. Eppure, quando ha scoperto che anch’io sono un demone,
non mi ha odiato come fanno tutti gli altri. Mi ha sorriso e ha detto . E ha continuato a starmi vicina.”
I tre osservarono Goku, stupiti per la sua espressione,
insolitamente seria. Poi, Gojyo fece un sorrisetto e disse:
“Però mi sembra un po’ troppo fuori dal mondo. Peccato, come
aspetto fisico era il mio tipo…Ma se non mi piacciono anche interiormente non
riesco a combinarci nulla!”
“Lasciala in pace, pervertito d’un kappa! Ti ho appena detto
che lei è speciale!”
“Tranquillo, tranquillo. Stavo giusto dicendo che non
m’interessa! Ha gusti troppo strani, in fatto di amici!”
In quel momento arrivarono le pietanze ordinate. Ma Goku,
dopo aver mangiato appena due piatti di carne, dichiarò di non avere più fame.
Sanzo, Hakkai e Gojyo lo fissarono sconvolti, chiedendosi se per caso non si
fosse ammalato.
“Ma se fino a un’ora fa non facevi che ripetere che morivi
di fame!”
“Beh, mi è passata. Io vado a fare un giretto qui fuori, per
sgranchirmi le gambe. Ci vediamo dopo alla locanda.”
Ed uscì, senza badare alle espressioni a dir poco stupite
sui volti dei sui tre amici.
“Non è assolutamente da Goku un comportamento del genere.
Lui di solito mangia almeno dieci volte ciò che ha mangiato stasera. E non va
mai in giro da solo, anzi, insiste sempre perché lo accompagniamo.”
“Forse aver rincontrato quella Shiori l’ha sconvolto più di
quanto non voglia dare a vedere…”
“Per quanto mi riguarda può andarsene a spasso quanto gli
pare. Basta che non combini danni cacciando nei guai anche me. Io vado alla
locanda, voi che fate? Hakkai?”
“Beh, vengo con te. Tanto Goku è forte abbastanza per cavarsela da solo.”
“Gojyo?”
“Vengo anch’io. Ho voglia di farmi una partita a carte. Il
massimo che può succedere alla stupida scimmia è perdersi e non riuscire a
trovare la via del ritorno. Mal che vada lo cercheremo domattina.”
E così se ne andarono anche loro. Intanto Goku camminava per
le vie del villaggio, pensando a Shiori. Durante quell’assurdo viaggio in
compagnia dei suoi amici, si era scordato di lei. Ma rivederla aveva fatto
riaffiorare in lui vecchi sentimenti. Nel periodo in cui andava a trovare
Shiori al suo istituto, stava benissimo in sua compagnia. Era l’unica persona,
a parte Sanzo, con cui si trovasse davvero a suo agio. Gli piaceva giocare con
i bambini, ma ciò che preferiva erano le interminabili chiacchierate che faceva
con Shiori. Probabilmente quello che provava per lei era ciò che gli uomini
chiamavano amore. Ma lui era un demone e anche se Shiori accettava la sua vera
natura, non aveva idea di cosa diventasse senza il suo dispositivo di
controllo. Sarebbe stato capace di uccidere anche lei. Ne era certo. Per questo
doveva stare il più lontano possibile da lei. Per evitare di innamorarsene
ancora di più. E per evitare che anche lei cominciasse a provare qualcosa.
Riscuotendosi dai suoi pensieri Goku si guardò intorno. Si
accorse che era arrivato fino al limite del villaggio. Si voltò e tornò
indietro, ma dopo aver imboccato alcune stradine che non ricordava, si guardò
nuovamente intorno e disse, piagnucolando:
“Mi sono peeersoooo!!!”
In quel momento, mentre Sanzo e Gojyo giocavano a carte,
Hakkai stava disteso sul letto a pensare. Quella ragazza, Shiori, aveva qualcosa
che gli ricordava Kana. Forse gli occhi, o forse il modo di parlare.
Sicuramente, in comune con lei, aveva la mancanza di pregiudizi nei confronti
dei demoni. Kana non odiava i demoni, anzi. Sosteneva che loro erano
esattamente come gli uomini, ce n’erano di buoni e di cattivi. E non si poteva
togliere a quelli buoni il diritto di vivere in mezzo alle persone.
A quei ricordi, Hakkai si rattristò. Ricordando il volto di
Kana, la sua immagine si sovrappose a quella di Shiori. Poi, pensò:
Goku continuava a camminare per le strade del villaggio,
chiedendo informazioni qua e là. Ma quando qualcuno gli spiegava come arrivare
alla sua locanda, seguendo le indicazioni si perdeva di nuovo. Ad un certo
punto si ritrovò in una serie di vicoli bui e dall’aria malfamata.
All’improvviso, un grido squarciò il silenzio. Subito Goku corse a controllare
cosa stesse accadendo e vide Shiori circondata da quattro uomini. A Goku bastò
un’occhiata per capire che erano ubriachi e che stavano molestando la sua
amica.
“Dai, Shiori. Non è normale che una bella ragazza, alla tua
età, non abbia nemmeno un fidanzato. Perché non scegli uno di noi?”
“Eh eh, ma come, non lo sai? Shiori un fidanzato ce l’ha, ne parla sempre! Il
suo adorato e misterioso salvatore!”
“Allora, mentre aspetti di rivederlo, è meglio che ti tieni
un po’ in esercizio, dolcezza. Altrimenti lo deluderai, poverino!! Uah uah
uah!!”
Shiori era terrorizzata e piangeva. Goku non attese un
istante di più. Vedendoli avvicinarsi minacciosamente alla sua amica, spiccò un
balzo e si sovrappose tra i quattro ubriachi e la ragazza.
“Non azzardatevi a toccarla, o me la pagherete molto cara!”
“E tu chi diavolo sei, microbo?! Sparisci, non sono cose che
ti riguardano!”
“Invece mi riguardano. Non perdono chi fa piangere i miei
amici!!”
I quattro lo attaccarono contemporaneamente. Goku non usò il
bastone. Con gente tanto meschina preferiva sempre combattere come un normale
essere umano. In pochi istanti gli ubriachi furono sistemati. Goku se la cavò
con un paio di lividi ed una piccola ferita sanguinante sul braccio.
Preoccupandosi per la ragazza, durante il combattimento, si era distratto,
permettendo loro di colpirlo con un coltello.
Goku e Shiori si allontanarono dalla zona buia e si
ritrovarono in una piccola piazza, con una fontana. Lì Shiori bagnò il suo
fazzoletto e lo legò attorno al braccio di Goku, coprendo la ferita.
“Ecco fatto. Non è grave, per fortuna.”
Goku rimase un po’ in silenzio, poi disse:
“Che ci facevi in giro da sola, a quest’ora? Dovresti ben
sapere che è pericoloso.”
“Lo so. Ma…ti stavo cercando. Volevo fare quattro
chiacchiere con il mio caro, vecchio amico Goku. Poi, nella via principale,
quei quattro mi hanno circondata e portata in quel vicoletto.”
“Devi stare più attenta, Shiori. Se in quel momento non
fossi arrivato io…”
“Già. Tu arrivi sempre al momento giusto. Proprio come il
giorno in cui ci siamo conosciuti. Ricordi?”
Il demone sorrise, perdendosi in vecchi ricordi.
“E come potrei dimenticare? Era buio, proprio come oggi, e
tu eri stata bloccata da altri balordi.”
“Quel giorno, uno dei bambini era fuggito dall’istituto ed
io lo stavo cercando. Senza accorgermene ero finita in una brutta zona e dei
ragazzi più grandi mi avevano aggredita. In quel momento, vidi un ragazzino
piombare su di loro, urlando di lasciarmi in pace. Poi, non appena sistemati i
delinquenti, si voltò verso di me, sorridendomi e chiedendomi se andava tutto
bene. Ed un istante dopo crollò a terra, piagnucolando che aveva fame!”
“Sì, è vero. Ero affamato! Ed avevo pure combattuto! Per
fortuna tu mi portasti all’istituto, dandomi qualcosa da mangiare, altrimenti
sarei sicuramente morto di fame!”
“E tu rimanesti tanto soddisfatto dalla cena, che per
ricambiare mi aiutasti a cercare il bambino. E quando lo trovammo, l’unica cosa
che gli dicesti, fu: . Sia io che il bimbo scoppiammo a ridere e la risata
sistemò tutto. Da quel giorno, cominciasti a venire regolarmente. Un po’ per
giocare con i piccoli, un po’ per mangiare.”
“Beh, venivo anche per chiacchierare un po’ con te! Al
tempio dove stavo, i sambutsushin avevano paura di me e non mi rivolgevano
quasi mai la parola. Mentre con te e i bambini mi divertivo sempre un sacco!”
Dopo aver ricordato e riso insieme per un paio d’ore, Goku
si rese conto dell’ora tarda.
“Cavolo, è tardi! Gli altri si staranno preoccupando! E
anche tu devi tornare a casa.”
“Allora ti accompagno alla locanda, così non rischi più di
perderti.”
“Ti ringrazio. Anzi, no. E’ meglio che tu non vada in giro
da sola. Hai visto cos’è successo. Ti accompagno io fino a casa tua. Poi, per
trovare la locanda, mi arrangerò.”
“Ma…Va bene. Andiamo, allora.”
Circa dieci minuti dopo, i due si stavano salutando sulla
porta di casa di lei.
“Allora, Goku. Ti ricordi la strada per arrivare alla
locanda?”
“Sì, certo. Ormai l’ho imparata. Grazie per la spiegazione. Ora non dovrei più
perdermi.”
“Speriamo…Anche se, conoscendoti, ho qualche dubbio…”
“Ehi!! Adesso mi prendi in giro anche tu?! Ti assicuro che
Gojyo mi tormenta già abbastanza!”
“Eh eh, scusami! Allora, buonanotte. E grazie.”
“Figurati. Era mio dovere. Buonanotte.”
“Ah, Goku! Domani…ti andrebbe di andare a fare una
passeggiata? Sai, c’è un posto che somiglia moltissimo al laghetto dove
facevamo i picnic un tempo…”
Goku stava per rispondere di sì, quando un’ombra scura gli
passò davanti agli occhi. La consapevolezza della sua natura demoniaca gli
impediva di lasciarsi andare completamente. E gli ricordò quali erano i suoi
propositi. No, doveva allontanarsi da Shiori, prima che corresse dei pericoli a
causa sua!
“Ecco, a dire il vero non posso. Mi dispiace. Nei prossimi
giorni avrò molto da fare, quindi dubito che ci rivedremo. Addio, Shiori. Abbi
cura di te.”
E corse via, lasciando la ragazza affranta.
Il giorno successivo, Gojyo gli chiese dove fosse finito la
sera precedente. Era tornato che stavano già tutti dormendo. Goku rispose che
aveva girato a lungo, alla disperata ricerca della locanda. Dopo essersi sorbito
un po’ di prese in giro, il demone annunciò che andava a fare una passeggiata e
sparì di nuovo. Sanzo, Gojyo e Hakkai erano sempre più interdetti. O meglio, a
Sanzo importava poco di cosa facesse la scimmia nel tempo libero, Gojyo aveva
già intuito cosa gli stesse accadendo, mentre Hakkai aveva anche altri pensieri
per la testa. Mentre, nel pomeriggio, i tre facevano un giro del villaggio,
incontrarono Shiori. La ragazza li salutò, poi si guardò intorno. Prontamente,
Gojyo disse:
“Goku non è con noi. E’ sparito questa mattina, dicendo che
andava a fare una passeggiata. Non abbiamo idea di dove sia.”
“Oh…Sì, capisco…”
La ragazza s’intristì. Non capiva perché Goku non volesse
vederla. Eppure, la sera prima avevano parlato proprio come un tempo. Sembrava
non fosse cambiato nulla. Gojyo sorrise, mentre Hakkai la fissava, cercando di
capire cosa, in lei, gli ricordasse tanto Kana. Comunque, voleva conoscerla
meglio, quindi decise di inventare una scusa.
“Scusate, signorina Shiori. Mi piacerebbe molto visitare per
bene questo villaggio. Non sareste così gentile da farmi da guida, oggi
pomeriggio?”
“Ma certo. Gli amici di Goku sono miei amici, quindi sarò ben felice di
accompagnarvi, signor…”
Il fatto che non si ricordasse il suo nome, indusse Hakkai a
pensare che non fosse poi così interessata, ma era deciso a non arrendersi. Per
lui, era come avere davanti una seconda Kana.
“Hakkai. Mi chiamo Cho Hakkai.”
“Sì, giusto. Perdonatemi, non ho buona memoria, per i nomi.
Allora, a più tardi. Verrò io alla vostra locanda, più tardi. Arrivederci.”
E se ne andò, con passo svelto.
Quella sera, quando tornò alla locanda, Hakkai trovò
soltanto Gojyo, in camera.
“E gli altri?”
“Goku non è ancora tornato, Sanzo è andato a fare un giro. Dice che sente odore
di demoni.”
“Meglio di un segugio, il nostro Sanzo, eh?”
“Tsk, quel bonzo maledetto…Scommetto che era solo una scusa per non darmi la
rivincita a carte! Ieri sera mi ha derubato!”
“Ma non eri stato tu ad insistere tanto per giocare a
soldi?”
“Lasciamo perdere, che è meglio. Piuttosto, dimmi. Com’è andata la visita
guidata?”
“Piuttosto bene, direi. La signorina Shiori è una compagnia piuttosto
interessante.”
“…Senti un po’, Hakkai. Ma quella ragazza t’interessa
davvero?”
“Eh? Perché mi fai una domanda del genere, Gojyo?”
“Beh, perché non è da te uscire da solo con una ragazza per un tuo piacere
personale. Piuttosto, è una cosa da me…”
“Ciò che stupisce me è che tu non ci provi con lei. Mi pare
sia una ragazza davvero carina.”
“Diciamo che ho le mie ragioni. Non voglio complicare le
cose più del necessario. Piuttosto…sei tu, questa volta, a complicarle.”
“Che intendi dire?”
“Ma come, proprio tu, che in genere sei il primo a capire cosa provano gli
altri, non ti sei accorto di nulla? Credo che persino Sanzo abbia capito, anche
se lui, a dire il vero, se ne frega.”
“Scusami, Gojyo, ma proprio non ti seguo…”
“La scimmia! Perché credi che Goku sia così strano, in
questi giorni?”
“Non ne ho idea…Ad essere sincero sono un po’ preoccupato, perché non è
assolutamente da lui comportarsi così.”
“E fai bene. Perché se continui a comportarti così
accrescerai la sua angoscia. Non hai capito che Goku è innamorato di Shiori?”
“Che?!?”
“Ma dai, Hakkai! E’ diventato strano proprio da quando l’ha
incontrata. E poi è stato proprio lui a dire che lei è speciale. Ieri sera sono
certo che abbiano passato del tempo insieme e che sia successo qualcosa. Per
questo oggi Shiori era così ansiosa di vedere la scimmietta. Ma lui ha pensato
bene di sparire. Proprio per non essere costretto a vederla. Tanto più che
Shiori ha deciso di venirti a prendere qui. Non ti sei chiesto perché?”
“Perché voleva incontrare Goku…”
“Esatto. E’ per questo che ho preferito lasciar perdere
quella ragazza. E’ carina, ma complicherebbe troppo le cose. E poi, è chiaro
che Goku tiene veramente a lei. Non l’ho mai visto così serio per via di
qualcuno. Non ho intenzione di intromettermi nei suoi affari e di dirgli di
farsi avanti. E’ libero di fare come crede. Ma di certo non gli metterò neanche
i bastoni tra le ruote. Quel moccioso di scimmia è pur sempre mio amico.”
“Che sciocco…Come ho fatto a non rendermene conto? Ero così
preso dall’idea che quella ragazza mi ricordava Kana, che non ho neanche fatto
caso a ciò che accadeva attorno a me. E poi…forse mi interessavo a lei solo
perché nei suoi occhi rivedevo Kana. Non è giusto stare con una persona
pensando ad un’altra. Grazie, Gojyo. Mi hai aperto nuovamente gli occhi.”
“Tsk. In fondo, non è forse a questo che servono gli amici?”
“Esatto. Ed è proprio per questo motivo che voglio parlare con Goku. E’ giusto
che si tenga tutto dentro. Altrimenti finirà per scoppiare.”
“Non ti preoccupare, Hakkai.”
La porta si era aperta, e Goku era entrato nella stanza. I
due lo fissarono sorpresi, mentre lui sorrideva tristemente.
“Io ho già preso la mia decisione. Non vedrò più Shiori.
Anzi, a questo proposito…Non sarebbe possibile affrettare la partenza?”
“Aspetta, Goku! Da quanto tempo ci ascoltavi?”
“Praticamente dall’inizio. Ho sentito che parlavate di Shiori ed ho preferito
restarne fuori. Ma poi siete passati a parlare di me, così…”
“Goku, ma perché non vuoi più vederla? A prescindere dal
fatto che la ami, lei resta comunque tua amica…”
“Vedi, Hakkai, nel periodo in cui conobbi Shiori, io non mi
rendevo perfettamente conto di cosa significasse essere un demone. Il mio
dispositivo di controllo mi bloccava talmente da tanto tempo che non ricordavo
chi…o meglio, COSA fossi realmente. Per questo potevo stare in mezzo alla
gente, senza preoccuparmi di nulla. Ora, invece, so…cosa sono in realtà. Uno
spietato assassino, per nulla diverso da coloro che uccisero i suoi genitori.
Anzi, per quanto ne so, potrei essere stato davvero io a farlo. Sono certo…che
se mi trovassi di fronte Shiori, mentre sono senza il dispositivo…la
aggredirei. Proprio come ho fatto con voi due e Sanzo. Però lei, al contrario
di voi, non sarebbe in grado di difendersi e…morirebbe. Io la ucciderei. Per
questo è giusto che lei mi dimentichi. Io non sono la persona buona e gentile
che lei crede di conoscere! Sono uno sporco assassino, un mostro assetato di
sangue e violenza! Un essere spregevole, che ha attaccato e tentato di uccidere
i suoi stessi amici! Se Sanzo, quella volta, non fosse riuscito ad intervenire,
lui, voi due, ed anche Kogaiji e Dokugakuji, il fratello di Gojyo…sareste tutti
morti! Per mano mia…”
Hakkai e Gojyo lo fissarono sbalorditi, mentre chinava la
testa e si accasciava al suolo, prendendosela tra le mani. Nessuno dei due
credeva che il demone pensasse ancora a ciò che era accaduto quel giorno. Era
vero. Stavano per essere uccisi da lui. Ma nessuno di loro aveva mai provato
del risentimento, per ciò che era accaduto. Nemmeno per un istante. Allora
Hakkai gli si avvicinò, posandogli una mano sulla spalla.
“Goku…Devi smettere di fartene una colpa. In fondo tutti noi
siamo sopravvissuti. E non ci faremo mai più sorprendere. Se dovesse accadere
un’altra volta, saremmo pronti a difenderci. E poi, quella volta Sanzo stava
male, ed è riuscito a intervenire solo alla fine. Ma in un’altra occasione, se
fosse stato in piena forma, ti avrebbe bloccato subito. Quindi smettila di
preoccuparti di questo.”
“Però…comunque, Shiori deve stare lontana da me. Se resta
vicino a me rischia di cacciarsi nei guai. Se qualche seguace di Homura la vedesse in mia compagnia, potrebbe
approfittarne per usarla come ostaggio. E quindi metterei in pericolo la sua
vita. Finché restiamo in questo villaggio, lei sarà in pericolo. Per questo,
vorrei che ce ne andassimo prima possibile. Vi prego. Non voglio che Shiori
muoia a causa mia…”
Hakkai e Gojyo lo fissarono, poi si scambiarono un’occhiata.
Comprendevano le sue ragioni ed entrambi sapevano che, in fondo, aveva ragione.
Loro non potevano permettersi il lusso di legarsi alla gente. Altrimenti
avrebbero finito col portare alla rovina i loro stessi cari.
“Tsk. Tanto è troppo tardi.”
Sanzo irruppe nella stanza, con aria seccata ed una
sigaretta tra le labbra.
“Che intendi dire?”
“Tutto il villaggio è circondato da schiere di demoni che aspettano l’occasione
giusta per colpire. Tra loro colgo la presenza di un elemento tremendamente
potente. Devono essere stati mandati contro di noi da Kogaiji.”
“No, Kogaiji ha smesso di darci fastidio da un pezzo. Forse
si tratta del suo capo. Del demone che vuole la resurrezione di Gyakuganmaoh.”
“Che facciamo? Andiamo stanotte?”
“No. Sono troppi. Mentre ne combattiamo alcuni, altri entrerebbero nel
villaggio e farebbero una strage. Purtroppo non possiamo fare altro che
aspettare una loro mossa. Tsk, maledizione! Ci siamo fatti mettere in trappola
come degli stupidi topi!”
“A questo punto, quindi, non ci resta che aspettare…”
Per tutto il giorno seguente, i quattro pattugliarono le
strade del villaggio, in cerca del segno di qualche demone. Durante la cena,
discussero sul da farsi.
“Domani saremmo dovuti partire, secondo il nostro programma.
Invece, per colpa di quei bastardi, siamo bloccati qui. Stanno cercando di
farci perdere la pazienza…”
“E ci stanno riuscendo perfettamente. Non ne posso più di
stare fermo, sapendo che siamo circondati da demoni pronti ad attaccare!”
“Stai buono, stupido kappa! Non risolvi proprio niente
agitandoti.”
“Senti chi parla, il grande bonzo corrotto! Guarda che lo so
che anche tu sei impaziente di farli fuori tutti quanti!”
“Io vado a fare un altro giro, per sicurezza.”
“Aspetta, Goku. Non è prudente che tu vada da solo. Dobbiamo
collaborare tutti e quattro.”
“Dai, Hakkai. Voglio solo fare una passeggiata! Prometto
che, se accade qualcosa, corro subito ad avvertirvi. O, mal che vada, mando
qualcun altro a farlo. Va bene? A dopo!”
E corse via, senza dare agli altri il tempo di rispondere.
Goku era il più nervoso. Una montagna di demoni erano nell’ombra, pronti ad
attaccare il villaggio, così vicini alla sua Shiori. Non avrebbe permesso loro
di farle del male. Avrebbe voluto andare a trovarla, per sincerarsi che stesse
bene, ma non voleva infrangere la promessa fatta con se stesso. Non vederla mai
più. Dopo molte indecisioni, si diresse a passo svelto verso casa della
giovane. Quando arrivò, capì subito che qualcosa non andava. La porta era
aperta. Un po’ titubante provò a mettere dentro la testa. E subito spalancò la
porta guardandosi attorno. Ciò che vide gli raggelò il sangue nelle vene. Tutto
era stato distrutto. Brandelli di mobili giacevano a terra, pezzi di
arredamento erano sparpagliati per tutto il pavimento. Sul muro di fronte a
lui, una scritta, rossa. Lo stesso rosso del sangue.
Son Goku, se vuoi rivedere la tua amichetta viva,
presentati da solo al tempio sulla collina vicina al villaggio. Se non verrai
entro mezzanotte, uccideremo la ragazza.
La rabbia s’impadronì di Goku. In un istante scordò le
raccomandazioni dei suoi amici e la sua promessa di avvertirli. Impugnò il suo
bastone e corse come una furia verso la collinetta. Quando arrivò, non vide
nessuno. Stava già pensando ad una presa in giro, quando, dal nulla, apparvero
due demoni che spingevano Shiori. Un po’ alla volta, Goku si trovò circondato
da decine di demoni. Forse un centinaio. Ma a lui non interessava. Tutto ciò
che riusciva a vedere era Shiori, in preda al terrore, che lo fissava
piangendo.
“Perché? Perché sei venuto? Ti uccideranno! Scappa!”
“Taci, donna!”
Un demone le tirò una sberla, che le fece sanguinare il naso
ed un labbro. A quella vista, Goku esplose. Si scagliò con tutta la sua forza
contro il demone che l’aveva colpita, e con un solo colpo lo fece sparire. Come
una furia, iniziò a colpire a morte tutti i demoni che si trovava davanti, uno
dopo l’altro. Sembrava lo stesso di quando si toglieva il dispositivo di
controllo, con la differenza che, in quel caso, era pienamente cosciente. Ed
animato da odio puro. Shiori lo fissava, sorpresa per quella carneficina. Fino
a quel momento non era mai riuscita a comprendere quale fosse la natura
demoniaca di Goku. A lei sembrava un normalissimo umano. Un po’ tonto, forse.
Ma simpaticissimo. E bello. Shiori adorava Goku. Lo considerava un po’ come la
sua famiglia. Ma ora lo vedeva sotto una luce diversa. Se ne rendeva davvero
conto per la prima volta. Goku, il dolce Goku, era un terribile demone. Però
questo non cambiava nulla. Era comunque il suo adorato Goku.
Intanto, il demone aveva fatto fuori circa metà dei suoi
simili ma, all’improvviso, si sentì afferrare per le spalle e fu scaraventato a
terra. Alzandosi dolorante, guardò l’autore di quel gesto. Un demone alto più
di due metri lo fissava dall’altro in basso. Da lui, Goku sentì scaturire un’enorme
energia maligna. Intuì subito che doveva trattarsi del capo di tutti quei
demoni.
“Sei tu il loro capo, non è vero? Sei tu che hai ordinato
loro di rapire Shiori!?”
Una risata malvagia uscì dalle labbra del gigantesco demone.
“Già. Hai proprio indovinato. E, non appena ti avrò
sconfitto, sarò sempre io a divorarmela!”
“Prima devi riuscire a battermi!”
E così dicendo si scagliò su di lui. La lotta tra i due
demoni ebbe inizio. Per un po’ furono pari, ma presto la situazione cominciò a
volgere a favore del demone malvagio. Goku era accecato dalla rabbia per ciò
che stavano facendo a Shiori e non riusciva a combattere come al solito. Così cominciò
a subire i colpi dell’avversario, che andavano giù molto pesanti. Ben presto
Goku fece fatica anche a reggersi in piedi. Ma resisteva, aiutandosi con il
bastone. Sapeva che Shiori era ancora in balia di quei bastardi e se non si
fosse sbrigato a sconfiggere il loro capo sarebbe stata in serio pericolo. Ancora
una volta partì all’attacco, ma subito fu scagliato a terra, sbattendo
violentemente il capo. Con la mente annebbiata e le idee confuse, provò ad
alzarsi, ma ricadde subito. In quel momento udì una voce alle sue spalle, senza
però capire da dove provenisse esattamente. Non riusciva a vedere bene, la
botta che aveva preso in testa era stata troppo forte.
“Eh eh, che bella figura che stai facendo, stupida scimmia!”
“Io te l’avevo detto che sarebbe stato pericoloso andartene
da solo, ma non vuoi mai ascoltarmi…”
“Tsk, lo sapevo. Quando ci sei di mezzo tu sono sempre
seccature!”
Nonostante le molte ferite, anche sul volto, Goku sorrise. L’arrivo
dei suoi amici gli diede la forza di rialzarsi in piedi.
“Mi raccomando, Goku. Noi ci occupiamo dei pesci piccoli e
della signorina Shiori. Tu pensa al bestione!”
“Ti ringrazio, Hakkai. Fatti sotto, gigante! Ora sono certo
di batterti!”
“Stiamo un po’ a vedere, microbo!”
Di nuovo Goku si scagliò contro l’avversario, ma questa
volta la sua velocità era notevolmente aumentata. Il demone scagliò un pugno
contro la scimmia, ma Goku l’aveva già superato e, prendendolo alle spalle, lo
colpì ripetutamente. Poi spiccò un balzo e, dall’alto, gli diede il colpo di
grazia. Dopo che il demone fu scomparso, crollò a terra, esausto e ricoperto di
ferite più e meno gravi. Gli altri avevano finito e Shiori, ormai in salvo,
corse subito dal suo amico. Passandogli un braccio dietro alle spalle, gli
sollevò il busto, chiamandolo e piangendo.
“Goku! Goku, rispondimi, ti prego!”
Goku rispose al suo richiamo e aprì faticosamente gli occhi.
La vista era offuscata ed a fatica riuscì a capire chi aveva davanti.
“Shiori…Sei salva…Meno…Meno male…”
“Sì, ed è solo merito tuo, Goku! Se non fosse stato per te…”
“Se non fosse stato per me, non saresti mai stata rapita né tantomeno
picchiata. Perdonami…”
“No, non dire così! Io sono felice che tu sia qui con me! Non
importa se tu sei un demone e se per questo devi combattere! Tu sei buono, io
lo so!”
“…Sei gentile…”
Gli occhi di Goku si richiusero. Hakkai lo osservò
rapidamente e gettò un’occhiata preoccupata a Gojyo e Sanzo.
“E’ ridotto davvero male. Dobbiamo curarlo immediatamente.”
“Tsk. Non c’è da preoccuparsi. La scimmia è più resistente
delle erbacce…”
“Dai, Hakkai. Ti do una mano a portarlo…”
Gojyo e Hakkai fecero per tirarlo su, ma Shiori continuava
ad abbracciarlo e chiese un altro istante per potergli parlare. I due annuirono
e si allontanarono un po’, per lasciarla libera. Lei, intanto, stava
accarezzando il volto del demone, continuando a piangere.
“Goku…Non devi sentirti in colpa. A me…non importa se corro
dei rischi, standoti vicino…Mi basta vederti per essere felice! Oh, Goku, io…ti
voglio bene! Ti voglio tanto, tanto, tanto bene!”
E, così dicendo, si chinò su di lui e posò le labbra sulle
sue.
Nella sua semi-incoscienza, Goku avvertì le sue parole e
quel lieve tocco sulle labbra, ma credette di aver sognato.
Il demone/scimmia, si svegliò tre giorni più tardi, di nuovo
in piena forma, e con un grande appetito. Il giorno successivo, i quattro si
prepararono per partire. Gojyo, Hakkai e Sanzo erano già a bordo di Hakuryu e
stavano aspettando Goku, intento a salutare Shiori.
“Shiori…Mi dispiace per tutto ciò che ti è accaduto.”
“Smettila, Goku! Ti ho già spiegato che non ti ritengo assolutamente
responsabile!”
“Ma dovresti, perché è così!”
“Ora basta, altrimenti mi farai arrabbiare sul serio. Allora,
mi prometti che tornerai a trovarmi, una volta finito il tuo viaggio?”
“Beh, sì.”
“Goku…Sul serio. Promettimelo.”
“E va bene. Te lo giuro, Shiori. Cascasse il mondo, non
appena terminato il mio viaggio tornerò a trovarti.”
“Davvero?”
“Davvero.”
“Bene. Ti credo. Allora, a presto. Fai attenzione, mi
raccomando. E non dimenticarmi.”
“Non accadrà, stai tranquilla. Ciao, ci vediamo!”
Prima che salisse sulla geep, Shiori gli si avvicinò e lo
baciò teneramente su una guancia. Poi gli sussurrò all’orecchio:
“Ti prego, Goku. Torna da me, un giorno. Io ti aspetterò…Per
sempre…”
Goku salì sulla geep, rosso in volto, e rimase a guardarla
mentre si allontanavano. Poi, quando Shiori non fu che un puntino all’orizzonte,
sussurrò:
“Ma allora…non era un sogno…”
FINE