Soffici candidi fiocchi

di Aanya
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Il suo sguardo attraversava i vetri della finestra. Candidi, piccoli fiocchi di neve scendevano dolcemente a terra. La loro era una danza silenziosa. Il bianco manto si spandeva a perdita d’occhio.  Le case in lontananza, al di là degli estesi campi, scomparivano dietro una coltre di sfumature bianco-grigiastre. I rami spogli degli alberi sembravano ricamati di bianchi pizzi, anche se sopportavano ormai a fatica il peso che ne conseguiva.

La stanza era avvolta nel più completo silenzio. Poteva udire solo il crepitio del fuoco. E il suo respiro. Aveva abbassato lo sguardo sul suo viso e non poteva fare a meno di trattenere un sorriso. Quando dormiva era ancora più bella. La testa sulle sue gambe, avvolta in una coperta plaid rossa. Con una mano le spostò i capelli ramati, accarezzandole le guance rosee. Gli sembrava un angelo. Gli pareva  impossibile che fosse proprio  lui a poterla meritare. Ma ora era lì. Stretta a lui. Nient’altro aveva importanza. Tutta la sua sfrontatezza e temerarietà si erano assopite con lei. Ora era silenziosa. Come la neve che cadeva all’esterno.  Al solo ripensare a quando l’aveva vista per la prima volta gli veniva da sorridere. Non poteva sopportarla. Odiava come lo metteva a zittire e gli rispondeva sarcasticamente. Ma il suo cuore aveva deciso diversamente.

Guardò ancora fuori. Le folate di vento gelido creavano dei singolari disegni servendosi dei bianchi fiocchi. Seduto sul divano, davanti al camino nel quale ardeva un fuoco scalpitante, non poteva che desiderare di meglio. Prese la tazza di cioccolata calda ancora fumante dal tavolino accanto. Fissò ancora il suo viso. Sentiva caldo. Una sensazione che non era dovuta solo al calore che proveniva dal caminetto. Un calore che proveniva dall’interno. Dal suo cuore. Non poteva desiderare altro. E lo sapeva. Si portò la tazza alla bocca. I suoi occhi sorridevano. Era felice.

Perché la felicità portava il suo nome.




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