Chissà com’era finito nelle sue mani quel
diario.Forse l’aveva comprato al Ghirigoro,ma non se ne
ricordava minimamente.Non aveva ancora scritto nulla.Era
un’elegante diario di stoffa marrone,molto simile al
cuoio.Sul retro era inciso un nome.Tom Marvolo Riddle.
Aveva un odore di antico,le pagine erano ingiallite dal tempo,ma non vi
era scritto nulla sopra.
Lo avrebbe portato a scuola,facendone il suo confidente segreto.
*****
Qualche settimana dopo,Ginny era intenta a finire il tema di
Incantesimi per l’indomani.Si trovava in biblioteca,dove luce
filtrava velata dalle pesanti tende di seta.Si sentiva lo scribacchiare
di qualche punta di una piuma su pergamena.
Si respirava un’aria viziata e pesante.Ginny alzò
lo sguardo e vide minuscoli pezzetti di polvere in controluce.Madama
Prince le passò accanto,silenziosa e severa.Come al solito.
La ragazza guardò l’orologio.Le 18.30.
Aveva ancora una mezz’oretta per finire il tema e dopo
sarebbe andata a cena.Non aveva molta fame quei giorni,ma decise lo
stesso di andare.Il tema d’Incantesimi era abbastanza
semplice,ma non riusciva a trovare una formula adatta agli incantesimi
casalinghi.Era inutile chiederlo a Madama Prince,avrebbe solo
disturbato la quiete sacra di quella biblioteca.Non arrivava altro
rumore che lo sfoglìo delle pagine.Era un silenzio molto
innaturale.Troppo innaturale.Decise di terminare il tema dopo la cena.
Raccolse con cura la piuma di fagiano,screziata di marrone,e la ripose
cautamente nell’astuccio.Quella penna aveva molto significato
per lei,gliel’aveva regalata il padre per l’inizio
di scuola,con un bigliettino di buon augurio per l’anno
scolastico.
Ripensò alla sera prima di partire per Hogwarts.Era
emozionata ed eccitata nel cominciare una nuova vita,ma nello stesso
tempo aveva un po’ timore di non essere all’altezza
degli altri fratelli,di non trovarsi bene con i compagni di stanza,di
non trovarsi e basta.
La madre l’aveva rassicurata con dolcezza,ripetendole che non
c’era nulla di cui preoccuparsi e che sarebbe stata
un’ottima studentessa.E poi il padre,con un sorriso le aveva
dato quel piccolo pacchetto di carta colorata,con un bigliettino
attaccato. “Alla mia bambina,ormai cresciuta.Con
affetto,papà.”
Quasi le veniva da piangere,quella sera.
Un tonfo la riportò alla realtà.Le era caduto il
libro d’Incantesimi sul tappeto,ma era un tonfo sordo e non
se ne era accorto nessun’altro.
Lo raccolse rapidamente e lo infilò in cartella,insieme
all’astuccio.
Andò a posare il libro che stava usando della biblioteca e
salutò a bassa voce Madama Prince.
Uscì dalla biblioteca e scese grandi scalini di
pietra.Svoltò a destra e continuò per un
corridoio lungo.Molti quadri la osservarono in silenzio e lei si
sentì in soggezione.
Alla fine del corridoio c’era una porta.Strano prima non
c’era.
La aprì cautamente e si trovò davanti a uno
spettacolo strano.Era arrivata,non sapeva come,in giardino,ma non era
sera.Era mezzogiorno circa.Un caldo sole la inondò e lei
scese i tre scalini che di solito separavano l’erba
perfettamente curata dal castello.
Si guardò intorno spaesata,e poi guardò
l’ora e rimase allibita le 12.00.Si era persa oltre 14 ore
della giornata.Guardò indietro e si spaventò.Non
c’era più nessuna porta.
In lontananza notò una costruzione con un grande cancello in
ferro battuto.Si avvicinò di più e vide uno
squallido cartello con su scritto “Orfanotrofio”.
Rabbrividì.
Percorse il perimetro dell’orfanotrofio e,arrivata sul
retro,vide dei bambini che giocavano in uno squallido parco.Si
sentì stringere il cuore,guardando quei bambini,che ridevano
spensierati.
Il suo sguardo venne attratto da un ragazzo seduto in disparte,su una
panchina,intento a leggere un libro.Rimase oltre l’alto
recinto di ferro per un tempo indefinito,come ipnotizzata da quel
ragazzo.
Un suono che le spaccò i timpani la fece sobbalzare.Era la
campana che segnava il mezzogiorno e mezza.Una suora uscì
fuori da una porta e disse: “Bambini,entrate,è ora
di pranzo!”.
I bambini,la seguirono spensieratamente e ridendo felici.Il ragazzo non
si mosse dalla panchina.
“Tommy entra è pronto!” disse la suora.
Il ragazzo la guardò con odio e Ginny sentì i
capelli sulla nuca rizzarsi.
La suora ebbe la stessa reazione ed entrò
nell’edificio.Il ragazzo si rimise a leggere con aria molto
concentrata.Ginny lo osservò a lungo.Era così
strano…così dannatamente magnetico.
Il ragazzo alzò lo sguardo e si accorse della presenza di
Ginny.Chiuse il libro e si avvicinò al recinto.Furono
l’uno di fronte all’altra e Ginny si
sentì in lieve imbarazzo.
Era un ragazzo veramente bello,con degli agghiaccianti occhi
grigio-blu,dei capelli mossi,corti,neri.
Lui guardò la ragazza con estremo interesse.Aveva dei lunghi
capelli rossi,occhi verdi e un po’ di lentiggini.Il suo
sguardo diceva tutto:era imbarazzata,confusa e interessata a lui.
“Entra” disse con una voce altrettanto
agghiacciante.
La ragazza si guardò intorno confusa e notò una
piccola porta malandata di ferro.Con una leggera pressione la
aprì e si trovò dentro il giardino,insieme al
ragazzo.
“Vieni,sediamoci qui.”disse lui.
E si sedettero sulla panchina dove prima leggeva il libro.
Cadde su di loro un silenzio un po’ imbarazzato.
“Da dove vieni?”le chiese lui,con una nota di
curiosità nella voce.Era strano vedere sconosciuti aggirarsi
intorno all’orfanotrofio.
“Hogwarts”disse lei d’impulso,e si mise
una mano alla bocca.Non avrebbe dovuto dirlo.Era proprio una stupida.
“Scusa?”
“Emh…lascia stare…”
“Anch’io vado a Hogwarts.”
Ginny ci mise qualche secondo a capire l’affermazione di
quella frase.Anche lui andava a Hogwarts.Impossibile.
“Come sei arrivata qui?”le chiese in modo gentile.
“Ho attraversato una porta,alla fine di un
corridoio.”
“Devi essere molto spaventata”disse
lui,avvicinandosi a lei.
“E’ solo che non so come tornare
indietro.”
“Dovrai aspettare la fine dell’estate,come
me”
“La fine dell’estate?Ma non siamo in
Ottobre?”chiese lei,sconcertata.
“No,magari!E’ esattamente il 19 Agosto
1945”
Rimase in silenzio,sconvolta.
Una lieve brezza soffiò accanto a loro e si sentì
un grillo in lontananza che cantava.
“Tutto bene?”le chiese lui dolcemente.
Gli occhi le si riempirono di lacrime e ne scese una lungo la guancia.
“No” rispose con un singhiozzo.Ricacciò
a fatica indietro le lacrime,sforzandosi di non piangere davanti a
lui.Non andava bene per niente.Come avrebbe fatto a tornare?Possibile
che era il 1945?
“Parlami di te”le disse lui con una voce calda e
confortante.
E Ginny parlò di sé come non aveva mai fatto con
nessuno,le raccontò le sue paure,le sue speranze,i suoi
sogni e la sua vita.Raccontò di quando i fratelli la
prendevano in giro,di quando la mamma le diceva che non poteva
comprarle un animale,perché costava troppo.Di quando suo
padre litigava con la mamma per motivi economici.Di quanto si sentisse
in una campana di vetro,essendo l’ultima dei Weasley.Di
quando sua cugina di secondo grado,Mafalda,le diceva con aria superiore
di avere l’ultima bambola,quella appena uscita.E,sempre
Mafalda,combinava guai e lasciava che le colpe ricadessero su di lei.
Lui annuiva e ascoltava attentamente,pendendo dalle sue labbra.
Ad un tratto le mise un dito sulle labbra e lei spense il suono che
usciva dalla sua bocca.Si stava vergognando,lui ormai sapeva quasi
tutto di lei,e lei nulla di lui.
Rimasero così per pochi istanti,e Ginny si rese conto di
provare qualcosa per quel bellissimo ragazzo misterioso e ascoltatore.
“Ginny…”sussurrò il
ragazzo.Si avvicinò ancora di più a lei e la
baciò.
Un bacio dolce,romantico e molto casto.
Durò pochi attimi,ma parvero
un’eternità.
Il ragazzo si scostò da lei e le sorrise.Lei aprì
gli occhi le gli sorrise a sua volta.
“Non mi hai ancora detto il tuo nome…”si
rese conto lei.
L’atmosfera stava svanendo.
“Tom…Marvolo…Riddle”sussurrò
lui.
Un raggio di luce molto forte la colpì in pieno viso e Ginny
si svegliò.
Era solo un sogno?Si guardò intorno.Si trovava ancora in
biblioteca.Guardò l’orologio: le 18.32.
Com’era possibile?Erano passati solo due minuti da quando si
era addormentata?Ma si era veramente addormentata?
Mise la piuma di fagiano nell’astuccio e andò a
posare il libro.Le sembrava di aver già vissuto quel
momento.Salutò a bassa voce Madama Prince e uscì
dalla biblioteca.Scese gli scalini di pietra e svoltò a
destra.Si trovò davanti a un lungo corridoio pieno di
quadri.Lo percorse quasi correndo.Si trovò davanti alla
stessa porta di prima.Il cuore le martellava nel petto.Se avesse aperto
la porta si sarebbe trovata di nuovo davanti all’orfanotrofio
e avrebbe incontrato di nuovo quel ragazzo.Posò la mano
tremante sulla maniglia e con uno scatto deciso aprì la
porta.
Delusione.
Si trovava di fronte alla Sala Grande,quello che aveva percorso era un
passaggio segreto.
Aveva sperato di tornare nuovamente da quel ragazzo,di continuare a
parlare con lui per tutta la giornata.Nessuno l’aveva mai
ascoltata e compresa in quel modo.
“Tom…Marvolo…Riddle!”
Si rese conto di conoscere già quel nome.Salì al
dormitorio del Grifondoro e andò in camera
sua.Aprì il piccolo cassetto del comodino e prese dal fondo
il diario.Aveva promesso di scrivere ogni sua esperienza là
dentro,ma non l’aveva più fatto.
Tirò fuori dalla borsa l’astuccio e prese la piuma
di fagiano.La intinse nel calamaio pieno d’inchiostro e
scrisse “Caro Tom,”,ma il diario assorbì
l’inchiostro come una spugna.
Pensò ad un difetto dell’inchiostro,ma era lo
stesso che usava anche per le lezioni.
Allora scrisse “Tom,ti ringrazio per avermi ascoltato questo
pomeriggio.Ginny.” L’inchiostro sparì e
dopo pochissimi attimi riapparì,prendendo una forma
diversa.”Ginny.Una volta conobbi una bellissima ragazza di
nome Ginny,ma era il lontano 19 Agosto del 1945…”
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